A scanso di equivoci: la stampa italiana fa peggio
Non vorrei ingenerare equivoci. Il mio di ieri non era affatto l’attacco di rito alla stampa della perfida Albione che ce l’ha con Silvio e con noi italiani dipinti come eterni lazzaroni (vedi il Guardian di oggi). Era mero stupore nel vedere che su un argomento economico - le tasse - l’Economist toppava di brutto. Ma la stampa italiana fa irrimediabilmente di peggio, ogni giorno. Due esempi tratti dai quotidiani di oggi. La scelta della Stampa di dedicare l’editoriale di apertura a quel vecchio trombone impagliato di Paul Samuelson: con tutto rispetto per il premio Nobel , in America non verrebbe in mente a nessuno di dare un simile rilievo a chi da anni ha smesso di fare altro se non pura politica: basti vedere che cosa scrive oggi, che son stati i repubblicani cattivi a scatenare la finanza derivata - mentre la Glass-Steagall Act l’ha abrogata Larry Summers sotto Clinton - e per fortuna che invece oggi c’è oggi il “talentuoso” Geithner con quell’angelo di salvezza che sarebbe Obama. Quanto al merito economico dell’iperkeynesiano, è assolutamente scontato: serve più deficit, molto più deficit, tutto e subito, naturalmente. Avendo una certa esperienza di direttori di giornali generalisti, so che spesso l’idea di pubblicare un Nobel in quanto Nobel prevale su quel che il Nobel pensa e scrive. Nel caso di Calabresi, speravo che il tempo trascorso in America fosse servito a qualcosa. Probabilmente, mi illudevo. Venendo al Corriere, oggi a pagina 21 le sei colonne riservate all’articolo “lo sceicco e il superbond da un miliardo di dollari restituito” è la classica riproposizione del pregiudizio ad personam. Ma come, in tempi in cui tutti invocano la trasparenza bancaria capita che un istituto avvisi automaticamente la Procura, quando un suo cliente inizia a “girare” titoli per un ammontare che eccede di multipli la consistenza dei suoi conti,e invece il Corriere lo mette alla berlina, trattandolo da cretino che perde clienti e affari? Non è che per caso conta il fatto che la banca in questione sia la Mediolanum di Ennio Doris, con socio di minoranza Berlusconi, e di conseguenza scatti il riflesso condizionato di azionare il bastone? Temo di sì.