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Posts Tagged ‘elettricità’

El nucleare xe venexian?

20 luglio 2009

Qualche giorno fa mi chiedevo: nucleare dove? Un indizio arriva oggi dal lungo articolo di Dario Di Vico sul Corriere Economia, che avvalora la tesi secondo cui almeno un impianto dovrebbe trovare sede in Veneto. All’indomani dell’approvazione del ddl Sviluppo, che per la prima volta apre la strada all’atomo, il governatore del Veneto, Giancarlo Galan, era stato l’unico a dichiararsi disponibile a ospitare una centrale. Oltre a lui, solo Raffaele Lombardo, presidente della Regione Sicilia, aveva lasciato uno spiraglio aperto, subordinando però la sua disponibilità all’esito positivo di un referendum popolare. Di Vico ricostruisce il dibattito veneto, sottolineando le perplessità già manifestate da esponenti di primo piano della Lega, pronti a cavalcare le opposizioni popolari (nonostante il partito sia ufficialmente favorevole al nucleare). Opposizioni non trascurabili, se bisogna dar retta al sondaggio condotto dalla Fondazione Nord Est e ricordato dallo stesso Di Vico: il 52,2 per cento dei cittadini sarebbe contrario, mentre solo il 7,2 per cento sarebbe favorevole a prescindere e un più incoraggiante, ma complicato, 32,2 per cento lo sarebbe “a patto di avere certezze sulla sua salute”.

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Que viva el presidente!

14 luglio 2009

UPDATE: L’eterno ritorno dell’uguale.

 

Anche quest’anno non delude, l’intervento con cui Alessandro Ortis, presidente dell’Autorità per l’energia, presenta la “Relazione annuale sullo stato dei servizi e sull’attività svolta” (qui la relazione e qui il discorso di Ortis). Pur formalmente ineccepibile, Ortis ha approfittato del palcoscenico privilegiato della Sala della Lupa non solo per rivendicare i meriti suoi e dell’organismo da lui presieduto, ma soprattutto per difenderne l’autonomia e il ruolo in un mondo sempre più sballottato dalla crisi economica, e in un paese sempre più incerto riguardo a chi, come, cosa, quando e perché liberalizzare. Tre, in particolare, i passaggi che mi sembrano “caldi”, al di là della polemica (se posso permettermi, un po’ stucchevole) sulla speculazione petrolifera che invece è stata più ampiamente ripresa. (Il che, per inciso, non stupisce, essendo la speculazione petrolifera questione talmente complessa e lontana che, qualunque cosa se ne pensi, non rischia di disturbare alcun manovratore).

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Grandi, grosse e stupide oppure intelligenti?

12 luglio 2009

Interessante dibattito sulle smart grid - una delle presunte panacee per salvare il sistema elettrico dal suo peccato originale - tra Lynne Kiesling (qui le parti uno, due, tre, quattro e cinque del suo intervento), Ken Maize (qui) e Robert Michaels (qui e qui). Le reti intelligenti possono essere un’idea furba da tanti punti di vista, ma certo l’argomento di Michaels secondo cui la sicurezza dell’approvvigionamento elettrico può essere garantita solo da reti robuste e ridondanti, ancorché stupide, non è da buttar via.

Carlo Stagnaro energia ,

Concorrenza bene, tasse male

19 giugno 2009

Elettricità e gas in Italia sono più care che in Europa. Lo rivela un’indagine di Altroconsumo, i cui risultati sono stati anticipati oggi da Repubblica. L’aspetto interessante - e non scontato, vista la fonte - sta nel fatto che il “delta” di prezzo non viene ricondotto, come normalmente fanno le associazioni dei consumatori, alla cattiveria delle imprese, e neppure, come fanno molti esperti di energia, al destino cinico e baro che ci ha imposto un mix di generazione anomalo (quest’ultimo punto è reale, in verità, ma a mio avviso secondario). La principale ragione, secondo gli autori, e questo vale principalmente per il metano, sta nel carico fiscale, che “schiaccia” la quota di prezzo attribuibile alle dinamiche di mercato. A fronte di questo, e ciò vale soprattutto per l’elettrico, l’unico strumento reale di autodifesa dei consumatori sta nella pluralità di offerte rese possibili dalla liberalizzazione, ormai pienamente operativa a tutti i livelli seppure non senza criticità (come abbiamo evidenziato nell’Indice delle liberalizzazioni). Il problema, allora, sta nel fatto che non sempre i consumatori sono in possesso di tutte le informazioni necessarie a fare la scelta più conveniente, e spesso neppure sanno di poter effettuare questa scelta. Oltre a questo, è proprio la “strozzatura” fiscale a rendere apparentemente meno attraente la libertà di mercato, perché ha l’effetto di livellare (verso l’alto) i prezzi e ridurre l’entità percentuale dei risparmi sulla spesa annuale per luce e gas. Se il governo vuole andare incontro ai consumatori, in un momento di particolare difficoltà dovuta alla crisi, nell’indagine di Altroconsumo trova tutte le indicazioni necessarie a fare la cosa giusta.

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La fotografia della crisi

11 giugno 2009

Due notizie forniscono una interessante fotografia della crisi. Oggi, il ministero dello Sviluppo economico ha comunicato che i consumi petroliferi sono scesi dell’8,5 per cento. Si tratta dell’ottavo mese consecutivo di contrazione della domanda nel nostro paese. Punto più, punto meno, la stessa cosa sta accadendo ovunque nel mondo. Sebbene questi dati si riferiscano al solo petrolio (e prodotti raffinati), il messaggio che arriva dai consumi di gas ed elettricità sono identici: a testimonianza di un paese in paralisi, nel quale tutte le attività produttive sono in forte rallentamento, quando non in frenata o in retromarcia. Contemporaneamente, però, arriva una prima, buona notizia (anticipata, come spesso accade, dalla ripresa delle quotazioni del barile): dopo otto revisioni al ribasso, l’Agenzia internazionale per l’energia ha corretto al rialzo le stime sulla domanda petrolifera per il 2009. Anche in questo caso, si parla di greggio ma si potrebbe parlare benissimo di gas o elettricità; e si parla del mondo intero ma si potrebbe parlare benissimo dell’Italia. Prosegui la lettura…

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Scajola, l’Indice delle Liberalizzazioni e l’Authority

25 aprile 2009

Il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, ha forse letto il nostro Indice delle liberalizzazioni? A margine del vertice di Sofia, Scajola ha infatti dichiarato che “sul mercato elettrico italiano c’è competizione, ma sul gas siamo ancora indietro”. Quindi, “dobbiamo recuperare una logica di maggiore liberalizzazione e maggiore concorrenza. Ci lavoriamo in condivisione con i soggetti interessati, perché non dobbiamo sfasciare quello che c’è già”.

I soggetti interessati sono, principalmente, tre: l’incumbent, cioè l’Eni, i nuovi entranti, cioè tutti coloro che vorrebbero ma non possono ancora giocare del tutto la loro partita, e il regolatore. Scajola fa bene a non voler sfasciare l’Eni. Non solo il responsabile dell’Economia, Giulio Tremonti, non glielo lascerebbe fare, perché i dividendi che le aziende controllate dallo Stato pagano ogni anno sono ormai una vacca sacra assimilata a un’entrata fiscale (tant’è che il gruppo di San Donato non li ha neppure lievemente ritoccati, nonostante il suo bisogno di liquidità).
Soprattutto, sarebbe ridicolo voler uccidere una compagnia che funziona e funziona bene e, almeno in alcuni segmenti del suo business, è considerata un esempio di eccellenza. Tuttavia, occorre sottolineare che non c’è un nesso tra l’aumento del livello di competizione e le condizioni di salute di un’azienda; semmai, c’è un rapporto inverso. Nel settore elettrico, che come chiarisce lo stesso Scajola è stato aperto di più e meglio alla concorrenza, non solo l’Enel non è stata sfasciata, ma è diventata un’impresa vera, che segue logiche industriali e che ha conosciuto una crescita, sia dimensionale sia di efficienza, su cui dieci anni fa nessuno avrebbe scommesso neppure una lira.

A fronte di ciò, c’è il terzo attore: l’Autorità per l’energia. Quando il ministro dello Sviluppo economico dice che non bisogna sfasciare i soggetti esistenti, forse trascura la portata che in questo senso avrebbero i provvedimenti proposti dalla Lega e, si dice, da lui aizzati o comunque sostenuti, con l’obiettivo di far saltare l’attuale collegio. Il buon funzionamento di un mercato liberalizzato si regge proprio sull’autorevolezza e l’indipendenza del regolatore, e sull’orizzonte di certezza che esso è in grado di fornire. Si può pensare quello che si vuole degli attuali commissari, Alessandro Ortis e Tullio Fanelli, ma una cosa è certa: se la regolazione fosse “politicizzata”, sarebbe peggio. Tant’è che gli stessi soggetti regolati hanno avversato l’aggressione all’autorità.

Le parole di Scajola sono giuste e interessanti. Sarebbe utile che seguissero i fatti.

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