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Posts Tagged ‘commercio’

I lombardi all’ultima crociata

19 agosto 2009

C’è una domanda che vorrei tanto fare ai politici lombardi: perché non vi piace il kebab? Prima Roberto Formigoni, col suo “coprifuoco” dell’una di notte. Ora la giunta leghista di Capriate, che inibisce alle kebabberie le vie del centro.
Per quanto se ne legge su Internet, la delibera di giunta appare davvero surreale, vietando l’apertura di locali pubblici “gestiti da immigranti” in via Vittorio Veneto. Scelta “di carattere urbanistico”, come dice il sindaco?
Si può sostenere che sia auspicabile che le strade centrali di un paese mantengano, per così dire, un certo “tono”. Ma si tratta di un fine che viene assai meglio perseguito attraverso meccanismi di mercato, che tramite delibere. Non si aprono negozi a capocchia: un dettagliante tende ad investire laddove pensa di essere “benvoluto” e “interessante” per la clientela. Non ci sono straccivendoli in via Montenapoleone: e non certo perché è il Comune di Milano a vietarlo, ma semplicemente perché immobili ed affitti veleggiano a prezzi stratosferici, tarati sul giro d’affari delle lussuose “botteghe” di cui è tappezzato il quadrilatero della moda. Prosegui la lettura…

Alberto Mingardi liberismo , , , , , , ,

Cina e commercio, Obama come Tremonti

23 giugno 2009

Oggi l’Amministrazione americana ha presentato una argomentata protesta ufficiale contro la Cina in sede Wto, scavalcando in durezza l’Unione europea che sulla stessa materia aveva sinora tenuto un profilo formalmente più basso. Qui la nota ufficiale del governo Usa, e l’elenco delle restrizioni in termini di quote all’import export dichiarate dal governo cinese, in spregio al Trattato e agli impegni espliciti assunti nel firmarlo. Si tratta, dome vedrete, soprattutto di minerali essenziali nel settore metallurgico, macchinari e costruzioni, la base del rapido ed energico shift dall’export alla domanda interna deliberato dal governo cinese tre mesi fa, per impedire che il calo vorticoso dell’export cinese abbassasse oltremodo la crescita del Pil. La guerra per disancorare il peg tra dollaro e reminmbi si fa dura, al di là del merito del commercio unfair sul quale un anno fa Tremonti teneva lezione, sbertucciato allora dai più… Il problema è che, rispetto ad allora, la gara protezionista ha fatto proseliti a decine. In Italia, però, i politici non se ne occupano più. È rimasta solo Confindustria, a levare la voce quasi ogni giorno sul tema.

Oscar Giannino liberismo , , ,

Trento, provincia discount, e i candidati allo scranno

13 maggio 2009

Se di Zurigo fu detto (da Karl Kraus, se non erro) che era grande solo la metà del cimitero di Vienna, ma noiosa il doppio, che si potrebbe dire di Trento? La città è graziosa, con un decoro che ti fa dubitare di essere in Italia, ma talvolta dà l’impressione di essere ormai una realtà parastatale (a causa della “specialità”) in ragione di una spesa pubblica abnorme che ha smorzato lo spirito d’iniziativa e politicizzato ogni cosa. Per tutta una serie di ragioni, verrebbe da pensare che a Trento ci si possa andare solo a riposare e ricaricare le batterie.
E invece – grazie all’assessore provinciale al Commercio, Alessandro Olivi (del Pd) – la città potrebbe diventare un paradiso del consumismo per l’intero Nord Est, a seguito della saggia decisione di liberalizzare sconti e promozioni, sottraendo ogni limite temporale.
La scelta è appropriata e produrrà buoni risultati, incrementando la concorrenza. Svincolare quanto più è possibile l’azione di negozi e altri centri vendita significa infatti favorire lo scambio, che è sempre un’interazione vantaggiosa per tutti i partecipanti (almeno ex ante: perché poi qualche volta ci si può pentire).
È interessante rilevare come stampa e opinione pubblica, in fondo, abbiano reagito bene. Anche sul sito del TG 1, che ha lanciato un sondaggio sul tema, la maggioranza dei visitatori si è espressa favorevolmente. Il mercato sarà pure “fallito” e la crisi sarà pure da addebitarsi alla libertà economica come vuole la vulgata, ma una certa ragionevolezza elementare ancora alberga nella testa di molti, persuasi che ricevere uno sconto anche a novembre e non solo a dicembre non sia qualcosa da demonizzare. E se i commercianti sono divisi, questo si deve al fatto che alcuni di loro temono che i grandi centri commerciali coglieranno l’occasione per scatenare una concorrenza ancora maggiore: a nostro vantaggio.
Secondo l’assessore Olivi, altre province – a partire da quelle limitrofe – copieranno il modello. Può darsi. Ma dato che in moltissime realtà si vota proprio per il rinnovo di queste (sostanzialmente inutili, anche se assai costose) amministrazioni provinciali, perché non pretendere dai candidati un chiaro impegno a seguire le orme di Trento?

Carlo Lottieri liberismo, mercato , , ,