Liberalizzazioni: qualche idea per il Governo Monti
La manovra “salva Italia” da poco varata serve solo per tentare di far quadrare i conti nell’immediato, ma già nel breve termine sarà una spinta alla recessione in atto. La imminente fase due “cresci Italia” dovrebbe stimolare il rilancio economico e sembra ormai certo che interverrà su liberalizzazioni, infrastrutture e lavoro.
Per quanto riguarda il primo ambito, le uniche “liberalizzazioni” che servono davvero al nostro Paese in questo grave momento sono quelle che riguardano
l’utilizzo del danaro, la spesa privata e l’intraprendenza di imprenditori e professionisti: molte delle misure restrittive adottate con la manovra di Natale e, prima ancora, con le altre Manovre scellerate d’estate e d’autunno del precedente Governo Berlusconi (abbassamento del limite all’uso del contante, spesometro, monitoraggio generalizzato delle operazioni bancarie) sono concettualmente sbagliate, spaventano e disorientano i Cittadini anche onesti, ne deprimono la propensione alla spesa, introducono complicazioni inutili ed evitabilissime alle fasce sociali più deboli ed alimentano una ingente e preoccupante fuga di danaro verso l’estero.
Far credere di poter svolgere qualunque nuova attività senza limiti e condizioni è una illusione che non potrà stimolare la crescita, perché, al massimo, potrà generare soltanto una gara fra impoveriti che dovranno barcamenarsi, da un lato, nel gestire a qualunque costo una concorrenza spietata fra di essi e, dall’altro, nell’assecondare la condanna al ricavo minimo puntuale (o al ricavo minimo ammissibile) imposto dagli studi di settore per evitare che il “sudore” del lavoro si trasformi nel “sudario” della rovina fiscale; forse tutto ciò potrà anche ridurre un poco i prezzi di alcuni beni e/o servizi, ma sarà un risultato effimero, di breve durata, che non gioverà alla qualità degli scambi e che cesserà con la fuoriuscita dal mercato di quelli che non riusciranno a tenere il passo (avranno speso per gli allestimenti, avranno impiegato le risorse proprie e dei propri familiari, si saranno pure indebitati confidando di non essere più finalmente inoccupati, non avranno retto alla concorrenza spietata degli altri, non saranno riusciti a guadagnare a sufficienza, non potranno dimostrare al fisco famelico che li rivolterà come un calzino di non aver evaso e se ne andranno con le ossa rotte più poveri, scoraggiati e disoccupati di prima.
Serve allora qualche proposta operativa concreta adatta a stimolare realmente la crescita interna sia nell’immediato che nel medio termine, senza barricarsi dietro falsi moralismi, proclami o gioghi sovranazionali.
A) Interventi per liberare i Contribuenti dalla ”ossessione” fiscale:
- eliminazione dei budget annuali di recuperi impositivi imposti agli Uffici finanziari e ripristino dell’onere della prova a carico dell’Amministrazione finanziaria in sede di accertamento con abolizione immediata di tutte le presunzioni legali che impongono ai Contribuenti dimostrazioni documentali troppo spesso impossibili, li espongono a recuperi ingiusti su volumi d’affari o redditi irreali anche in spregio alla loro “capacità contributiva” effettiva (art. 53 Cost.) ed alimentano sfiducia e ribellione verso i corrispondenti poteri pubblici;
- introduzione del principio della responsabilità personale del Responsabile del Procedimento negli accertamenti censurati dagli organi del contenzioso tributario per i quali viene disposta la condanna alle spese a carico dell’Amministrazione finanziaria per evitare comportamenti abusivi da parte degli Uffici periferici e per favorire l’applicazione dei principi di “imparzialità e buon andamento” (art. 97 Cost.) troppo spesso dimenticati per perseguire altre finalità;
- limitazione del diritto di appello dell’Amministrazione finanziaria nei Giudizi tributari alle sole questioni di puro diritto perché l’esercizio dei poteri accertativi costituisce una potestà pubblica che, per la sua autorevolezza ed imperatività deve essere compiutamente motivata e sensatamente fondata sin dal momento in cui si manifesta e perché non si possono rovesciare sui Contribuenti gli oneri economici di una difesa processuale che, quando è soccombente l’Ufficio finanziario, di norma si protrae per ben tre gradi di Giudizio con costosi anticipi di spese rapportati al valore della causa;
- eliminazione della mediazione obbligatoria pre-giudiziale davanti allo stesso Ufficio finanziario che ha emanato la pretesa tributaria che espone i Contribuenti ad una indignitosa trattativa perdente in partenza (l’istituto della definizione mediante adesione ex D.Lgs. 218/1997 assolveva già a questa funzione consentendo ai Contribuenti la libera scelta di avvalersene o meno) ed introduzione strutturale del beneficio della chiusura delle liti fiscali pendenti in qualunque stato e grado di Giudizio con modulazione dei relativi costi a seconda della situazione processuale per favorire il decongestionamento della Giustizia tributaria.
B) Per liberare i Contribuenti dalla ”oppressione” fiscale:
- ripristino immediato della soglia di € 12.500,00 all’uso del danaro contante per liberare le risorse finanziarie ancora giacenti sul territorio, favorirne la circolazione sul mercato interna ed evitarne l’espatrio;
- facilitazioni reali e convenienti per gli utilizzatori di strumenti di pagamento tracciati (assegni bancari e circolari, carte di credito, pago-banconmat, carte prepagate, bonifici bancari, …) abbattendone i costi e consentendo la deducibilità (anche solo parziale) di tutte le corrispondenti spese documentabili con i relativi estratti conto per promuovere ed incentivare una nuova coscienza civica di valenza anche fiscale;
- abrogazione immediata delle norme che impongono la comunicazione all’Anagrafe Tributaria di tutte le operazioni finanziarie in conto ed extra-conto e di tutte le spese rilevanti ai fini dello spesometro (riguardanti sia l’anno 2010, sia gli anni successivi) per tranquillizzare la Gente che può spendere e che in questi momenti recessivi deve poter utilizzare liberamente il proprio danaro a beneficio dell’economia interna, della crescita e dell’occupazione;
- introduzione di un sistema di tassazione dei redditi di lavoro dipendente, nonché dei redditi di lavoro autonomo ed indipendente per Contribuenti che realizzano volumi d’affari fino ad € 500.000,00 annui con conseguente sottrazione dal campo di applicazione degli studi di settore, che limiti la pressione fiscale complessiva massima al 20% fisso per restituire al “lavoro” ed alle Persone operose la centralità ed il rispetto che la Costituzione gli riconosce (cfr. art. 1 – “l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro …“);
- riduzione delle aliquote dell’IVA entro il limite massimo del 10% (promuovendo anche in Europa le modifiche più opportune alle relative Direttive) ed ampliamento delle categorie di beni e servizi esentati o agevolati (salvi quelli ritenuti strettamente essenziali per il minimo vitale) per scoraggiare l’altrimenti inevitabile complicità di convenienza fra le parti del rapporto determinata dalla esagerata incidenza dell’aliquota attuale (21%) e di quella futura (23%).
La spinta alla ripresa deve partire dal basso, dove c’è Gente operosa ed intraprendente che ha bisogno e voglia di lavorare e che aspetta soltanto di potersi esprimere al meglio, come sementi preziose che non riescono a germinare in un terreno sempre più arido ed inospitale. Compito dello Stato è quello di creare le condizioni migliori per poter rendere fertile quel terreno, dopodiché i veri semi faranno la loro parte; se però la terra viene concimata col catrame, non si può poi pretendere che nasca qualcosa e sperare in un miracolo impossibile!
Avv. Manuel Seri
7 gennaio 2012 Diritti individuali, evasione, fisco, liberalizzazioni, mercato, Monti, ue






Una copia dell’articolo è stata spedita anche alla sig.ra Merkel?
Perché se non si fosse capito l’aumento della tassazione è stato esplicitamente chiesto da lei.
Ottimo. Giudizi da diffondere. retwittato da twitter@carlomasseroli
Lascia perplessi leggere in un blog liberista una condanna della “concorrenza spietata”… Mah…
Va benissimo responsabilizzare i funzionari dell’Agenzia delle Entrate e limitare i meccanismi presuntivi. Si è dimenticato però di proporre anche una revisione profonda della struttura delle Commissioni tributarie e dei meccanismi di reclutamento dei giudici tributari, spesso composti da commercialisti o da soggetti vicini ai professionisti. Sempre in tema di fisco, va bene il principio della capacità contributiva ma nn credo che potremo realizzarlo in questo Paese se non modificando anche il sistema dell’autodichiarazione (vedi modello tedesco).
Per quanto riguarda le misure di liberazione dall’oppressione fiscale non ne condivido nemmeno una (e questo di per sè non è importante) anche alla luce del fatto (questo sì significativo) che nessun studio o rapporto di organismo nazionale o sovranazionale li cita come fattori decisivi per la crescita economica. Mi sembra più che altro un mdo per far crescere il “nero”
francamente mi sembra utopia poter proporre questo genere di azioni meritevoli, ma che ancora una volta rimarranno inascoltate visto le azioni appena intraprese dal governo.
Sulla “concorrenza spietata” mia accodo al “Mah” di Marco O.
Completamente d’accordo, tranne il punto B1 che andrebbe modificato in “soglia di € 100 all’uso del danaro contante per qualsiasi spesa, qualsiasi prestazione, a qualsiasi titolo. Il Governo si impegna ad intraprendere di concerto con i partner europei una roadmap di switch off dal contante, dismettendo progressivamente la stampa di banconote e monete, iniziando dalle banconote da 500€ a scendere seguendo la roadmap sopracitata”.
Troppo giusto….. Un sogno!
Aggiungo che il punto B3 dato che l’obbligo è già in vigore ormai è totalmente privo di senso. I software sono stati adeguati, le procedure e via dicendo idem, ora non ha senso tornare indietro, sarebbe inefficace ed inefficiente.
@Marco O.
Marco O. per curiosità, potrei sapere quanti anni hai e che lavoro fai?
Bellissimo documento che condivido al 101%.
Il vero problema di questo testo è che, per quanto giusto, va esattamente nella direzione contraria a quel comune sentimento pseudo-socialista che spinge la politica di questo paese da anni e dell’Europa.
@Marco O.
Lascerà perplesso, ed in effetti è strano. Ma in un paese come il nostro togliere del tutto le regole sulla concorrenza intensificando gli adempimenti bizantini del fisco significa avvantaggiare i peggiori furbi e fare lo sgambetto alla gente onesta.
@Marco O.
Mi sembrava che il concetto espresso fosse abbastanza chiaro. Ci sarà concorrenza spietata tra i piccli imprenditori e i piccoli commmercianti…. Ci sarà concorrenza spietata tra i taxisti che con l’idea fasulla ed errata di licenze a jsa si troveranno ad essere più numerosi dei clienti…..deprivati del loro strumento di lavoro andranno in fallimento e andranno ad ingrossare le fila di una massa di disoccupat nullatenenti….. E’ strano che in un paese che ha sempre fatto vanto della vitalità delle piccole imprese ora si muova proprio contro queste! Ma credo che il gioco sia abbastanza chiaro: LIBERALIZZARE PER POI PRIVATIZZARE. Creare tanti oligopoli che terranno i mano un numero illimitato di licenze e assumeranno come dice il prof. Ponti EXTRACOMUNITARI. Ecco il futuro. La PROLETARIZZAZIONE del paese e il consolidamento di una classe dominante oligarchica CHIUSA e inaccessibile. Andrea Baitani (http://docenti.unicatt.it/eng/andrea_boitani/ ), professore di economia presso la Università cattolica di Milano, chiaramente digiuno della materia TAXI , ha comunque dichiarato che “IL REDDITO DEL TAXISTA , CONSIDERATO IL LIVELLO DI FORMAZIONE PROFESSIONALE E DI ISTRUZIONE, E’ UN REDDITO ALTO. ” http://www.youtube.com/watch?v=FpIIzIH-xbg Programma Radio24News del 27.12.2011. Una perversa rivisitazione del concetto “Lotta di Classe” in cui vengono totalmente capovolti i soggetti: Non più lotta contro i padroni , ma lotta dei padroni stessi contro lavoratori, di ogni categoria, solo da schiavizzare… una società oligarchica che non tollera lavoratori non inquadrabili sotto il loro potere. . Grazie, sig. Seri , per aver usato il termine “sudario”.
Valeria Lotto
Liberalizziamo l’assistenza medica di base (medici della mutua)
Scusi una domanda, ma i soldi per fare tutte le cose proposte dove li prende? Lo sa che dobbiamo anche pagare 2.000 miliardi di debito pubblico?
questo articolo è la dimostrazione plateale
che i liberisti sono a favore delle grandi multinazionali
e contro la piccola e media impresa
a cui non deve essere concessa la possibilità neanche di nascere
perché tanto non hanno alcuna possibilità di sopravvivere ai colossi
e perché non danno alcun utile e per di più frammentano le quote di mercato
sono considerati degli scarafaggi che rovinano le manovre dei grandi
impedendo le economie di scala dei grandi
e perché i piccoli che si fanno la guerra sono considerati “perdenti” dalle banche
che non vogliono più frammnetare i finanziamenti ma cocnentrarli
basilea 2 lo dice chiaramente: chi non ha i soldi non deve essere aiutato
meglio accorpare tutto e mantenere i lavoratori senza alcuna difesa
ma con un 3-400 euro di indennità di disoccupazione giusto per consumare la minestra
questa verità salterà fuori prima o poi
in america esiste da sempre e in cina la stanno attuando
ovvero solo accorpando i grandi si riesce a dare da mangiare alla massa dei poveri
la prossima rivoluzione non sarà degli operai o dei poveri
ma della classe media
della borghesia
come durante la rivoluziuone francese
è la classe media che dà fastidio ai grandi
costa troppo e fa concorrenza….