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Archivio per la categoria ‘benzina’

Carburanti e finanziamento della cultura: quanto sono aumentate le accise?

2 maggio 2011

Articolo scritto da Filippo Cavazzoni e Carlo Stagnaro

La critica di Carlo Fontana al nostro studio sull’aumento dell’accisa sui carburanti per finanziare la cultura ci offre l’opportunità per tornare sul tema, a poco più di un mese dall’approvazione del decreto. Come abbiamo ribadito in più sedi, il provvedimento del Governo ci è parso discutibile sotto diversi punti di vista. Per riassumere e sintetizzare riportiamo un passaggio della lettera pubblicata sul Corriere della Sera di ieri: Prosegui la lettura…

Filippo Cavazzoni beni culturali, benzina, carburanti, fisco, spesa pubblica

Se Gheddafi non c’è il petroliere balla? – di Emilio Rocca

7 aprile 2011

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Emilio Rocca.

I petrolieri stanno approfittando della crisi libica? L’accusa di “speculare†sulla guerra circola fin da quando i prezzi del petrolio hanno preso il volo dopo lo scoppio delle ostilità, ed è stata rinfocolata dall’avvio di una indagine conoscitiva da parte dell’Antitrust sulla validità dell’indice Platts, che stima il prezzo di mercato della materia prima. Il Garante della concorrenza ha pure posto l’enfasi sugli strumenti utili a favorire la diffusione delle pompe bianche e della grande distribuzione. Dal canto loro, fin dai primi di marzo le associazioni dei consumatori chiedono un intervento del governo. Ma cosa dicono i dati?

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Guest benzina, carburanti, petrolio ,

Il caro benzina, i petrolieri e la finanza

10 marzo 2011

Gli aumenti dei carburanti decisi da alcune compagnie petrolifere continuano a far discutere. Oggi siamo sul prezzo conuigliato della verde tra 1,57 e 1,58 euro al litro.  Al Sud, tre giorni fa la benzina verde è giunta a punte di 1,611 euro al litro. Le oscillazioni inj centesimi di questi giorni si devono all’altalena della controffensiva di Gheddafi rispetto ai primi riconoscimenti agli insorti come oggi quello di sarkozy, l’incertezza delle azioni militari internazionali, le notizie di pressioni crescenti sull’Arabia Saudita per un possibile aumento della produzione dell’Opec. Tra greggio WTI sulla piazza americana e Brent su Londra continua unam forbice sui 12 dollari finio a 14 nei momenti di massima tensione. Ma chi è più colpevole del caro benzina? Gheddafi? La speculazione? Le tasse di Stato? I petrolieri? Per capire come si forma il prezzo alla pompa – un classico che si deve sempre ripetere, mi scusino gli addetti ai lavori che lo sanno – e le sue conseguenze sull’economia, cominciamo da quest’ultimo punto. Per l’Italia, che ha una dipendenza sul totale del suo consumo energetico pari all’85% fatta soprattutto di petrolio e gas, l’impatto è maggiore e più rapido nei suoi effetti che per la media degli altri Paesi avanzati. Nel più dei report sulle conseguenze del rincaro petrolifero sulla crescita, la soglia “recessione†per i Paesi avanzati, se vi si dovessero stabilizzare i prezzi per un trimestre o due almeno, è stimata sui 135-140 dollari. Per il nostro Paese, i 17-18 dollari accumulati dal barile in poche settimane, se dovessero stabilizzarsi in caso di crisi libica perdurante, già comportano un peggioramento della bilancia dei pagamenti su base annua pari allo 0,4% del Pil, e una minor crescita pari fino a un terzo di punto. Se sommate i due dati, si arriva allo 0,7% di Pil di cui parla oggi Confindustria. Poiché la nostra crescita è più bassa di quella americana e tedesca –  Berlino ha alzato dal 2 al 2,5% la crescita attesa nel 2011 dopo il più 3,6% del 2010 – è ovvio che noi siamo più esposti a conseguenze negative. Un po’ di pazienza in più occorre invece per capire ciò che fa regolarmente imbestialire i consumatori, convinti che i rapidi rincari alla pompa siano in realtà prova ed espressione della proverbiale avidità delle compagnie. In realtà, non è così anche se a dirlo, per esperienza, si viene facilmente accusati di essere servi dei petrolieri. Prosegui la lettura…

Oscar Giannino benzina, petrolio ,