Oggi i quotidiani di mezzo mondo hanno riecheggiato l’anticipazione della nuova edizione di “Tendenza Veronica” di Maria Latella, anticipato ieri dal Corriere. Di fatto, apprendere che Veronica Lario non esclude affatto di restare a fianco del marito, Silvio Berlusconi, e che anche consiglieri del premier gli sussurrano che sarebbe meglio per lui riprendere un pieno rapporto coniugale, magari dopo un soggiorno in una clinica per sex addicted, è roba che avrebbe dovuto incendiare i giornali. Sul perché non sia successo non spreco una parola: si tenessero questi impettiti direttori che si sono appena scelti, gli azionisti mediobancheschi, confindustriali e berlusconiani.
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Oscar Giannino mercato classi dirigenti, Fiat, Fininvest, media
Molto interessante lo scambio di post aperto su EconLog, uno dei blog qui preferiti. Argomento: di fronte all’esplosione in atto del deficit e debito pubblico USA, è proprio impossibile immaginare che l’esito sia un default del debito sovrano americano? Io dico: meglio mandare a casa i deficisti. Ma andiamo per ordine.
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Oscar Giannino mercato debito pubblico, default sovrani, signoraggio, tassa patrimoniale
Necessity is the plea for every infringement of human freedom. It is the argument of tyrants; it is the creed of slaves.
William Pitt (1783)
Oscar Giannino liberismo libertà, Stato
Non so quanti di voi si siano sciroppati i tre volumi tre dedicati in 25 anni di studio dallo storico Robert Skidelsky a John Maynard Keynes. Per molti versi è “la” biografia di riferimento del vate, una sorta di atti degli apostoli di chi lo considera il messia. Ora Skidelsky non è riuscito a dire no alle preghiere dell’editore, che lo invocava di metter mano a un bel volumetto di fiammeggiante rivendicazione del Profeta, visto che con la crisi tutti i governi tornano al suo decalogo spendi-e-spandi. Skidelsky purtroppo ha acconsentito, così ecco altre 240 pagine per venti sterline, “Keynes The Return of the Master“. La goduria massima oggi è la stroncatura assolutamente feroce da parte della Books Review del Sunday Times. Era Hayek, non Keynes, ad attaccare le politiche che condussero alla Grande Depressione. Erano i discepoli di Hayek, non di Keynes, a criticare i tassi di Greenspan che hanno gonfiato la bolla e ci hanno portato alla crisi attuale. Sono ancora i discepoli di Hayek, non di Keynes, a poter dire meglio come far ripartire crescita e occupazione in un mondo di mercati aperti, non chiusi come quelli di cui parlava il profeta statalista. Leggete e godete, se la pensate come noi. Altrimenti pensateci bene comunque e aprite le orecchie alle critiche, se siete rimasti keynesiani.
Oscar Giannino Senza categoria Crisi, hayek, Keynes
Older leftish readers should be stunned that the result could be Labour leaving power with higher youth unemployment than in the darkest days of Mrs Thatcher’s administration…(continua)
Pasquale Annicchino Senza categoria Labour, Thatcher, U.K.