Commenti a: E se la Taylor-Rule fosse incoerente? /2011/04/05/e-se-la-taylor-rule-fosse-incoerente/ diretto da Oscar Giannino Sun, 24 Apr 2011 15:30:52 +0200 hourly 1 http://wordpress.org/?v=3.0.4 Di: Leonardo, IHC /2011/04/05/e-se-la-taylor-rule-fosse-incoerente/comment-page-1/#comment-14511 Leonardo, IHC Mon, 11 Apr 2011 11:02:11 +0000 /?p=8712#comment-14511 <a href="#comment-14509" rel="nofollow">@Mario </a> eh... magari... @Mario
eh… magari…

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Di: Mario /2011/04/05/e-se-la-taylor-rule-fosse-incoerente/comment-page-1/#comment-14509 Mario Mon, 11 Apr 2011 10:01:07 +0000 /?p=8712#comment-14509 scusate se mi permetto di intervento, benché le mie cognizioni siano a tal punto limitate da essermi ostica la sola comprensione dei contenuti dei Vs post : ma se si tornasse al gold standard ? scusate se mi permetto di intervento, benché le mie cognizioni siano a tal punto limitate da essermi ostica la sola comprensione dei contenuti dei Vs post : ma se si tornasse al gold standard ?

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Di: André /2011/04/05/e-se-la-taylor-rule-fosse-incoerente/comment-page-1/#comment-14441 André Thu, 07 Apr 2011 14:52:47 +0000 /?p=8712#comment-14441 <a href="#comment-14426" rel="nofollow">@Luca Mazzone</a> Caro Luca, il mio commento dovrebbe riflettere in realtà quello che CHIUNQUE con un minimo di buon senso dovrebbe esigere, specie da chi sostiene di sapere cosa sta facendo. Prendi la scienza fisica, ad esempio. La precisione estrema con cui diverse teorie fisiche moderne riescono a consegnarci le loro previsioni è ALLA BASE dello sviluppo tecnologico di cui godiamo oggi. Se si toglie la precisione dallo strumento scientifico, si vanifica la possibilità di usarlo in modo pervasivo e cumulativo. Quello che tu dici è giusto, in fondo. La "scienza" economica non ha le carte in regola per essere chiamata "scienza" - contrariamente da altre discipline, tutt'altro che sovraumane. Io la chiamerei NARRATIVA ECONOMICA, oppure MITOLOGIA ECONOMICA. E qui sta il punto. Ti faresti costruire la casa da un ingegnere che basa il suo lavoro, i suoi calcoli e progetti esclusivamente sul contenuto di un romanzo del novecento? Io no. Ma appunto è quello che fanno i banchieri centrali regolando le proprie azioni su teorie che NON SANNO PREVEDERE UN FICO, MA SOLO INTERPRETARE EVENTI PASSATI. Come fa notare l'ottimo Baggiani, si tratta di meri strumenti di contenimento, esposti, troppo esposti, alla corrosione di agenti politici (che si susseguono difformi, come quelli atmosferici). Non è chiedere troppo dagli essere umani - aspettarsi che questi sappiano quello che fanno, specie quando manipolano unilateralmente l'esistenza altrui. Piuttosto è da sudditi (nell'accezione peggiore del termine) accettare le decisioni approssimative di un'istituzione CHE DISTORCE PESAMENTE IL MERCATO, solo perché tanto di meglio non si può fare. Secondo il mio modestissimo avviso, una soluzione ci sarebbe. Sono per la prospettiva austriaca, a la Ron Paul - that is, End the Fed. @Luca Mazzone
Caro Luca, il mio commento dovrebbe riflettere in realtà quello che CHIUNQUE con un minimo di buon senso dovrebbe esigere, specie da chi sostiene di sapere cosa sta facendo. Prendi la scienza fisica, ad esempio. La precisione estrema con cui diverse teorie fisiche moderne riescono a consegnarci le loro previsioni è ALLA BASE dello sviluppo tecnologico di cui godiamo oggi. Se si toglie la precisione dallo strumento scientifico, si vanifica la possibilità di usarlo in modo pervasivo e cumulativo.
Quello che tu dici è giusto, in fondo. La “scienza” economica non ha le carte in regola per essere chiamata “scienza” – contrariamente da altre discipline, tutt’altro che sovraumane. Io la chiamerei NARRATIVA ECONOMICA, oppure MITOLOGIA ECONOMICA.
E qui sta il punto. Ti faresti costruire la casa da un ingegnere che basa il suo lavoro, i suoi calcoli e progetti esclusivamente sul contenuto di un romanzo del novecento? Io no. Ma appunto è quello che fanno i banchieri centrali regolando le proprie azioni su teorie che NON SANNO PREVEDERE UN FICO, MA SOLO INTERPRETARE EVENTI PASSATI. Come fa notare l’ottimo Baggiani, si tratta di meri strumenti di contenimento, esposti, troppo esposti, alla corrosione di agenti politici (che si susseguono difformi, come quelli atmosferici).
Non è chiedere troppo dagli essere umani – aspettarsi che questi sappiano quello che fanno, specie quando manipolano unilateralmente l’esistenza altrui. Piuttosto è da sudditi (nell’accezione peggiore del termine) accettare le decisioni approssimative di un’istituzione CHE DISTORCE PESAMENTE IL MERCATO, solo perché tanto di meglio non si può fare. Secondo il mio modestissimo avviso, una soluzione ci sarebbe. Sono per la prospettiva austriaca, a la Ron Paul – that is, End the Fed.

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Di: Leonardo, IHC /2011/04/05/e-se-la-taylor-rule-fosse-incoerente/comment-page-1/#comment-14437 Leonardo, IHC Thu, 07 Apr 2011 07:06:03 +0000 /?p=8712#comment-14437 <a href="#comment-14407" rel="nofollow">@Oscar Giannino </a> Io direi che con il tuo intervento sono ancora più convinto della mia analisi. Ripeto che, a parte un giudizio di superiorità delle regole sulla discrezionalità (risolto già da Kydland e Prescott), esiste il problema serio di che tipo di regole siano in discussione. Una regola che prescrive un comportamento analogo al comportamento discrezionale (alza i tassi se si alzano i prezzi, abbassa i tassi se la crescita stenta, media tra le due istanze) come la Taylor Rule, è per me non una "regola" ma la "statutarizzazione" della discrezionalità. Una regola è "tasso di crescita dell'offerta di moneta (per me Base Monetaria, per altri M1 o M2) fissato al 4% per sempre cascasse il mondo", à la Friedman. La revisione della Taylor Rule con la sostituzione del credito (M4?) al posto dell'Output Gap secondo me è una ulteriore prova della strumentalità di questa regola a scopi politici discrezionali: abbandonando per un momento le misurazioni (assurde) del potential output, si ragiona che lo stato dell'economia può essere monitorato, sulla scorta della vecchia formula MV=PQ, per via dell'andamento del credito (nel mio paper su SSRN penso di aver dimostrato che il credito è, nella sostanza, MV); sul credito si gioca pure la partita della formazione delle bolle speculative (che in realtà partono ancora da più indietro, ma d'altra parte questo è mainstream, mica Scuola Austriaca) per cui tale grandezza va monitoriata. Allora: essendoci al momento sensibilità sul problema della stabilità dei mercati e quindi "coscienza" del problema bolle, si cerca uno strumento "automatico" di risposta a un nuovo o ulteriore compito delle Banche Centrali e degli Stati in genere: stimolare la crescita, controllare i prezzi, e non far gonfiare bolle. E allora ci si inventa una Taylor Revised. @Oscar Giannino
Io direi che con il tuo intervento sono ancora più convinto della mia analisi. Ripeto che, a parte un giudizio di superiorità delle regole sulla discrezionalità (risolto già da Kydland e Prescott), esiste il problema serio di che tipo di regole siano in discussione.
Una regola che prescrive un comportamento analogo al comportamento discrezionale (alza i tassi se si alzano i prezzi, abbassa i tassi se la crescita stenta, media tra le due istanze) come la Taylor Rule, è per me non una “regola” ma la “statutarizzazione” della discrezionalità.
Una regola è “tasso di crescita dell’offerta di moneta (per me Base Monetaria, per altri M1 o M2) fissato al 4% per sempre cascasse il mondo”, à la Friedman.

La revisione della Taylor Rule con la sostituzione del credito (M4?) al posto dell’Output Gap secondo me è una ulteriore prova della strumentalità di questa regola a scopi politici discrezionali: abbandonando per un momento le misurazioni (assurde) del potential output, si ragiona che lo stato dell’economia può essere monitorato, sulla scorta della vecchia formula MV=PQ, per via dell’andamento del credito (nel mio paper su SSRN penso di aver dimostrato che il credito è, nella sostanza, MV); sul credito si gioca pure la partita della formazione delle bolle speculative (che in realtà partono ancora da più indietro, ma d’altra parte questo è mainstream, mica Scuola Austriaca) per cui tale grandezza va monitoriata.
Allora: essendoci al momento sensibilità sul problema della stabilità dei mercati e quindi “coscienza” del problema bolle, si cerca uno strumento “automatico” di risposta a un nuovo o ulteriore compito delle Banche Centrali e degli Stati in genere: stimolare la crescita, controllare i prezzi, e non far gonfiare bolle. E allora ci si inventa una Taylor Revised.

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Di: Luca Mazzone /2011/04/05/e-se-la-taylor-rule-fosse-incoerente/comment-page-1/#comment-14426 Luca Mazzone Wed, 06 Apr 2011 13:24:19 +0000 /?p=8712#comment-14426 L'ultima obiezione mi pare che chieda un poco troppo alla scienza economica, francamente. O forse non chiede troppo alla scienza economica e basta, chiede troppo agli esseri umani. L’ultima obiezione mi pare che chieda un poco troppo alla scienza economica, francamente. O forse non chiede troppo alla scienza economica e basta, chiede troppo agli esseri umani.

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Di: André /2011/04/05/e-se-la-taylor-rule-fosse-incoerente/comment-page-1/#comment-14409 André Tue, 05 Apr 2011 17:21:46 +0000 /?p=8712#comment-14409 Se posso avanzare un'obiezione di ordine un po' più epistemologico - la Taylor Rule è senz'altro una regola prescrittiva, ma che affonda i propri precetti nel proprio modello DESCRITTIVO della realtà macro-economica. Voglio dire, la TR dice al banchiere centrale come muoversi - ma per farlo deve basarsi su una mappa che descriva la realtà economica e che consenta di anticipare il corso degli eventi. Ora, questa mappa - che appunto lo stesso Taylor pensava come qualcosa di dinamico e da aggiornare progressivamente - può essere considerata affidabile o no? I fatti (maledetti fatti) ci dicono di no. Funziona solo post hoc, col senno di poi. Ma li siamo bravi tutti. Gli strumenti in mano ai banchieri centrali SONO inadeguati per tutta una serie di ragioni, anche radicalmente profonde. Hayek aveva analizzato molto bene questi meccanismi. La prova del nove sta comunque sotto gli occhi di tutti - le politiche monetarie, specie in tempi di crisi, non portano ai risultati sperati, MAI. Ci vuole tempo, un po' di stagflation, disoccupazione e poi - forse qualcosa si muove, ma di certo non grazie alla TR. Semplificando al massimo, non mi fiderei MAI di una mappa che il cartografo mi ha consegnato dicendomi "vabbé questa andava bene fino a qui, poi di qui in avanti devi aggiornarla piano, piano - ogni piccolo passo che fai". Sono pronto a cambiare idea il giorno che qualcuno mi fa vedere un pezzo di carta intestata BCE, con data certa e antecedente alla previsione, dove c'è scritto "il tal giorno, il tasso di disoccupazione e l'indice annuale di inflazione (misurati con metodi STABILITI prima) saranno X e Y". Li sfido a fare una cosa scientifica, una volta tanto. Andrea Se posso avanzare un’obiezione di ordine un po’ più epistemologico – la Taylor Rule è senz’altro una regola prescrittiva, ma che affonda i propri precetti nel proprio modello DESCRITTIVO della realtà macro-economica. Voglio dire, la TR dice al banchiere centrale come muoversi – ma per farlo deve basarsi su una mappa che descriva la realtà economica e che consenta di anticipare il corso degli eventi. Ora, questa mappa – che appunto lo stesso Taylor pensava come qualcosa di dinamico e da aggiornare progressivamente – può essere considerata affidabile o no?
I fatti (maledetti fatti) ci dicono di no. Funziona solo post hoc, col senno di poi. Ma li siamo bravi tutti. Gli strumenti in mano ai banchieri centrali SONO inadeguati per tutta una serie di ragioni, anche radicalmente profonde. Hayek aveva analizzato molto bene questi meccanismi. La prova del nove sta comunque sotto gli occhi di tutti – le politiche monetarie, specie in tempi di crisi, non portano ai risultati sperati, MAI. Ci vuole tempo, un po’ di stagflation, disoccupazione e poi – forse qualcosa si muove, ma di certo non grazie alla TR.
Semplificando al massimo, non mi fiderei MAI di una mappa che il cartografo mi ha consegnato dicendomi “vabbé questa andava bene fino a qui, poi di qui in avanti devi aggiornarla piano, piano – ogni piccolo passo che fai”.

Sono pronto a cambiare idea il giorno che qualcuno mi fa vedere un pezzo di carta intestata BCE, con data certa e antecedente alla previsione, dove c’è scritto “il tal giorno, il tasso di disoccupazione e l’indice annuale di inflazione (misurati con metodi STABILITI prima) saranno X e Y”. Li sfido a fare una cosa scientifica, una volta tanto.

Andrea

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Di: Oscar Giannino /2011/04/05/e-se-la-taylor-rule-fosse-incoerente/comment-page-1/#comment-14407 Oscar Giannino Tue, 05 Apr 2011 15:28:07 +0000 /?p=8712#comment-14407 Il tema sollevato ottimamente da Leonardo per me è per definzione "il" tema, per almeno tre ordini di di idee. Il primo è che per chi come noi è convinto che la "rules-based policy, both fiscal and monetary" sia incomparabilmente meno distorcente delle politiche discrezionali - andatevi a guardare testo (http://www.stanford.edu/~johntayl/2011%20Taylor%20AEA-AFA.pdf) e video del lunch organizzato sul tema il 7 gennaio scorso dall'American Economic Association e dall'American Finance Association, parlano il presidente di Chase, il senatore Paul Douglas e John Taylor - la trappola da evitare è che le norme prescrittive diventino descrittive, altrimenti si cade nella loro variabilità e stiamo punto e daccapo. Il secondo è che anche la Taylor Rule, per ammissione stessa dell'ideatore, va aggiornata alla luce del'evoluzione e della realtà dei fatti e delle conseguenze rivelate dalle politiche monetarie come sono poste in essere e non come le vorremmo. A Jackson Hole, lo scorso agosto, Larry Christiano ha proposto alla lucen della crisi 2008 e risposte come QEI e QEII una Taylor revised in cui l'ouput gap viene sostituito dall'offerta di credito presente nel sistema, cosa ancora diversa dall'offerta monetaria e tecnicamente tutta ancora da mettere a studio. La terza cosa è che la realtà delle banche centrali è diventata in raltà un frattale, rispetto alle regole che si dichiara di seguire o interpretare. Mi limito qui a elencare i diversi modelli seguiti o richiamati in papers e decisioni di FED, BCE e altre maggiori banche centrali, come repertati in http://www.macromodelbase.com/ predisposto da Volker Wieland che insegna alla Goethe Univ di Francoforte: Models in the Database 1. Small Calibrated Models 1.1 Rotemberg, Woodford (1997) 1.2 Levin, Wieland, Williams (2003) 1.3 Clarida, Gali, Gertler (1999) 1.4 Clarida, Gali, Gertler 2-Country (2002) 1.5 McCallum, Nelson (1999) 1.6 Ireland (2004) 1.7 Bernanke, Gertler, Gilchrist (1999) 1.8 Gali, Monacelli (2005) 2. Estimated US Models 2.1 Fuhrer, Moore (1995) 2.2 Orphanides, Wieland (1998) 2.3 FRB-US model linearized as in Levin, Wieland, Williams (2003) 2.4 FRB-US model 08 linearized by Brayton and Laubach (2008) 2.5 FRB-US model 08 mixed expectations, linearized by Laubach (2008) 2.6 Smets, Wouters (2007) 2.7 CEE/ACEL Altig, Christiano, Eichenbaum, Linde (2004) 2.8 New Fed US Model by Edge, Kiley, Laforte (2007) 2.9 Rudebusch, Svensson (1999) 2.10 Orphanides (2003b) 2.11 IMF projection model by Carabenciov et al. (2008) 2.12 De Graeve (2008) 2.13 Christensen, Dib (2008) 2.14 Iacoviello (2005) 3. Estimated Euro Area Models 3.1 Coenen, Wieland (2005) (ta: Taylor-staggered contracts) 3.2 Coenen, Wieland (2005) (fm: Fuhrer-Moore staggered contracts) 3.3 ECB Area Wide model linearized as in Dieppe et al. (2005) 3.4 Smets, Wouters (2003) 3.5. Euro Area Model of Sveriges Riksbank (Adolfson et al. 2007) 3.6. Euro Area Model of the DG-ECFIN EU (Ratto et al. 2009) 3.7. ECB New-Area Wide Model of Coenen, McAdam, Straub (2008) 4. Estimated Small Open-Economy Models (other countries) 4.1. RAMSES Model of Sveriges Riskbank, Adolfson et al.(2008b) 4.2 Model of the Chilean economy by Medina, Soto (2007) 5. Estimated/Calibrated Multi-Country Models 5.1 Taylor (1993a) model of G7 economies 5.2 Coenen,Wieland (2002, 2003) G3 economies 5.3 IMF model of euro area & CZrep by Laxton, Pesenti (2003) 5.4 FRB-SIGMA model by Erceg, Gust, Guerrieri (2008) come vedete, il mondo è bello perché è vario... ma la discrezionalità trova sempre nuovi appigli per dire di seguire regole che di fatto non osserva Il tema sollevato ottimamente da Leonardo per me è per definzione “il” tema, per almeno tre ordini di di idee. Il primo è che per chi come noi è convinto che la “rules-based policy, both fiscal and monetary” sia incomparabilmente meno distorcente delle politiche discrezionali – andatevi a guardare testo (http://www.stanford.edu/~johntayl/2011%20Taylor%20AEA-AFA.pdf) e video del lunch organizzato sul tema il 7 gennaio scorso dall’American Economic Association e dall’American Finance Association, parlano il presidente di Chase, il senatore Paul Douglas e John Taylor – la trappola da evitare è che le norme prescrittive diventino descrittive, altrimenti si cade nella loro variabilità e stiamo punto e daccapo.
Il secondo è che anche la Taylor Rule, per ammissione stessa dell’ideatore, va aggiornata alla luce del’evoluzione e della realtà dei fatti e delle conseguenze rivelate dalle politiche monetarie come sono poste in essere e non come le vorremmo. A Jackson Hole, lo scorso agosto, Larry Christiano ha proposto alla lucen della crisi 2008 e risposte come QEI e QEII una Taylor revised in cui l’ouput gap viene sostituito dall’offerta di credito presente nel sistema, cosa ancora diversa dall’offerta monetaria e tecnicamente tutta ancora da mettere a studio.
La terza cosa è che la realtà delle banche centrali è diventata in raltà un frattale, rispetto alle regole che si dichiara di seguire o interpretare. Mi limito qui a elencare i diversi modelli seguiti o richiamati in papers e decisioni di FED, BCE e altre maggiori banche centrali, come repertati in http://www.macromodelbase.com/ predisposto da Volker Wieland che insegna alla Goethe Univ di Francoforte:
Models in the Database

1. Small Calibrated Models
1.1 Rotemberg, Woodford (1997)
1.2 Levin, Wieland, Williams (2003)
1.3 Clarida, Gali, Gertler (1999)
1.4 Clarida, Gali, Gertler 2-Country (2002)
1.5 McCallum, Nelson (1999)
1.6 Ireland (2004)
1.7 Bernanke, Gertler, Gilchrist (1999)
1.8 Gali, Monacelli (2005)

2. Estimated US Models
2.1 Fuhrer, Moore (1995)
2.2 Orphanides, Wieland (1998)
2.3 FRB-US model linearized as in Levin, Wieland, Williams (2003)
2.4 FRB-US model 08 linearized by Brayton and Laubach (2008)
2.5 FRB-US model 08 mixed expectations, linearized by Laubach (2008)
2.6 Smets, Wouters (2007)
2.7 CEE/ACEL Altig, Christiano, Eichenbaum, Linde (2004)
2.8 New Fed US Model by Edge, Kiley, Laforte (2007)
2.9 Rudebusch, Svensson (1999)
2.10 Orphanides (2003b)
2.11 IMF projection model by Carabenciov et al. (2008)
2.12 De Graeve (2008)
2.13 Christensen, Dib (2008)
2.14 Iacoviello (2005)

3. Estimated Euro Area Models
3.1 Coenen, Wieland (2005) (ta: Taylor-staggered contracts)
3.2 Coenen, Wieland (2005) (fm: Fuhrer-Moore staggered contracts)
3.3 ECB Area Wide model linearized as in Dieppe et al. (2005)
3.4 Smets, Wouters (2003)
3.5. Euro Area Model of Sveriges Riksbank (Adolfson et al. 2007)
3.6. Euro Area Model of the DG-ECFIN EU (Ratto et al. 2009)
3.7. ECB New-Area Wide Model of Coenen, McAdam, Straub (2008)

4. Estimated Small Open-Economy Models (other countries)
4.1. RAMSES Model of Sveriges Riskbank, Adolfson et al.(2008b)
4.2 Model of the Chilean economy by Medina, Soto (2007)

5. Estimated/Calibrated Multi-Country Models
5.1 Taylor (1993a) model of G7 economies
5.2 Coenen,Wieland (2002, 2003) G3 economies
5.3 IMF model of euro area & CZrep by Laxton, Pesenti (2003)
5.4 FRB-SIGMA model by Erceg, Gust, Guerrieri (2008)

come vedete, il mondo è bello perché è vario… ma la discrezionalità trova sempre nuovi appigli per dire di seguire regole che di fatto non osserva

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