Il triste derby tra Spagna e Italia
La Spagna è più solida dell’Italia. Questo è quanto sembra emergere dai dati del differenziale tra i buoni decennali italiani, quelli spagnoli e i bund tedeschi. Sono ormai due mesi che l’Italia paga maggiormente il proprio debito rispetto allo Stato iberico, dopo che per diverso tempo il rischio paese italiano era stato inferiore a quello spagnolo.
Perché tale cambiamento? Una risposta semplice arriva dal Ministro dell’Economia Giulio Tremonti che ha affermato che “dipende anche dall’ annuncio di nuove elezioni che di per sé è una prospettiva di cambiamento e quindi un’apertura al futuro”.
La Spagna ha infatti annunciato di andare ad elezioni anticipate, dato che il governo Zapatero si è reso conto di non poter più avere margini di manovra. Il leader del Partito Socialista è stato superato al suo interno dalla corrente del candidato socialista alle prossime elezioni, Alfredo Rubalcaba, e dunque ha deciso di anticipare le elezioni generali. In queste sembra quasi certa la vittoria del Partito Popolare con alla guida Mariano Rajoy e dunque si annuncia una prospettiva di cambiamento.
Il Ministro Tremonti ha poi precisato che la sua affermazione non si riferiva all’Italia e alla Spagna, ma è difficile in questo momento non pensare ai due paesi che vivono problemi simili e situazione politiche delicate.
Tuttavia la crisi spagnola e quella italiana sono profondamente differenti. La crisi italiana deriva da ormai un ventennio di crescita persa a causa dell’incapacità dei diversi Governi di effettuare le riforme necessarie. Il debito italiano ha superato la barriera del 120 per cento del PIL, il doppio dell’antico limite di Maastricht, ma il deficit è a livelli relativamente contenuti.
La manovra finanziaria si appresta ad aumentare ulteriormente le tasse per cercare di raggiungere il bilancio di pareggio già nel 2013, ma i mercati hanno avuto sfiducia in tale manovra, punendo l’Italia con un incremento molto importante dello spread. Tale manovra avrà effetti recessivi che dovrebbero compromettere il raggiungimento del pareggio di bilancio, oltre a bloccare una crescita economica già inesistente.
In Spagna la crisi deriva dallo scoppio della bolla immobiliare, che ha creato una enorme disoccupazione, oltre 4,2 milioni di disoccupati. Il sistema bancario spagnolo è estremamente fragile, non tanto per i grandi istituti bancari, quanto per la posizione delle casse di risparmio. Queste sono state gestite sempre come strumenti politici e non è un caso che siano le diverse Comunità Autonome a scegliere i vertici delle stesse. Anche nel momento in cui il Governo spagnolo decise di aiutare la concentrazione tra le diverse cajas, queste seguirono criteri politici nell’aggregarsi. Ad esempio Cajas Madrid si unì con la valenciana Bancaja perché entrambe le Comunidades erano sotto la guida del Partito Popolare. In Catalunya molte casse di risparmio si unirono a Caixa Catalunya per creare un polo catalano.
Così facendo, nonostante oltre 20 miliardi di euro immessi tramite il Fondo di ristrutturazione bancaria, i problemi non sono stati risolti; e adesso tutti i nodi vengono al pettine.
La CAM, una cassa di risparmio con base ad Alicante, non ha trovato tre miliardi di euro per ricapitalizzarsi ed è stata nazionalizzata. Si stima che il Governo dovrà immettere altri 5 miliardi di euro per salvarla. E non è finita qui, dato che anche Catalunya Caixa e Unnim saranno nazionalizzate.
Il Governo si appresta a dover immettere diversi miliardi di euro nel settore bancario proprio mentre i dati economici spagnoli stanno peggiorando.
I mercati hanno tuttavia fiducia che la Spagna possa risollevarsi in fretta, ma il rischio rimane molto elevato e difficilmente il paese iberico uscirà da una situazione molto delicata, nonostante le elezioni.
In Italia la situazione è troppo immobile da troppi anni; forse è proprio per questo che i mercati hanno perso la fiducia ed è anche il motivo per il quale Moody’s ha abbassato il livello del rating italiano di tre gradini nelle serata di ieri.
Un triste derby quello tra Italia e Spagna, mentre le banche europee si apprestano a svalutare il debito sovrano tossico dei paesi deboli dell’Euro.
5 ottobre 2011 macroeconomia



Egr.Direttore, per cortesia mi spiega perche’ i giornalisti non dicono chi ci guadagna da chi perde in borsa? Un euro, se perso verra’ dato,ma a chi? Se,ad esempio,l’Islanda o l’Irlanda hanno investito male le proprie liquidita’ (complici le banche ) per facili speculazioni,chi ne ha beneficiato? Esistono nazioni equilibrate nell’investire i propri beni (Nuova Zelanda ecc.) senza svalutazioni o deficit assurdi con politiche moderate e ponderate anzitempo, basterebbe copiare questi esempi positivi,non e’ fantascienza! Questa pseudo crisi mondiale e’ voluta mediaticamente per ulteriori speculazioni su paesi deboli(Italia ,Spagna ecc.), ma il FMI cosa fa’ per evitare tutto questo? Grazie.
il debito pubblico italiano è oltre 1.900 mld euro, il debito pubblico spagnolo è circa 600 mld di euro (meno di un terzo).
il deb pubblico spagnolo è al 65% del pil , il nostro al 120% quasi il doppio.
non c’e’ paragone tra la serietà delle due classi politiche.
come mai lo spread spagnolo è più basso di quello italiano ? mah !
Esatto Sig.Grezio,ma per giudicare il presente ricordiamoci gli errori politici-economici del passato, infatti avevamo:conti economici in saldo positivo fino alla meta’ anni 70 !!!,conti correnti privati con depositi tra i primi al mondo (gran popolo di risparmiatori), valuta emessa in base alle riserve aurifere nazionali, inflazione relativamente sotto controllo,aziende quotate in borsa realmente legate ai bilanci , alla produttivita’ e agli investimenti e cosi’ via.Tutto questo e’ stato artificiosamente annullato nel tempo, per ovvi motivi, arrivando alla situazione odierna.Mi spiace dirlo, ma ci vorrebbe una Tachter italiana e,ripeto, osserviamo gli esempi positivi di altre nazioni piu’ lungimiranti di noi!!!