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Archivio per la categoria ‘Città’

Un asilo fondato sul lavoro

13 maggio 2011

Nicolò si avvia ormai verso il compimento del primo mese di vita, e continua purtroppo a fare le sue esperienze di suddito.
Per cominciare a conoscere il Paese nel quale gli è capitato di nascere, ha pensato fosse una buona idea partire dalla Legge Fondamentale locale. Alcune norme – ma bisogna compatirlo, ancora è un infante – non le ha proprio capite. Ad esempio cosa voglia dire fondare la Repubblica sul lavoro gli risulta piuttosto oscuro; né i numerosi e autorevolissimi interventi che hanno illustrato il concetto nei giorni scorsi gli sono valsi a dissipare le nebbie Prosegui la lettura…

Nicolò D. Città, Diritti individuali, fisco ,

Una buona proposta

18 febbraio 2011

Dichiara oggi  il ministro in carica per il turismo, Michela Vittoria Brambilla, di volersi fare portavoce di una proposta pubblicata ieri dal Foglio tanto semplice quanto efficace: la liberalizzazione degli orari delle attività commerciali, a partire dai giorni festivi.

Tra proposte di riforme costituzionali piene di principi e vuote di precetti immediati, una semplice disposizione che dica che nessuna amministrazione può imporre gli orari di apertura e di chiusura di un’attività commerciale al pubblico, come si legge appunto nel Foglio, sarebbe invece una regola concreta, efficace, a costo zero ed effettivamente capace di incoraggiare a “lavorare di più, lavorare tuttiâ€, come ha scritto ieri Carlo Stagnaro sul Foglio. Proprio Stagnaro, e in precedenti occasioni sia l’Istituto Bruno Leoni che questo blog, hanno già dimostrato, con dati alla mano forniti da alcune ricerche condotte in questi anni, che nessuno dei vincoli imposti alla libertà del titolare di scegliere quando vendere porta vantaggio ad alcuno: né a costui, né ai concorrenti, né al consumatore e, dunque, all’economia.

Se finora gli orari non sono stati totalmente liberalizzati con una minimalistica regola come quella proposta dal Foglio, è quindi più il frutto del solito strascinamento dello status quo che di scelte ragionate (opinabili o meno).

Da anni ormai, praticamente da quando il settore commerciale è stato in parte liberalizzato, si discute se completare o meno questa liberalizzazione. A difendere la rigida conservazione dei vincoli sono più gli enti territoriali che non lo Stato, ma qualcuno oggi anche da quelle parti (v. Modena) ammette che forse non c’è nulla di male a lasciare gli esercenti liberi di scegliere quali siano gli orari migliori per vendere, e che anzi in questo modo si darebbe una mano alla ripresa economica, senza bisogno di ricorrere a strategie complesse, costose, e quindi solo annunciate.

Che il ministro del turismo voglia farsi carico di presentare questa semplicissima proposta al governo, dunque, è una buona notizia. Se così sarà, si potrebbe dare anche per questa via un segno tangibile a quella “scossa†all’economia che, come abbiamo detto anche qui, non può trovare giovamento (solo) da una riforma costituzionale, ma necessita di interventi di de-regolazione settore per settore.

Sarebbe la proponente giusta al momento giusto, il Ministro Brambilla, visto che in Italia i consumi turistici ammontano ogni anno a quasi 100 miliardi di euro tra italiani e stranieri, solo un terzo dei quali imputabile alle strutture alberghiere.

L’importante è che sia chiaro che la liberalizzazione degli orari di apertura non deve subire vincoli o limitazioni non solo da parte dello Stato centrale , ma anche da parte di tutte le altre amministrazioni pubbliche, a partire dagli enti locali territoriali, dove è parimenti forte la lusinga elettorale.

Serena Sileoni Città, liberalizzazioni

Le infrastrutture in Italia: quale ruolo per i privati. Live blogging

21 settembre 2010

A Roma oggi viene presentato il nostro primo “Rapporto sulle infrastrutture”. E’ un lavoro ampio e credo molto interessante, con un forte impianto comparato. Il fuoco è il sistema autostradale in Italia. Il convegno è coordinato con la consueta abilità dal direttore di questo blog ed è stato aperto da un intervento di Carlo Stagnaro, che ha riassunto la sua introduzione al rapporto e i suoi risultati più significativi, già presentati qui. Riassumo qui alcune delle cose che stanno dicendo i diversi partecipanti. Va da sé, la scelta dei temi più rilevanti toccati è assolutamente discrezionale. Prosegui la lettura…

Alberto Mingardi Città, ambiente, debito pubblico, finanza , , ,

Milano si agita, ma manca il progetto. di Mario Unnia

2 luglio 2010

Riceviamo da Mario Unnia e volentieri pubblichiamo:

Un entusiasmo progettuale percorre la città dopo tanto letargo. Il Manifesto per Milano promosso dal Corriere della Sera è emblematico: all’elenco chilometrico delle adesioni seguono incontri e assemblee di cittadini che fanno richieste sproporzionate alle risorse e ai tempi necessari. C’è poco da aspettarsi da questa progettazione collettiva se non un’attivazione dell’opinione pubblica a scopo politico, in vista delle elezioni, e forse un incremento delle vendite della testata.

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Manifesto per Milano, chi conta non ha firmato

15 maggio 2010

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Mario Unnia

Il coraggio e l’orgoglio, questo il motto del Manifesto per Milano, pubblicato a doppia pagina sul Corriere della Sera di giovedì 15 maggio. C’è un ‘decalogo’ di buoni propositi, con titoli tipo ‘Ritrovare l’anima’, oppure ‘Guardare oltre’, e ancora ‘La paura da vincere’, e in più cinque ‘progetti’: naturalmente solidarietà, naturalmente ambiente, naturalmente salvare Milano, naturalmente cultura del fare, naturalmente Expo. Come si vede, fotocopie di fotocopie. Ma la sorpresa viene dall’elenco dei firmatari detti ‘protagonisti’, che si sono accodati ai tre estensori del Manifesto. Ci si trova di tutto e il contrario di tutto, destra sinistra e centro, in maggioranza gente di teatro, di stampa, di accademia, di scienza, di mondo. E a pag. 18, in bella mostra, il sindaco Moratti e il cardinale Tettamanzi, mallevadori, par di capire, dell’intero progetto. Insomma, vengono in mente il vescovo e il podestà, i due unici poteri delle città medioevali. Stando alle firme, i poteri che contano sono restati fuori.

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Stephen Goldsmith sbarca nella Grande Mela

6 maggio 2010

La notizia è che Stephen Goldsmith ricoprirà un ruolo di spicco nell’amministrazione della città di New York. L’autore di “Governare con la rete. Per un nuovo modello di pubblica amministrazione†(IBL Libri) è stato infatti nominato dal sindaco Michael Bloomberg come suo vice.
Goldsmith ha ricoperto il ruolo di sindaco di Indianapolis dal 1992 al 1999, mettendo in pratica ciò che poi ha sistematizzato in “Governare con la reteâ€. Durante i suoi due mandati, per fornire servizi pubblici ai cittadini ha creato delle vere e proprie “retiâ€, dove ogni soggetto ricopriva un ruolo ben definito. Responsabilizzazione dei cittadini, coinvolgimento delle comunità locali e una posizione di primo piano data ad organizzazioni non profit e for profit, questo è stato l’obiettivo (raggiunto) del sindaco Goldsmith. La sfida che ora dovrà affrontare è senza dubbio affascinante, NYC ha 10 volte la popolazione di Indianapolis: le stesse ricette possono funzionare anche nella Grande Mela? Stando a quanto si è appreso, Goldsmith dovrà sovrintendere al funzionamento della polizia e dei vigili del fuoco di New York, e a tanti altri settori fra i quali quelli dei trasporti e della sanità. Prosegui la lettura…

Filippo Cavazzoni Città, privatizzazioni , , ,

Il federalismo polis-centrico. Di Mario Unnia

8 aprile 2010

Riceviamo da Mario Unnia e volentieri pubblichiamo.

Quale il ruolo di Milano in una Lombardia schiacciata, come un tramezzino, tra Piemonte e Veneto animati da un forte protagonismo? Si potrà ancora parlare di un primato di Milano, ovvero di una sua egemonia sull’intero Nord? Per rispondere giovano alcune riflessioni proprio sul federalismo di cui si farà un gran parlare nei prossimi mesi.

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Scusi, sa dov’è via Hayek?

1 aprile 2010

Chi è nato e cresciuto nei paesi del socialismo reale in salsa emiliana ha familiarizzato da subito con i “santini” del PCI: Marx, Gramsci, Togliatti, ecc. Bastava alzare un attimo lo sguardo per constatare che la toponomastica cittadina non lasciava spazio al dubbio: l’amministrazione locale non poteva che essere “rossa”. Non so se esista una storia della toponomiastica italiana, ma credo sarebbe di un certo interesse. Per capire l’influenza delle varie dottrine di pensiero sui territori che compongono la nostra Penisola, basterebbe dare un’occhiata a chi sono intitolate le vie che attraversiamo. Prosegui la lettura…

Filippo Cavazzoni Città , ,

“Casa popolareâ€? Un bel bordello…

27 marzo 2010

È ormai scattata l’ora X per il grande progetto governativo volto a rilanciare l’edilizia popolare di Stato. E si deve riconoscere che il Novecento pare proprio non voglia mai finire, nonostante la devastazione conseguente a ogni sorta di pianificazione (economica, urbanistica, sociale ecc.) e a dispetto della bruttezza delle periferie costruite dai governi – tanto a Sofia come a Milano, a Praga come a Roma – sottraendo soldi a chi veniva poi spedito a vivere lì. Prosegui la lettura…

Carlo Lottieri Città, mercato, welfare , , ,

Uomini liberi, case inviolabili. Di Marco Romano

23 marzo 2010

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Marco Romano.


“Questa casa è inviolabileâ€, scrivevano spesso orgogliosamente sulla porta i cittadini di qualche città nei primi secoli di questo millennio: perché per essere tali, cittadini di una città, dovevano avere il possesso di una casa, e tuttora, se vogliamo trasferirci in una nuova città, un vigile urbano verrà a controllare per l’appunto dove abitiamo.

Se sulle facciate delle case la città ha una qualche competenza e una qualche giurisdizione perché il loro aspetto esteriore contribuisce, come del resto sappiamo per esperienza, alla sua bellezza – e per questo fin dal Cinquecento vengono costituite commissioni edilizie per controllarne la corrispondenza ai canoni stabiliti dagli architetti rinascimentali – la pretesa di legiferare sul loro assetto interno ha un fondamento dubbio.

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Guest Città, Diritti individuali, liberismo , , ,