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Archivio per la categoria ‘euro’

Grecia e soluzione alla russa

21 giugno 2011

Panorama Economy e Tempi mi hanno chiesto per i loro numeri in uscita domani e giovedì un’opinione su Grecia ed eurodebito. Eccola con qualche variante: una bocciatura secca per la classe politica europea. Prosegui la lettura…

Oscar Giannino BCE, Grecia, banche, debito pubblico, euro, ue ,

La crisi greca e la responsabilità franco-tedesca

15 giugno 2011

Non sono un  fanatico dell’Europa a tutti i costi.  Ho sempre condiviso l’ammonimento che veniva da Chicago all’illusione europea di darsi una moneta unica senza unificare i mercati sottostanti e senza politica comune. Le asimmetrie di costi e produttività sarebbero esplose alla prima crisi seria: è successo da un anno e mezzo. E l’Europa politica sta facendo una figura di cacca, altro che europeismo come virtù. A parole, sembra la vittoria della linea rigorista nella quale io credo fermamente, in Italia come per tutti . In realtà, non è affatto così. Dopo le balle raccontate agli elettori greci anni fa, oggi paghiamo il prezzo alla volontà di Berlino e Parigi di non voler dire la verità agli elettori tedeschi e francesi.  Prosegui la lettura…

Oscar Giannino BCE, Draghi, Grecia, Portogallo, Tremonti. Merkel, banche, debito pubblico, euro, monete , ,

Perché all’Italia serve un liberista

18 aprile 2011

All’Italia serve un liberista vero, perché c’è una questione trinitaria. No, non sono impazzito, non è la Pasqua mistica di resurrezione che si avvicina dopo le Palme.  Prosegui la lettura…

Oscar Giannino BCE, debito pubblico, euro, fisco, liberalizzazioni, monete , , , , , ,

Euroschizofrenia

15 aprile 2011

Siamo tutti presi dal mancato sostegno europeo all’Italia sulla questione dei migranti che sbarcano a Lampedusa, e non ci rendiamo conto che l’Europa è ai minimi della sua credibilità e coesione. Il Capo dello Stato ha avuto ragione a richiamare tutti a toni e parole più misurate, quando si accenna all’ipotesi di exit italiano da Schengen e dall’Europa. Ma in realtà è l’intera Europa, oggetto di un exit drama perché incapace di una exit strategy. Prosegui la lettura…

Oscar Giannino BCE, euro ,

E se la Taylor-Rule fosse incoerente?

5 aprile 2011

Ho criticato più volte, anche in commenti qui su Chicago Blog, la fiducia che molti, perfino menti che stimo, hanno accordato alla Taylor-Rule. La critica concerne il fatto che tale regola sia vista come un modo di “limitare†la discrezionalità della Banca Centrale, imbrigliandola in un meccanismo conosciuto; il mainstream ne fa discendere una possibilità di ancoraggio delle aspettative di inflazione dei prezzi (senza più sorprese – grazie alla regola la politica monetaria sarebbe del tutto prevedibile), e i liberisti (tra cui austriaci e austrofili) vi vedono la fine della discrezionalità monetaria e quindi degli stimoli ad hoc forieri di ciclicità.

Oltre a criticare questa visione, porto qualche numero che mi fa dubitare ancora di più della significatività di questa regola.

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Leonardo Baggiani BCE, euro, macroeconomia, monete, teoria

Un indizio di come gli USA stiano fallendo

28 marzo 2011

In fondo era stato annunciato: se le Banche Centrali continuano a comprare titoli-letame qua e là, quel che ci si può aspettare è che le scoppino in mano. Una cosa già detta più volte è che questa politica è solo un modo per nascondere perdite latenti, farle scoppiare in pancia a un ente pubblico (la Banca Centrale), e quindi “finanziarle†con soldi pubblici. Ma si sapeva che i bilanci non avrebbero mentito (qualche riferimento a caso: qui qui e qui).

A fine 2010 la BCE è ricorsa a un aumento di capitale per coprire il rischio patrimoniale dato dal possibile default, e comunque svalutazione, dei titoli acquistati; per lo meno è una mossa trasparente. La Federale Reserve invece, si può dire, “trucca la contabilitàâ€. Prosegui la lettura…

Leonardo Baggiani BCE, Senza categoria, Stati Uniti, debito pubblico, euro, finanza, macroeconomia, monete

Portogallo dopo Grecia, nel disinteresse generale l’euroarea continua a far acqua

24 marzo 2011

Il Consiglio Europeo apertosi in queste ore e che continua domani deve varare la nuova governance comune del Patto di stabilità, oltre a parlare di nucleare post Fukushima sull’onda di prese di posizioni elettoralistiche come quella di Frau Merkel, “prima ne usciamo meglio è”. In Italia, nessuno o quasi sembra dare importanza al fatto che al Consiglio si giunge con un nuovo euromembro collassato, il Portogallo il cui premier Socrates è andato sotto per il no del Parlamento al piano di austerità coerente con l’obiettivo di evitare il ricorso all’eurosalvataggio come per la Grecia.  Capisco che l’emotività converga verso l’atomo e la  vicenda libica, ma che a un anno dall’esplosione greca l’euroarea continui penosamente a imbarcare acqua senza che i politici diano troppa importanza alla cosa è un segno di grave incapacità. Delle due l’una: o la politica non sa misurare l’importanza e l’impatto reale di un rischio divergenza europea che continua a crescere, tra Germania Francia pochi altri e tutti gli “eurodeboli”; oppure significa semplicemente che la politica non ha voglia di dire la verità ai suoi elettori e ai contribuenti. Prosegui la lettura…

Oscar Giannino BCE, Grecia, Portogallo, debito pubblico, euro , ,

Libia e caro-barile: perché Usa e Ue sono divisi

10 marzo 2011

Gli italiani trovano subito, alla pompa di benzina, l’effetto della crisi libica. Se continuerà il conflitto tribale nell’ex colonia italiana l’effetto sarà benedetto dai Paesi Opec, perché stabilizzerà il costo più elevato del barile sui 25 dollari rispetto alle previsioni di inizio anno. E si porrà un immediato problema a chi guida le politiche monetarie, cioè alle banche centrali. La BCE ha già risposto per bocca del suo presidente, Jean-Claude Trichet. L’euroarea potrebbe rialzare già ad aprile di mezzo punto il suo tasso ufficiale, per contenere l’ondata inflazionistica. Negli Stati Uniti, la FED non ci pensa proprio. In termini di exit strategy, che cosa implica di fronte al caro-barile la divaricazione dei tassi? Distinguiamo il problema teorico da quello pratico. Il primo spiega la posizione lassista americana. Il secondo, inficia la posizione rigorista dei banchieri centrali europei. Prosegui la lettura…

Oscar Giannino Stati Uniti, debito pubblico, energia, euro, macroeconomia, ue , , , ,

Cosa succede se il rendimento dei BTP va al 6%, cosa guadagna e cosa rischia il nostro primo creditore:la Francia

7 gennaio 2011

Grandi titoli stamane sulle parole di Giulio Tremonti ieri a Parigi, sulla crisi finanziaria che non è finita e la solita parabola dei nuovi mostri che appaiono sul videogame appena ne hai eliminato uno e tiri un sospsiro di sollievo. Non entro nelle simaptie – poche – e antipatie – soverchianti – che Tremonti suscita e catalizza. Anche perché io sono tra quelli che criticano i tagli lineari pur apprezzando il contenimentod el deficit pubblico che rocciosamente il ministro difende, perché i tagli lineari finiscono per perpetuare perimetro e allocazioni di un spesa publica diluviale che io sono invece per abbattere energeicamente e riallocare laddove serva davvero, per aprire spazioi – parecchi punti di Pil – a meno tasse, interventi pro concorrenza per mla crescita, e dismisisoni di patrimonio pubblico e municipalizzate a oltranza. Vediamo invece un po’ di numeri che gioustificano l’allarme sulla crisi non terminata, numeri che i media stentano – non so perché – a fare. Prosegui la lettura…

Oscar Giannino debito pubblico, euro, spesa pubblica , , , ,

Parigi e Berlino dissentono, l’eurodebito riballerà e noi con lui

3 gennaio 2011

Tra Natale e Capodanno i media italiani si sono un po’ distratti, anche perché una costante dei sondaggi è che le eurocronache annoino lettori e ascoltatori italiani. Ma in realtà è già sfumato l’apparente compromesso franco-tedesco, raggiunto al vertice europeo di metà dicembre sulla decisione di una modifica al Trattato di Lisbona per sostituire al 2013 l’attuale EFSF, il fondo si stabilità finanziaria messo in piedi alla bell’e meglio per evitare il default greco a maggio scorso, con un ESM, cioè un meccanismo permanente allo scopo di dare il segnale ai mercati che nessun paese membro verrà mai lasciato solo, perché l’euro è troppo importante per tutti. Non è così. L’eurodebito riballerà. E noi con lui, con l’attuale instabilità politica e l’attacco alla finanza pubblica per spendere di più di cui si legge ogni giorno sui media. Anche perchè c’è un precedente storico, che a ricordar bene è proprio di casa nostra. Prosegui la lettura…

Oscar Giannino debito pubblico, euro, ue , , , , ,