Il bilancio complessivo degli ultimi due giorni è disastroso, per il governo. Lo scambio di epiteti tra ministri nella confertenza stampa di presentazione della manovra, l’effetto degli atti giudiziari provenienti da Napoli sull’onorevole Milanese collaboratore di Tremonti, l’intervista odierna a Repubblica di Berlusconi nella quale Tremonti è descritto come un vero e proprio nemico interno, le dichiarazioni ai magistrati del titolare dell’Economia in merito a lotte di potere tra due cordate della Guardia di Finanza una delle quali farebbe capo a Palazzo Chigi e che alimenterebbe gli attacchi ai suoi danni, l’annuncio del premier che la norma salva-Fininvest è stata scritta dal Tesoro e dalla Giustizia e verrà ripresentata in Parlamento. Tutto ciò fa ulteriormente perdere anche la parvenza di credibilità a un esecutivo sempre più minato, nel giudizio pubblico e nei sondaggi, da una crisi che è personale del premier, politica della sua compagine, e morale dell’intero orizzonte di valori e comportamenti che vengono posti in essere dal centrodestra mentre agli italiani si chiedono nuovi sacrifici impegnativi. Per chi, come noi, crede in mercato e concorrenza, in uno Stato più agile e concentrato nel poco che dovrebbe fare meglio, in un fisco meno oppressivo e dunque in meno spesa pubblica bruciata a vanvera, non è possibile ragionare in nome del “gli altri sarebbero peggio”. Peggio di tutto è chi rende col suo operato impresentabile per anni a venire ciò in cui noi crediamo. E poiché non siamo fatalisti ma crediamo nella forza dell’individuo e della società , bisognerà adoperarsi perché dal basso nasca nei prosismi mesi qualcosa che risponda sul serio all’esigenza di dare rappresentanza credibile a ciò che non può e non deve essere confuso con interessi personali, meschine compromissioni ed evidenti incompetenze, quali quelle che riempiono le cronache politiche in questa fase. Io, almeno, la penso così. Ma non impegno alcuno che scriva qui, e m’interessa capire come la pensate voi, qualunque sia il vostro giudizio: non ne faccio questione di politica, qui tentiamo di evitarlo sempre, ma di concreti spartiacque sulle misure economiche da assumere per dare solidità alla finanza pubblica e far ripartire la crescita.     Prosegui la lettura…
Oscar Giannino debito pubblico, fisco, liberismo, macroeconomia, spesa pubblica Berlusconi, Italia, spesa pubblica, Tremonti
Riceviamo da Piero Torazza e volentieri pubblichiamo.
In questi giorni discutiamo tanto di default della Grecia, ma la verità è che quasi tutto l’Occidente è affogato dai debiti, tendenzialmente privati nel mondo anglosassone “liberistaâ€, tendenzialmente pubblici nell’Europa continentale “statalistaâ€.
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Guest debito pubblico debito pubblico, fallimento, Grecia, irlanda, Italia, portogallo spagna, spesa pubblica, tasse, USA
Anche questo mese, pubblichiamo il nostro monitoraggio del debito pubblico, usando i dati di fonte Banca d’Italia.

A fine aprile 2011 il debito ha ripreso a crescere toccando soglia 1.890 mld, il valore più alto nella storia della Repubblica. Il dato è in crescita del 1,2 per cento rispetto al mese precedente (contro una media degli ultimi 14 anni pari a + 0,54 per cento) e + 4,1 per cento rispetto ad un anno fa.
La situazione non è rosea e occhio al futuro (hat tip Aldo Lanfranconi, Michele Boldrin e Mario Seminerio): l’effetto dei tagli del refi della BCE non compenserà ancora a lungo l’aumento degli spread e gli effetti delle manovre sono inutili se non si fa ripartire la crescita e non si taglia la spesa.
Good night and good luck
Luciano Lavecchia Bankitalia, Draghi, debito pubblico, spesa pubblica aprile, Banca d'Italia, debito, debt clock
Facciamo quattro conti. Ipotizziamo che siate nella fascia fino ai 30 anni. Che non siate un dipendente pubblico. E che magari parecchie tra voi siano giovani donne. Dunque più di uno su quattro tra voi è disoccupato. Mentre tra i coetanei europei meno di uno su cinque. Se siete donna e giovane, neanche una su tre tra voi ha un posto di lavoro. Mentre una vostra coetanea europea ha un posto di lavoro quasi in due casi su tre. Vi faccio delle domande, in giorni in cui tutti parlano di manovra finanziaria e riforma fiscale. Ci terreste a difendere una spesa pubblica corrente che da 793 miliardi di euro nel 2010 passa a 860 nel 2014, e a far aumentare le entrate di altri 93 miliardi da 722 fino a 815 miliardi, oppure preferireste tagli energici in cambio di più risorse da destinare alla crescita, allo sviluppo senza il quale il lavoro aggiuntivo per i giovani non c’è? Io, fossi in voi, avrei pochi dubbi. Prosegui la lettura…
Oscar Giannino Mercato del lavoro, debito pubblico, federalismo, spesa pubblica Italia, spesa pubblica, statalismo
Panorama Economy e Tempi mi hanno chiesto per i loro numeri in uscita domani e giovedì un’opinione su Grecia ed eurodebito. Eccola con qualche variante: una bocciatura secca per la classe politica europea. Prosegui la lettura…
Oscar Giannino BCE, Grecia, banche, debito pubblico, euro, ue germania, unione europea
Non sono un fanatico dell’Europa a tutti i costi. Ho sempre condiviso l’ammonimento che veniva da Chicago all’illusione europea di darsi una moneta unica senza unificare i mercati sottostanti e senza politica comune. Le asimmetrie di costi e produttività sarebbero esplose alla prima crisi seria: è successo da un anno e mezzo. E l’Europa politica sta facendo una figura di cacca, altro che europeismo come virtù. A parole, sembra la vittoria della linea rigorista nella quale io credo fermamente, in Italia come per tutti . In realtà , non è affatto così. Dopo le balle raccontate agli elettori greci anni fa, oggi paghiamo il prezzo alla volontà di Berlino e Parigi di non voler dire la verità agli elettori tedeschi e francesi. Prosegui la lettura…
Oscar Giannino BCE, Draghi, Grecia, Portogallo, Tremonti. Merkel, banche, debito pubblico, euro, monete BCE, germania, spesa pubblica
Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Gerardo Coco.
“Chi scava una fossa ci casca dentro e chi demolisce un muro è morso da una serpe†Ecclesiaste X,8
“Deteniamo oro perché non abbiamo fiducia nel governoâ€, recita un vecchio proverbio anglosassone. È infatti il rischio governo in ogni paese a far salire il valore del metallo. Il rischio governo è quello associato ad un contesto economico caratterizzato da valori economici negativi: inflazione, crescita esponenziale dei debiti, dei derivati, svalutazioni competitive, tassi di interesse reali negativi. Il rialzo dell’oro dal prezzo di 250 dollari di dieci anni fa a quello corrente di oltre 1500 misura l’entità del disfacimento delle economie. Anzi il metallo è ancora a buon mercato se si considera lo stato fallimentare dei governi. Ci si prepari a impennate improvvise. Prosegui la lettura…
Guest banche, debito pubblico, finanza Banca centrale, moneta, Oro
In ogni giornata zeppa di analisi elettorali e di commenti, durante la quale le parole vuote quasi sempre prevalgono sulla riflessione e sull’approfondimento, può essere utile andare indietro nel tempo e abbeverarsi a un autore evergreen: quel Guglielmo Ferrero che nacque nel 1871 vicino a Napoli (a Portici) e per molti anni fu una delle firme principali – assieme a Edoardo Giretti, Maffeo Pantaleoni, Vilfredo Pareto – de Il Secolo, quotidiano di Milano che fu il primo giornale d’Italia e venne chiuso nel 1927 a causa del suo orientamento liberal-radicale. Prosegui la lettura…
Carlo Lottieri Diritti individuali, Generali, Libertà , debito pubblico, fisco, libertà di stampa debito statale, liberismo, spesa pubblica, tassazione
Come di consueto, la Banca d’Italia ha diffuso i dati sullo stock di debito pubblico, riferito a fine marzo 2011: 1.868 mld contro i 1.875 di febbraio.
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Luciano Lavecchia debito pubblico, spesa pubblica debito pubblico, debt clock
Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Marcello Mazzilli.
iamo INDIGNATI perché in Italia la pressione fiscale, se si sommano IRPEF, IVA e gli obblighi contributivi, raggiunge (fonte OCSE) il 68%. Oltre due terzi delle nostre risorse finisce nelle mani dello Stato, di una classe politica incompetente ed autoreferenziale. Prosegui la lettura…
Guest Diritti individuali, Libertà , debito pubblico, fisco, liberismo, welfare indignati, liberalizzazioni, politica, privatizzazioni, stasto