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Archivio per 23 luglio 2009

Le pillole di Obama, il salasso del Tesoro

23 luglio 2009

L’intervista televisiva di Obama di ieri sera si è risolta nel primo vero grande flop dacché il nuovo presidente ha vinto le elezioni. Non ho trovato un solo commentatore indipendente rispettabile, simpatizzi per i democratici o sia incallito repubblicano, che oggi negli USA non abbia riservato espressioni miste tra l’incredulità e la stroncatura, alle banali storielline con le quali il presidente ha tentato di vincere i tanti dubbi sulla sua riforma sanitaria - da oltre 1,1 bn% di costi aggiuntivi, per metà da nuove tasse sui “ricchi”- spiegando che i chirurghi devono piantarla di fare tonsillectomie solo per guadagnare i rimborsi, e che tra una pillola blu che costa il doppio, e una rossa che costa la metà ma ha lo stesso effetto, è venuto il momento di preferire quella rossa. Così continuando, la riforma sanitaria si candida a essere honeymoon’s grave per Obama come fu per Clinton.  Il miglior commento è questo stupefacente grafico che documenta la “fame” del Tesoro Usa nella sola prossima settimana: la bellezza di 229 miliardi di dollari richiesti a tambur battente dal debito pubblico. Ripeto: in una settimana. Hai voglia a pillole, è peggio di un salasso.

Oscar Giannino Senza categoria ,

Decreto anticrisi: ABI batte governo 1-0

23 luglio 2009

Non ci voleva molto a capirlo, infatti ve l’avevo scritto sin dal primo giorno, che “obbligare” le banche alla moratoria dei crediti in un testo di legge si prestava inevitabilmente a profili di totale illegittimità. Oggi, nell’accettare le forbici impugnate dal presidente della Camera Fini sul maxiemendamento al decreto, testo sul quale il governo aveva neanche 48 ore fa espresso il suo placet in Commissione, Tremonti è stato costretto a riconoscere che, “in particolare per quanto riguarda le banche, il testo della Commissione sarà cancellato perché in contrasto con gli standard internazionali e le norme europee, fermo restando che dal punto di vista politico, l’intento espresso dai parlamentari viene assorbito dalla scelta di operare con un avviso comune per una forte moratoria del sistema bancario nei rapporti finanziari”. Sai che risate, i banchieri… lo sanno tutti, che a prescindere dagli avvisi dati da Faissola, in questi giorni alcuni primari ad di grandi istituti bancari avevano fatto presente a Gianni Letta che con quel testo il governo avrebbe sbattuto la testa contro un muro. Fini ha prestato ascolto, e formalmente ha fatto più che bene a farlo. Perché quanto più si intende assumere misure incisive, in materia di banca e credito, tanto più la politica deve stare attentissima alle forme. Se vuole evitare autogol che rafforzano solo e proprio coloro che si vorrebbe mettere in riga.

Oscar Giannino Senza categoria ,

L’auto che va? 4 lettere, “F” la prima, ma si chiama… Ford

23 luglio 2009

I resoconti del secondo trimestre Fiat sono in linea con la tradizione del giornalismo italiano, quando si tratta di Torino. “Per Fiat un grande trimestre”, era il titolo del Sole citando Marchionne, che però NON l’ha detto in sede d’illustrazione dei risultati. La caduta di Iveco e CNH resta a doppia cifra sui mercati, l’auto tiene in utile grazie al solo Brasile, perché il resto cioè l’Europa dove la quota Fiat è in crescita, si deve integralmente - come per tutti gli altri costruttori continentali - all’effetto degli incentivi governativi.  Non a caso Marchionne li ha chiesti già sin d’ora per tutto il 2010. E sarà così, c’è da scommetterci: cioè a spese del contribuente europeo si continuerà a rinviare la scelta del ridimensionamento dei volumi produttivi, il vero grande problema visto che quella dell’auto è una crisi da sovraccapacità produttiva pre esistsnte a quella della domanda.  Fiat continua a tagliare tutto il tagliabile in termini di spese discrezionali - si parla di contenimenti nell’ordine del 20% per l’anno in corso -  cioè investe ancor meno di quanto facesse rispetto ai suoi concorrenti. E oggi ha puntualmente annunciato l’emissione di un bond triennale da quotare in Irlanda, per rendere meno onerosa la gestione finanziaria dei 5,5 bn di euro di interessi e prestiti in scadenza di qui a 14 mesi: coi ratings attuali di Fiat, l’emissione renderà come un junk bonds, intorno al 9,8% lordo se faccio bene i conti! Gli obiettivi per il 2009 sono confermati, con un utile netto di 100 milioni per il gruppo. Ma per concentrarsi sull’operazione Chrysler e sull’obiettivo degli oltre 5 milioni di veicoli annuali, più che mai oggi occorrerebbe lo “spacchettamento” dell’auto dal gruppo, con verifica separata per esempio quanto a CNH se abbia ancora senso tenerla oppure utilizzarla in una grande aggregazione con altri giganti del settore. L’auto che va, di quattro lettere e che inizia per “F”, oggi è la …Ford. Vedi i risultati annunciati: i 2,3 bn$ di profitti nel secondo quarter sono dovuti a ristrutturazione finanziaria del debito, ma comunque sono un risultato migliore di ben 11 bn rispetto al secondo quarter 08, il peggiore dell’intera storia della Ford. L’unico gigante Usa ad aver evitato la ristrutturazione fallimentare è quello che aveva iniziato ben prima, a rivedere la propria gestione e i propri costi. Non  a caso, tra i risultati Ford e il terzo mese consecutivo di ripresa delle vendite di case occupate in Usa, oggi il Dow Jones ha risuperato per la prima volta da gennaio i 9 mila punti.

P.S. Nel frattempo si è chiuso il price-booking del bond, con un rendimento tra 9,25 e 9,5%. Non mi sbagliavo che di uno 0,3%…

Oscar Giannino Senza categoria , ,

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