Parmalat, l’apertura dei negozi il primo maggio, i due quesiti referendari sull’acqua. Che cosa unisce queste tre vicende, apparentemente distinte e distanti per origini, sviluppi, attori in causa e conseguenze su tutti noi? Una cosa c’è. Importante, ed amara. E’ la distanza che continua a sussistere nel nostro Paese tra una corretta nozione del mercato, delle sue libertà e dei suoi benefici, e ciò che pensano invece vaste aree dei ceti dirigenti e dell’opinione pubblica italiana. Prosegui la lettura…
Oscar Giannino Diritti individuali, Mercato del lavoro, Parmalat, ambiente, liberalizzazioni, mercato Italia, mercato
Tutti i media italiani rimbalzano la notizia dell’OPA lanciata da Lactalis su Parmalat come una “sorpresa”. Francamente, non capisco perché sorprendersi. Oppure si pensa che Lactalis dopo essere giunta al 28,9% del capitale di Parmalat attendesse pianamente e disciplinatamente un qualunque esito comprensibile del confuso assieparsi di soggetti italiani al tavolo Parmalat? E cioè della politica, la CDP e il Fondo strategico annunciato per parte pubblica, per parte privata banche e imprese concorrenti come Granarolo, o altri imprenditori chiamati a raccolta dalle banche in nome dell’”operazione di sistema” e in realtà disinteressati al core business. L’OPA non è affatto una sorpresa. A mio modo di vedere, esiste una sola modalità davvero corretta e utile, al’azienda e ai suoi soci come più estesamente all’Italia, per rispondere a questa francese, che è un’operazione di mercato a tutti gli effetti. Prosegui la lettura…
Oscar Giannino Antitrust, Banca Intesa, Lactalis, Parmalat, banche, liberismo Antitrust, liberismo, statalismo
Parmalat, Generali, Telecom: sotto a chi tocca. Perché fra la lobby dei consiglieri indipendenti, il piccolo esercito dell’ Assogestioni targata Siniscalco e gli investitori stranieri si stanno aprendo nuovi varchi nella governance dei totem della finanza e dell’industria. Prosegui la lettura…
Camilla Conti Borsa, Parmalat, corporate governance, finanza assemblea, minoranza
Viviamo tempi tumultuosi. Ma volte mi sembra che il sovvrapporsi degli eventi, dal 2008 a oggi, ci impedisca di tenere l’occhio fermo su alcune coordinate di fondo, del nostro Paese, della sua economia, e della condizione delle imprese e del lavoro. Mi limito a fare quattro numeri. Ma prima vado dritto al punto. Anche per questi quattro numeri, sono as-so-lu-ta-men-te contrario a due novità di giornata.
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Oscar Giannino Lactalis, Parmalat, liberismo, mercato Italia, liberismo, statalismo, Tremonti
Per capire il decreto del governo che “compra tempo†contro le scalate ostili straniere alle società italiane, bisogna fare un passo indietro e parlare di Parmalat. Fino a quest’oggi, nella storia italiana evocava tre cose ben distinte. Prosegui la lettura…
Oscar Giannino Lactalis, Parmalat, mercato Italia, mercato, Tremonti
Ci risiamo. Sono passati quasi cinque anni da quando Enrico Bondi è diventato amministratore delegato della Parmalat. Al tempo la guerra dei voti fu tra banche, hedge e distressed fund. Il copione si è poi ripetuto a ogni assemblea chiamata a rinnovare il board tirando in ballo anche la questione dei dividendi, che in base allo statuto di Collecchio devono essere pari al 50% degli utili, e quindi chiedendo cedole più sostanziose. A tre mesi dall’assemblea, che si terrà il 12, 13 e 14 aprile, anche quest’anno la storia si ripete.
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Camilla Conti Parmalat, finanza, mercato economia, nomine, parmalat
La condanna in primo grado per bancarotta fraudolenta a Calisto Tanzi per 18 anni comminata oggi a Parma si aggiunge a quella per 10 anni e 100 mila euro da restituire ai 32.000 piccoli risparmiatori fregati per aggiotaggio, comminata a Milano nel 2008 e nel 2010 confermata dalla Corte d’Appello. E’ una condanna dura, che colpisce anche con pene diverse numerosi amministratori, revisori e sindaci dell’allora capogruppo e delle società collegate estere ed italiane. Ed è una condanna a mio avviso giusta, stante i 14 miliardi di euro del più grave crac della storia societaria italiana. E in considerazione delle incredibili falsficazioni degli attivi e delle disponibilità di cassa perpetrate per anni dalla Parmalat. Cerchiamo però di non dimenticare una cosa. Le banche la stanno facendo franca. Hanno transato per miliardi con la nuova Parmalat condotta inn forma di public company da quello specchiato galantuomo che è Enrico Bondi, e solo dalla sua cocciuta onestà vengono i fondi volti a ristorare almeno in parte le perdite dei risparmiatori. Ma penalmente le banche la stanno facendo franca. A Milano resta aperto un filone di responsabilità per aggiotaggio per soli pochi funzionari di banche estere, come BofA , Citigroup, UBS, Deutsche Bank, Morgan Stanley. Per il resto le banche, che hanno continuato per anni a piazzare sul mercato titoli Parmalat secondo Bondi nella piena consapevolezza dello stato di crescente e poi totale insolvenza, mentre gli istituti si dichiarano invece agnellini inconsapevioli e dunque prime vittime delle frodi di Tanzi e compagnia , quelle stesse banche ci hanno gua da gna to. E questo grida vendetta. I conti sono questi, noti da ben tre anni fa quando furono presentati da Enrico Bondi in Tribunale.
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Oscar Giannino Parmalat, corporate governance, credito, finanza banche, mercati finanziari, risparmio