Quel che rischia il ceto medio, con questo governo. E quel che faremmo noi.

Dal prossimo numero di Panorama.

D’accordo, a ogni manovra c’è chi esagera. Repubblica ma anche il Corriere, due settimane fa hanno impazzato. Per cinque giorni il quotidiano diretto da Ezio Mauro, per due quello da Ferruccio de Bortoli, hanno sparato pagine intere sui tagli da duemila a tremila euro a famiglia che deriverebbero dalla manovra. Dimenticando di dire che il più delle cifre veniva da simulazioni sulla riduzione lineare di deduzioni e detrazioni fiscali per 20 miliardi che il governo ha posto nel decreto legge a copertura dei saldi, invece che nella delega per finanziare la riforma fiscale com’era previsto nella versione originale. Dimenticando cioè di chiarire che quei tagli sono stati previsti solo per dare garanzia immediata ai mercati che comunque l’azzeramento del deficit si farà, non che l’intenzione di Tremonti e Berlusconi sia di farli davvero, perché al contrario il ministro dell’Economia ha sempre spiegato e ripetuto che è sula spesa che occorrerà incidere ancor più profondamente, che le deduzioni e detrazioni vanno ridotte scegliendo fior da fiore per levare a chi non ne ha bisogno, non per aggravare linearmente il carico fiscale alle famiglie povere e numerose. Ma ammettiamolo.I media e l’opposizione hanno fato bene a spara, è il governo che si è pazzescamene contraddetto.
Sarebbe stato non una ma cento volte meglio immolarsi sull’altare di tagli maggiori da subito e indirizzati su comparti strutturali, alzando l’età pensionabile a 70 anni in 5 anni e privatizzando patrimonio immobiliare pubblico, invece di evocare la minaccia di più tasse per 20 miliardi a famiglie e imprese. Non solo si regala un’arma facile all’opposizione. Che potrà dire: se ci votate, niente tagli lineari a chi già se la passa male ma una bella patrimoniale sui famigerati ricchi. Soprattutto, l’operazione è sbagliata perché esiste davvero, un grande rischio di impoverimento del ceto medio italiano. E lo sappiamo perché lo dicono i dati.

Preferisco non utilizzare i numeri “allarmati”, per esempio quelli elaborati dalla Caritas o dalla Cgi, due parrocchie contrapposte che fanno il loro mestiere. Fermiamoci ai dati Istat. Secondo i quali nel 2010 in Italia c’erano 8milioni 272mila individui in condizioni di povertà relativa pari all’11% delle famiglie italiane, e in condizioni di povertà assoluta 3 milioni 129mila persone pari a 1milione e centomila famiglie cioè il 4.6% del totale nazionale. E’ meglio capirsi su come si elaborano questi dati, che gli “allarmati” contestano come sempre capita in Italia, dove ciascuno produce dati a capocchia. L’Istat aggiorna da anni con criteri scientifici al potere d’acquisto e alle medie di spese personali e familiari questi due dati, che sono dunque attendibili. Per la povertà relativa, si aggiorna ogni anno una media di spesa procapite per consumi atti a una vita dignitosa, e l’anno scorso era pari a 992 euro a persona per mese: una famiglia è in condizioni di povertà relativa se due persone possono contare su un reddito pari alla spesa media mensile di una sola, e il coefficiente varia a seconda della numerosità familiare. Per la povertà assoluta, si calcola invece una media di spesa minimale procapite al mese, sotto la quale c’è l’impossibilità di una vita di qualunque tipo se non da clochard mendicante. Nell’anno scorso quel minimo vitale era pari a 786 euro al mese per adulto ch vive da solo in una grande città del Nord, 686 in un piccolo Comune settentrionale, 516 in un piccolo Comune meridionale.

Innanzitutto: questi dati sono in peggioramento rapido? L’Istat – non io – dice di no, guardando complessivamente al Paese. La povertà relativa era all’11% delle famiglie italiane nel 207 pre-crisi, e lì è rimasta. La povertà assoluita era al 4,1% nel 2007, e dal 2008 entrando nlla crisi è salita al 4.6%, e lì è rimasta. Questo non significa però affatto che non ci siano linee emergenti che dovrebbero indurre la politica – di qualunque colore – ad aguzzare occhi e orecchie, per capire a che cosa bisogna fare fronte. Innanzitutto perché è cresciuta la fascia dei “quasi relativamente poveri”. Chi sono? Le famiglie comprese entro una fascia superiore del solo 20% a quella media di 992 euro di spesa ogni due componenti al mese. In questa fascia c’è un altro 7,8% delle famiglie italiane, cioè altri 2 milioni di famiglie pari a 6,8 milioni di persone. E se sommiamo questi “quasi relativamente poveri” a coloro che lo sono già, arriviamo a 20 milioni di persone su un totale di 65 milioni di residenti. E’ dunque su questi 20 milioni, che dobbiamo fare un ragionamento per capire che cosa sta avvenendo nel ceto medio impoverito.

Qual è, l’identikit di chi a paragone degli altri se la sta passando peggio, cioè fatica più degli altri nell’ultimo anno a difendere reddito e consumi sul precedente? Innanzitutto chi ha famiglie numerose, visto che in un anno quelle con 5 figli e più passano in condizioni di povertà relativa dal 25% al 30%. Idem per le famiglie con membri aggregati, tipo anziani a carico, che passano dal 18% al 23% nella povertà relativa. C’è poi un problema generale nel Mezzogiorno, che registra percentuali doppie e triple del Nord: basta avere 3 figli, perché al Sud nel 2010 rispetto al 2009 la povertà relativa sia salita dal 36% addirittura al 47%.

Quanto alle condizioni di lavoro emerge in tutta Italia, e come al solito al Sud come una vera pandemia, il peggioramento delle famiglie in cui chi lavora esercita una professione autonoma: dal 6,2% del 2009 al 7,8% del 2010, e nel Sud la povertà relativa degli autonomi passa in un anno dal 19% al 23,6%. Per i pensionati, nelle famiglie in cui c’è un solo reddito da quiescenza il peggioramento è drastico: la povertà relativa passa dal 13,6% al 17%, quella assoluta dal 3,7 % a un terribile 6,2%.

Conclusione. L’emergenza famiglia nel ceto medio esiste e peggiora. Stiamo colpendo duro gli autonomi, additati come evasori ma in realtà vittime più degli altri della crisi, ed esposti a maggiori rischi previdenziali. In più, per i pensionati a basso assegno si apre un baratro, e impoveriscono anche i loro figli a bassa qualifica, nelle famiglie allargate. Tradotto: le deduzioni e detrazioni per carichi familiari vanno alzate, non abbassate, e tagliati al loro posto i trasferimenti a fondo perduto alle imprese. Per gli autonomi, la linea voluta dalla sinistra, dell’innalzamento contributivo avvicinandoli al lavoro dipendente, si traduce in una strage. Quanto ai pensionati, una parte dei 60-70 miliardi che si risparmiano se andiamo tutti in pensione a 70 anni al 2016 e non al 2050 come oggi previsto si può e si deve devolvere all’integrazione degli assegni al minimo. E il Sud ha un disperato bisogno, in generale, di aree franche fiscali. Altrimenti, per il ceto medio tra le maggiori tasse locali e nazionali saranno botte da orbi. Figuriamoci con la patrimoniale.

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73 risposte a Quel che rischia il ceto medio, con questo governo. E quel che faremmo noi.

  1. Piero scrive:

    @andrea

    SANTE PAROLE.. condivido 1000%…
    pensavo di essere il solo a pensarla così..
    ma 2 voti non basteranno a cambiar le cose..
    nel medio termine è già tutto scritto…
    commissariamento di fatto del paese..
    cacciata dall’europa..
    ristrutturazione del debito..
    svalutazione della moneta..
    povertà diffusa..

    solo DOPO magari x palingenesi forse risorgemero.. mà ?

  2. CLAUDIO DI CROCE scrive:

    @Logos
    Voi sinistri ripetete tutti i giorni che i giovani italiani sono in larga misura disoccupati ; dall’alto del suo intelletto mi vuole spiegare chi li mantiene ? come fanno a campare ? Lo sanno tutti : si fanno matenere dai genitori , dai nonni ( tanti pensionati ) dai contribuenti . E voi volete aumentarne il numero ? e chi li mantiene ? Sempre i soliti che ho detto prima .Gli immigrati sono la dimostrazione vivente della verità che tanti giovani italiani ( non tutti naturalmente ) non vogliono fare alcuni lavori che invece gli immigrati fanno e preferiscono continuare a farsi mantenere dagli altri. I lavori disponibili non sono ritenuti ” adeguati alle loro aspirazioni ” quindi questi fannulloni preferiscono farsi mantenere e sognare un “posto di paga ” – non di lavoro – in qualche ente pubblico ( dove molti dei presenti su questo blog ” lavorano ” )

  3. stefano tagliavini scrive:

    @Logos
    concordo in toto, ma come vedi, chi la pensa in un certo modo viene solo etichettato come sinistro. Non tutti sono in grado di comprendere certi discorsi, fattene una ragione.

  4. Guido Roccatagliata scrive:

    Ciao Oscar,
    Confermo; 70 per un operaio sono troppi!!! Perché non utilizziamo il tasso INAIL per parà strade le pensioni?

  5. Logos scrive:

    @CLAUDIO DI CROCE
    Non è il mio intelletto ma il mercato che ci sta giudicando. Oggi, 1/8/2011, spread sui Btp a 355 vs quello spagnolo a 365,5. Ma bravi, avete fatto meglio di Zapatero!!!!
    Riguardo ai giovani a casa, la ricetta è semplice e si chiama, guarda un pò, LIBERALIZZAZIONI. Le dice qualcosa? Sono 17 anni che aspettiamo. Ruby doveva ancora nascere.
    Molti giovani sono costretti a stare a casa. Le ricordo che ci sono gli albi professionali e le caste (notai, farmacisti, carabinieri, poliziotti, bancari, politici ecc.) che più o meno legittimamente si tramandano il “mestiere” di padre in figlio, modello “indian caste system”.
    Per quanto riguarda la gente che aspetta solo il posto nelle pubbliche amministrazioni, il suo discorso è in parte vero ma a ben guardare anche lì ci sono delle storture che ti “obbligano” a stare in casa ad aspettare. Le farò un paio di esempi. Se fossi laureato in lettere od altra materia umanistica, la mia unica chance nella società attuale sarebbe l’insegnamento, giusto? Bene, lo Stato per incarichi anche a tempo determinato (vedi supplenze) mi obbliga a non avere altra attività stabile, che ne so il cameriere la sera ed al weekend, pena il licenziamento (sic!) con tutto quello che comporta. Le ricordo che il pubblico impiego non è compatibile con altra attività.
    Lo stesso discorso, però, stranamente, non vale per alcune delle caste di cui sopra. Infatti, nel nostro caso, l’insegnamento è compatibile con tutte quelle professioni che richiedono l’iscrizione ad un albo professionale. Perché?
    La stessa cosa vale per i migliaia di laureati in giurisprudenza che non riescono o non possono iscriversi all’albo ed a cui non resta che aspirare, specie al sud, ad un posto fisso (leggi PA). Le ricordo che la bresciana ministra Gelmini, laureata in giurisprudenza come Tremonti, Berlusconi ecc., per paura di ciò, ha fatto l’esame di Stato a Catanzaro (ritenuta più “alla mano”).
    Dalle mie parti si dice che è più facile parlare che pensare e concludo con la storia del padre spirituale dell’economia di mercato, Adam Smith.
    Mr Smith, infatti, dopo una vita “spesa” per il mercato, concluse la sua parabola come precettore per una ricca e nobile famiglia, dunque, con un tranquillo “posto fisso”.
    Tragga lei le conclusioni.

    PS la finisca, lo dico per lei, con la storia dei sinistri e dei destri. E’ puerile e ridocolo alla sua età.

  6. CLAUDIO DI CROCE scrive:

    @Logos
    I cinque milioni di stranieri in Italia le dicono qualcosa , oppure pensa che siano tutti ladri ? Mi spiega perchè gli stranieri accettano lavori che i giovani italiani non vogliono fare ? Aspettavo il solito riferimento ai laureati in discipline prive di qualunque valore sul mercato del lavoro . Sono persone che sono state a carico dei contribuenti , dei genitori, dei nonni , per molti anni e adesso che potrebbero restituire almeno in parte quello che hanno ricevuto fanno gli schifiltosi e poverini vorrebbero insegnare ma non possono .Nessuno è obbligato come dice lei a stare a casa , lo fanno perchè è molto più comodo continuare a farsi mantenere e piangersi addosso e fare cortei di protesta In Italia lo sa quante sono le persone che percepiscono lo stipendio dal ministero della P. Istruzione ? sono quasi un milione , non le pare che bastino ? Lei è uno di quelli ? Le università in Italia sono troppe e sono state concepite per motivi clientelari e per dare uno stipendio a decine di migliaia di insegnanti mediocri .In Piemonte quando mi sono laureato io c’era una sola università adesso ce ne sono mi pare sei con tutti i costi che ne conseguono. In tutta Italia ce ne sono centinaia e moltissime hanno corsi con pochissimi studenti ma sempre tanti professori e tantissimi assistenti – pardon adesso si chiamano ricercatori , peccato che continuino a cercare tutta la vita e rarissimamente trovano qualcosa – .E lei crede che sia migliorata la qualità dei laureati , rispetto a quando c’era una selezione molto ma molto dura ?
    Saltando di palo in frasca parla dello spread , che forse sono i primi giorni che lo sente nominare , lasci perdere . Ritorni alla campagna per le nascite e alle medaglie per le famiglie numerose ; l’argomento , che non so perchè non nomina più, le si confà maggiormente in considerazione della sua ” preparazione ” in economia .
    Infine cosa mi vuol dire che Adam Smith ha preferito fare il dipendente ” pubblico ” e quindi hanno ragione i nostri poveri giovani a voler fare altrettanto ?

  7. Alberto scrive:

    Non è tutto informe ed uguale nel nostro territorio e le analisi vanno fatte con meno superficialità e pressapochismo da chi pretende di dare patenti di economia applicata ai fenomeni socioeconomici.
    Fornisco alcuni dati:
    - I dati sono rapportati ai PIL procapite macroregionali semplicemente con i rapporti Euro per acc.to/PIL procapite relativo alle tre macroregioni italiane; e’ un indice, ed i dati sono desunti anche dall’ artcolo dello studioqui riportato.
    -i valori PIL pro capite 2009 che sono 31.000/27.000/18.000 rendono chiare tre cose in un Paese dove i prezzi dei beni di consumo sono più o meno gli stessi, e dove i tassi di disoccupazione più o meno 5,5/8/12(nord/centro/sud) per i giovani più o meno rispettivamente 18/30/40 rispecchiano i rapporti dei PIL macroregionali; che è necessariamente a sud che la gente deve arrangiarsi che l’occupazione sommersa è ampia e che la criminalità alligna in questo tessuto per crescere e fare i suoi affari.

    Ma risulta interessante il fatto che fatto 100 il PIL procapite Nord abbiamo al Centro (27000-31000)/31000= – 12,9% ed al Sud (18000-31000)/31000= – 41,9% semplice no?;

    ed il sud soprattutto, è in grave difficoltà ed è immerso in un’ evasione diffusa e nel nero per sopperire a carenze strutturali e di iniziativa imprenditoriale e in definitiva per campare?

    Purtroppo l’ Italia è divisa in tre realtà diverse sotto il profilo economico generale ed in tempi terribili come questi, sarà difficile evitare che sostanzialmente si spacchi e si federalizzi in tre macroregioni, se va bene e non si arriva alla secessione.
    Questo stato delle cose, se fin’ora ha retto, temo che oggi ed in futuro non reggerà più e tutte le categorie che oggi guidano la tassazione nazionale, saranno travolte; cosa si vuole che ormai gliene freghi al Nord dell’ Irap, o di altri balzelli e delle pastoie di uno Stato elefantiaco, questi vogliono e sono pronti a fare il culo al mondo e non posso dare loro torto quando dicono che non vogliono più la palla al piede del Sud. Col Sud faranno affari, questo si, ma solo questo.

    Ho varie volte espresso la mia idea, di Fisco ideale, trasparente e giusto, ma ho anche detto e quì lo riaffermo che ormai è tardi, troppo ed irrimediabilmente tardi, l’evasione se ne è ormai fuggita come i buoi dal recinto e da decenni e quindi anche per questo motivo ormai siamo alla frutta, siamo al baratro come tutti possiamo osservare.

  8. Piero scrive:

    @stefano tagliavini

    il punto è che chi si è attaccato ad una fede (sia essa comunista o berlusconiana qualunque altra fede) negherà con maggior forza i fatti tanto più si accorgerà che aveva sbagliato.. è una questione esistenziale..
    da un certo punto di vista riguarda almeno un pò tutti noi..
    anche Oscar che ha sicuramente cultura ci ha messo molto molto tempo (e non ha ancora finito il suo percorso di emancipazione) prima di accettare che Silvio non faceva la rivoluzione Liberale (che in buona parte condivido) ma i fatti suoi economico/giudiziari.. e quelli dei suoi capi bastone..
    stessa storia di chi dall’altra parte non vede che pure il Pd è un partito d’affari (ma con una struttura di interessi più diffusa rispetto al Pdl che è + concentrato)..

  9. Alberto scrive:

    Proseguendo il discorso sull’ evasione fiscale, che si perpetua da 60 anni, anche quando la tassazione era bassissima, e che ha fortemente contribuito alla nostra crisi, insieme allo sperpero pubblico, certamente, fornisco alcuni dati, basati sulla statistica dello scostamento medio tra dichiarato ed accertato, diviso tra le varie macro categorie di contribuenti
    Quindi vediamo questi dati;
    Nel settore grandi contribuenti abbiamo:
    Nord-1.485.000 Euro/acc.;Centro-2.460.000 Euro/acc.;Sud- 1.255.872;
    Nel settore medi contribuenti abbiamo:
    Nord- 323.338 Euro/acc.; 349.190 Euro/acc.; Sud- 442.050 Euro/acc.;
    Nel settore piccole aziende e professionisti abbiamo:
    Nord- 64.461 Euro/acc.;Centro- 113.351 Euro/acc.; Sud- 42.073Euro/acc.;
    Nel settore persone fisiche abbiamo:
    Nord- 6.875 Euro/acc.;Centro- 6.929Euro/acc.; Sud- 5.840 Euro/acc.;

    Credo sia opportuno riferire quei dati al PIL pro capite delle macroregioni:

    http://web.mclink.it/MN8456/comunicati/2009/giugno/12_06_09_comunicato_anticipazioni_rapporto.pdf

    Dati 2008:
    Nord 31.000 Euro procapite ; Centro 27.000 Euro procapite ; Sud 18.000 Euro procapite;

    Grandi aziende abbiamo( questi dati rappresentano indici di tendenza ad evadere e non valori in euro) trattasi di coefficiente da me proposto in modo originale:
    Nord 47,9 ; Centro 91,11 ; Sud 69,77;
    Medie aziende:
    Nord 10,43 ; Centro 12,93 ; Sud 24,55;
    Piccole aziende e prof.
    Nord 2,07 ; Centro 4,198 ; Sud 2,47;
    Persone fisiche:
    Nord 0,22; Centro 0,25 ; Sud 0,32;
    Questi valori più sono alti, più danno un’ idea della tendenza all’ evasività dei soggetti considerati nelle macroregioni, intesi come grandi contribuenti, medi, piccoli e singoli e rapportati al reddito delle aree.
    Da questi dati emerge che i più virtuosi sono i nordisti, sempre. Al centro sono invece molto evasivi in assoluto come aziende e professionisti ( ad eccezione delle medie aziende dove prevale largamente il sud), mentre la evasività delle persone fisiche, come singoli soggetti, è maggiore a sud; in particolare fatto 100 il valore 0,22 a nord il singolo al centro evade [(0,25-0,22)/0,22]x100=13,6% in più; Il singolo a sud evade [(0,32-0,22)/0,22]x100=45,45% in più.
    Quest’ ultima è l’evasione più diffusa e che da l’ idea di come nelle varie aree sia facente parte del tessuto sociale.
    Resta il fatto che al centro, professionisti, piccole, medie e grandi aziende, danno una pessima rappresentazione di sé.
    Ripeto, senza un fisco efficiente e trasparente, le questioni annose che ogni anno ci ritroviamo sul tappeto, non saranno mai risolte e le tasse non potranno mai essere ridotte.

  10. Alberto scrive:

    Il link SVIMEZ, che ho citato, lo ripeto qui, perchè nel prec.te post, non si collega:

    http://www.legacoopsocialisardegna.it/back_end/files_news/336.pdf

  11. Logos scrive:

    @CLAUDIO DI CROCE
    Oggi che le scrivo lo spread è arrivato a 384. Il problema è che i mercati non leggono Libero o il Giornale del mitico Sallusti. I “liberi” servi di zio Silvio. Il suo è un perfetto delirio in stile P2L.
    La battaglia per la famiglia, in realtà, dovrebbe essere la vostra, visto che siete sempre pronti a battervi il petto in nome di questa, salvo poi andare a puttane la sera. Iniziamo a chiamare le cose per quello che sono. Una politica per sostenere la maternità esiste in tutti i paesi civili. Sulle persone che vogliono solo infilarsi nelle pubbliche amministrazioni le ho dato, in parte, ragione, sa leggere? Però, vede, non esiste solo il rosso ed il nero come qualcuno vorrebbe farci credere, è troppo comodo. I giovani patiscono una riforma Biagi fatta a metà, con un minimo sindacale intorno ai 650 euro mensili (faccia il calcolo orario e si ritroverà di colpo in Polonia) ed altre mille forme di discriminazione, a partire dall’accesso al credito ad esempio. Che ci vuoi fare, siamo nelle mani di un certo Maurizio Sacconi, una vita spesa nel PSI e zero contributi versati all’INPS. Per le lauree inutili, non esprimo un giudizio, non sono moralista come certi che si spacciano per liberali. Le vorrei solo ricordare che Tremonti, Berlusconi sono laureati in giurisprudenza e che il grande Marchionne è laureato in filosofia. Qualche libro farebbe comodo anche a lei. I suoi discorsi sull’immigrazione sono simili a quelli che fanno i leghisti ai vaccai della Valsassina, con rispetto per questi ultimi.
    La storia di Smith è utile in questo. Le ho già detto che parlare è più facile che pensare.
    Che si dice all’Olivetti? Lavoro flessibile, sistema pensionistico contributivo, età pensionabile a 70 anni, competitività? Ah, già, voi siete stati spazzati via dal mercato asiatico…mi scusi.

  12. Alberto scrive:

    Per i dati sul fisco macroregionale, sono desunti dal presente articolo.

    http://www.nuovofiscooggi.it/attualita/articolo/lotta-allevasione-gli-incassi-2009-mappa-dei-dati-regione-regione

  13. Alberto scrive:

    I dati macroregionali sulla differenza tra dichiarato ed accertato sono desunti dal seguente articolo:
    http://www.nuovofiscooggi.it/attualita/articolo/lotta-allevasione-gli-incassi-2009-mappa-dei-dati-regione-regione

  14. CLAUDIO DI CROCE scrive:

    @Logos
    Ero sicuro che lei fosse un pubblico dipendente e magari sindacalista della CGIL scuola . L’Olivetti ha avuto la disgrazia di essere guidata dal campione della libera informazione , il famoso editore italosvizzero , conosciuto nel canavese come il ladrone , che ne è diventato il becchino. Non mi ripeto sui giovani fannulloni che preferiscono farsi mantenere piuttosto che lavorare con i vaccai , come fanno gli stranieri .In linguaggio corretto i mantenuti si chiamano papponi o prostitute ,sia di giorno che di notte , faccia lei.
    E’ evidente che lei predilige la “cultura ” umanistica , cioè quella che permette a persone che non sanno fare nulla di vivere alla grande con un ” posto pubblico ” facendosi mantenere da quelli che orrore! ! ! si sporcano le mani.
    Avanti ,proponga una ovazione pubblica, un ricevimento al Quirinale e una medaglia per il decimo figlio e si faccia spiegare come faceva il PNF nel ventennio per avere dieci milioni di baionette ( chieda dettagli al compagno della sorella di tulliani .)

  15. Andrea scrive:

    @Piero
    Caro Piero e carissimi tutti,
    ho idee molto diverse dalle tue ma mi sembri uno che non ha perso il senno, quindi mi sei molto simpatico… allora se vuoi, se volete, vi racconto la mia storia che è, forse, lo specchio di un paese:
    1) ho una laurea in chimica ben presa( tempi giusti e voto molto alto)
    2) oggi per guadagnare qualcosa più dei 1200 euro mese che ti danno come analista ho una mia attività (P.IVA) su cui, siccome sono terzista(lavoro per aziende), pago il 100% del dovuto (rispetto a quando ero dipendente delle stesse aziende, oggi, pago un 20-30% in più di tasse!!) così per integrare sono insegante precarissimo..
    3)Nell’anno 2010-2011 assieme ad una mia collega, precaria pure lei, abbiamo bocciato 12 ragazzi su 24 (alcuni avevano voto sufficente solo in ed fisica..altri no sapevano scrivere, nel senso che non erano in grado di scrivere una frase di senso compiuto nella loro lingua madre!!)
    4) Alla notizia delle bocciature c’è stata la rivolta di tutti …genitori, alunni e colleghi.. i colleghi sono quelli a tempo indeterminato, essi hanno il terrore di essere trasferiti nella scuola, più grande, a 10-15Km di distanza!!
    Il nostro paese è marcio dalla radice, troppi sono arroccati nella difesa di un mondo che non esiste più, infatti oggi se sei laureato ecc… quanti sono ogni anno i laureati Indiani che farebbero carte false per fare quel che faccio io??
    Dobbiamo capire che è il momento della verità per noi tutti, non solo per Silvio, e che da questa crisi si esce solo con molta umiltà non certo con le soluzioni facili del tipo ” togliamo i privilegi alla politica oppure alle rendite(che non son rendite)” perchè se si assumo 100.000 inseganti di ItaGliano si produrrà tanto debito da sfamare due ItaGlie ed i ragazzi continueranno a scrivere come io scrivevo in 5° elementare.
    SE NE ESCE SOLO CON RIGORE, ECCELLENZA EC ETICA … sono tre parole ma se le metti in pratica nella vita di tutti i giorni …è una bella fatica e siamo in pochi a provarci troppo pochi….
    Saluti a tutti e scusate le imprecisioni dovute alla fretta.

  16. Logos scrive:

    @CLAUDIO DI CROCE
    Si, sono sindacalista, negro ed anche froncio. Caro sig. Di Croce il pregiudizio è sintomo di ignoranza. La gente come lei non potrà mai essere liberale, scometto che non sa nemmeno cosa s’intende con ciò! La vostra maggioranza ha legificato su tutto, anche sulla morte. Alla faccia dei liberali. Mi fermo, a lavare l’asino si perde l’acqua ed il sapone.

  17. stefano tagliavini scrive:

    @Logos
    Mi associo.

  18. Logos scrive:

    @Logos
    mi scuso per “froncio” (frocio) e “scometto” (scommetto). Lo vede che qualche libro serve anche a me!

  19. Alberto scrive:

    Andrea, sei giovane e molto in gamba; vorrei che mio figlio ti somigliasse.@Andrea

  20. Silvano scrive:

    Chi si e’ laureato e rifiuta un posto perche’ non lo ritiene “degno” con la propria qualifica e’ semplicemente un disoccupato volontario. Non esiste il diritto di ribaltare le proprie aspettative disilluse sulla societa’. Nessuno obbliga nessuno a tentare di fare l’insegnante. Se non ci riesci amen. Non te l’ha ordinato il dottore di vendere i gelati agli eschimesi, non e’ una buona scusa per aspettare il prossimo giro della ruota. Il mercato del lavoro non e’ il gioco dell’oca.

  21. CLAUDIO DI CROCE scrive:

    @Silvano
    Sono ovviamente d’accordo : è una questione di buon senso e di onestà verso sè stessi e gli altri. Si capisce chiaramente che molti frequentatori di questo blog sono dipendenti pubblici e sognano per i figli un ” posto ” nella PA;, sempre meglio che lavorare .

  22. CLAUDIO DI CROCE scrive:

    @Logos
    Il fatto di essere un pederastra riguarda solo i vari orifizi del suo corpo e di quello del suo compagno ; non è argomento di questo blog ma caso mai di quello di Vendola , provi là.

  23. Sergio scrive:

    @CLAUDIO DI CROCE
    Se non sa rispondere non faccia battute da asilo infantile

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