AutoritĂ energia. Bortoni ha parlato
Ieri il presidente dell’Autorità per l’Energia, Guido Bortoni, ha letto la sua prima relazione annuale. Cosa ha detto? (Qui il testo della presentazione, qui la mia “best guess” della vigilia).
Ieri il presidente dell’Autorità per l’Energia, Guido Bortoni, ha letto la sua prima relazione annuale. Cosa ha detto? (Qui il testo della presentazione, qui la mia “best guess” della vigilia).
Domani, il presidente dell’AutoritĂ per l’energia, Guido Bortoni, leggerĂ la sua prima relazione annuale. Cosa dirĂ ?
Le firme di Chicago-blog scrivono il proprio tema della maturità . Oggi Antonio Sileo svolge la traccia di ambito tecnico-scientifico. Qui (PDF) la traccia. Qui le puntate precedenti.
Enrico Fermi, “il Papa”. Questo era il soprannome di Fermi nella scherzosa terminologia, di ispirazione ecclesiastica, che si erano dati i “ragazzi di via Panisperna”, di cui proprio il futuro premio Nobel era il capo.
Riceviamo da Matteo Verda e volentieri pubblichiamo.
Passato il clamore dei festeggiamenti (serviva un pretesto?) per la vittoria referendaria, si può provare a fare qualche ragionamento un po’ più a freddo.
Nelle scorse settimane ho – consapevolmente – trascurato il tema del nucleare. Infatti, mi sono limitato ad aderire a due appelli – quello di Galileo 2001 e quello del Forum nucleare italiano – che mi sembrava dicessero tutto quello che c’era da dire sul referendum di domenica scorsa. In piĂą, la formulazione definitiva del quesito, come ha spiegato la nostra Serena Sileoni, aveva poco o nulla a che fare col nucleare, nella sostanza, mentre aveva tutto a che fare con l’atomo nella retorica. (Per inciso: se avessi votato, dato il contenuto tecnico del referendum, avrei votato un convinto “sì”: e ora mi divertirò molto, tutte le volte che qualcuno parlerĂ della necessitĂ di programmare, pianificare, strategizzare, eccetera, a sbattergli in faccia il risultato e l’effetto della consultazione popolare). Da ultimo, il confronto referendario mi sembrava puramente virtuale, perchĂ© nella sostanza le prospettive del nucleare italiano, che fin dall’inizio non erano parse particolarmente brillanti, erano del tutto tramontate ben prima del referendum (come abbiamo spiegato Antonio Sileo qui, e io qui). Per tutte queste ragioni trovavo il dibattito pre-referendario un po’ inutile, e un po’ frustrante. Questo non toglie che il nucleare resti, se non a livello italiano, a livello europeo e globale una issue importante. E’ infatti sempre piĂą chiaro che la vittoria verde contro l’atomo è una vittoria di Pirro: perchĂ©, come aveva lucidamente scritto Pippo Ranci all’indomani del disastro di Fukushima, la vera vittima incolpevole di tutto questo è la politica del clima. Altro inciso: io non sarò tra quelli che piangeranno al funerale delle politiche climatiche. Mi limito a rilevare l’ironia e a guardare le conseguenze, oltre che sulle emissioni, anche sulle questioni serie.
Non se ne parla (ancora) molto, ma è appena uscito un rapporto sulle crisi alimentari e sulla volatilitĂ dei prezzi delle materie prime agricole che potrebbe rappresentare un punto di svolta importante sia per quanto riguarda le politiche agricole che quelle energetiche nel prossimo futuro. Le fonti sono piuttosto autorevoli, dato che il rapporto è il frutto di un lavoro comune che ha coinvolto appena 10 organizzazioni sovranazionali tra cui la Banca Mondiale, l’OCSE, il WTO, la FAO ed altre agenzie delle Nazioni Unite.
La novità è che si invitano con decisione i governi del G20, ai quali il rapporto è indirizzato, a
“rimuovere le disposizioni delle attuali politiche nazionali che sovvenzionano la produzione o il consumo di biocarburanti”
In subordinata ipotesi, i governi dovrebbero almeno sviluppare piani di contingenza per sospendere temporaneamente i sussidi ogni volta che il gap tra produzione e consumi dovesse provocare repentini aumenti nei prezzi dei generi alimentari.
Non ho sbagliato il pronostico sul referendum, come non l’avevo sbagliato da mesi sulle amministrative. Gli evidenti segni di crisi di consenso nelPaese al governo Berlusconi hanno portato prima alla sconfitta in cittĂ simbolo come Milano, Napoli, Trieste, Cagliari, Novara e via continuando, e ora hanno riportato dopo 26 anni il quorum referendario di molto oltre il 50%. Non aver capito da mesi e mesi che questa era l’aria che tirava nel Paese verso il governo e il suo leader, oppure – ciò che è peggio – averlo capito ma non esser riusciti ad articolare un minimo di reazione politica per timore delle sue reazioni, è il segno ormai conclamato di una gravissima crisi politica del centrodestra e innanzitutto del suo leader. Per conto mio, qualunque sia la – ovvia – volontĂ di sopravvivenza del governo, mi riesce assai difficile immaginare atti politici di portata tale da invertire il segno e risalire la china. Vedremo la Lega che deciderĂ , vista la protesta da mesi montante nella sua base. Di fatto, la mia sintesi a oggi è questa: Berlusconi è politicamente ferito a morte perchĂ© privo di reazione, e al suo fianco – come si vede dai quesiti e come si è visto nella campagna referendaria – la sinistra riformista di governo è politicamente sconfitta. Il principio delle gare di evidenza pubblica nell’affidamento dei servizi locali – il primo quesito sull’acqua indebitamente e vergognosamente gabellato per privatizzazione – è entrato nella legislazione e nel dibattito italiano grazie ai riformisti del Pd, fin dai tempi di Giorgio Napolitano ministro dell’Interno. Ma il Pd su questo – come sul ripensamento in materia di no al nucleare che aveva avviato in primis lo stesso Bersani – è stato letteralmente travolto. In nome del no a un Berlusconi minaccia per la democrazia e soprattutto ridotto – autoridotto, verrebbe da dire – a barzelletta di sesso-dipendenza, e alla semplifgicazione radicale e antagonista di ogni scelta concreta, sintetizzata in parola d’ordine ideologica. Prosegui la lettura…
Acqua, ambiente, energia, liberalizzazioni, liberismo, LibertĂ , mercato, nucleare, referendum
Nicolò non ha ricevuto la tessera elettorale. Lui trova la argomentazione alla base del mancato invio – i suoi due mesi scarsi di vita – del tutto speciosa; tanto piĂą che la sua giovine etĂ non ha trattenuto lo Stato dall’inviargli invece la tessera contenete il numero di codice fiscale. Prosegui la lettura…
Il dibattito accesso intorno al referendum sul nucleare conferma ancora una volta che le scelte politiche non possono scindersi da quelle giuridiche, in un senso bidirezionale. Parlare del referendum come istituto che produce effetti giuridici può essere decisivo per far comprendere agli elettori cosa sono chiamati a votare, ma, al tempo stesso, l’oggetto del referendum appare, questa volta in maniera forse piĂą marcata, una questione politica che va oltre i termini giuridici, su cui una vasta platea di attori, istituzionali e no, è intervenuta mescolando il fatto col diritto, salvo l’inconveniente – non da poco – che gli effetti del voto si valuteranno esclusivamente su un piano giuridico, a rischio di profonde contraddizioni tra intenzioni politiche e risultati giuridici ottenuti. Prosegui la lettura…
Parenti serpenti? Lo scontro che si sta consumando in questi giorni tra Enel e Terna – che fino al 2004 erano poco meno che una cosa sola – è una dimostrazione molto eloquente di quali e quanti cambiamenti possa mettere in modo un regime di effettiva separazione della rete dagli operatori commerciali nel mercato elettrico. Ma accende pure una questione che non può rimanere inevasa. In pratica, Terna intende avviare un massiccio piano di investimenti in sistemi “per l’accumulo e la conversione in energia elettrica”, cosa consentita dal nuovo testo della concessione, approvato a dicembre dell’anno scorso. Enel prima, e Assoelettrica poi sono insorte contro questa prospettiva, gridando alla lesione dei meccanismi della concorrenza. Ci si sono messe pure le commissioni competenti di Camera e Senato, con due pareri anti-Terna. Chi ha ragione?