Dalla Cgil alla Confindustria, dalla sinistra radicale al Financial Times, l’ipotesi di un’imposta patrimoniale in Italia ha ottenuto crescenti e insospettate adesioni da parti sociali e commentatori solitamente molto distanti tra loro. Vi sono invece molte e valide ragioni contro la patrimoniale, le più rilevanti delle quali ho analizzato in dettaglio in un intervento sul Sussidiario, al quale rimando per chi volesse approfondire (*):
1 – Se costruita col vincolo dell’equità la patrimoniale non è praticabile, e, in conseguenza:
2 – Si può realizzare solo in maniera non equa. Inoltre:
3 – Non è risolutiva, né realizza miglioramenti significativi per i problemi della finanza pubblica.
4 – I vantaggi che apporterebbe alla finanza pubblica sono conseguibili con provvedimenti alternativi non dirompenti.
5 – La patrimoniale è recessiva.
6 – La patrimoniale aumenta l’incertezza e (probabilmente) anche lo spread.
7 – La patrimoniale distoglie da una corretta via di riforme.
8 – La patrimoniale ricapitalizza uno stato “good company” (per riaffidarlo a una classe politica tradizionalmente spendacciona), trasferendo la “bad company” ai contribuenti. Prosegui la lettura…
Ugo Arrigo Senza categoria
Infervorarsi sulla possibilità che venga introdotta una “patrimoniale” sui valori (immobiliari, mobiliari, finanziari…) posseduti dagli italiani come se fosse chissà quale novità significa volersi nascondere la realtà; siamo infatti già sottoposti da tempo a tributi di vario genere che, nella sostanza, hanno quella natura. Prosegui la lettura…
Manuel Seri Senza categoria
A quando i posti riservati sugli autobus? Accanto a quelli per anziani e invalidi, le vedo già le seggioline rosa. “Prego, lei è una donna, si sieda”. “No, io voglio stare qui, grazie. Non voglio sedermi”. “Prego, si sieda. Lo vede? Lei deve sedersi. La seggiolina è rosa. Deve sedersi lì”.
No, io-non-voglio-sedermi-lì. Ma che cosa siamo diventati? Una torta a spicchi rosa e blu?
Dapprima le quote rosa per far contenta la Carfagna, che, almeno fino alla prossima legislatura, non dovrà più “amministrare” le nostre (pari) opportunità. Lei paladina indefessa delle quote rosa. Altruista. Poi si è abbattuto il grande movimento di popolo “Se non ora quando”; il movimento che avrebbe occupato dieci, cento, mille piazze e fatto dieci, cento, mille proposte all’insegna di un maggior intervento statale, gonne più lunghe e censura sulla pubblicità. Per nostra fortuna, così non è stato. Ora però ci si mette pure Mario Monti. Prosegui la lettura…
Annalisa Chirico Diritti individuali, Libertà, quote rosa
E’ venuto il momento di allargare il punto di osservazione sulla crisi in corso, ora che il governo Monti con la fiducia parlamentare entra nella pienezza delle sue funzioni, salutato e sostenuto dal consenso esplicito dei vertici europei, di Germania e Francia tanto per sottolineare ancora una volta l’attenzione tutta particolare riservata al potenziale di instabilità sistemico rappresentato dal debito pubblico e dalla bassa crescita del nostro Paese. Ora che l’Italia si pone in condizione di rassicurare i mercati- se farà e se farà bene, se la politica non si mette troppo per traverso, sde si conferma dopo mesi il sorpasso al ribasso sullo spread spagnolo di stamane – è tempo anche da noi di aprire il dossier della crisi vera, rispetto alla quale l’Italia non deve fungere da detonatore, ma che rischia comunque di investire tutto il continente. Diciamolo chiaramente. Nel 2012 è l’euro in quanto tale, a rischiare di saltare. Prosegui la lettura…
Oscar Giannino banche, BCE, debito pubblico, Draghi, euro, macroeconomia, monete, ue BCE, debito pubblico, Fed, germania, Italia, ue, USA