Si è conclusa oggi, venerdì 10 settembre, “Zero Emissionâ€, la maratona di quattro giorni dedicata alle energie rinnovabili e alla lotta alla CO2. Quattro giorni, alla Fiera di Roma, tra tavole rotonde, convegni e incontri, dove si è discusso di fotovoltaico, eolico, ma anche di quelle tecnologie, come la Ccs (cattura e stoccaggio della CO2), in grado di ridurre i gas climalteranti. Unico assente, con grande stupore di chi vi scrive, il nucleare. Già perché parlare di un futuro senza nucleare, equivale a spingere nelle braccia degli idrocarburi il nostro fabbisogno energetico. Prosegui la lettura…
Piergiorgio Liberati ambiente, energia co2, energia, nucleare
A quasi un anno dalla storica vittoria elettorale del 27 settembre, CDU/CSU ed FDP sono finalmente giunte ad un accordo per prolungare la vita dei diciassette reattori nucleari della Repubblica federale. Basterà il voto del Bundestag; il Bundesrat, in cui l’esecutivo non ha più la maggioranza, verrà comodamente aggirato.* In una lunga riunione, tenutasi ieri in una Cancelleria assediata dai manifestanti ecologisti, gli esponenti del governo hanno stilato le linee guida di questo “phase-out dal phase-outâ€, come è stato ribattezzato in questi mesi dalla stampa. Prosegui la lettura…
Giovanni Boggero ambiente, energia cdu, FDP, germania, Merkel, nucleare, rinnovabili, tasse
Ieri l’Unità ha ospitato un bell’intervento sugli Ogm di Sergio Bartolommei, docente all’Università di Pisa e membro del consiglio direttivo della Consulta di Bioetica, che spicca per chiarezza e concretezza già a cominciare dal titolo, “Quel luddismo che cresce nei campi“. Bartolommei afferma:
La distruzione di un campo di pannocchie in Friuli è stata sostenuta da un argomento che è diventato un po’ il cavallo di battaglia degli avversari del transgenico: gli Ogm minacciano «l’identità agroalimentare italiana», «la nostra agricoltura non si tocca», «l’identità dei prodotti tipici non è in svendita». L’argomento legittima una sorta di neo-autarchia agricola evocatrice di altri e discutibili appelli a italici “primati†e autosufficienze. Gli resta forse un fascino retorico, ma è razionalmente insostenibile. Il concetto di “identità agricola nazionale†è vago o vuoto.
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Giordano Masini ambiente agricoltura, bartolommei, chiamparino, luddismo, ogm, pd, unità , veronesi
Da alcuni anni, il professor Giovanni Sartori approfitta della penuria estiva di notizie per farsi pubblicare sempre lo stesso articolo, sempre nel giorno di Ferragosto, e sempre sul Corriere della sera. Sarà forse perché un 15 agosto così freddo e così brutto non lo si vedeva da tempi immemorabili, ma quest’anno – accanto al consueto rosario catastrofista – Sartori dice una cosa nuova e giusta.
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Carlo Stagnaro ambiente aspettativa di vita alla nascita, clima, demografia, eolico, ferragosto, lomborg, popolazione, sartori
Avevamo gia’ scritto del rischio potenziale che Tirrenia divenisse una nuova “Alitaliaâ€. La convenienza nell’acquistare un carrozzone pubblico con navi sgangherate e con 520 mln di debiti sta tutta nei sussidi promessi dallo Stato, ossia, nelle nostre tasse.
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Luciano Lavecchia ambiente, federalismo, liberalizzazioni lombardo, Sicilia, siremar, tirrenia
Se le parole hanno un significato, la nuova Politica Agricola Comune che dovrebbe vedere la luce nel 2013 potrebbe essere un furto. Un furto ai danni dei contribuenti, e questa non sarebbe una novità , e un furto ai danni degli agricoltori, ai quali verranno sottratte risorse nominalmente destinate a loro ma che verranno in realtà usate per tutt’altri scopi. Un furto con destrezza, a giudicare dai dibattiti che si sono tenuti in questi mesi e che vertono tutti su un unico scopo: come riuscire a dirottare ulteriori risorse dal capitolo degli “aiuti diretti” a quello degli “aiuti allo sviluppo”.
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Giordano Masini ambiente, mercato agricoltura, biotecnologie, ciolos, pac, sussidi, sviluppo
Gli anglosassoni hanno una bella espressione popolare – nota come il “duck test†– che, pare, si deve al poeta James Whitcomb Riley: “se sembra un’anatra, nuota come un’anatra, e fa qua-qua come un’anatra, allora probabilmente è un’anatraâ€. Bé, guardate queste foto: se sembrano degli aggressori, si vestono come aggressori e parlano come aggressori, allora probabilmente sono aggressori. Non c’è altro modo di definire i militanti di Greenpeace che, questa mattina, hanno invaso il campo di Giorgio Fidenato, dove il leader di Futuragra aveva seminato 6 (sei) semi di mais transgenico (qui il video della semina, qui le foto della crescita). Qualunque cosa pensiate degli ogm – io sono favorevole, ma è irrilevante – siamo di fronte a qualcosa di molto più profondo: non il tormentone (falso) transgenico vs. biologico, ma il valore della proprietà privata.
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Carlo Stagnaro ambiente ambientalismo, fidenato, greenpeace, ogm
Che, in attesa di risposte un po’ più certe (o quantomeno credibili) sulle origini dei cambiamanti climatici, lo sviluppo e il progresso economico siano la più saggia politica climatica e ambientale, come ebbe a dire qualche tempo fa Andrew C. Revkin sul NYT, sembrerebbe cosa più che ragionevole in sé. Oggi uno studio apparso su Proceedings of the National Academy of Sciences of United States of America offre una visione del tutto nuova e controcorrente sullo sviluppo agricolo come fattore determinante per la riduzione dei gas serra. Il titolo dello studio, segnalato da Marco Cattaneo, è Greenhouse gas mitigation by agricultural intensification, ovvero Mitigazione dei gas serra per effetto dell’intensificazione agricola.
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Giordano Masini ambiente agricoltura, co2, emissioni, gas serra
Sequestro a sorpresa, martedì mattina, dell’area Montecity-Rogoredo di proprietà della Milano Santa Giulia spa che fa capo al gruppo Zunino. Di fronte alla battaglia persa con le banche dai pm milanesi che nel 2009 avevano chiesto il crac del gruppo Risanamento, oggi per i giudici si configura una strada alternativa a ciò che era stato negato alla procura: la via ambientale al fallimento.
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Camilla Conti ambiente, credito, finanza banche, fallimento, magistratura, Risanamento
L’idea lanciata qualche giorno fa di mandar avanti ENI con offerte per l’upstream pregiato di BP non era poi così balzana, visto che nel frattempo le prime compagnie petrolifere USA iniziano a farsi sotto strappando il titolo verso l’alto di 10 punti, e Abu Dhabi vuole acquistar quote di BP per prenotarne il diritto ad acquisirlo in futuro. Intanto, tutti sperano che il nuovo “tappo” tenga, nelle profondità del Golfo del Messico. Ma in casi come questi, un azionista pubblico di controllo – il governo italiano, per ENI – o ha al suo interno o è in grado di procurarsi fini expertises di settore, in grado di vagliare tempi e modi per operazioni straordinarie valutandone l’impatto sul titolo ENI, il suo debito, i tantissimi primari fondi internazionali presenti nel suo capitale; ed è capace al tempo stesso di decidere nei tempi rapidi imposti dal mercato una volta confrontatosi col management della società ; oppure tanto per cambiare si pone – e pone l’azienda – su un piano di assoluta subordinazione rispetto agli sviluppi di mercato, fatti da operatori del mercato con logica di mercato. Una logica che comprende anche il cinico diritto di prender per sè a buon prezzo il meglio di chi è in grave difficoltà ed esposto ad azioni multipulrimiliardarie come BP. Intanto, qui oltre 50 utili videografiche del caso Deepwater Horizon-BP rispetto aglia ndamenti e consumi e interessi energetici globali, e qui la graduatoria stimata complessiva globale dei più gravi incidenti della storia.
Oscar Giannino ambiente, energia bp, energia, Eni, petrolio, USA