Rinnovabili: l’asta chi l’ha vista?
Durante la prima metà di quest’anno – sembra un secolo fa ma era marzo! – si è ferocemente discusso della rimodulazione degli incentivi alle fonti rinnovabili. Gran parte dell’attenzione pubblica è stata catalizzata dalla faccenda del fotovoltaico, perché, per qualche ragione, il solare poteva contare sulle lobby più chiassose e, apparentemente, più efficaci, dato il livello dei sussidi vigenti fino alla fine del 2011. Ma l’intervento normativo, contenuto nel decreto legislativo 28/2011 di recepimento della direttiva 2009/28/CE, ha in realtà investito l’intero mondo delle energie “pulite” introducendo, tra l’altro, un meccanismo di incentivazione tramite aste. Sulla questione, come Ibl eravamo e siamo tiepidamente favorevoli, in quanto le aste possono essere uno strumento utile a superare le asimmetrie informative tra regolatore e produttori e tarare l’incentivo a un livello effettivamente compatibile coi costi – piuttosto che con la caccia alle rendite. A che punto siamo?
PS Questo post vuole anche essere un (molto tardivo) tentativo di risposta a Sandro Brusco che mi chiedeva quale informazione in più sul disegno delle aste.