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Nove in punto, 27 Luglio 2011:Il divorzio tra impresa e politica
ULTIMOcommento
- Claudio Di Croce: @stefano tagliavini Ma lei non stava parlando dell’Italia ? Adesso il discorso lo ha spostato sul pianeta comportandosi da politico. A forza di morire di fame siamo cresciuti nel mondo in misura enorme e siamo arrivati a quasi sette miliardi di persone e la maggior parte di questa crescita è avvenuta e sta avvenendo proprio nei paesi per i quali che le organizzazioni internazionali cercano continuamente soldi dicendo che muoiono di fame . Ma secondo lei uno che muore di fame ha tempo e voglia di riprodursi forsennatamente ? Si dovrebbero controllare meglio queste organizzazioni internazionali che costano una fortuna e destinano la maggior parte delle risorse alle spese interne – cioè per il personale esattamente come fanno tutti gli organi pubblici italiani e non – e organizzano congressi principeschi – come ha fatto la FAO a Roma – facendo viaggi di lusso e sprecando fondi in misura vergognosa . Infine cosa c’entra questo discorso planetario con i problemi della sanità italiana ?
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Letto quello che scrive Mario Seminerio ma stavolta, una volta tanto non sono d’accordo.
E’ inutile stare a sindacare sulle definizioni di bene pubblico e di servizio pubblico, così come i manuali di diritto pubblico e di diritto amministrativo le descrivono, (considerato l’elevato tasso di astrazione che i nostri legislatori adoperano). Se volessimo fare un parallelismo ed operare in via analogica, guardiamo al ciclo rifiuti, la cui privatizzazione non ha prodotto miglioramenti apprezzabili, anzi in certi casi ci sono stati DISASTRI , come le ATO siciliane che hanno sperperato 1.000.000.000 di euro e peggiorato la gestione rifiuti. La colpa come al solito è dello STATO che non è capace di vigilare sui servizi che affida ai privati, ma dato che lo sappiamo e che prima di essere liberisti, bisognerebbe essere REALISTI dobbiamo notare che:
- Lo Stato è incapace di arginare gli abusi dei privati nella stessa misura in cui è incapace di contenere gli sprechi.
- I privati sono mossi dalla logica del profitto (giustamente).
- Fra politici ignoranti, burocrati incapaci e legislatori amanti del formalismo, chi dovrebbe prendere le decisioni in merito alle linee guida ed alle politiche da adottare?
Alla luce dei tre punti precedenti, e considerando le esperienze passate, come liberista e con la morte nel cuore mi terrei il sistema attuale (inefficiente) piuttosto che quello proposto (efficiente solo nelle intenzioni).