La Banca d’Italia ha diffuso il dato (provvisorio) sul debito pubblico ad ottobre 2010: 1.867,4 mld. Ai primi di ottobre, il nostro modello stimava un debito per ottobre pari a 1.853,2 mld, ergo abbiamo sottostimato il debito di quasi 14 mld. Siamo sicuri che a tutti avrebbe fatto piacere se avessimo avuto ragione, ma il Leviatano ha vinto un’altra volta. Perché stiamo sistematicamente sottostimando la crescita del debito? E perché, probabilmente, a dicembre abbiamo sovrastimato la sua riduzione dovuta alle abituali operazioni di buyback del Tesoro? Il nostro modello si basa, necessariamente, su quanto è accaduto negli scorsi anni. Ma, come recita la maledizione cinese, stiamo vivendo in tempi interessanti, caratterizzati dal rallentamento della crescita economica e, con essa, delle entrate fiscali. Le spese, invece, non scendono mai. Sicché il paese deve indebitarsi di più, per rispettare l’equilibrio dei conti. In altre parole, le cose continueranno ad andare peggio di come sembra, perché – in assenza di riforme – nella migliore delle ipotesi, continueremo ad andare alla deriva, come accadeva prima della crisi. Nelle ipotesi più pessimistiche, andremo alla deriva in modo violento, sfasciandoci sugli scogli. Lo scoglio più grande è, appunto, il debito.
Proprio per questo, noi continuiamo ad informarvi e a fare il nostro lavoro; a gennaio prevediamo che il Debt clock riprenderà a crescere ad una velocità di 8515 euro al secondo (!!), per raggiungere, a fine mese, la cifra di 1.858,5 mld dopo la riduzione di fine anno. Insomma: il calo di dicembre è durata lo spazio di un’illusione. Non esiste un Babbo Natale abbastanza generoso da portarsi via il fardello che pesa su di noi, i nostri figli e i nostri nipoti. C’è un solo modo di uscirne: riforme pro-crescita a costo zero, come le liberalizzazioni, privatizzare tutto il privatizzabile, e tagliare la spesa per ridurre le tasse. Qui ci sono i nostri suggerimenti per liberare l’Italia. L’alternativa è pianto e stridor di denti. (ll&cs)
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