Un commento al mio precedente articolo mi ha fatto riflettere su un punto molto importante: è possibile risolvere i problemi creati dall’interventismo statale a difesa dei mercati finanziari (il cosiddetto “moral hazard”, o azzardo morale) promuovendo un più forte senso etico tra i banchieri? In altre parole, la crisi è un problema morale? La mia risposta è no.
Prosegui la lettura…
Pietro Monsurrò Senza categoria
I liberali tendono a considerare la regolamentazione come un male in sé, e in genere con ottime ragioni. Esistono però mercati per cui ci sono ottimi motivi per fare eccezione, e uno di questi è la finanza: le banche sono infatti sistematicamente protette dalle conseguenze delle proprie azioni, e in queste condizioni non è pensabile che la libera concorrenza dia risultati positivi.
Prosegui la lettura…
Pietro Monsurrò Senza categoria
Interessante intervista dell’a.d. di Alitalia Rocco Sabelli a Panorama :
«È da qualche mese che me ne sono davvero convinto: questa Alitalia può funzionare bene. Le dico di più: dal 2011 in poi, quando entreremo nella fase del dopo ristrutturazione, potrà diventare una compagnia non buona, ma eccellente». Alla fine vola, la fenice. Vola nonostante tanti scettici si affollassero intorno al suo nido. E sembra volare bene, almeno stando ai numeri forniti a getto continuo da Rocco Sabelli …
Poiché, come sostiene l’intervistatore, la fenice sembra volare bene stando almeno ai numeri forniti, dedichiamo questo post a una chiosa ai numeri e ai concetti contenuti nell’intervista, evidenziando per ognuno se a nostro avviso risultano plausibili e coerenti oppure dubbi e poco convincenti. Prosegui la lettura…
Ugo Arrigo Senza categoria Alitalia, Sabelli, trasporto aereo
Pubblicato anche su Libertiamo.it - Partiamo da un dato: le rette universitarie sono molto inferiori al costo che lo Stato sopporta per erogare ad ogni studente l’istruzione universitaria. Come scrive Francesco Giavazzi su lavoce.info, uno studente universitario costa allo Stato circa 7mila euro l’anno, mentre le rette raramente superano i 3mila euro l’anno. Non giriamoci intorno: con ‘prezzi’ tanto più bassi del costo dell’istruzione, si riduce l’incentivo a studiare e pretendere una elevata qualità del servizio.
Ma c’è di più. Un punto cruciale delle tesi di Roberto Perotti nel suo libro “L’università truccataâ€Â (Einaudi, 2008) è il seguente: rette uguali per tutti, o poco differenziate, sono di fatto un modo per trasferire reddito dai poveri ai ricchi. L’argomento dell’economista è il seguente: circa un quarto degli studenti universitari proviene dal 20 per cento più ricco delle famiglie; e meno di uno studente su dieci proviene dal 20 per cento più povero. Prosegui la lettura…
Piercamillo Falasca Senza categoria donazioni, liberalizzazione, mercato, rette, riforma, universitÃ
Al recente Ecofin è stata presentata una proposta molto semplice per garantire precisi percorsi di rientro dagli elevati rapporti debito pubblico/Pil che caratterizzano diversi paesi dell’Unione, tra i quali in primo luogo l’Italia: gli stati con un rapporto debito/Pil superiore al 60% dovranno ridurre l’eccedenza del proprio dato rispetto al 60% di almeno un ventesimo all’anno. In caso di inadempimento scatterebbero sanzioni automatiche piuttosto drastiche. Per l’Italia, destinata a breve a raggiungere il 120% nel rapporto debito/Pil l’approvazione di questa regola comporterebbe tappe annuali di riduzione del 3% (le più elevate tra gli stati, assieme alla Grecia): nel primo anno di applicazione  dovrebbe quindi scendere al 117%, nel secondo al 114% e così via. Prosegui la lettura…
Ugo Arrigo Senza categoria debito pubblico, deficit pubblico, ecofin, finanza pubblica, Tremonti
Da diverse parti, si sa, vengono chieste migliori o ulteriori forme di regolamentazione del sistema finanziario. Un esempio della retorica sottostante a queste richieste può essere l’articolo di Masciandaro sul Sole24Ore di fine luglio. Nella seconda metà di quell’articolo, Masciandaro si lascia andare ad una accusa politica ad Obama per la sua incapacità di riformare la finanza USA, condita con “sospette†donazioni da Goldman Sachs, e infiocchettata con l’asservimento europeo alla lobby USA; la prima parte dell’articolo è quella che ci interessa, perché fa un cappello logico sulle ragioni della riforma del sistema finanziario (che Obama non ha realizzato) e su cosa dovrebbe essere Basilea3. Provare ad “analizzare†ogni passaggio di questo ragionamento è secondo me utile, perché si tratta dello “stile logico†ricorrente anche quando vengono giustificate regole e interventi più in generale nell’economia.
 Prosegui la lettura…
Leonardo Baggiani Senza categoria, finanza, liberismo, macroeconomia, mercato
Agea è l’ente che si occupa delle erogazioni in agricoltura, ovvero è attraverso di esso che passano i contributi e i sussidi che gli agricoltori ricevono, ed è esso che deve vigilare sull’applicazione delle regole comunitarie. Secondo il suo presidente, Dario Fruscio, il governo e la politica dovrebbero intervenire per tirare fuori dai guai quei pochi allevatori che si ostinano a non aderire al piano di rateizzazione delle multe per gli sforamenti delle quote latte. D’altronde, si commuove Fruscio, la stragrande maggioranza ha già pagato (ci manca poco che non li definisca dei fessi), solo loro insistono a non volerlo fare, ma sono in pochi (“residuali dal mero punto di vista numerico” dichiara testualmente), al governo cosa costa? Suvvia, mettiamoci una mano sul cuore e l’altra al portafogli dei contribuenti, questa è gente che ha famiglia… Ma il più bello viene dopo (grassetti nostri):
Prosegui la lettura…
Giordano Masini Senza categoria agea, agricoltura, fruscio, lega nord, quote latte, ue
È arrivata la scissione Fiat: la parte auto e quella industriale sono dunque divise. La decisione presa il 16 settembre avrà un impatto rilevante sul settore auto italiano e quello mondiale in generale. È il primo passo anche verso un consolidamento della Chrysler in Fiat Auto, proprio nel momento in cui il Tesoro Americano ha annunciato la progressiva uscita dal settore automotive. La quota di Fiat nel colosso di Detroit crescerá lentamente dapprima dal 20 per cento di oggi al 25 per cento, poi al 35 per cento e successivamente, con l’uscita dei sindacati americani, fino al 51 per cento. Per raggiungere la maggioranza assoluta, la societá guidata da Sergio Marchionne dovrá investire una somma non irrilevante di liquiditá ed è anche per questa motivazione che il demerger è avventuto. Prosegui la lettura…
Andrea Giuricin Senza categoria, auto auto, Fiat, Sergio Marchionne, spin-off
Domattina dedico la “versione di oscar” su radio24 all’annuncio venuto oggi da Cisl e Uil: le due confederazioni riuniranno congiuntamente le segreterie il 15 settembre, per varare una piattaforma di riduzione delle tasse, e scenderanno in piazza per questo il 9 ottobre. Lo dico prima di entrare nel merito delle loro proposte, prima di conoscerle in dettaglio anche se le immagino: dico e grido evviva. Evviva anche se magari dirò nel merito che è troppo poco e troppo tardi. Ma un evviva netto e chiaro. Non solo perché qualunque alleato per la riduzione della schiavitù fiscale è ben accetto. Ma perché il sindacato notoriamente nella storia italiana è un alleato potente. E se finalmente il sindacato si smuove dal solo mantra della lotta all’evasione per destinare più risorse ancora alla spesa pubblica ma – immagino – alla lotta all’evasione che resterà affianca finalmente anche richieste di riduzioni delle imposte, allora vuol dire che finalmente anche il lavoro dipendente comincerà a sentirsi dire da chi – ci piaccia o meno è altro discorso – lo rappresenta, che pagare le tasse NON è bellissimo, e quando poi le tasse sono abnormi è osceno. Non solo perché in cambio lo Stato offre quel che sappiamo. Ma perché più alte sono le tasse, maggiore è l’ingiustizia e l’inefficienza. E poiché nel nostro Paese le tasse sono altissime sia sul lavoro sia sull’impresa, è su entrambe che devono scendere per diminuire ingiustizia e inefficienza. Se avete dubbi, vi invito a leggere questo paper. E’ assolutamente illuminante. Lo ha scritto Richard Rogerson, fellow dell’American Enterprise.
Prosegui la lettura…
Oscar Giannino Mercato del lavoro, Senza categoria, Stati Uniti, fisco, ue, welfare Europa, Italia, occupazione, Ocse, produttività , tasse, USA
Aggiorniamo il piccolo Guinness di Alitalia con i conti della nuova azienda relativi al primo semestre 2010, resi noti nel comunicato stampa dello scorso 30 luglio. Come nella precedente puntata, relativa ai dati del I trimestre 2010, confrontiamo i risultati del nuovo vettore con quelli della vecchia compagnia nel periodo corrispondente del 2007 (I semestre), ultimo anno di relativa normalità operativa. La domanda cruciale, infatti, non è tanto se la nuova Alitalia stia andando meglio nel 2010 rispetto al 2009 quanto se essa vada meglio della vecchia, dato che questo era l’obiettivo implicito del costoso intervento pubblico. Per ogni variabile i dati 2007 di raffronto sono riportati in parentesi dopo quelli del I semestre 2010:
- Ricavi operativi: 1.480 mil. ( 2.309 mil.)Â
- Costi operativi: 1.609 mil. (2.436 mil.)
- Risultato operativo: Â -129 mil. (-127 mil.)
- Risultato operativo in % ricavi op.:  -8,7 % (-5,5 %)
- Passeggeri trasportati: 10,6 mil. (11,9 mil.)
- Load factor: 68,0 %Â (73,3 %)
- Risultato operativo/passeggeri trasportati: -12 euro (-11 euro)
I dati precedenti evidenziano come la nuova Alitalia pur avendo notevolmente migliorato i suoi risultati nella prima metà del 2010 rispetto al 2009, come messo in rilievo nel comunicato stampa, non abbia ancora raggiunto quelli che la vecchia azienda era comunque in grado di conseguire in periodi di normale operatività . L’obiettivo di una nuova azienda migliore della vecchia non è dunque ancora raggiunto e appaiono non giustificati i titoli ottimistici che compaiono regolarmente su molte testate giornalistiche. Il Corriere di ieri, ad esempio, titolava:
Il rilancio Nel terzo trimestre previsto il raddoppio dell’ utile operativo della compagnia.
La ripresa d’ estate per la nuova Alitalia
La ripresa d’estate per un’azienda come Alitalia si chiama tuttavia stagionalità : è ovvio che i mesi estivi siano migliori dei precedenti e anche che siano migliori degli stessi mesi dell’anno prima, visto la difficile partenza del nuovo vettore e la recessione economica nel 2009. Per dare giudizi più seriamente basati su fatti e numeri meglio aspettare sia  il III che il IV trimestre.
Ugo Arrigo Senza categoria Alitalia, trasporto aereo