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Archivio per la categoria ‘commercio mondiale’

Ripensando al Conte

17 marzo 2011

“I fautori dei dazi doganali vi dicono che il sacrificio che fanno i consumatori va a beneficio dell’industria, e che può considerarsi come un incoraggiamento dato all’industria. (Ma) la conseguenza del sistema protettore è di spingere i capitali e gli industriali nelle industrie protette, quella della libertà è… di spingerli invece nelle industrie naturali al paese” (Camillo Benso di Cavour, 1861)

“Ma che splendido avvenire avrebbe avuto l’Italia, se rimaneva fedele alle dottrine liberali del Conte di Cavour! Sarebbe diventata il porto franco dell’Europa, e il deposito delle merci che dall’Oriente transitano per il canale di Suez. Invece di imitare gli altri paesi che, come la Francia, si invescavano nel protezionismo, conveniva battere precisamente la via opposta a quella che tenevano. Appunto l’Inghilterra trova suo stile in ciò che gli altri paesi sono protezionisti, onde essa ha il monopolio del libero cambio. Può paragonarsi ad un industriale che avesse una macchina migliore di quella che adoperano i suoi concorrenti. Se da venti anni in qua, i nostri governanti, invece di fare leggi avessero badato a divertirsi e fossero andati a spasso, sarebbe stata somma avventura per l’Italia” (Vilfredo Pareto, 1897)

Alessia Cimmarrusti commercio mondiale, liberismo, mercato , , ,

Il sisma e l’impatto sull’economia mondiale

13 marzo 2011

Che impatto può avere nell’economia mondiale il terribile colpo abbattutosi sulle coste nordorientali del Giappone? Per una stima seria, occorre conoscere le prime valutazioni giapponesi sullo stock di capitale fisico che è andato distrutto o seriamente danneggiato per l’evento, cioè quante infrastrutture di trasporto e logistiche e impianti produttivi sono fuori uso, e per quanto tempo. In base a una stima geoeconomica che vede tra il 17 e il 22% del potenziale produttivo giapponese nell’area interessata dalla maggior intensità del sisma e a un effetto conseguente di minor crescita quest’anno fino a un punto di Pil,  alcune considerazioni possono essere svolte subito. Stiamo parlando della terza economia mondiale, visto che da metà 2010 la Cina l’ha superata come seconda intorno a quota 5.400 miliardi di dollari di Pil annuo. Per le caratteristiche dell’interscambio giapponese col resto del mondo, si possono distinguere tre diversi ambiti in cui lo sconvolgimento naturale estenderà le sue conseguenze: quello commerciale, energetico, e monetario. Prosegui la lettura…

Oscar Giannino commercio mondiale, energia, mercato, petrolio , , ,

Il G20 di Sarkò: Tobin tax resta fumo, Cina blandita, ma c’è un assist all’Italia

19 febbraio 2011

L’esordio della presidenza francese del G20, di cui già più volte ci siamo occupati, inizia con un triplice bilancio. Restano chiacchiere,  le proposte di Sarkozy che eccitano coloro che vogliono mettere il bavaglio al mercato cattivo in nome della “santa lotta alla speculazione”. La Cina vince su yuan e riserve valutarie. Tremonti porta a casa un bel risultato, ed è più forte nell’euroarea, al tavolo del nuovo patto di stabilità che dovrebbe chiudersi entro aprile,  dove lo stesso argomento “italiano” assunto oggi dal G20 sinora non è passato. Vediamo meglio. Prosegui la lettura…

Oscar Giannino commercio mondiale, export, macroeconomia , , , ,

Per crescere di più, aiutare ad aiutarsi chi fa di più: 2) le “medie” che esportano, il Sud un disastro

17 febbraio 2011

Ieri tre notizie sul fronte dell’economia. La prima, annunciata in una conferenza stampa congiunta del governo con banche e associazioni d’impresa, è la protrazione della moratoria bancaria per le aziende. La seconda la conferma da parte del ministro dell’Economia che, al di là dei primi deludenti provvedimenti messi allo studio nel Consiglio dei ministri della settimana scorsa, si mette mano alle misure che formeranno il piano nazionale di riforme che ad aprile dovrà essere presentato dall’Italia in sede europea, per costituire banco di giudizio della nostra affidabilità insieme alla tenuta dei conti pubblici. La terza è che Giulio Tremonti ha detto a fianco di Silvio Berlusocni che anche a suo giudizio per la crescita occorre fare di più, dopo che nei due anni alle nostre spalle l’Europa e i mercati mondiali hanno dovuto riconoscere l’abilità sua e del governo nel tenere sotto controllo il deficit aggiuntivo molto più rigorosamente di quanto avvenisse da parte del più dei Paesi avanzati. E’ una risposta a chi ha immaginato o scritto che il ministro dell’Economia anteponesse considerazioni politiche alla priorità dello sviluppo. Vedere per credere. Ma perché non ammettere che sappiamo benissimo tutti, che per crescere di più bisognerebbe aiutare ad aiutarsi chi già fa meglio e di più? La risposta è: nel dirlo, si commette un delitto rispetto alla logica egualitaria, quella che ripete sempre che gli interventi devono pensare innanzitutto al Sud. So che è tosto affermarlo, ma i fatti sono i fatti. Il gap meridionale chiede una rivoluzione civile e amministrativa di lungo percorso e incerti risultati – è fallita in 150 anni – la crescita aggiuntiva a breve si ottiene puntando su altro. Prosegui la lettura…

Oscar Giannino Sud, commercio mondiale, export, quarto capitalismo , , , ,

Per crescere di più, aiutare ad aiutarsi chi fa di più: 1) il made in Italy

17 febbraio 2011

Uno dei luoghi comuni dello sviluppo italiano, è che per crescere di più occorre dare una mano al made in Italy. Moda, alimentari, scarope, legno e mobili, macchine e manifattura, associati all’eccelenza italiana sui mercati. Aziende di tipo diverso, che in alcuni casi sono cresciute ma rimanendo nella storia fedeli a controllo e conduzione rigorosamente personale o di famiglia e che stanno sotto i 100 milioni di euro di fatturato come Missoni, oppure che hanno diversificato e hanno accolto il mercato nel loro capitale e che fatturano miliardi, da Benetton ad Autogrill, da Barilla a Ferrari, a Piaggio.Ma ciò che spesso nel nostro dibattito pubblico si stenta a capire, è che tali eccellenze non sono eccezioni che galleggiano su un mare di mediocrità. Avere la precisa dimensione di che cosa pesi e che cosa conti davvero il made in Italy, di quanto diffuso sia la suo reticolo nella stratigrafia delle imprese italiane e nei suoi risultati complessivi, aiuterebbe tutti a comprendere quali siano davvero, le priorità dell’economia nel nostro Paese in un mondo che, dalla grande crisi mondiale, esce profondamente trasformato. Grazie alla forza del motore asiatico in grande espansione, e al fatto che la Cina non ne rappresenta solo la prima motrice in termini di consumi in espansione oltre che leader in termini di produzione industriale, ma che resterà anche per anni titolare della scelta di quali debiti pubblici e privati del mondo avanzato comprare e sostenere, grazie alle sue riserve valutarie e finanziarie accumulate con un tasso di risparmio che resta superiore al 50% del reddito disponibile. Ma che cosa è oggi davvero, il made in Italy? Prosegui la lettura…

Oscar Giannino commercio mondiale, export ,

Vino, cereali, speculazione: la guerra al mercato di Sarkozy

16 febbraio 2011

Vorrei presentare alcune notizie che mi sembrano dare la misura di ciò che vedremo nel periodo di presidenza francese del G8 e G20 (Oscar Giannino aveva parlato di “colpo di stato”, e non mi sembra una definizione esagerata).

Prima notizia: alla fine di gennaio il presidente francese, in visita nella città alsaziana di Mittelhausen, ha dichiarato senza mezzi termini di essere assolutamente contrario alla liberalizzazione dei diritti di impianto dei vigneti, prevista a livello europeo per il 2014. Di più, ha definito l’ipotesi “une idée qui conduira à la catastrophe“.

Seconda notizia: il ministro dell’agricoltura francese, Bruno Le Maire, ha dichiarato che “se la crisi in atto proseguirà, dovremmo adottare misure per limitare le esportazioni e tenere in Francia le nostre giacenze di grano“, correggendo solo lievemente il tiro alcuni giorni dopo, puntualizzando che una decisione del genere dovrebbe essere presa dalla Commissione Europea.

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Giordano Masini commercio mondiale, export, mercato , , ,

La grande stagnazione USA: figuriamoci la nostra!

1 febbraio 2011

Ogni tanto bisogna occuparsi di problemi di fondo e di lunghe prospettive. Non perché avesse torto Keynes che chiedeva risultati a breve, visto che tra ics decenni saremo comunque morti, ma perché è solo un’occhiata al lungo termine alle nostre spalle quella che ci fa capire meglio quali nuovi errori evitare. Da questo punto di vista, c’è un e-book che consiglio, vale a mio giudizio per intero i 4 dollari che vi costerà scaricarlo. Si intitola The Great Stagnation: How America Ate All The Low-Hanging Fruit of Modern History,Got Sick, and Will (Eventually) Feel Better. L’ha scritto Tyler Cowen, un economista libertario-cane-sciolto non meno critico verso i repubblicani che i democratici, che insegna alla George Mason, scrive per il New York Times, e insieme al collega Alex Tabarrok dal 2003 col loro blog Marginal Revolution è la seconda stella del firmamento internettiano economico con Paul Krugman (io tifo per Cowen, ovvviamente). E’ un libro che parla di America, ma utilissimo anche a noi. Il problema centrale: perché il reddito medio dei cittadini non cresce più come nei tumultuosi decenni del dopoguerra e fino alla fine anni Settanta? Prosegui la lettura…

Oscar Giannino commercio mondiale, export, macroeconomia, telecomunicazioni , , ,

Sarkò tenterà a G8 e G20 un colpo di Stato

25 gennaio 2011

A Deauville il 26 e 27 maggio per il G8 e a Cannes a novembre per il G20, la presidenza francese dei due maggiori fori di coordinamento della politica economica mondiale si preannuncia coi fuochi artificiali. Fuochi statalisti, e non solo perché dai tempi di Luigi XIV e di Versailles la grande pirotecnica si è sviluppata per secoli solo perché erano le corti coi soldi dei contribuenti, a poter largheggiare in spese. Fatto è che le presidenziali francesi sono tra 13 mesi, e Sarkozy ha tutte le intenzioni di giocarsi i sei mesi di grande visibilità internazionale per risalire nel gradimento degli elettori, visto che oggi sta sotto la quota per lui molto preoccupante del 30%, una ventina di punti sotto Berlusconi da noi. E per risalire nei cuori dei francesi la parola d’ordine sarkozista è una sola: Stato, Stato, Stato. Prosegui la lettura…

Oscar Giannino commercio mondiale, finanza, mercato , ,

Il “Contro-Rapporto Monti†dell’IBL: per un’Europa più integrata dal mercato e più aperta al mondo

2 dicembre 2010

Qualche mese fa, su invito di José Barroso, l’ex commissario europeo Mario Monti ha redatto un rapporto intitolato A new strategy for the single market at the service of Europe’s economy and society , con l’obiettivo di indicare talune linee fondamentali di sviluppo per l’Europa di oggi e di domani. Prosegui la lettura…

Carlo Lottieri Diritti individuali, Senza categoria, commercio mondiale, federalismo, fisco, liberismo, teoria, ue, welfare , , , ,

Allarme giallo: inflazione cinese!

2 dicembre 2010

Cavolo, era l’ora! Finalmente la Cina comincia a sperimentare un po’ di volgarmente detta “inflazioneâ€, cioè rialzo dei prezzi al consumo. Il mio “finalmente†non significa che io sperassi che accadesse, ma solo che si tratta di uno sviluppo delle macro-variabili che mi aspettavo già da tempo come inevitabile segnale di squilibri monetari – e non solo – conseguenti a certa politica monetaria.

Prezzi al consumo a +4,4% ad ottobre, trainati da un +10% dell’alimentare (con prodotti saliti anche di un 50% in un anno). La tendenza è talmente forte che la Banca Centrale cinese (PBoC) sta mettendo mano un po’ a tutti gli strumenti che ha per contenere il fenomeno.

Ma questa “inflazione cinese†cosa significa per il mondo?

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Leonardo Baggiani commercio mondiale, credito, euro, export, finanza, macroeconomia