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Parafarmacie, RIP?

Come riportato da Sara Todaro sul Sole 24 Ore, oggi all’esame del preconsiglio dei ministri vi e’ un decreto che porterebbe all’abolizione della denominazione “parafarmacie”, per evitare “confusione” con le farmacie non-para. La croce verde parimenti dovra’ essere d’ora in poi un attributo esclusivo dei farmacisti proprietari.
Cosa pensiamo, sul tema, l’abbiamo gia’ detto tante volte. Ma cerchiamo un secondo di fissare di nuovo l’attenzione sulla questione, prendendo sul serio il punto di vista degli aspiranti assassini delle parafarmacie (qui invece trovate una petizione a loro difesa).
Perche’ il governo ce l’ha con le parafarmacie? Perche’ difende i farmacisti proprietari?Le risposte sono “politiche”: i farmacisti proprietari sono tradizionalmente elettori del centro-destra, le parafarmacie sono uno dei pochi lasciti “di successo” del secondo governo Prodi. Di qui l’importanza elettorale e simbolica, per l’esecutivo, di dare un segnale.
Ma invitiamo rispettosamente ministro e sottosegretario competenti a ripensarci, prima di restare vittima di qualche parlamentare “captive” della lobby farmacista. Uno dei giusti argomenti utilizzati da esponenti di questo governo contro le liberalizzazioni di Bersani all’epoca era la necessita’, per qualsiasi tipo di riforma, di avere una sua gradualita’, in modo da non scombinare i piani d’investimento e di vita delle persone che, per quanto potessero beneficiare di regole del gioco assurde, avevano cominciato a giocare facendo assegnamento su di esse. E’ una giusta preoccupazione. Allora perche’ non considerare anche il punto di vista dei gestori di parafarmacie? Punto primo.
Punto secondo. Il governo sostiene di stare andando ancora piu’ in la’, sul fronte liberalizzazioni, consentendo ai farmaci da banco di finire dappertutto. Non e’ una cattiva idea: sarebbe molto comodo trovare un’aspirina dove e quando serve, senza costringere chi la vende a sostenere l’onere di un impiegato-farmacista. Ma se questo e’ il caso, come tutelare chi ha investito, magari solo un paio di anni fa, in una nuova parafarmacia? Le sue aspettative non sono altrettanto meritevoli di considerazione, di quelle dei farmacisti proprietari?
Il decreto, spiega la Todaro, prevedra’ anche la possibilita’ per le farmacie di essere piu’ attivi “presidi del servizio sanitario”, con la possibilita’ di prenotare visite e analisi ed eseguire alcuni esami. Personalmente, ho qualche dubbio sul come e perche’ obbligare il farmacista a fare un lavoro che non sia il suo, ma allora non sarebbe possibile immaginare un sistema “tripartito”?
Farmaci da banco: libera circolazione negli esercizi commerciali (dal supermarket all’autogrill), a fronte di alcune garanzie per la conservazione;
Parafarmacie (inclusi corner del farmaco col farmacista): esercizi in cui sia possibile acquistare, assistiti da un farmacista, qualsiasi medicinale non rimborsato dall’SSN, inclusi quindi i farmaci di fascia C, oltre ad altri prodotti (parafarmaco etc) a discrezione del titolare;
Farmacie: tutto quanto sopra, medicinali rimborsati dall’SSN, altre funzioni di “presidio del servizio sanitari”.

28 luglio 2009 mercato, welfare , ,

  1. Leonardo Marchitto
    28 luglio 2009 a 10:14 | #1

    Magari il sistema tripartito fosse possibile! Non sarebbe il massimo , personalmente penso che dove si dispensi un medicinale sia utile sempre avere un farmacista e che questo è stato vero il motivo del successo delle parafarmacie, ma sarebbe comunque un sistema più liberale di quello che qualcuno della maggioranza stà disegnando a danno di chi ha investito soldi e professionalità nelle liberalizzazioni.
    Però in questo paese corporativo comandano le lobbies più della capacità di governare realmente il paese come dovrebbe fare un qualsiasi governo e ancor di più uno che si richiama a concetti di liberalismo come quello di PDL-Lega.
    Un difetto di fondo del centro-destra, ma anche dall’ IDV di Di Pietro, che prima è favore delle liberalizzazioni ( ddl Lannutti ddl n° 950 ora ritirato: fascia C alle parafarmacie) ora si è convertito al corporativismo più sfrenato (perchè?) dato che senatori dell IDV come Astore ed altri. hanno presentato un ddl (n. 1627) di riforma del setttore che praticamente “strozza” le parafarmacie ed è identico al famoso DDL Tomassini/Gasparri del PDL.

    Tali ddl ,falsamente liberisti ma corporartivi nei fatti , prevedono sostanzialmente che sia consentita la vendita solo di una piccola listina di OTC senza farmacista. In sostanza si crea un meccanismo quello delle “confezioni con dose massima giornaliera” un fumoso ma efficace artificio per per dire che si mantiene una parvenza di liberalizzazioni ma che nei fatti riotterranno il monopolio totale di tutti i faramci senza ricetta, vediamo in pratica cosa accdrebbe domani se il ddl fosse approvato, faccio degli esempi pratici:
    a) Esempio ibuprofene (antidolorifico) dose max giornaliera 1800 mg, numero max di cpr da 200 mg per confezione permessa 9 cpr confezioni attuali normalmente in commercio12 cpr = prodotto non vendibile o vendibile solo in farmacia, per medicinali da banco che contengono 400 mg di ibuprofene il numero max di cpr da 400 mg permesse sarebbe 4,5 cpr e qundi anche la confezione più piccola ora in commercio ( 6 cpr) non sarebbe vendibile nelle parafarmacie.
    b) Esempio naprossene (dolori articolari) dose max giornaliera 1000 mg ; numero max di cpr da 200 mg per confezione permessa con il meccanismo previsto: 5 cpr confezioni normalmente in commercio 12 cpr = non vendibile in parafarmaciac)
    c) Esempio paracetamolo(antifebbre) dose max giornaliera 2600 mg ; numero max di cpr da 500 mg per confezione permessa: 5 cpr attuali confezioni più diffuse in commercio da 10 cpr = non vendibile fuori dalle farmacie.
    E questo anche se nelle parafarmacie è ora giustamente presente al banco, per obbligo di legge, un farmacista.
    Che il meccanismo sia al solo servizio di alcune lobbies e fuori dalla realtà della filiera distributiva/produttiva del farmaco, è confermato anche a livello industriale. Infatti produrre le “confezioni ad hoc” da 9 o da 5 unità posologiche è antieconomico per le aziende, saranno necessarie linee produttive dedicate che prevedono investimenti per mercati limitati quindi sanno pochissime le aziende che produrranno confezioni OTC starter. Chi ci proverà sarà costretto a scaricare i costi sostenuti sui cittadini che pagheranno , a parità di unità posologiche, un costo maggiore per medicinali che fino ad oggi, grazie alla aumentata concorrenza acquistano a 15-20 % in meno rispetto al periodo pre-Bersani. L’operazione strozzamento delle parafarmacie e dei risparmi dei cittadini sarebbe quindi realizzata.
    Qundi……ecco quello che i pro-farmacie hanno in mente…..l’eliminazione della concorrenza anche debole e flebile delle parafarmacie ( hanno solo il 8% del mercato OTC-SOP che è a sua valta il 10 % di tutti i medicinali) .
    Il discorso di oggi sull’insegna “parafarmacia” e croce è solo il colpo finale di una guerra che alcuni nel mercato garantito dalle ricette( le farmacie) fanno contro chi ci si affaccia ora ( le parafarmacie) econ la benedizione del centrodestra a parole “pro-liberalizzazioni”.
    Infine se diamo la croce verse in esclusiva alle farmacie la togliamo a tutte le “misericordie” d’Italia? E qui siamo nel ridicolo a cui sono costretti i monopolisti del farmaco in Italia……..e mi fermo qui …..
    cordiali saluti

    p.s. propongo di organizzare un liberalizzazione day e di invitare anche Bersani comunista ma forse unico a favore delle liberalizzazioni in Italia……( scherzo ovviamente!)

    dott. Leonardo Marchitto
    Direttivo FEF-parafarmacie

  2. pier
    28 luglio 2009 a 12:23 | #2

    Come al solito in italia si predilige stare al fianco delle loggie,io vorrei saper che confusione ci possa essere tra para e farmacia,io sono titolare di una parafarmacia in provincia di cosenza in calabria e fin ad adesso non mi è capitato nessun cliente che fosse entrato nella mia attività con ricetta rossa o bianca.E poi dicono che la legge non ammette ignoranza …alla faccia della cultura. Giaà noi parafarmacisti dobbiamo affrontare ogni giorno la sporca guerra fatta dai signori se così si possono definire di federfarma….che minacciano i distributori ed i rappresantanti farmaceutici ed obbligano i dipendenti di framacia assunti con contratti partime a non poter lavorare in parafarmacia…e poi i nostri cari farmacisti che sotto i banconi nascondono i ricettari dei medici,o conservano i talloncini dei farmaci ceduti anche quelli con obbligo di ricetta….e propio loro i farmacisti vengono a parlare di confusione quando qui in calabria sono tutto tranne che confusi essendo la prima regione con la maggior spesa sanitaria….oppure vengono toccati interessi privati tra farmacisti asp regioni….nella speranza che qualche inchiesta della guardia di finanza sveli questi sporchi giochi di cui noi onesti cittadini lavoratori siamo veramente stanchi di cercare soluzioni per tirare avanti…e lavorare in santa pace

  3. Alberto Mingardi
    29 luglio 2009 a 15:50 | #3

    Grazie per i vostri commenti. Credo sarebbe utile ed importante che, al di la’ delle varie vostre associazioni, riusciste a fare uscire questo messaggio sulla stampa. Magari cominciando a sensibilizzare i clienti, diffondendo materiale, coinvolgendo altri nella lotta. L’idea di un Liberalization Day, per inciso, non e’ male: ma bisogna stare attenti a non farne un evento strumentale alla ascesa di Bersani nel PD.

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