Archivio
Ok il saldo è giusto (tutto il resto invece no)
Pagellino sintetico della manovra di Tremonti.
Aspetti oggetto di valutazione: quantitĂ , qualitĂ , timing, metodo (esposti in ordine decrescente di valutazione)
QuantitĂ : voto 8
E’ l’unico aspetto con voto sufficiente. L’importo complessivo è rilevante: si tratta delle seconda manovra nella storia della Repubblica dopo quella presentata nel lontano 1992 dal governo Amato; inoltre, se sommiamo la manovra di quest’anno, pari a regime a 48 miliardi, con la manovra di soli 14 mesi fa, pari a 25 miliardi, otteniamo un valore quasi identico alla manovra Amato: 90 mila miliardi in vecchie lire 1992 per le due manovre Tremonti contro 92 mila miliardi per quella dell’epoca. Si può quindi dire OK IL SALDO E’ GIUSTO, dopo la manovra che punta a conseguire il pareggio del bilancio. In realtĂ l’obiettivo è persino eccessivo, dato che per indirizzare la finanza pubblica sul sentiero che porta all’obiettivo richiesto da Maastricht di un rapporto debito/pil al 60% è sufficiente che il fabbisogno annuo non superi il 60% della crescita del pil nominale. Nel 2010 il pil nominale è cresciuto di 29,1 miliardi di euro (da 1519,7 a 1548,8) e se il fabbisogno fosse stato pari al 60% di 29,1 miliardi, quindi 23,5 miliardi l’obiettivo sarebbe stato perfettamente conseguito. La mia prima domanda è pertanto la seguente:
(1) Perchè puntare al pareggio di bilancio quando l’economia italiana continua a crescere poco o nulla e un fabbisogno di 20-25 miliardi all’anno possiamo permettercelo senza derogare da Maastricht?
Ad essa si aggiunge la seguente:
(2) Se l’obiettivo del pareggio di bilancio è così importante (come in effetti è) perchè Tremonti non lo ha perseguito all’inizio del suo primo mandato quando era effettivamente alla portata del nostro paese e non vi era nessuna grande recessione alle spalle, davanti e neppure di fianco? (Nota: nel 2000 il disavanzo era sceso al di sotto dell’1% del pil) Prosegui la lettura…
Tirannia fiscale/4: A proposito di norme tributarie aberranti
Tra le norme in discussione nella manovra finanziaria, il Sole24Ore rivela anche la modifica del famigerato art. 32 sugli accertamenti bancari, di cui ci siamo già occupati. Confidiamo dunque che gli organi di governo riacquistino, su questo punto, quel minimo di raziocinio necessario a constatare l’irragionevolezza dell’articolo e a eliminare il sistema delle presunzioni dei prelevamenti da conto corrente che informa in maniera illogica e vessatoria le indagini finanziarie.
Capita dunque a proposito, in speranzosa attesa di un esito positivo della modifica, una nuova lettera di Aldo Canovari, direttore editoriale della Liberilibri che giĂ Â aveva inviato al Chicago blog le sue amare considerazioni sul sistema fiscale italiano. Prosegui la lettura…
No-Tav: le ragioni di (pochi) in buona fede, e un Paese di pazzi
Sul prossimo numero in uscita di Tempi
Lo dico con tutto il rispetto per i sinceri oppositori della TAV Torino-Lione, poichĂ© tra loro ci sono anche accademici come il professor Marco Ponti, ai quali va tutta la mia stima perchĂ© da anni dibattono seriamente stanziamenti possibili alla mano sui costi-benefici in ordine alle prioritĂ infrastrutturali piĂą gravi del nostro Paese. Ma voglio dirlo lo stesso: chi abbiamo visto per l’ennesima volta con caschi mazze e altro opporsi alle forze dell’ordine in localitĂ La Maddalena a Chiomonte, con tutte le eccezioni del caso perchĂ© anche lì non sarĂ mancato chi era in buona fede, tuttavia nulla hanno a che vedere con la serietĂ e la pacatezza che andrebbero riservate, in un Paese avanzato, alla decisione di aprire un primo cantiere per un’opera di questa importanza. La TAV Torino-Lione ha finito per rappresentare da anni l’ennesima trincea del no pregiudiziale a opere e infrastrutture, investimenti trasnazionali e scommesse di grande respiro su direttrici di svilupo che impegnino grandi capitali e scelte hard invece che soft, in termini tecnologici, architettonici e di impatto ambientale governabile. Che vi siano dei sacerdoti, aggiuntisi negli anni alla sinistra antagonista e ai centri sociali, e che numerose amministrazioni locali della Val di Susa e di altre valli interessate abbiano scelto la via dell’opposizione pregiudiziale e del sostegno alla resistenza alle forze dell’ordine, non mi fa cambiare idea. Prosegui la lettura…
La public choice del cospirazionismo
Ora che Draghi andrà a Francoforte, prevedo un rafforzamento delle teorie cospiratorie sul signoraggio, di quelle così palesemente fideistiche che viene da ridere anche solo a pensare che si possa professare una religione del genere.
Nicolò e i vaccini obbligatori
Nicolò è giunto all’etĂ delle prime vaccinazioni. A parte il dolore fastidioso, anche se tutto sommato sopportabile, delle punturine, Nicolò non è affatto contrario ai vaccini. Anzi, l’idea di “allenare” il sistema immunitario gli sembra una delle parti piĂą intelligenti della scienza medica. Ha invece qualche problema con la obbligatorietĂ delle vaccinazioni. Convinto come è che ciascuno giudica del suo proprio interesse meglio di chiunque altro, trova inaccettabile la giustificazione secondo la quale lo stato ti obbliga a vaccinarti per tutelare la tua salute. Prosegui la lettura…
Le lobby saranno pure democrazia, ma non sono libertĂ
L’articolo di Annalisa Chirico sul ruolo delle “lobby” in democrazia propone di rendere più trasparenti le attività lobbystiche in modo da avvicinare il sistema politico italiano, opaco e discrezionale, ai sistemi politici anglosassoni, dove le lobbies agiscono alla luce del sole. Non entro nel merito delle proposte, che mi sembrano condivisibili. Vorrei però discutere l’idea implicita che la concorrenza politica sia tanto positiva quanto quella economica, e porre l’attenzione sul vero problema, che non dipende dalla trasparenza o meno delle attività lobbystiche, ma dall’enorme potere di creare privilegi di cui dispongono i parlamenti.
Public choice, cultura e psicologia di massa
La politica si può vedere da molti punti di vista: l’analisi economica della politica fatta dalla public choice, l’analisi delle idee e del pensiero filosofico, e l’analisi della psicologia dei movimenti politici (o piĂą correttamente, per non commettere peccato contro l’individualismo metodologico, la psicologia dei “movimentati” politici).
Nicolò e i ladri
Nicolò è stato derubato. Tornato dalla passeggiata giornaliera con i suoi genitori, ha trovato la porta di casa chiusa dall’interno. I ladri erano passati sui tetti. Quando è potuto rientrare in casa, Nicolò ha trovato tutto sottosopra. Niente affatto piacevole. Prosegui la lettura…
L’assalto a Equitalia: c’è protesta e protesta.
Alcuni mi hanno chiesto se non stia finalmente esultando per i tentati assalti perpetrati a Torino e Milano alle sedi di Equitalia, o per le minacce rivolte ai vertici della societĂ in Sardegna dopo dure proteste di piazza. Ieri il capo della Agenzia delle Entrate A. Befera e il Presidente dell’Inps A.Mastrapasqua hanno espresso tutto il loro sdegno per questi atti, la solidarietĂ a chi ne è stato fatto oggetto, l’ammonimento a cessare tale spirale. Poichè personalmente da anni sono molto esposto sulla trincea della lotta alle eccessive pretese e alle incostituzionali procedure del sistema tributario italiano, desidero esprimere con assoluta chiarezza la mia posizione. No, noi non possiamo condividere proteste violente e minacce personali. PiĂą volte lo abbiamo detto e ripetuto: non escludiamo affatto l’opportunitĂ , talora anzi la necessitĂ , di procedere a violazioni di obblighi fiscali che riteniamo illegittimi, ma sempre e solo in forma pubblicamente dichiarata, nel pieno rispetto delle persone delle cose dei principi del nostro ordinamento. Prosegui la lettura…
