Commenti a: Le lobby saranno pure democrazia, ma non sono libertà /2011/06/21/le-lobby-saranno-pure-democrazia-ma-non-sono-liberta/ diretto da Oscar Giannino Tue, 28 Jun 2011 21:01:51 +0200 hourly 1 http://wordpress.org/?v=3.0.4 Di: mario unnia /2011/06/21/le-lobby-saranno-pure-democrazia-ma-non-sono-liberta/comment-page-1/#comment-16583 mario unnia Wed, 22 Jun 2011 16:14:40 +0000 /?p=9336#comment-16583 Rispondo a Monsurrò tenendo presente la sua replica al mio commento al contributo di Anna Chirico. Ricordo che la concezione della 'democrazia degli interessi' si sposa alla concezione della 'democrazia dei territori'. Ogni cittadino è infatti definito dalla sua residenza in un territorio, che diventa residenza fiscale, e dall'attività che svolge, ovvero dall'appartenenza ad un ceto professionale, ad un sindacato, ad una corporazione, chiamiamola come si vuole. Sono queste le due dimensioni sulle quali si stabilisce il rapporto cittadino-stato. Non ne servono altre, a meno che lo stato persegua l'obiettivo nefasto di cambiare la società. Ne consegue che la rappresentanza deve essere duplice, territoriale e corporativa. In questo contesto non hanno più ragion d'essere le lobby. Tra i territori e le corporazioni si sviluppa una negoziazione, nella quale hanno un peso i singoli territori e interessi, e le alleanze tra territori e interessi. In questo senso i voti si pesano, e il peso degli interessi forti può sempre essere bilanciato dal peso degli interessi meno forti associati. Va da sè che lo stato, 'minimo' nelle finalità e nella gestione, ha struttura confederale e la società ha un assetto corporativo. La nostra Carta è quanto mai lontana da questo profilo, ed esistono diffide a citare corporazioni e confederalismo. Eppure una riflessione in proposito non sarebbe male in sede di bilancio della prima e della seconda repubblica, che ha visto il trionfo della partitocrazia e l'anarchico scontro tra interessi e tra lobby. Rispondo a Monsurrò tenendo presente la sua replica al mio commento al contributo di Anna Chirico. Ricordo che la concezione della ‘democrazia degli interessi’ si sposa alla concezione della ‘democrazia dei territori’. Ogni cittadino è infatti definito dalla sua residenza in un territorio, che diventa residenza fiscale, e dall’attività che svolge, ovvero dall’appartenenza ad un ceto professionale, ad un sindacato, ad una corporazione, chiamiamola come si vuole. Sono queste le due dimensioni sulle quali si stabilisce il rapporto cittadino-stato. Non ne servono altre, a meno che lo stato persegua l’obiettivo nefasto di cambiare la società. Ne consegue che la rappresentanza deve essere duplice, territoriale e corporativa. In questo contesto non hanno più ragion d’essere le lobby.
Tra i territori e le corporazioni si sviluppa una negoziazione, nella quale hanno un peso i singoli territori e interessi, e le alleanze tra territori e interessi. In questo senso i voti si pesano, e il peso degli interessi forti può sempre essere bilanciato dal peso degli interessi meno forti associati. Va da sè che lo stato, ‘minimo’ nelle finalità e nella gestione, ha struttura confederale e la società ha un assetto corporativo.
La nostra Carta è quanto mai lontana da questo profilo, ed esistono diffide a citare corporazioni e confederalismo. Eppure una riflessione in proposito non sarebbe male in sede di bilancio della prima e della seconda repubblica, che ha visto il trionfo della partitocrazia e l’anarchico scontro tra interessi e tra lobby.

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Di: Pietro Monsurrò /2011/06/21/le-lobby-saranno-pure-democrazia-ma-non-sono-liberta/comment-page-1/#comment-16572 Pietro Monsurrò Wed, 22 Jun 2011 10:18:08 +0000 /?p=9336#comment-16572 Sono almeno 40 anni che la letteratura sulla public choice insiste sul rent seeking, il parassitismo, le rendite politiche, i gruppi di pressione... non è che il mondo si è svegliato oggi a guardare le lobbies. Io ho citato analisi di Madison e di Bastiat sull'argomento che risalgono al XVIII e al XIX secolo, e nella prima metà del XX era tutto molto chiaro a Mises anche prima della Public Choice. Il problema è che il realismo politico è considerato "brutto", e illudersi che la politica sia una cosa bella e sana è considerato uno strumento efficace per renderla effettivamente bella e sana. Io preferisco il realismo e per fortuna è una tradizione di pensiero molto diffusa. Sono almeno 40 anni che la letteratura sulla public choice insiste sul rent seeking, il parassitismo, le rendite politiche, i gruppi di pressione… non è che il mondo si è svegliato oggi a guardare le lobbies. Io ho citato analisi di Madison e di Bastiat sull’argomento che risalgono al XVIII e al XIX secolo, e nella prima metà del XX era tutto molto chiaro a Mises anche prima della Public Choice.

Il problema è che il realismo politico è considerato “brutto”, e illudersi che la politica sia una cosa bella e sana è considerato uno strumento efficace per renderla effettivamente bella e sana. Io preferisco il realismo e per fortuna è una tradizione di pensiero molto diffusa.

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Di: stefano tagliavini /2011/06/21/le-lobby-saranno-pure-democrazia-ma-non-sono-liberta/comment-page-1/#comment-16571 stefano tagliavini Wed, 22 Jun 2011 10:02:12 +0000 /?p=9336#comment-16571 <a href="#comment-16569" rel="nofollow">@pietro27 </a> Lei ha perfettamente ragione quando pone la domanda dove siamo vissuti fino a oggi. Le lobby intese come gruppi di potere che esercitano pressioni sul potere politico per ottenere benefici o leggi a proprio favore, non sono certamente un 'invenzione di oggi. Concordo anche sul fatto che il sistema per primo deve essere a tutela del cittadino e non contro. ieri sera a Ballarò da una parte c'era chi affermava la pericolosità di sistemi collusi con il potere che agiscono nell'ombra e dall'altro chi ignorava tutto questo preferendo parlare di economia. Io credo che nessun problema economico possa essere risolto se prima non concordiamo sulle basi giuridiche e morali di un paese. Se questo non avviene e ci occupiamo d'altro, allora il rischio che il sistema pur legittimato dal voto dei cittadini si manifesti contro gli interessi di quest'ultimi è molto più di un pericolo. L'idea di esercitare un potere di revoca è suggestivo ma non credo sia sufficiente se prima non esiste una trasparenza della vita pubblica, cosa che allo stato attuale è difficile da attuare. Quando si parla di merito, di regole condivise e fatte osservare, si cerca di indicare una strada che potrebbe impedire il verificarsi di queste problematiche. @pietro27
Lei ha perfettamente ragione quando pone la domanda dove siamo vissuti fino a oggi. Le lobby intese come gruppi di potere che esercitano pressioni sul potere politico per ottenere benefici o leggi a proprio favore, non sono certamente un ‘invenzione di oggi. Concordo anche sul fatto che il sistema per primo deve essere a tutela del cittadino e non contro. ieri sera a Ballarò da una parte c’era chi affermava la pericolosità di sistemi collusi con il potere che agiscono nell’ombra e dall’altro chi ignorava tutto questo preferendo parlare di economia. Io credo che nessun problema economico possa essere risolto se prima non concordiamo sulle basi giuridiche e morali di un paese. Se questo non avviene e ci occupiamo d’altro, allora il rischio che il sistema pur legittimato dal voto dei cittadini si manifesti contro gli interessi di quest’ultimi è molto più di un pericolo. L’idea di esercitare un potere di revoca è suggestivo ma non credo sia sufficiente se prima non esiste una trasparenza della vita pubblica, cosa che allo stato attuale è difficile da attuare. Quando si parla di merito, di regole condivise e fatte osservare, si cerca di indicare una strada che potrebbe impedire il verificarsi di queste problematiche.

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Di: pietro27 /2011/06/21/le-lobby-saranno-pure-democrazia-ma-non-sono-liberta/comment-page-1/#comment-16569 pietro27 Wed, 22 Jun 2011 07:58:51 +0000 /?p=9336#comment-16569 parliamo di lobby perchè adesso c'è questo famoso scandalo!!! scusate ma fino ad oggi dove siamo vissuti!! qualcuno mi dica quale stato o quale azienda non metta in atto meccanismi di vendere i suoi prodotti! esistono i possessori dell'energia, dei semi, ecc. ecc. senza che nessuno alzi il velo o apra il dibattito su questi aspetti veramente seri del nostro vivere. Apriamo i giornali e molti dei giornalisti hanno il cognome di celebri politici o grand commis! entriamo nelle università negli ospedali nel pubblico e ci sono famiglie intere e generazioni che occupano i posti. Si se ne è parlato ma la stessa lobby che ha aperto il giornale con le notizie, poi lo ha chiuso. Ora mi devo preoccupare se la lobby è contro la democrazia quando tutto il sistema è contro il cittadino? sono esterefatto. Forse al diritto di delega che è il voto allo stesso modo di deve offrire al cittadino la revoca. Senza di questo la democrazia è vuota. Puro esercizio di potere tra gruppi. parliamo di lobby perchè adesso c’è questo famoso scandalo!!! scusate ma fino ad oggi dove siamo vissuti!! qualcuno mi dica quale stato o quale azienda non metta in atto meccanismi di vendere i suoi prodotti! esistono i possessori dell’energia, dei semi, ecc. ecc. senza che nessuno alzi il velo o apra il dibattito su questi aspetti veramente seri del nostro vivere. Apriamo i giornali e molti dei giornalisti hanno il cognome di celebri politici o grand commis! entriamo nelle università negli ospedali nel pubblico e ci sono famiglie intere e generazioni che occupano i posti. Si se ne è parlato ma la stessa lobby che ha aperto il giornale con le notizie, poi lo ha chiuso. Ora mi devo preoccupare se la lobby è contro la democrazia quando tutto il sistema è contro il cittadino? sono esterefatto. Forse al diritto di delega che è il voto allo stesso modo di deve offrire al cittadino la revoca. Senza di questo la democrazia è vuota. Puro esercizio di potere tra gruppi.

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Di: Emilio Odescalchi /2011/06/21/le-lobby-saranno-pure-democrazia-ma-non-sono-liberta/comment-page-1/#comment-16547 Emilio Odescalchi Tue, 21 Jun 2011 18:10:26 +0000 /?p=9336#comment-16547 A questo proposito invito tutti a cercare "Teorema Di Arrow", che conferma l'impossibilità della Democrazia, più la curva di Arney, e se volete esagerare il modello "Predatori-Predati", di Lotka Volterra. Per semplificare, la stessa parola KRAZIA, (POTERE), contiene sottesa la violenza di una parte su un'altra. Auguri a chi non "molla". A questo proposito invito tutti a cercare “Teorema Di Arrow”, che conferma l’impossibilità della Democrazia, più la curva di Arney, e se volete esagerare il modello “Predatori-Predati”, di Lotka Volterra. Per semplificare, la stessa parola KRAZIA, (POTERE), contiene sottesa la violenza di una parte su un’altra.
Auguri a chi non “molla”.

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Di: baron litron /2011/06/21/le-lobby-saranno-pure-democrazia-ma-non-sono-liberta/comment-page-1/#comment-16546 baron litron Tue, 21 Jun 2011 17:37:57 +0000 /?p=9336#comment-16546 ma la democrazia non è necessariamente indice di libertà, anzi.... quando addirittura si arriva all'alternativa tra democrazia corporativa e Grande Legislatore, io trovo che è miglior garante delle libertà individuali il secondo, nel senso di un governo fatto di tecnici, non scelti dal popolo (e quindi non soggetti a cedere ad interessi personali o corporativi o partitici), che si occupi unicamente di programmare ed amministrare, lasciando i cittadini liberi delle loro libertà fondamentali: muoversi all'interno delle leggi, all'interno di esse perseguire i propri interessi, all'interno di esse assumersi le conseguenze delle proprie azioni. la democrazia, il voto com'è inteso adesso non è altro che un'immane presa in giro, concimata da falsità, malevolenza e odio civile e tesa unicamente al predominio di una classe politica scipita, insulsa, impreparata e votata soltanto per l'apparenza o l'appartenenza. che opera oltretutto in un sistema, per focalizzarsi sull'Italia, nato come sistema corporativista con adeguata rappresentanza in "parlamento", e rimasto corporativista nei fatti ma senza più la rappresentanza, cosa che ha causato la schizofrenia dell'economia (corporativa senza riferimento) e lo strapotere dei partiti (politica senza riferimenti nella società produttiva). alla fine della guerra si poteva scegliere se mantenere l'economia corporativa (di per sé funzionante) preservando (magari con opportune riforme) la forma corporativa dello stato, oppure se aprire a una forma di stato "democratica", ma facendola seguire da una riforma in senso capitalista o mercantilista dell'economia (con lobbies più o meno esplicite e ufficiali). s'è scelto di prendere la gente per i fondelli, illudendola di contare qualcosa col voto, e di mantenere la struttura che all'economia e allo stato aveva dato il PNF (cosa graditissima ai partiti, che dovettero soltanto accordarsi sul come spartirsi tra 5 o 6 il potere economico che prima era di uno solo). sindacato e padronato si accodarono entusiasti (vuoi mettere la possibilità di giocare sempre e comunque protetti dalla vera concorrenza, utilizzando semplicemente le strutture già esistenti delle corporazioni?), e il tutto venne venduto come vittoria della democrazie e della libertà. una schifezza, invece, a mio modesto parere, una schifeza che paghiamo adesso e che non riusciamo più a cambiare, dopo più di 80 anni di rodaggio e funzionamento. e allora, facciamo che tornare alla camera dei fasci e delle corporazioni, sarenne se non altro un sussulto di onestà intellettuale (e non costerebbe nemmeno tanta fatica a tanti "Politici" di professione, a cambiar sigla ormai ci sono ben abituati, come a sedere nei cda di tante aziende....) ma la democrazia non è necessariamente indice di libertà, anzi….
quando addirittura si arriva all’alternativa tra democrazia corporativa e Grande Legislatore, io trovo che è miglior garante delle libertà individuali il secondo, nel senso di un governo fatto di tecnici, non scelti dal popolo (e quindi non soggetti a cedere ad interessi personali o corporativi o partitici), che si occupi unicamente di programmare ed amministrare, lasciando i cittadini liberi delle loro libertà fondamentali: muoversi all’interno delle leggi, all’interno di esse perseguire i propri interessi, all’interno di esse assumersi le conseguenze delle proprie azioni. la democrazia, il voto com’è inteso adesso non è altro che un’immane presa in giro, concimata da falsità, malevolenza e odio civile e tesa unicamente al predominio di una classe politica scipita, insulsa, impreparata e votata soltanto per l’apparenza o l’appartenenza.
che opera oltretutto in un sistema, per focalizzarsi sull’Italia, nato come sistema corporativista con adeguata rappresentanza in “parlamento”, e rimasto corporativista nei fatti ma senza più la rappresentanza, cosa che ha causato la schizofrenia dell’economia (corporativa senza riferimento) e lo strapotere dei partiti (politica senza riferimenti nella società produttiva).
alla fine della guerra si poteva scegliere se mantenere l’economia corporativa (di per sé funzionante) preservando (magari con opportune riforme) la forma corporativa dello stato, oppure se aprire a una forma di stato “democratica”, ma facendola seguire da una riforma in senso capitalista o mercantilista dell’economia (con lobbies più o meno esplicite e ufficiali).
s’è scelto di prendere la gente per i fondelli, illudendola di contare qualcosa col voto, e di mantenere la struttura che all’economia e allo stato aveva dato il PNF (cosa graditissima ai partiti, che dovettero soltanto accordarsi sul come spartirsi tra 5 o 6 il potere economico che prima era di uno solo). sindacato e padronato si accodarono entusiasti (vuoi mettere la possibilità di giocare sempre e comunque protetti dalla vera concorrenza, utilizzando semplicemente le strutture già esistenti delle corporazioni?), e il tutto venne venduto come vittoria della democrazie e della libertà.
una schifezza, invece, a mio modesto parere, una schifeza che paghiamo adesso e che non riusciamo più a cambiare, dopo più di 80 anni di rodaggio e funzionamento.
e allora, facciamo che tornare alla camera dei fasci e delle corporazioni, sarenne se non altro un sussulto di onestà intellettuale (e non costerebbe nemmeno tanta fatica a tanti “Politici” di professione, a cambiar sigla ormai ci sono ben abituati, come a sedere nei cda di tante aziende….)

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