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Contro i forconi

Negli ultimi giorni il movimento dei forconi siciliani ha attirato l’attenzione dei media nazionali; al momento in cui scrivo, la protesta si è estesa ad altre parti del paese e vi è stato, purtroppo, persino un morto. I forconi, riuniti sotto il cartello “forza d’urto”, hanno coagulato attorno a se numerose persone disperate per la grave crisi che ormai da oltre 3 anni attanaglia il nostro paese.

É dunque necessario osservare con cura e capire meglio questo  fenomeno. In primis, cosa vogliono i forconi? Considerando la natura “composita” del movimento, oggetto di profondi dibattiti sul web è difficile identificare una leadership e quindi una serie di richieste “genuine”. Nonostante tutto, sulla pagina Facebook ufficiale del movimento dei Forconi ho potuto identificare qualche giorno fa  le tre richieste seguenti: “  1) la defiscalizzazione dei carburanti, 2) l’applicazione dell’articolo 37 dello statuto siciliano che prevede di trattenere nell’Isola le imposte sulle imprese che hanno in Sicilia stabilimenti e impianti e quindi le accise sulla benzina 3) la possibilità per la Regione di stampare autonomamente moneta.” ()

Cercherò di commentare brevemente tutte e tre le istanze:

1)      Sulla benzina, il problema principale sono le tasse:  nell’ambito di un’audizione Parlamentare sulla crisi del settore della raffinazione, l’Unione Petrolifera ha  fatto notare che il prezzo della benzina dipende al 58,9% dalle tasse (accise + iva al 21%), come ricordato peraltro da Carlo Stagnaro – sostanzialmente in Italia piú che comprare la benzina si pagano le tasse e si riceve la benzina come contropartita. Perché mai i forconi dovrebbero pretendere tale defiscalizzazione a  loro  esclusivo beneficio? La risposta è che la Sicilia raffina una percentuale fra il 30 e il 40 della benzina  in Italia. Una motivazione abbastanza ridicola: forse che a Dalmine si chiede uno sconto sui trafilati di Acciaio? E che dire dei sardi? Dovrebbero forse chiedere uno sconto sull’alluminio per via dell’Alcoa (problema tra l’altro giá risolto).

2)      La questione dell’art. 37 dello Statuto, o più in generale dell’autonomia “tradita”, è lunga e complessa. Sebbene il dettato dell’art. 37 dello statuto(che è legge costituzionale, ossia fonte super primaria) sia abbastanza chiaro,  va ricordato che in passato la Sicilia ha giá ricevuto (e riceve) ingenti trasferimenti probabilmente in grado di  compensare i mancati introiti delle accise. Oltretutto, la Sicilia già trattiene, come compartecipazione (al 100 per cento)

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  1. Antonino
    25 gennaio 2012 a 10:34 | #1

    Vero è che noi siciliani forse chiediamo troppo magari il terzo punto è assurdo dopo l’euro che ha unito l’europa non trovo giusto che si voglia tornare a dividere le regioni con monete inutili, per il resto bhè che dire le richieste le trovo lecite provate voi a vivere affianco a delle raffinerie, chi di voi sarà passato sull’autostrada Ct Sr zona melilli o augusta provi ad aprire il finestrino e respirare una boccata d’aria. noi siamo i cittadini che si ribellano non siamo Politici anzi contestiamo anche i nostri polittici che con le loro manovre non hanno fatto altro che affossarci. Non servono quelli della Regione Sicilia e tanto meno quelli che ci hanno rappresentato sino ad oggi.

  2. Manuela
    25 gennaio 2012 a 14:42 | #2

    Sig. Antonino, adesso non ci venga a dire che l’inquinamento c’è solo in Sicilia. Si faccia un giro a Ravenna, dove l’industria siderurgica appesta l’aria da decenni. Questa è la mappa dell’inquinamento in europa. Siamo noi in rosso non certo voi. http://naturevolution.files.wordpress.com/2008/09/pollution_europe_hires.jpg

  3. André
    25 gennaio 2012 a 18:18 | #3

    Dunque, li concetto è che – anche se la battaglia fosse condivisibile, non lo sono i metodi? Ma, chiedo all’autore, pensa di poter far abbassare le tasse sul carburante scrivendo e pubblicando (dove?) analisi sferzanti che mostrano l’inefficienza strutturale dei soldi amministrati da burocrazie centralizzate? Pensa davvero che chi detiene il privilegio di decidere quanti giorni ogni anno dobbiamo lavorare gratis per lui rinunci pacificamente alla sua rendita? Chi vive alle spalle degli altri, grazie ad un privegio mantenuto con la violenza, non mollerà l’osso a chi protesta pacificamente. Meglio farsene una ragione. A meno che la protesta raggiunga dimensioni e conseguenze tali da incidere sulle sorti elettorali/erariali. Allora sì che potrbbero esserci grandi movimenti completamente pacifici. Ma l’inerzia diffusa, mi fa pensare che non succederà mai.

    Il movimento si è colorato di molte correnti stane, spesso ancora più stataliste del male che vorrebero curare, idee bizzarre, e spesso anche pericolose. Nessuno è perfetto. Ed è assolutamente normale che i movimenti di protesta si coaguilino intorno a concetti quasi ancestrali di identità tribale. Succede sempre così. Ma poco importa. Quello che conta è che i professori presto non potranno semplicemente ignorare spazientiti il brusio che disturba le loro manovre. Quello che conta è che – almeno per un po’, ci sono stati uomini che non si sono rassegnati al proprio destino di oche da spennare.

  4. Antonio Palermo
    25 gennaio 2012 a 19:07 | #4

    Caro Giannino, sono d’accordo con Lei, come mi capita spesso. Ma, c’e’ un quesito che mi angustia, a fronte del suo impeccabile ragionamento: Che fare per cambiare le cose?
    Non potrà negare che, sia pur migliore del “nulla” del precedente Governo, l’attuale non ha imboccato sostanziali percorsi differenti, anzi, sta costruendo un consenso ad un Orwelliano grande fratello statale, approfittando dell’inconsistenza, la confusione e il vuoto pneumatico della Partitica italiana; il risultato, pertanto, non potrà essere un miglioramento della situazione attuale, al contrario, sarà l’instaurazione ufficiale del potere delle oligarchie.
    Personalmente, con fatica, cerco di partecipare alla vita politica, ma se quelli come Lei non scendono nell’arena mantenedosi le mani pulite, credo che, alla lunga, manifestazioni, barbare, potenzialmente violente e prive di una domanda reale di progresso come il Movimento dei Forconi, rischiano di moltiplicarsi e di aiutare chi nel disordine vuole preservare sacche di potere reale, quanto invisibile.

  5. Luigi Cifra
    25 gennaio 2012 a 19:33 | #5

    Anche noi in Veneto vogliamo un articolo 37!!!!!

  6. Francesco Curreri
    25 gennaio 2012 a 21:47 | #6

    La sicilia produce petrolio, gas, e ogni genere di prima necessità, tanto che i mercati ortofrutticoli del nord hanno dovuto importare (pomodori, peperoni agrumi ecc ecc) molti prodotti dalla spagna, praticando un aumento medio per tali prodotti di 50 cent al chilo; e il mercato del pesce è letteralmente impazzito al nord…. adesso io mi chiedo, visto che molti dicono che il nord ci paga le tasse, separiamocci dal sud ecc ecc…. io farei una prova di qualche anno, magari si invertirà la tendenza e ci pregaranno di ritornare indietro!!!!!

  7. Luigi
    25 gennaio 2012 a 21:54 | #7

    Condivido totalmente il senso dell’articolo. Trovo assai curioso che questi siciliani, invece di prendersela direttamente con la classe dirigente che li governa tanto efficacemente, vogliano scaricarne i costi su tutti i contribuenti italiani. Sarà forse perchè i politici dell’ARS e dintorni sono stati eletti da cittadini delle altre 19 regioni?

  8. Mattia
    25 gennaio 2012 a 23:20 | #8

    Uno dei pochi articoli obiettivi e razionali letti in questi giorni. Pienamente d’accordo e anzi, aggiungo una cosa: perchè si sono rivoltati solo ora e non, ad esempio, quando Berlusconi ha aumentato le accise per pagare le spese degli immigrati la scorsa primavera oppure questa estate sfruttando l’immissione sul mercato delle riserve petrolifere (in questo modo il prezzo non è sceso)?

  9. André
    26 gennaio 2012 a 8:14 | #9

    @Mattia
    Beh, semplice – perché questa estate era ancora sotto 1.7 eu/litro. L’obiettività e la razionalità stanno nei fatti, non nelle opinioni. A politicizzare la cosa tirando in mezzo il colore dei governi – non si va da nessuna parte e non ci capisce un fico di quello che sta succedendo.

  10. Pietro
    26 gennaio 2012 a 10:04 | #10

    Cari Chicago boys,
    Non sono un esperto di economia, quindi mi perdonerete se vi porgerò domande “assurde” come quelle dei forconi.
    Perchè non è possibile creare una moneta alternativa all’euro? Magari una moneta locale? Cosa comporterebbe una tale scelta, ammesso e non concesso che sia possibile farla?
    Qualcuno ( più furbo di me) mi suggerisce che lo Stato sia esso nazionale o europeo dovrebbe emettere moneta da se…
    Vi ringrazio anticipatamente per la risposta.
    Pietro Belli

  11. Giuseppe
    26 gennaio 2012 a 10:51 | #11

    Non pensavo di trovare un articolo cosi ignorante e si mal fatto sul Chicago Blog .

    Senza scendere nei particolari. Ma soprattutto cosa centra un post cosi su un blog liberale/libertario.

    1/ il movimento dei forconi e’ innanzitutto contro l’ARS (il parlamentino siciliano, se aveste visto/letto le loro accuse sono dirette innanzitutto a Lombardo)

    2/ le tasse al di la di dove vadano ( a palermo, roma o milano) sono sbagliate. per cui se vi fosse autonomia fiscale vera, l ARS dovrebbe abbassare le tasse sulle imprese che investono e non aumentarle. Altrimenti le imprese delocalizzano.

    3/ battere moneta propria e’ una delle prerogative liberali e libertariane. il commento al punto 3 e’ davvero stupido, perche’ non entra in merito e invece si prende beffa dei siciliani ( razzismo di ritorno da parte di un siciliano?) con i soliti luoghi comuni.

    Le strumentazioni e il tentativo eventuale della mafia di spingere e’ tutto da dimostrare e del tutto inutile.

    Caro La Vecchia, Lei e’ nato a Palermo e dovrebbe sapere che la mafia non fa affari solo in sicilia, ma a prevalentemente a Milano, dove ci sono gli “sghei”, alla mafia non interessa la politica economica, le tasse mafiose ( il pizzo) lo fanno pagare lo stesso.

    Pero’ se Lei avesse ragione e dietro tutto cio’ ci dovesse essere veramente la Mafia, allora forse, per una volta sarei contento che le tasse facciano concorrenza al pizzo, sara’ la buona volta che i suoi conterranei scelgano di disfarsi di cosa nostra, che dietro il pagamento forzato e violento, di stato nello stato, offre una pax militare, distribuisce favori e distrugge le liberta’ molto di piu’ di qualsiasi intervento statalista romanocentrico.

    Poi mi chiedo: ma lei da siciliano, per andare a capire cosa vuole il Movimento dei Forconi, si e’ ridotto alla consultazione della loro pagina su FB? Qualche telefonata a parenti in loco, e un viaggetto esplorativo, no?

    Ecco a cosa si e’ ridotto il giornalismo ( pubblicista o meno): zero inchieste, solo copia/incolla.

  12. 26 gennaio 2012 a 14:09 | #12

    Giuseppe:

    1) vivo a Palermo, ma in ogni caso, fossi stato anche in Germania, non capisco come questo dequalifichi il mio ragionamento;
    2)il movimento dei forconi è contro l’ARS a parole: è a Lombardo che sono state consegnate le richieste; sono dell’ARS i vari politici locali che stanno “posando il cappello” sul movimento, benedicendolo, senza che nè Morsello, nè Ferro, nè Richichi, abbiano detto una parola contro (ma se trova una dichiarazione “ufficiale” che mi smentisce, sarò lieto di leggerla); è contro Monti il grosso della protesta, cosa ridicola considerando che non è l’IMU sui terreni agricoli che ha causato lo sfascio dell’agricoltura siciliana, nè è stato il Governo Monti a creare ex-ante accise che pesano per il 58,9% sul totale della benzina/gasolio; se fossi un forcone, il primo posto da presidiare (e disturbare) sarebbe stata l’ARS;
    3) il ragionamento “maggiore autonomia implica minori tasse” non sta in piedi (o non l’ho capito): la Sicilia inizi a ridurre le tasse li dove può – IRAP, addizionale regionale irpef, bolli e contro bolli (addizionale comunale, tarsu, ici, ici seconda casa, imposta provinciale trasporti..) – quando avrà dimostrato, tagliando la spesa, che la nostra classe dirigente siciliana è in grado di restringere la torta (invece che continuare a spartirla), allora sarò d’accordo con lei
    4) Dobbiamo seriamente parlare di una moneta siciliana?? Parliamone: inflation targeting oppure discretionary policy à la Gordon-Barro? Collateral da offrire? Apriamo a banche non-sicule o ci teniamo le 35 tra bcc e banche popolari? Facciamo aste marginali oppure full allotment? Facciamo un peg all’euro o al dollaro? Chi assicura la qualità dei biglietti? E la stampa? Andiamo, siamo seri…
    5) non ho mai detto che il movimento è guidato dalla mafia: ma, come potrà leggere da repubblica palermo di oggi, vi sono già stati degli arresti, e diverse testimonianze di intimidazioni (ah già, c’è anche stato un tizio accoltellato, ma suppongo che possiamo considerarla una “discussione animata” à la sicilienne).

  13. Granduro
    26 gennaio 2012 a 17:08 | #13

    Una opinione forcona,

    http://durodisicilia.blogspot.com/2012/01/manifestazione-palermo-il-pensiero-di.html

    Inoltre non sono queste le proposte, prese sa un sito personale di un tizio che rappresenta solo se stesso:
    1) la defiscalizzazione dei carburanti, 2) l’applicazione dell’articolo 37 dello statuto siciliano che prevede di trattenere nell’Isola le imposte sulle imprese che hanno in Sicilia stabilimenti e impianti e quindi le accise sulla benzina 3) la possibilità per la Regione di stampare autonomamente moneta.” ()

    Queste le proposte fatte a Monti, scritte ed ufficiali. Please, non esageriamo.
    http://www.linksicilia.it/2012/01/forconi-le-parole-di-monti/

    Discutiamo nel merito della realtà, non di quello che ci passa facebook.
    Grazie

  14. Gianluca
    28 gennaio 2012 a 6:46 | #14

    http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/01/26/regione-lombardia-arriva-lipad-omaggio-consiglieri-rifiuta-soltanto/186755/

    A proposito di assistenzialismi, caro corregionale La Vecchia, sarebbe bene che i “padani” guardino con attenzione ANCHE i propri.
    Cmq, l’articolo offre delle riflessioni interessanti, ed anche condivisibili.
    Ma a patto di guardare ANCHE in casa “padana”… ;-)

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