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Archivio per la categoria ‘energia’

Paolo e Giulio 2

4 settembre 2009

All’ultimo post di Carlo Stagnaro sull’ENI splitting hypothesis, aggiungo solo alcune considerazioni. No, Giulio Tremonti non è insolitamente silenzioso, di fronte alla tesi avanzata giorni fa dalla Lex Column. A onor del vero, bisogna rendere giustizia in questo al ministro dell’Economia: non parla praticamente mai di società quotate, è una regola tassativa che cerca di seguire praticamente sempre, tanto è vero che rifugge anche dalle audizioni parlamentari  in cui si affrontano temi collegati ad aziende, e solo quando i giornalisti lo hanno incalzato energicamente si è di quando in quando fatto sfuggire qualcosa di per altro totalmente generico, ad esempio a proposito della vicenda Fiat.   Prosegui la lettura…

Oscar Giannino energia, liberismo , , ,

Paolo e Giulio

4 settembre 2009

Il fondo americano Knight-Vinke, che aveva osato ipotizzare il break up dell’Eni, e il Financial Times, che ne aveva rilanciato le tesi, non trovano sponde in Italia. Il fondo controlla circa l’1 per cento di Piazzale Mattei, e ha posizioni anche in Enel (di cui aveva sostenuto, tra i pochissimi, la mai lanciata opa sulla francese Suez) e in Snam Rete Gas (a sua volta in pancia al Cane a sei zampe per il 51 per cento). La reazione di Paolo (Scaroni) era prevedibile. Quella di Giulio (Tremonti) meno. Vediamo perché.

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Carlo Stagnaro energia, liberismo , , , , , , , , , ,

Benedetto petrolio

3 settembre 2009

Lo dice, enciclica alla mano, Lorenzo Schoepflin.

Carlo Stagnaro energia , , ,

Il cane a tre zampe

2 settembre 2009

L’aereo Pippo è tornato a volare sui cieli italiani e ha sganciato due bombe: una su Piazzale Mattei, l’altra su Via XX Settembre a Roma. Il quotidiano britannico Financial Times dedica oggi un colonnino della sua informatissima e velenosissima rubrica Lex al più spolverato dei campioni nazionali italiani, cioè l’Eni. La riflessione - che cita come fonte, ed è piuttosto anomalo, il fondo Kinight-Vinke Asset Management - è semplice: Eni è un monopolio verticalmente integrato in un’epoca in cui questa struttura non tiene più. Quindi, separarla in almeno due tronconi potrebbe far felici gli azionisti e risolvere varie magagne, politiche e regolatorie oltre che finanziarie.

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Carlo Stagnaro energia, mercato , , , ,

Picco?

31 agosto 2009

Splendido articolo di Mike Lynch sul New York Times, con attacchi, risposta, scommessa, e altre scommesse (nell’Appendice al post di Mike).

Carlo Stagnaro energia, liberismo , , ,

Petrolio, mistero senza fine bello

27 agosto 2009

Oggi, centocinquant’anni fa, cominciava l’era del petrolio. Non nel senso che il greggio fu scoperto allora: era noto da molto, molto prima. E neppure nel senso che venne allora intuito qualche nuovo possibile utilizzo del petrolio. Se ne conoscevano. Il 27 agosto 1859, però, la banda di matti guidata dal Colonnello Drake trovata, alla profondità di ventuno metri nel sottosuolo di Titusville, Pennsylvania, l’ “olio di roccia” grazie a un metodo mai usato prima, a quello scopo: perforando con una trivella e poi risucchiandolo con una pompa a mano. Di quella lontana giornata, ci sono rimaste due eredità durature: il barile (di whisky), come unità di misura. E un nuovo modo di estrarre il petrolio, che ri rivelò più efficiente e poi, attraverso innumerevoli e importanti innovazioni, diventerà sofisticato come lo è oggi. Quei primi giorni dell’epopea petrolifera, li racconta Renato Calvanese in questo Rapporto per l’IBL; e qualcosa l’ho scritto anch’io sul Foglio. La letteratura su questi temi, in italiano almeno, non è sconfinata, ma comunque offre ottime e interessanti letture: da Il prezzo del petrolio di Massimo Nicolazzi a L’era del petrolio di Leonardo Maugeri, fino allo splendido Il petrolio. Una storia antica di Luciano Novelli e Mattia Sella e, per i più fortunati che ancora riescono a trovarne (o già ne possiedono) una copia, Il Premio di Daniel Yergin. Per mettere la scoperta di un secolo e mezzo fa in una prospettiva storica, la Storia dell’energia di Vaclav Smil. Per comprenderne le implicazioni economiche, l’Economia e politica del petrolio di Alberto Clò e The Genie out of the Bottle di Morris Adelman (ok, questo è in inglese, ma davvero merita). Poi c’è molto altro, ma questo è quello che davvero serve leggere e meditare per capire una cosa importante: aver scoperto il petrolio, e attorno a esso aver costruito la nostra civiltà, non è stato una sfiga o una condanna.

Il petrolio è stato, per l’umanità, non solo una importante fonte energetica: è stato lo strumento grazie a cui l’uomo si è saputo conquistare il diritto alla mobilità e, più profondamente, ha saputo dare un impulso decisivo alla rivoluzione industriale. E’ vero che l’industria è sopratutto carbone, ma il progresso è nel petrolio. Quindi, in un giorno come questo, c’è poco da dire e molto da pensare. Quel poco che si può dire, con Samuele Furfari, è: “grazie per tutto il benessere che hai offerto agli uomini in questi ultimi 150 anni”. E, aggiungo io, centocinquanta di questi giorni. Non è un augurio al petrolio. E’ una speranza per noi.

Carlo Stagnaro energia , ,

La tragedia delle risorse (pubbliche)

24 agosto 2009

Il crollo delle quotazioni del petrolio ha conseguenze a tutti i livelli. Un aspetto interessante è che, mentre nei paesi privi di rule of law l’eccessiva dipendenza dal greggio può causare la “maledizione delle risorse“, nei paesi istituzionalmente più attrezzati non si verifica nulla di tutto ciò. Non mancano, però, le possibili conseguenze avverse: per esempio, la tragedia dei bilanci pubblici, che tipicamente sostituiscono con le revenue petrolifere le entrate che altrimenti arrivano per via fiscale. E’ il caso degli stati americani alle prese con la drastica riduzione di un flusso finanziario robusto, come racconta Ben Casselman sul Wsj.

Carlo Stagnaro energia , , ,

Parole sante

19 agosto 2009

Parole involontariamente sagge da questo articolo di Sheila McNulty sul Ft:

In spite of record growth rates over the past five years, high costs (solar energy can be four times as expensive as traditional gas-fired electricity) and the economic downturn mean solar has not become a mainstream energy source. While many solar companies were profitable before the economic downturn, boosted by government subsidies, the credit squeeze and fall in energy demand has hit them along with the rest of the power sector.

Traduco liberamente:

Nonostante la crescita record degli ultimi cinque anni, il costo folle (almeno quattro volte più di una tradizionale centrale a gas) e la recessione hanno impedito al solare di diventare una fonte energetica di primaria importanza. La crisi del credito e il crollo della domanda di energia hanno colpito il solare così come il resto del settore elettrico, a dispetto del fatto che molte imprese solari fossero assai profittevoli prima della recessione, imbottite com’erano di sussidi pubblici.

In breve: il solare, essendo una fonte farlocca e costosissima che nessuno degnerebbe anche solo di uno sguardo in condizioni di mercato, sta in piedi grazie ai dindi rapinati ai consumatori, ma adesso neppure quelli bastano più. Dio ci salvi dalle buone intenzioni.

Carlo Stagnaro energia , , ,

Qui Germania

13 agosto 2009

Il punto sul nucleare tedesco a 45 giorni dal voto. Su Libertiamo di oggi.

Giovanni Boggero energia, mercato ,

Breaking news: le rinnovabili costano

12 agosto 2009

Il libro bianco del governo britannico sulle fonti rinnovabili lo dice chiaro e tondo: a fronte di un costo di incentivazione per raggiungere gli obiettivi stimato fra 57 e 70 miliardi di sterline nei prossimi 20 anni, il beneficio ambientale generato dalle fonti verdi sarà di appena 4-5 miliardi di sterline. Metteteci dentro tutto quello che volete: il costo evitato di generazione elettrica da altre fonti, i green jobs, shakerate, e troverete comunque le cifre impietose di un fallimento annunciato. Prosegui la lettura…

Carlo Stagnaro energia, mercato , , , , , ,