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Draghi, credibilitĂ  e riforme inascoltate

Sul numero di Panorama Economy in uscita domani, il mio commento a Draghi.

Cinque buoni anni. E’ questo il bilancio lasciato da Mario Draghi alla Banca d’Italia, con le sue ultime considerazioni finali prima di divenire presidente della BCE. Ancora una volta, il suo, un testo asciutto. Appena più lungo di quelli cui ci aveva abituati, così diversi dalle lunghe analisi di Antonio Fazio, appunto perché si è trattato di aggiungervi il bilancio del quinquennio, unendo per il centocinquantesimo italiano le parole di Cavour alla lezione di Ciampi, accompagnato in sala da Draghi stesso.

Il declino italiano non è ineluttabile, tornare a crescere si può e si deve. Su questo, Draghi non ha riservato sorprese.  L’aggiornamento consiste nel forte appoggio al pareggio del bilancio al 2014 posto da Giulio Tremonti come obiettivo dell’Italia in Europa, il che comporta un taglio della spesa primaria corrente al netto degli interessi  del 5%, riportandola al livello di inizio decennio. E’ lo stesso appoggio venuto da Confindustria, e sarĂ  utile nei prossimi mesi, viste le nubi che nella maggioranza post voto si addensano sul capo di Tremonti, accusato di troppo rigore. Al contempo, Draghi e la Marcegaglia hanno concordato al millimetro anche nel giudizio, però, che i tagli lineari sono l’opposto di ciò che serve: cioè un accurato esame voce per voce della spesa corrente, per concentrare lo Stato laddove dovrebbe essere presente ed efficiente ma non c’è, e tagliarlo molto invece nell’infinitĂ  di settori in cui c’è ma non dovrebbe esserci. Di questa azione capillare di revisione dello Stato – annunciata da 17 anni puntualmente a ogni elezione – non è umanamente pensabile da parte mia che sia capace il centrodestra oggi dopo la botta elettorale, al terzo anno di legislatura, con la forte crisi d’immagine e sostanza e credibilitĂ  di Berlusconi. La sinistra uscita vincente dalle urne amministrative, sterzata su antagonismo e giustizialismo, mi pare lontanissima da una revisione dello Stato capace di alleviarci di punti di Pil di spesa pubblica e tasse. Dunque, il quadro è fosco. E di questo si è sempre fatto forte Tremonti: tra lo statalismo di destra e quello di sinistra, lui efferma e difende il suo come minore dei mali, perchĂ© almeno contiene il deficit e ci salva in Europa e non è poco.

Nell’esame degli interventi strutturali necessari al rilancio della crescita, da meno imposte sui lavoro e impresa al rilancio delle infrastrutture,da una riforma del mercato del lavoro che si estenda anche alla flessibilitĂ  in uscita all’esigenza di un’intesa sulla rappresentanza in azienda che consenta di andare avanti sulla via delle intese aziendali e delle deroghe al contratto nazionale, Draghi ha rilanciato l’agenda riformista per far crescere insieme produttivitĂ  delle imprese e reddito dei dipendenti. E’ un messaggio in bottiglia a una politica che non c’è, ad attori politici che non mi sembrano minimamente in grado di far propria questa via. Ripeto: esattamente come avviene per il programma di Confindustria, che è del tutto analogo e non è stato un caso, che all’Assise di bergamo come all’Assemblea di Roma iconfindustriali abbiano tributato a Draghi vee e proprie ovazioni, come all’unico italiano istituzionale – insieme a Napolitano – capace di farci stare all’onore del mondo. (Tremonti s’incazza, quando lo si dice, e non capisce che lui ha dei meriti ed è rispettato in Europa, ma il discredito del premier cade su di lui come su tutti i componenti del governo, inevitabilmente).

In che cosa Draghi è stato invece tagliente? Innanzitutto nel rivendicare l’autonomia e l’indipendenza di Bankitalia, perché è un monito al governo in vista della nomina del suo successore. E poi nelle materie che attengono al suo mandato di presidente del FSB, e  a quello futuro in BCE. Personalmente condivido moltissimo il pensiero di Draghi in materia di intermediari finanziari sistemicamente importanti, i cosiddetti Too Big To Fail: è errato aver indotto la convinzione che essi non debbano e non possano fallire, con procedure che colpiscano azionisti e manager e alcune classi di creditori, ma senza investire depositanti e stabilità di sistema. Senza rischio di fallimento, l’azzardo morale non si riduce perché si spera sempre nel salvataggio a spese del contribuente.

In materia di debito europeo, Draghi si è attenuto deliberatamente alla linea del massimo rigore germanico: la Grecia non si lamenti, può e deve fare come l’Italia all’inizio degli anni Novanta ed è meglio per lei. La BCE deve debellare l’inflazione, dunque implicitamente i tassi saliranno. Concordo: non abbiamo bisogno di una BCE al laccio della politica, di un bis della FED.

Sulle banche italiane, mi aspettavo francamente di più. E anche alcuni passaggi di ottimismo sulle misure di ordinamento assunte dal G20 mi sono sembrate eccessivamente “rosa”. Ma è evidente che Draghi pensa ormai al futuro, ed evita su queste materie di sollevare diffidenze e sfiducie, che sarebbero molto pericolose in queste ultime settimane decisive per assurgere alla BCE.

C’è stato invece un passaggio solo implicito, nelle ultime considerazioni di Draghi, che merita di essere richiamato. Quando il governatore ha sottolineato che la Banca d’Italia  deve avere il potere di intervenire su manager e decisioni bancarie in materia di remunerazioni e dividendi che possano avere effetti sistemici, è ovvio che la polemica non dichiarata era verso il governo, visto che quei poteri sono spariti all’ultimo secondo dal testo del decreto legge sviluppo varato tre settimane fa. Ma la polemica ancora più implicita era verso le banche italiane. Perché in realtà è stato l’Abi, a chiedere al governo che quei poteri non venissero affidati al regolatore. Un errore che spero verrà presto rimediato. Perché è ovvio e giusto, che il regolatore indipendente non possa e non debba sempre far la felicità e la tranquillità delle banche regolate.

1 giugno 2011 BCE, Bankitalia, Draghi, Tremonti. Merkel, banche , , ,

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  1. gg
    1 giugno 2011 a 12:29 | #1

    Quando faremo come la Germania + IVA e – Tasse sul lavoro ?

  2. Ismael
    1 giugno 2011 a 14:35 | #2

    Draghi parla come se in Italia si potessero, in tutta semplicitĂ , fissare degli obiettivi da perseguire all’unisono. Invece è proibitivo non dico varare una riforma della Giustizia – lasciamo serenamente perdere quella del fisco – ma decidere di realizzare lo straccio di qualche bacino di laminazione in un’aperta campagna a rischio alluvioni. I comitati di base bloccano tutto, e ormai rappresentano l’unico modo di coagulare consenso e di capitalizzarlo hic et nunc.
    Limitativo, poi, denunciare le carenze tecnico-amministrative nell’assegnazione e nella gestione dei lavori pubblici. Esse non sono altro che la conseguenza di un eccesso di tecnocrazia maligna, laddove occorre segnalare all’authority competente anche un cottimo fiduciario ammontante a cento euro, farsi approvare dagli enti igienico-sanitari progetti di ampliamento modestissimi, acquisire pareri preventivi dei VVF anche per minuzie. Tutto perchĂ© la sicurezza – quella ex ante, sempre e comunque – viene prima di ogni altro aspetto. Nel frattempo la fiducia, componente fondamentale di ogni tessuto sociale in salute, si dilegua. Draghi tralascia questo aspetto e fa della scelta politica una questione puramente formale: la sua è la stessa mentalitĂ  ristretta dei tecnici d’Ă©lite, che fa il paio con l’idiosincrasia per il know how di tanti operatori “diretti” che il contatto con la realtĂ , al contrario, ce l’hanno. In mancanza di una sintesi, si muore un giorno alla volta.

  3. Charly
    1 giugno 2011 a 16:10 | #3

    Saluti Draghi, ci mancherĂ . :’(

  4. RiccardoC
    1 giugno 2011 a 16:29 | #4

    Il commento di gg mi da lo spunto. Sto leggendo “Saggi sul risparmio e l’imposta” di Luigi Einaudi. Einaudi, secondo presidente della Repubblica Italiana, governatore della Banca d’Italia, ministro delle Finanze, pensatore di fama mondiale, liberale, sostiene con una forza ed una onestĂ  intellettuale che mi lascia sbalordito ad ogni pagina che il solo imponibile per le tasse dovrebbe il consumo.

    PS – Ho comprato un’altro suo libro, “il Buongoverno”, per regalarlo a mio padre, con la speranza che si renda conto quale sia l’abisso che separa un uomo di stato come Einaudi dalla grottesca caricatura di uomo di stato che lui continua nonostante tutto a ritenere “il male minore”.

  5. Cosimo rivizzigno
    1 giugno 2011 a 17:12 | #5

    Buona sera Dott. Giannino,
    sono da tempo un estimatore di Draghi per il suo modo pacato di esporre argomenti che riesce, comunque, a fare arrivare ai propri interlocutori. La sua presenza alla BCE rappresenta un vanto per il nostro paese ed un valore aggiunto per l’unione. ciò che mi dispiace è che un personaggio di tale levatura con una capacitĂ  critica e propositiva come quella di Draghi venga, in qualche modo, portata fuori dal nostro panorama politico ed economico, soprattutto in un momento delicato come questo, con un governo da tempo allo sbando e nuove forze in avanzata, ma con difficili margini di interpretazione.
    La candidatura di Draghi era forse sostenuta piĂą da chi lo vedeva come una minaccia che da chi ne nutre profonda stima.

  6. Antonio
    1 giugno 2011 a 17:57 | #6

    Caro Giannino, Mario Draghi e´uno dei maggiori corresponsabili della grande crisi finanziaria mondiale, come governatore della banca centrale infatti appartiene al cartello finanziario che , creando denaro dal nulla, in combutta con i governanti e le grandi corporation, e´la causa dei cicli economici che i cd economisti mainstream continuano a non voler comprendere (dolosamente secondo me)…Von Mises l´aveva spiegato con estrema chiarezza e logica nel 1912 !!!

    Se si continua a girare la testa dall´altra parte, anzi, a omaggiare tali personaggi, non si fara´altro che contribuire allo sfascio dell´economia! a meno che non c´e´un interesse nascosto…be´allora e´tutto diverso!

  7. Piero
    1 giugno 2011 a 18:07 | #7

    1) Mister GS non è italiano e nemmeno europeo

    2) ancora ieri sera x l’ennesima volta Tremontix=Vischix ha dovuto minacciare le dimissioni x evitare che il Silvio mettesse a rischio la tenuta dei conti proprio alla Vigilia di Luglio .. quando ………

    3) il declino è “quasi” inevitabile.. xrchè l’Italia è abitata dagli italioti.. che.. indipendentemente da chi scelgono di farsi prendere x il c…. in un dato momento..
    non capiranno mai… neppure quando (speriamo mai) dovesse arrivare l’ora X…
    probabilmente darebbero la colpa ai Marziani :)

  8. CLAUDIO DI CROCE
    1 giugno 2011 a 18:30 | #8

    non capisco tutti questi elogi a Draghi . Mi spiegate cosa ha fatto di utile ? Ha forse impedito alle banche italiane PRIMA della crisi – dopo qualunque ragioniere avrebbe fatto lo stesso – di compiere le mosse che le hanno messe in crisi ? Forse è così stimato perchè parla bene l’inglese anche per aver lavorato per la Goldman Sachs – quella dei rating AAA ai bond Lehman – o perchè dice delle cose ovvie che tutti dicono da decenni ( bisogna ridare competitivitĂ  al sistema , fare le riforme , ecc.. ecc.. ridare fiducia ecc… ) anche De Magistris in legal napoletano o Di Pietro in dialetto abruzzese lo ripetono. Una cosa utile potrebbe fare : ridurre drasticamente il numero dei dipendenti della Banca d’Italia che non capisco cosa servano ancora . Ma state sicuri che non lo farĂ  mai . Le riforme valide sono solo quelle che incidono nel portafoglio degli altri , mai nel proprio.

  9. marco
    1 giugno 2011 a 21:40 | #9

    Intervento “leccoso” su Draghi (il solito mediocre intervento) e Napolitano (il presidente “bombardiere” e ministro degli esteri.
    Il confronto tra Draghi e Tremonti riguardo alla previsione dell’attuale gigantesca crisi e ai motivi che l’hanno determinata è imbarazzante per Draghi.
    Giannino, è chiaro che lei si sta indirizzando verso i poteri che ritiene presto domineranno in Italia e che la vedremo in qualche posto da sottosegretario (o da ministro). Auguri a lei e ai suoi amici (nuovi) del gruppo Bilderberg (una volta non le erano simpatici).

  10. roberto
    1 giugno 2011 a 22:26 | #10

    Caro dott. Giannino, condivido molte delle sue osservazioni positive sul discorso del Governatore.
    C’è però un passaggio che Draghi ha “raccontato” solo a metĂ : il paragone Grcia oggi come Italia nel ’92. E’ vero che allora l’Italia di Amato e Ciampi (e poi Dini) imposero una cura da cavallo al Deficit, ma, per non ammazzare il malato con la dose tremenda di tagli alla spesa pubblica (non eccessivi) e maggiori tasse (quelle si molte), privatizzazioni avevano una carta da giocare: la svalutazione competitiva.
    Fu il deprezzamento della ns valuta di oltre il 45% rispetto al Marco tedesco e, anche se in minura minore, rispetto al Dollaro/Sterlina che permise alle nostre esportazioni di sostitiore, nell’aggregato PIL, la drastica perdita della domanda interna di consumi e, almeno all’inizio, di investimenti.
    Questa strada non è oggi percorribile per la Grecia, a meno di “gettare la spugna”, defaultare e, a quel punto, uscire dall’Euro.
    PerchĂ© l’Italia, dopo quel periodo dove si era iniziato un cammino che anche Lei, mi sembra di capire dato il consenso alle parole di Draghi, giudica virtuoso, perchè l’Italia ha interrotto e poi completamente cambiato la rotta?
    Cosa è successo al nostro paese che ha impedito di far fruttare i germogli allora piantati (solo per esetarli: più efficienza nella spesa pubblica, diminuzione delle caste protette, sia pubbliche che private, maggiore concorrenza nel sistema, pensioni, banche, mercato del lavoro,ecc.ecc.) di riforma dello stato, della società del sistema economico?
    Gradirei veramente, da un intellettuale come Lei, una franca riflessione su quel periodo storico che, fatti salvi i pochi mesi del primo governo Berlusconi, ha visto guidarci dei Tecnici e poi dei politici appoggiati da partiti che poi, dal 2001, sono stati quasi costantemente all’opposizione. Grazie.

  11. 2 giugno 2011 a 10:34 | #11

    @ O. Giannino

    “E’ errato aver indotto la convinzione che essi non debbano e non possano fallire, con procedure che colpiscano azionisti e manager e alcune classi di creditori, ma senza investire depositanti e stabilitĂ  di sistema.”

    Non ho capito bene, nel tuo ragionamento, se i depositanti (e solo loro) debbano essere garantiti oppure no. In questo caso, sono d’accordo.

  12. adriano
    2 giugno 2011 a 13:07 | #12

    Le medaglie si ottengono per i risultati raggiunti nella soluzione dei problemi.Il problema è la diminuzione del debito,non il contenimento della sua crescita.Cio’ che non serve a questo scopo appartiene all’insieme vuoto delle chiacchiere e delle banalitĂ .

  13. roberto
    2 giugno 2011 a 14:10 | #13

    Tornare a Crescere si può E SI DEVE.. servono però scelte difficili,come dice ogni giorno a Radio 24(9in punto) Giannino, e un Governo forte e un leader indiscusso e di AlTA AUTORIA MORALE . segue mail che ho inviato all On.le Napolitano su questo Tema.x gradito commento,roberto. Carissimo Presidente,
    Le scrivo in questa data altamente significativa per la nostra Nazione.
    L’Italia è attesa da prove difficili nei prossimi mesi:
    - una manovra economica che l’Europa ci impone di ca 40 miliardi di Euro per scongiurare rischi gravi, e che è possibile solo ad una Nazione coesa nel paese reale e nelle Istituzioni e in cui circoli rispetto e fiducia reciproca;
    - la necessità di dare risposte alte e convincenti a quella molteplicità di persone , emersa dalle recenti consultazioni amministrative, che incarna il cd “vento del nuovo”, la quale, prima ancora di indirizzarsi verso una parte politica, chiede a tutta la politica di assecondare il proprio positivo rinnovato desiderio di partecipare alla vita civile del Paese. Risposte alte che significano: una legge elettorale che consenta a noi cittadini di scegliere chi eleggere, e di essere realmente facilmente eleggibili ,senza forche caudine di apparati partitici; una riforma della fiscalità e del mondo delle relazioni lavoro-impresa che ci permetta di riprendere la crescita economica ;una riforma della Giustizia che non faccia sospettare interessi personali di chi la propone.
    Presidente solo Lei , a mio modesto avviso, ha l’autorità morale, la fiducia ampia , oltre ,e dentro , ogni schieramento, dell’elettorato e del Parlamento e della Comunità Internazionale, la necessaria esperienza Istituzionale , per guidare un Governo che goda di un consenso esteso ed indiscusso in questo Parlamento.
    Un Governo di giovani quarantenni, di donne ,fortemente espresso dalla societĂ  civile oltre che dalla Politica.
    Mi rendo conto che servirebbe un grosso sacrifico : rinunciare a portare a termine il mandato nella piĂą Alta Carica dello Stato che il,Parlamento Le ha affidato.. Il farlo per spirito Altissimo di servizio al Paese, in un passaggio difficile ,nobiliterebbe ancora piĂą la Sua Persona e aggiungerebbe forza morale al Suo Governo.
    E nessuno, né l’attuale Capo del Governo né le componenti della maggioranza, né altre forze politiche e loro candidati Premier ,potrebbero sentirsi sminuiti per i “passi indietro” correlati: perché Lei rappresenta ed incarna il sentimento della Nazione . Non di una parte politica ma di tutta la Nazione. E alla Nazione ora serve ,per un Governo che completi la legislatura con le poche ,ma difficili ,scelte necessarie .
    La complessitĂ  Istituzionale di un simile passaggio potrebbe essere snellita se qualche leader di buona volontĂ  volesse proporre al Parlamento una mozione in tal senso, dopo un passaggio della proposta nel Paese.
    Con viva cordialitĂ  e fiducia.

    roberto ,un cittadino qualsiasi

  14. Piero
    2 giugno 2011 a 19:32 | #14

    @marco

    Bilderberg : lì ora c’è pure Tremontix… Draghix.. Romanix.. Montix.. Agnelix..

    e poi diciamocelo chiaro.. nn abbiamo scelta.. alla “sovrastruttura” si è piegata “pure” la Merkel…

    o ti vĂ  bene così… oppure è big bang !!!!!!!

  15. Claudio Di Croce
    4 giugno 2011 a 19:32 | #15

    Mi sembra ottima la proposta fatta al compagno Napolitano di favorire l’ascesa al governo – in che modo ? – di una generazione di giovani integerrime persone capaci, scelti per il loro merito ( da chi ?). Questa proposta fatta al piĂą anziano politico ancora in circolazione che per quarantanni ha celebrato i fasti del comunismo e non si è mai vergognato di questo mi sembra ottima Forse pensate ai suoi nipoti visto che i suoi figli per esclusivo merito si capisce sono integerrimi e capacissimi professori universitari ?

  16. Gianni
    4 giugno 2011 a 19:39 | #16

    Egregio Dott. Giannino. Pur essendo d’accordo con lei quasi su tutto, devo dire che la sua pretesa di fare riforme ” tutto subito”, propugnata piĂą volte a radio24, è un pochino infantile. Liberare risorse da investire o diminuire le tasse, che è lo stesso, in un paese dove la spesa è costituita al 90% da salari, stipendi, pensioni, insomma da persone, significa mandare a spasso migliaia di salariati.
    Non c’è altro modo possibile che impostare un trend di diminuzione della spesa con la limitazione del turn-over e contemporaneamente migliorare l’efficienza dei sistemi implicati: scuola (Gelmini) e pubblica amministrazione (Brunetta) vanno in tal senso.
    Le risorse verranno da questi interventi, con la variabile mai citata nei bilanci, la congruitĂ  temporale.
    Tutto e subito? 40 md d’avanzo con 40 kEuro/anno di costo a persona significa banalmente 1 mio di “esuberi”. Cordialmente GP

  17. giobbe covatta
    6 giugno 2011 a 8:52 | #17

    @Gianni
    Caro Gianni se non capisce che se non si fa’ quello che dice Giannino ed , in fretta ,
    tutta quella gente andra’ a spasso lo stesso , perche’ chiuderanno le fabbriche , allora lei non ha ancora capito in che situazione ci troviamo .
    Le regole a cui eravamo abituati sono saltate con la globalizzazione e con l’estensione dell’Europa ai Paesi dell’Est , questi ultimi possono venire a lavorare a casa nostra avendo sede legale nei loro Paesi e di conseguenza pagando le tasse nei loro Paesi ( SONO REGOLE EUROPEE ) pertanto la concorrenza l’abbiamo in casa .
    Ora ci si adegua portando la tassazione allo stesso livello in tutti i paesi europei oppure questi ci faranno il CULO e , a lei tocchera’ andare a lavorare in Romania piuttosto che in Bulgaria piuttosto che in Polonia etc.
    Caro Gianni o si agisce in fretta ( un paio di mesi al massimo ) o e’ la disfatta definitiva ,una volta distrutta la base imprenditoriale non ci sara’ piu’ nulla su cui costruire qualcosa e allora c ritroveremo al livello del Vietnam piuttosto che delle Filippine o del Madagascar a lottare sul prezzo della manodopera !!!
    Ci pensi bene e cominci a non guardare alla MISERIA che c’e’ nel proprio giardino ma a quello che potrebbe succedere nel FUTURO !!!!!!!

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