Due giorni fa l’aveva detto, il presidente Obama, che la recessione sta finendo, e oggi il dato rilasciato dal BEA sul GDP americano nel secondo trimestre sembra dargli pienamente ragione. A me però viene da pensare alla vecchia canzone dei Righeira, pazzi torinesi: “l’estate sta finendo e un anno se ne va/ sto diventando grande lo sai che non mi va”. Vi spiegherò perché. C’è Keynes di mezzo, ancora una volta. O meglio, la sua vulgata. ma per non apparire pazzi lunatici, bisogna spiegarsi bene.
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Oscar Giannino Senza categoria deficit pubblico, moltiplicatore
Parrebbe di sì, a leggere quanto riferiva un paio di giorni fa il Moscow Times. L’Antitrust russo sta affilando le armi contro il presunto cartello composto dai colossi petroliferi privati, semiprivati e affini: Rosneft, Lukoil, Tnk-Bp e Gazpromneft, accusati di cospirare per mantenere artificialmente alti i prezzi dei carburanti. L’accusa si concentra sulla apparente lentezza con cui essi si sono adeguati al calo delle quotazioni del greggio. La cosa divertente, almeno per noi che leggiamo da qui, è che il litro di benzina a Mosca costa l’astronomica cifra, si fa per dire, di 23 rubli, pari a circa 52 centesimi di euro, ossia meno della sola accisa sulla benzina (56,4 centesimi) e poco più di quella sul gasolio (42,3 centesimi) in Italia.
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Carlo Stagnaro Senza categoria Antitrust, carburanti, Concorrenza, energia, petrolio, prezzi, russia
“I primi sei mesi del 2009 dal punto di vista ambientale sono stati i migliori in assoluto nella storia di Milano. E’ evidentissimo che da quando c’è Ecopass ci sono stati significativi miglioramenti anche se la strada da fare è ancora lunga e non bisogna abbassare la guardia’’. Non sarebbe quindi “neanche pensabile razionalmente chiudere un provvedimento efficace che se venisse meno porterebbe ad avere più smog e più traffico”. Queste le parole con le quali l’assessore all’ambiente di Milano, Edoardo Croci, prende le difese del pedaggio ecologico per entrare nel centro di Milano. Le argomentazioni dell’assessore sono però quanto mai deboli. E’ vero che a Milano le concentrazioni di polveri non sono mai state così basse come ora. Ma questo risultato ha pochissimo a che spartire con l’Ecopass, la cui rilevanza in termini di riduzione di emissioni complessive nell’area metropolitana è del tutto marginale. Lo avevamo scritto prima che il provvedimento venisse adottato e lo ha confermato di recente uno studio apparso sulla rivista “Epidemiologia e Prevenzione” secondo il quale Ecopass “non è in grado di produrre variazioni apprezzabili nei livelli d’inquinamento”. E, infatti, non vi è alcuna dichiarazione dell’Assessore, nella quale i “significativi miglioramenti” vengano quantificati. Né si può trovare risposta a tale interrogativo nell’ultimo rapporto redatto a cura dell’Agenzia Mobilità Ambiente e Territorio di Milano. A riprova della irrilevanza di Ecopass sotto il profilo ambientale, vi è il fatto che la concentrazione di polveri sottili è ai minimi storici non solo a Milano ma in tutta la Lombardia e, più in generale, in Italia ed in Europa. Questo risultato è stato conseguito non grazie, ma nonostante il sostanziale fallimento di tutte le politiche volte alla riduzione del traffico automobilistico messe in atto negli ultimi vent’anni. La progressiva riduzione dei livelli di inquinamento è pressoché interamente da ricondursi al miglioramento tecnologico che ha determinato una significativa (questa sì,per davvero) riduzione delle emissioni unitarie delle auto. Tale evoluzione ha reso via via più inefficaci le politiche di riequilibrio modale. Per ottenere gli stessi risultati che, vent’anni fa. un suo predecessore poteva conseguire riducendo il traffico di 10mila veicoli al giorno, oggi Croci e, come lui, tutti gli altri assessori italiani, dovrebbe togliere dalla strada almeno 100mila. Il costo marginale della riduzione dell’inquinamento è, dunque, in rapida ascesa mentre i benefici sono invariati rispetto al passato. E’ forse giunto il momento di chiedersi “razionalmente” se non sia giunto il momento di fermarsi.
Francesco Ramella Senza categoria Ecopass, Edoardo Croci, inquinamento atmosferico
Nella blogosfera economica (e non solo) è scoppiato uno degli innumerevoli casi di polarizzazione del dibattito. Per alcuni, la ripresa è in corso e sarà vibrante (diciamo a forma di V); no, ribattono i pessimisti/realisti, sarà a forma di L, quindi lenta e dolorosa, soprattutto per l’occupazione. L’ultima sfida tra i due schieramenti vede in campo due pesi massimi dell’industria finanziaria anglosassone e globale. Da un lato Bill Gross, patron di Pacific Investment Management Co. (per gli amici, PIMCO), il più grande asset manager obbligazionario del mondo, oltre che il più influente dalle parti del Tesoro statunitense. Nominalmente posseduta dai tedeschi di Allianz, PIMCO è il regno incontrastato dello stesso Gross e del co-chief investment officer Mohamed El-Erian, che gestiscono oltre 750 miliardi di dollari di assets con 1200 dipendenti.
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Mario Seminerio mercato