Le aspre e giuste critiche rivolte al governo per la manovra bis hanno iniziato ieri a ottenere ieri qualche significativo risultato. Nel lungo vertice tra Berlusconi, Bossi e Tremonti, ciascuno ha dovuto fare marcia indietro rispetto ad alcuni punti del testo che era stato varato. Esso comprendeva scelte in violento contrasto con le promesse elettorali del centrodestra, depressive per effetto sull’economia, inique perché aggravavano la pressione fiscale su chi, con aliquote tra le più alte nei Paesi avanzati,già le tasse le paga e sostiene una parte significativa dei consumi. Il centrodestra si apprestava ad alzare le aliquote delle imposte sia dirette sia indirette e ad introdurre anche una patrimoniale, mentre al contempo sblocca le tasse locali. Sarebbe stato un massacro sicuro: per i contribuenti prima, ma certo per il centrodestra poi.
E’ in particolare l’abolizione del cosiddetto contributo di solidarietà, che va considerata positivamente. Siamo stati molto critici sin dalla prima ora. Avevamo buone ragioni per picchiare duro, e solo grazie alle severe critiche il governo si è ricreduto sull’incredibile errore di considerare “ricco” da tosare chi ha un reddito di poco superiore ai 40 mila euro netti l’anno. Dopo le reazioni negative venute dalle parti politiche e dagli osservatori più disparati, Berlusconi si è reso conto che la misura non andava attenuata, come pensavano pezzi della maggioranza e autorevoli componenti del governo, che anche al sottoscritto avevano ribadito trattarsi di misura equa “contro i ricchi indifferenti alle condizioni del Paese”. La sovrattassa sul reddito andava semplicemente spazzata via. Ed è un bene che il premier si sia ravveduto. Almeno su questo.
Il secondo motivo di soddisfazione è che il governo abbia rimesso nel cassetto l’ipotesi di una cervellotica “tassa sull’evasione” elaborata dalla Lega, una tassa patrimoniale del tutto inattuabile visto che avrebbe dovuto prevedere un’istruttoria ad hoc per ogni contribuente, incrociandone stock patrimoniale e dichiarazioni dei redditi per elaborarne un’impensabile aliquota caso per caso.
La terza cosa buona è che finalmente si smorza l’ingiustificato veto leghista innalzato contro ogni ipotesi di innalzamento dell’età per i trattamenti previdenziali di anzianità, uno dei comparti invece su cui occorre intervenire con decisione, sia per le aumentate attese di vita sia per elementari esigenze di equità intergenerazionale, visti i costi crescenti che accolliamo ai giovani. Certo, il mancato computo del riscatto di laurea e militare per i requisiti di anzianità è solo un primo passo. Su questo il governo farebbe bene ad accogliere in parlamento emendamenti come quelli del terzo polo, parecchio più coraggiosi. Restiamo assolutamente ad anni luce di distanza da quella sostanziale parificazione a 67 anni in tre-quattro anni soli dei requisiti di anzianità e vecchiaia, che avrebbe dovuto costituire la scelta di elezione del centrodestra per dare equilibrio strutturale alla spesa – i saldi sarebbero stati di 60 e più miliardi di euro – e che avrebbe consentito di reperire al contempo risorse da destinare alla crescita, cioè a meno tasse e contribuiti per lavoro e impresa.
Veniamo alle altre ombre. L’abolizione totale delle Province e il dimezzamento dei parlamentari, prendendo la via obbligata della riforma costituzionale, è di pressoché impossibile assunzione in questa legislatura. I piccoli Comuni restano con sindaci e consiglieri, anche se con funzioni accorpate. Inoltre, al primo esame delle modifiche profonde assunte ieri, diventa per conseguenza obbligata una serissima vigilanza sui saldi finali da assicurare comunque invariati se non da migliorare, per l’azzeramento del deficit al 2013.
La rinuncia alla stangata sui redditi vale 3,8 miliardi di entrate in meno. Ai Comuni si promettono 2 miliardi almeno di minori tagli. Dall’altra parte, il mancato riscatto di leva e laurea per l’anzianità vale meno di un miliardo. Per altri 5 che mancano, il governo ha annunciato aggravi tributari alle cooperative di cui non si conosce il dettaglio, e infine un potenziamento delle misure antielusive con gettito lasciato in parte ai Comuni, e un giro di vite contro le società costituite a fini di frode per le intestazioni immobiliari e patrimoniali. Alla prima impressione, ci sono diversi miliardi aggiuntivi da lotta all’evasione, dunque di assai dubbia contabilità preventiva.
Meglio continuare gli occhi ben aperti. Nessuno, né Berlusconi, né Tremonti, néla Lega, esce bene dal susseguirsi di giravolte e autosmentite che da due mesi a questa parte hanno costituito il tragitto zigzagante della manovra e della manovra bis. Ai mercati e all’Europa è altra la certezza da dare, di sé come delle misure da assumere per ridare equilibrio ai conti pubblici italiani, e, soprattutto, per aumentare il nostro basso tasso di crescita ormai quindecennale. Il governo continua a dire no a un più deciso intervento previdenziale come a un intervento sull’Iva, che entrambi avrebbero potuto per esempio generare risorse da destinare all’abbattimento contributivo per l’assunzione di giovani. E poiché la crisi dei mercati è ben lungi dall’essere finita, il governo a questo punto farà bene se rafforzerà ulteriormente la manovra in Parlamento. Berlusconi ha evitato il peggio. Ma, per il meglio che ancora manca, di spazio e tempo ce n’è ancora. Sarebbe bene se il governo lo utilizzasse. Onore ai frondisti come Martino, Stracquadanio e Crosetto che han detto chiaro che con le sovrattasse loro il voto non lo danno. Ma ho come l’impressione che non è con questi zigzag da continuo piede sul burrone, che governo e maggioranza eviteranno il redde rationem per esser diventati la pallida farsa di ciò che avevano promesso agli elettori.
Non capisco questa presunta segretezza delle dichiarazioni dei redditi, perchè non dovrebbero essere pubbliche e accessibili a chiunque? Quale principio librale si andrebbe a violare, i redditi sono il frutto del proprio lavoro, manuale o intellettuale, possono essere frutto di investimenti, rendite etc, tutte attività cioè, che un cittadino svolge liberamente e alla luce del sole, certamente un mafioso non dichiarerà mai i proventi del traffico di droga, quinidi non vedo perchè se uno lavora onestamente ha paura di dichiarare i suoi redditi. Non penso sia una questione di privacy ma piuttosto deve essere una questione di trasparenza che dovremmo pretendere anzitutto dagli amministratori della cosa pubblica
@Alberto
Ho avuto modo per lavoro di frequentare la DDR dove si doveva parlare solo o di lavoro o del vento e della pioggia . Quando si era soli con qualche persona che si conosceva da tempo veniva fuori tutto il porcume di quel regime dove, tra le altre cose, tutti i cittadini erano spiati , le denuncie contro terzi per i più futili motivi erano all’ordine del giorno , dove si denunciavano anche i familiari se si litigava, dove esistevano milioni di dossier in mano alla STASI . I telefoni, la posta , i viaggi – proibiti quelli all’estero – erano controllati . Non c’erano delazioni fiscali perchè erano tutti poveri , dipendenti pubblici . In un viaggio a Cuba per vacanza , molti anni fa,il nostro gruppo aveva due accompagnatori che parlavano anche loro solo delle bellezze naturali di Cuba , ma quando non erano più insieme la musica era diversa e saltavano fuori un pò attenuate dal carattere non tedesco le stesse cose che avevo sentito nella DDR.
L’idea di vivere in un paese come questi mi fa schifo e mi fanno ribrezzo le persone che sognano questa fine per l’Italia.
Il ribrezzo è reciproco, non creda.@CLAUDIO DI CROCE
Caludio …lo stato è costosissimo ed incapace, i suoi uomini sono una corporazione(tranne poche eccezioni) che si protegge e promuove anche attraverso la dis-informazione di stato, tuttavia il vero problema è culturale, l’ Italiano “Medio-Mediocre” anche se interessato ad avere meno tasse nella difficoltà o nel bisogno, prima d’ogni altra opzione, corre dall’amico politico oppure dall’ avvocato che dice di conoscere “la gabola” per evitare questo o quello; forse esiste una tendenza secolare a cercare l’occasione l’affare senza investire ne danaro ne formazione e nemmeno il tempo ….potrei continuare ma mi viene il “voltastomaco”!
Se non si muta questa “forma mentis” potremo solo sprofondare,GOD bless ITALY!
Confermo quanto dice Claudio Croce. Ho anche io sentito stamane la trasmissione. Oscena (non la trasmissione ovviamente, ma quella parodia di soluzione proposta dal dr Titti, se ben ho capito il nome). Il dr Giannino ha chiaramente detto che ogni euro in più rubatoci andrà a rimpinguare l’inesauribile fame dei politici pro-tempore ad ogni livello. Altro che pareggio. E che il primo ladro è lo Stato. Sottoscrivo, certifico e firmo col sangue questa frase.
Chi ha votato questa gentaglia non si merita di meglio! (non lo dico da oggi e non sono assolutamente di centro-sinistra sia chiaro!).
Cmq per quale motivo la BCE non smette di comprare il nostro debito e inizia a venderlo in modo da spazzar via l’attuale governo e imporne uno tecnico che faccia tutte le riforme per decreto legge in pochi mesi? Cosa diavolo stanno aspettando? Solo loro possono liberarci!
PS Crosetto, Martino & company dove diavolo erano fino a ieri? Sulla luna?
NON CAPISCO PERCHE’ DOBBIAMO ACCETTARE CHE LA SOLUZIONE DEL DEBITO PUBBLICO DEBBA PASSARE PER LA PORTA SBAGLIATA, L’AUMENTO DELLE TASSE,(già insostenibile), E NON PER LA PORTA GIUSTA C’E’ UNA RIDUZIONE DI SPESA.
DOTT. GIANNINO MI PUO’ SPIEGARE PERCHE’ LA SPESA PUBBLICA CRESCE TUTTI GLI ANNI?
PERCHE’ QUANDO PARLIAMO DI TAGLI PARLIAMO SEMPRE DI TAGLI DELLA CRESCITA TENDENZIALE MAI DI RIDUZIONE, GIUSTO?
se l’AZIENDA ITALIA ha una spesa corrente di 850 miliardi di euro,con gli sprechi e la gestione della cosa pubblica all’italiana, credo che un manager di qualsiasi azienda medio-piccola italiana sarebbe in grado di tagliare e riorganizzare la spesa pubblica di un 10% (85 miliardi).
la prego di credermi non è una domanda retorica,
MA PERCHE’ ,ANCHE DAVANTI AL BARATRO, IN ITALIA QUESTO NON PUO’ ACCADERE?
grazie
SOLO COME ED A FUTURO PRO MEMORIA:
Ho fatto un indagine sulla tassazione delle pensioni in Europa. In Francia Germania e Sapagna la tassazione e’ 0%, mentre in Inghilterra c’e’ una tassa dall’ 1,3% al massimo sino all’ 1,6%. La pensione e’ una rendita finanziaria di quanto si e’ versato come contributi per cui al massimo va tassata come una rendita finanziaria (es: BOT) e non deve essere soggetta alle aliquote IRPEF come un reddito da lavoro. Nessuno dice o fa niente su questo importante argomento.
Qualche settimana fa, proposi qual’ cosa del genere, per tornare al 70% sul PIL, ma come gioco preferragostano e la cifra sarebbe stata di circa 18.000 euro/cranio mediamente; risparmieremmo circa 40 MLD annui di interesse sul debito, ma proposi di detrarre dalle tasse l’ importo in ratei annuali per 20 anni e quindi il risparmio netto sarebbe stato inferiore per lo Stato, ma di poco. Certo sarebbe stato necessario un patto di ferro con i contribuenti, ma questo Stato è inaffidabile e comunque non tagliando in modo mirato la spesa sanitaria, ad esempio secondo le indicazioni di Mario Baldassarri e non riformando il sistema pensionistico, i costi della politica inutile e recuperando l’ evasione, che sono le quattro gambe su cui si poggia l’ attuale disastrosa situazione, dopo qualche anno saremmo punto e accapo.@Costantino Gualano
@Alberto
@Alberto
Non ero sicuro che ci fosse qualcuno che sognava la DDR o Cuba , adesso lo so .
Mi sa che bisogna essere dei folli a credere ancora a questi politici di destra o sinistra che siano. A quale privato affideremmo altri soldi sapendo che con quelli che gli abbiamo già ceduto (…e sono una montagna: oltre il 50% di quelli che guadagniamo ogni anno) ci hanno condotto al fallimento oltre a una corruzione e a sprechi senza limite? Solo dei folli possono inoltre credere alla balla dell’evasione fiscale fonte di ogni male: spesa pubblica, sprechi e corruzione crescono ogni anno
Si faccia guardare da qualcuno bravo, lei è mentalmente confuso. @CLAUDIO DI CROCE
la malattia si chiama debito ! la cura è di ridurlo con ogni mezzo. Si comunci con la mannaia sui costi della politica. Poi contributo solidarietà a chi percepisce una pensione oltre un ovvio limite inf SENZA aver maturato il diritto di averla. Perchè io dovrò lavorare fino a 70 anni perchè qualcuno mantenga il diritto di esserci andato con pochi anni di contributi? obbligo di pareggio di bilancio da quest’anno ad ogni costo tagliando benefit,agevolazioni varie, 8 per mille e simili. Vendere una parte dell’oro di stato per pagare bond in scadenza. Poi eventualemte aumentare le tasse a chi già le paga.