Dal prossimo Panorama
Uno dei più rilevanti effetti del governo d’emergenza è quello che mi ha provocato un mezzo orgasmo, stamane martedì 6 febbraio. Leggere in prima pagina i due editoriali di punta sulla manovra affidati ad Alberto Bisin e Alessandro de Nicola, due cari amici liberali, liberalissimi e anzi “mercatisti” – direbbe qualcuno arricciando il naso. Il primo in cattedra alla New York University, il secondo alla Bocconi e presidente della Adam Smith Society. Il primo a calar giù fendenti contro la via di inasprire le tasse, quando la pressione fiscale è già così alta e iniqua nella sua raccolta, mentre invece tonnellate di letteratura e verifiche e empiriche ci testimoniano che dalle crisi si esce meglio tagliando la spesa e abbassando le tasse. Il secondo a incalzare Monti sulle liberalizzazioni, che devono essere molto più energiche e in tempi stretti di quelle finora solo annunciate, tranne che per i farmaci di fascia C. Ecco, le critiche di Bisin e De Nicola sono le mie critiche, perché le convinzioni da cui partiamo sono le stesse. Se Repubblica ha deciso di sposare la linea liberale e di mercato, me ne compiaccio e il prode Alessandro Penati, castigatore intemerato di malcostume economico pubblico e privato in nome del mercato, sarà d’ora in poi finalmente meno solo. E’ da orgasmo vero, leggere sul giornale dell’Ingegner De Benedetti che bisogna farla finita una volta per tutte con “le favole della lotta all’evasione e della razionalizzazione e della riforma del settore pubblico, che ci vengono raccontate ormai da decenni, con i risultati che abbiamo tutti sotto gli occhi”. Prosegui la lettura…
Oscar Giannino debito pubblico, liberalizzazioni, liberismo, spesa pubblica manovramonti, Monti, Repubblica, statalismo, tasse
Nella manovra Monti non c’è una patrimoniale progressiva sui “grandi patrimoni” né un prelievo eccezionale in stile Amato. Ciò non toglie, tuttavia, che la patrimoniale, o meglio le patrimoniali, ci siano.
L’imposta patrimoniale, come abbiamo tante volte detto anche in questo blog, è infatti qualsiasi imposta che non grava sul flusso di ricchezza, ma sullo stock, dunque non si calcola, ad esempio, sul reddito del contribuente, ma sull’ammontare dei beni di cui il soggetto è titolare.
Ecco quali “patrimoniali” introduce questa manovra.
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Serena Sileoni fisco, patrimoniale manovramonti
Le Province verranno trasformate in una sorta di enti di secondo livello e il presidente del Consiglio ha peraltro dichiarato in conferenza stampa che il Governo darà il suo sostegno ad ogni progetto di legge costituzionale finalizzato alla loro soppressione. La notizia va accolta con un certo favore, ma cerchiamo innanzitutto di capire bene la portata dell’intervento governativo.
Attualmente il consiglio provinciale è eletto direttamente dal popolo, così come il Presidente della Provincia che poi nomina i membri della Giunta, cioè gli assessori; il decreto-legge Monti prevede, innanzitutto, che gli organi provinciali siano solo il Consiglio e il presidente: ne consegue automaticamente, quindi, la soppressione della Giunta. Purtroppo l’efficacia della norma non è immediata, ma decorre dallo stesso momento delle altre modifiche istituzionali: su questo punto torneremo tra pochissimo.
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Serena Sileoni Città, Senza categoria abolizione delle province, manovramonti
In linea con una tendenza osservabile da tempo, due delle misure più popolari tra quelle presentate dal Governo nelle scorse ore sono accomunate da un’attitudine assai discutibile verso il contribuente, destinatario di una sorta di presunzione d’evasione. Non può sorprendere che in un momento come questo, caratterizzato da un’enfasi spiccata sul consolidamento dei conti pubblici, l’evasione fiscale guadagni il centro del palcoscenico. Ma a quale prezzo?
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Massimiliano Trovato evasione, fisco contanti, Diritti individuali, manovramonti, scudo fiscale, tracciabilità
La tanto sospirata liberalizzazione della vendita dei farmaci di “fascia c” c’è, anzi non del tutto: in questo modo si potrebbe riassumere il senso dell’intervento del Decreto Monti in materia di liberalizzazioni nel campo delle farmacie.
In estrema sintesi, il sistema della distribuzione dei farmaci in Italia è quanto di più corporativo possa esistere: le farmacie sono soggette ad un rigidissimo regime di numero chiuso e un giovane, perfettamente abilitato all’esercizio della professione di farmacista, può diventare titolare di farmacia solo se ha la fortuna di avere a disposizione un buon milione di euro (ma spesso molto di più) per rilevare l’autorizzazione da un collega: altrimenti gavetta e lavoro dipendente coattivo. Il sistema del numero chiuso delle farmacie è detto “pianta organica”.
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Silvio Boccalatte liberalizzazioni farmaci, farmacie, manovramonti, parafarmacie