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Posts Tagged ‘Agcom’

Anghingò, ma che Alice è Calabrò

8 luglio 2009

Anno dopo anno, il contributo di Corrado Calabrò alla forma espressiva delle Autorità indipendenti di settore è diventato veramente degno di nota. La presentazione del presidente dell’Autorità per le garanzie nella comunicazione è diventata sempre più lieve nei toni, filosofica nelle descrizioni, breve negli sviluppi, diplomatica nelle allusioni, aerea nei dati, smussata nei richiami. La riforma della Rai è “scetticamente inevasa”; da telefoni bianchi il titoletto “avanti c’è posto” al nuovo piano frequenze digitale;  sospeso tra Pirandello e Mozart   ”…e quella che vorrebbe e non vorrebbe…”, il paragrafo dedicato alla critica in punta di piedi dei tg: con perle tipo “un telegiornale è il mondo che si parla” o “la tv è una finestra aperta sul pianeta”.  Però. 

Vado al dunque, l’unico della relazione. La proposta di una società veicolo mista pubblico-privata per le reti di Nuova Generazione. Ha almeno due gravi difetti, a mio modo di vedere. Il modello olandese da noi non funziona: perché in Olanda la tv via cavo c’era da anni, come complementare alla rete fissa telefonica, nonché alla tv analogica, nonché alle successiva iniziative wifi e banda larga locali. Secondo: da noi c’è solo Fastweb, per altro la rete in fibra più estesa in Europa, come attore di NGN. E allora, per costituire una società veicolo mista, l’Autorità dovrebbe volgere le tariffe sulle quali essa decide a premiare l’incentivo alla realizzazione di NGN, invece di continuare a premiare l’ex incumbent TI, con un occhio comprensivo ai suoi debiti e ai suoi azionisti bancari, e di escludere Fastweb dalla riallocazione per gara delle ex frequenze Ipse. Ma di questo, ovviamente, Alice-Calabrò tace. Anghingò, tre Corradi sul comò…

Oscar Giannino Senza categoria , , , , ,

Servizi di pubblica utilità

7 luglio 2009

Stefano Quintarelli liveblogga la Relazione annuale del presidente dell’Agcom al Parlamento.

Massimiliano Trovato telecomunicazioni , , , , , , ,

Lord Carter e la banda larga UK

16 giugno 2009

Trovate qui l’equivalente britannico del rapporto Caio, la relazione predisposta da Lord Carter per l’estensione della banda larga nel Regno Unito. Gordon Brown ha tanti difetti, ma non sottovaluta come da noi in Italia l’effetto che un piano “vero” per la banda larga può esercitare sulla produttività del paese. Qui il suo editoriale sul Times di oggi, in cui dichiara che la banda larga è vitale come l’acqua e il gas. Da noi, il debito di TI e l’intreccio Mediaset-iptv, tra carriers e fornitori di contenuti, spaccia per piano di banda larga portare 2Mega a chi ancora non ce l’ha: con la banda larga c’entra come Giannino con Napoleone. Ma anche i britannici, in tempi di Gordon Brown, hanno i loro difetti. L’idea di finanziare il piano con una tassa speciale all’utenza, di 6 pounds per ogni linea telefonica fissa, è assolutamente sbagliata, almeno a mio giudizio e sono curioso di conoscere il vostro. La linea fissa dell’ex incumbent è da decenni pienamente ammortizzata, e non sono i suoi utenti a dover pagare aggiuntivamente per la banda larga: pagheranno già il giusto quanto sottoscriveranno i piani delle concrete offerte che sceglieranno per usarla. Al contrario, proprio perché la linea fissa è ammortizzata, l’accelerazione dello shift verso la fibra va finanziato non con tasse ma con politiche tariffarie adeguate. Cioè con tariffe adottate dal regolatore che, per esempio, sulla terminazione fisso-mobile non siano fatte ad uso e consumo dell’indebitato incumbent come da noi. E non escludendo Fastweb dall’asta delle residue frequenze UMTS un tempo aggiudicate da Ipse, come capita appunto da noi, per non turbare i gestori mobili già esistenti quando proprio quelle utenze potrebbero ottimizzare in alcuni punti l’offerta di servizio di chi ha la rete in fibra più estesa d’Europa.

Oscar Giannino telecomunicazioni , ,

C’è Poste per l’Agcm

29 aprile 2009

In un paese migliore, combattere i monopoli pubblici sarebbe la principale occupazione dell’antitrust. Per questo, ogni occasione in cui ciò accada va celebrata come un’ottima notizia.

Non fa eccezione la recente istruttoria aperta da Piazza Verdi nei confronti di Poste Italiane (comunicato; provvedimento) per abuso di posizione dominante nel mercato dei pagamenti con bollettino postale e strumenti assimilati.

Che il business dei bollettini sia per Poste un’autentica roccaforte è, del resto, reso evidente tanto dai pezzi lavorati, quanto dai prezzi praticati. Il tutto a dispetto delle gravose condizioni d’accesso e della discutibile qualità del servizio.

Come ha dichiarato la senatrice Maura Leddi,

ci troviamo in una situazione al limite del paradosso in cui un’azienda, in regime di monopolio, fornisce un servizio a pagamento scadente che crea enormi disagi ai cittadini, nonostante l’era di internet offra valide alternative.

Ci pare che il provvedimento dell’AGCM costituisca un importante primo passo per arginare lo strapotere della nuova IRI.

Massimiliano Trovato mercato, telecomunicazioni , , ,

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