In fondo era stato annunciato: se le Banche Centrali continuano a comprare titoli-letame qua e là, quel che ci si può aspettare è che le scoppino in mano. Una cosa già detta più volte è che questa politica è solo un modo per nascondere perdite latenti, farle scoppiare in pancia a un ente pubblico (la Banca Centrale), e quindi “finanziarle” con soldi pubblici. Ma si sapeva che i bilanci non avrebbero mentito (qualche riferimento a caso: qui qui e qui).
A fine 2010 la BCE è ricorsa a un aumento di capitale per coprire il rischio patrimoniale dato dal possibile default, e comunque svalutazione, dei titoli acquistati; per lo meno è una mossa trasparente. La Federale Reserve invece, si può dire, “trucca la contabilità”.
Sì, Trichet ha chiesto 5 miliardi di euro perché il capitale del suo istituto si allineasse al maggior rischio di perdite. D’altra parte se continui a comprare titoli greci portoghesi e irlandesi senza che questi Stati rivedano la propria politica di bilancio al fine di essere in grado di pagare il proprio debito, le paure di svalutazioni diventano legittime. Per la verità questo scenario non solo era prevedibile, era pure il più probabile, ed è un chiodo su cui ho battuto più volte. Tanto per illustrare cosa avviene, si pensi a un bilancio di una Banca Centrale (BCE) con asset (titoli) pari a 100, capitale pari a 8, e passività per 92 relative all’emissione (dal nulla) di moneta (fig.1):
| Fig.1 | BCE | |||
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Attivo |
Passivo |
|||
|
asset |
100 |
8 |
capitale | |
|
92 |
emissioni | |||
| 100 |
100 |
|
||
Poniamo adesso che la Banca registri un utile (interessi dai titoli sottoscritti e dai prestiti della sua moneta) di 3; in bilancio risulteranno interessi per 3 nell’attivo e l’utile verrà incluso nel capitale (fig.2), e in un momento successivo tale utile verrà pagato come dividendi e “trasferito” al Ministero del Tesoro del relativo Governo (fig.3 uguale a fig.1):
| Fig.2 |
BCE |
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|
Attivo |
Passivo | |||||||
| asset | 100 |
11 |
capitale | |||||
| interessi |
3 |
92 |
emissioni | |||||
| 103 |
103 |
|||||||
| Fig.3 |
BCE |
|||||||
|
Attivo |
Passivo | |||||||
| asset | 100 |
8 |
capitale | |||||
|
92 |
emissioni | |||||||
| 100 | 100 | |||||||
Può darsi il caso che si registri una perdita, ad esempio per una caduta del valore dei propri asset da 100 a 97; in tal caso le perdite si scaricano prima sul capitale (fig.4) e poi il tutto viene ripianato con liquidità proveniente sempre dal Tesoro che quindi “ricapitalizza” la Banca Centrale (fig.5). La Banca Centrale riprende quindi a lavorare come prima (la liquidità diventerà nuovi prestiti o in generale asset).
| Fig.4 |
BCE |
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|
Attivo |
Passivo | ||||||||
| asset | 97 |
5 |
capitale | ||||||
|
92 |
emissioni | ||||||||
| 97 |
97 |
||||||||
| Fig.5 |
BCE |
||||||||
|
Attivo |
Passivo | ||||||||
| asset |
97 |
8 |
capitale | ||||||
| liquidità |
3 |
92 |
emissioni | ||||||
|
100 |
100 |
||||||||
Si capisce che, nell’esempio, se la perdita fosse superiore a 8, l’ente tecnicamente andrebbe in fallimento (capitale insufficiente). Con l’invenzione ultima della Fed, questa non potrà mai fallire, perché la perdita non va più a ridurre il capitale ma viene “appostata” a parte: se la Fed dovesse segnare una perdita di 5 dovuta ad una generale svalutazione del 5% del proprio portafoglio, o perché il 5% di questo va in default, registrerebbe una voce a parte che si chiamerà “Interesse sulle banconote della Federal Reserve dovuta al Tesoro degli Stati Uniti”, senza toccare il capitale (quindi senza portare il fallimento) da ripianare con il tempo attraverso gli utili della stessa Fed.
Il fatto ridicolo è che questa voce andrebbe nel passivo con segno negativo (fig.6), il che contabilmente ha lo stesso valore di iscriverlo nell’attivo: in effetti si tratta di un ripianamento finora dovuto dal Tesoro ma che non verrà realizzato in forma liquida immediata, e quindi è una specie di “credito” (fig.7). Sempre contabilmente non si tocca il capitale, quindi non c’è un fallimento. Peccato però che la realtà sarebbe comunque quella di un ente sottocapitalizzato, e nel caso di perdite superiori al capitale, di uno Zombi!
| Fig.6 |
Fed |
|||||||
|
Attivo |
Passivo | |||||||
| asset | 95 |
8 |
capitale | |||||
|
92 |
emissioni | |||||||
|
-5 |
Tesoro | |||||||
| 95 |
95 |
|||||||
| Fig.7 |
Fed |
|||||||
|
Attivo |
Passivo | |||||||
| asset |
95 |
8 |
capitale | |||||
| Tesoro |
5 |
92 |
emissioni | |||||
| 100 |
100 |
|||||||
Vista in un altro modo, si arriva velocemente alla stessa situazione che in realtà consegue da un processo più articolato ma anche più “espressivo”: abbiamo di fronte una Fed che ha effettivamente subito la perdita segnando la decurtazione del capitale (fig.8), che quindi crea nuova moneta per importo pari alla perdita e la presta al Tesoro (fig.9), che quindi provvede istantaneamente a utilizzarla per ricapitalizzare la Fed, che con il rientro della moneta va a ridurre la voce passiva relativa all’emissione di moneta (fig.10 uguale a fig.7):
| Fig.8 |
Fed |
|||
|
Attivo |
Passivo | |||
| asset | 95 |
3 |
capitale | |
|
92 |
emissioni | |||
| 95 |
95 |
|||
| Fig.9 |
Fed |
|||
|
Attivo |
Passivo | |||
| asset |
95 |
3 |
capitale | |
| Tesoro |
5 |
97 |
emissioni | |
|
100 |
100 | |||
| Fig.10 |
Fed |
||||
|
Attivo |
Passivo | ||||
| asset |
95 |
8 |
capitale | ||
| Tesoro |
5 |
92 |
emissioni | ||
| 100 | 100 | ||||
Qui si vede un altro aspetto della faccenda: si crea inflazionismo nella misura in cui lo Stato ha “assorbito” titoli-letame, sempre e comunque. I costi mi sembrano evidenti.
Allora, l’innovazione contabile della Fed non è un modo di risolvere nulla: in aggregato l’ente Banca Centrale più Tesoro registra comunque la perdita, e la paga in modo surrettizio tramite il debito pubblico (nell’esempio, con un 5% di attivo “improduttivo” che si mangerà la distribuzione di utili al Tesoro con l’aggiunta del costo-opportunità dato proprio dalle poste “improduttive”).
Ma la Fed, come qualsiasi altra Banca Centrale – come e più di qualsiasi ente statale – non sarebbe mai fallita comunque: lo Stato avrebbe coperto comunque le perdite, oppure la Fed avrebbe stampato moneta (acquistando titoli di Stato, finanziando così il Governo, per procedere poi alla ricapitalizzazione – che come dimostrato è un’altra via per ottenere lo stesso risultato). Allora, perché questa specie di mezza-truffa o gioco delle tre carte?
Io direi che gli USA stanno sempre peggio, per quanto ci sia stato un problema di recessione, Obama ha fatto errori consistenti di gestione del bilancio ed adesso manca la liquidità per affrontare un possibile “rosso” della Fed. Con una mossa molto “all’italiana” si pensa di rendere una perdita nei fatti una specie di asset positivo da ammortizzare, scaricando sul futuro il relativo costo. Veramente, nessuna novità, anzi un passo indietro come civiltà politica!
E credo che il dato peggiore non sia tanto la necessità di misure straordinarie per proporre il “secondo/terzo round” di problemi connessi alla politica monetaria e fiscale – era scontato che sarebbero arrivati – bensì che un Governo abbia l’anima così sporca da dover cercare di mascherare la realtà senza far almeno professione di onestà intellettuale. Ditelo una buona volta: “abbiamo sbagliato e abbiamo finito i soldi”; anche perché i fatti parlano per voi!
@Silvano_IHC
Primo. Mi sembra che il cartone animato citato non fosse di Walt Disney, ergo lei sta parlando di una cosa che non conosce affatto e che comunque rappresenta uno strumento di divulgazione tanto quanto questo post, giusto o sbagliato che sia. Conta la sostanza delle cose e non la forma.
Secondo. La citazione era proprio di Andrew Jackson e derivata da un semplicissimo copia ed incolla. Sono cosciente di non essere tanto dotto quanto lei. Per tornare al “nostro” discorso, all’epoca di “banche centrali” ce ne furono due o tre in ordine temporale, a dire il vero, e nella mia citazione non compare la FED. Jackson ebbe a che fare con la seconda di queste, strettamente connessa con la House of Rothschild (privata), la quale risulta ancora attiva. Tanto attiva da essere coinvolta nel crack di Anglo-Irish Bank e, dunque, nel bail-out generale dell’Irlanda. Aveva ragione Jackson, insomma. La Tigre celtica con le sue basse imposte, così come l’Islanda, è andata in crisi con un bassissimo rapporto debito-pil, addirittura ben al di sotto del 50%, per il salvataggio delle zombie banks (private) e non meno per il ruolo svolto nella vicenda dalle agenzie di rating (private e soprattutto statunitensi). La parentesi delle agenzie di rating sarebbe, credo, molto interessante da introdurre per dare un senso ed un contesto al suo esercizio di ragioneria e spiegare così quello che conta davvero, ossia la fiducia che i mercati nutrono, per il momento almeno, nei confronti degli Stati Uniti d’America e della loro tripla A. Temo che la storia sia abbastanza lunga però ed ammetto la mia infantile ignoranza. Passo a lei la palla.
Mi dica piuttosto, dov’erano i profeti Krugman & Co quando è scoppiata la bolla dei mutui e quella precedente dei “dot-com”? stavano mica leggendo Topolino?…
Terzo. Me ne scuso ma ho tirato in ballo la FED solo per comodità e per semplificare la storia sul diritto di signoraggio negli USA. Lei saprà benissimo a cosa mi riferivo. Infatti, in quel paese per molto tempo, dal 1862 al 1971, ebbero corso anche gli “United States Notes”, cosa ben diversa dai “Federal Reseve Notes”. I primi erano stampati direttamente dal Tesoro mentre i secondi, tutt’oggi in corso e comunemente usati, vengono stampati dalla FED. L’ultimo a stampare moneta al di fuori del Federal Reserve System fu, credo, JF Kennedy. Evidentemente una piccola dicotomia esiste. Del resto qualcosa del genere avveniva anche con la lira italiana e continua ad avvenire con l’Euro oggi. Infatti, sulle banconte italiane appariva la Banca d’Italia mentre sulle monete solamente la dicitura “Repubblica italiana”. Perché? La risposta è che nel primo caso il diritto di signoraggio, quindi di stampare le banconote, era esercitato dalla Banca d’Italia, le cui quote di partecipazione al capitale sono per il 94,33% di proprietà di banche ed assicurazioni private, nel secondo tale diritto era appannaggio del Tesoro mediante la Zecca dello Stato. Ecco perché la proposta di Tremonti di introdurre la banconota da un euro ha fatto sorridere qualcuno a Bruxelles.
PS Un’altra cosa curiosa è che a dar vita al piano salva banche sia stato proprio Henry Paulson, all’epoca Segretario del Tesoro USA ma precedentemente Chairman and Chief Executive Officer di Goldman Sachs. E’ stato il caso o il volere di Dio?
bravo… bell’articolo…
sommiamolo alla abolizione del principio contabile del mark to market sostiuito dal costo storico…
aggiungiamoci che molte banche trasferiscono i debiti i società esterne che poi son sempre loro (clamoroso il caso Barclay con 10 mld nelle isole esotiche)
finiamo con un pò di 2013… quando i Piigs dovranno inserire, se vogliono il soldi del Salva Sovrani, clausole di compartecipazione al rischio di default a carico dei propri cittadini che sono allo stesso tempo creditori e debitori di sè stessi…
e ne concludiamo che… l’occidente straindebitato è seduto su 1000 bombe finanziarie.. non sappiamo quando… non sappiamo come.. non conosciamo l’ordine di default… ma sappiamo che il crack non potrà che prima o poi avvenire..
abbiamo vissuto MOLTO SOPRA le nostre possibilità.. e pagheremo… con discriminazioni sempre + forti tra forti e deboli.. ricchi e poveri.. furbastri ed ingenui…
Caro Oscar come la mettiamo sul fatto che la banca centrale stampa moneta di carta dal costo di ca 0,50 euro (abbondando) e ce la fa pagare al valore nominale più il tasso di interesse? Come la mettiamo sul fatto che i titolari delle banche centrali sono le banche nazionali le quali sono di proprietà delle banche private le quali sono di proprietà ad esempio delle fondazioni o di grossi gruppi internazionali i quali sono di proprietà dei soliti noti…… Scusa Oscar posso sembrare sotto effetto di crack ma qualcosa nel sistema non funziona. Perchè ci nasce ha gia’ un debito che non pagherà mai e se per caso è sfigato magari nasce in qualche paese africano e quindi diparte dopo qualche mese….. Scusa Oscar ma qualcosa non torna…. E non penso che i vari indstrialucoli o i vari sindacalucoli risolveranno qualcosa. Grazie Oscar anche solo per aver letto una riga. Aloa
@bilbo
Ma leggere per intero l’articolo, o un sunto dello Statuto delle Banche Centrali, o le discussioni già fatte sul signoraggio, prima di aprire bocca mai eh?
Segnalo questo spassoso dialogo fittizio fra Bernanke ed il suo omologo cinese 周小川 (Zhōu Xiǎochuān):
http://dailybail.com/home/dr-bernanke-gets-a-phone-call-from-china.html
PS – ho messo i caratteri cinesi e non solo la forma fonetica perché è bene mettersi in testa che il mandarino va imparato e fatto imparare ai nostri figli.
Faccio due premesse doverose.
Primo, non sono e non sono mai stato marxista, non mi pare di avere particolari nostalgie stataliste e ho sempre creduto nel funzionamento di quello che genericamente viene chiamata la società occidentale.
Secondo, non ho difficoltà ad ammettere che di economia ci capisco ben poco e ancora meno di scuole di pensiero.
Detto questo, sono perplesso quando di fronte a queste difficoltà economiche, specialmente i grandi indebitamenti, i rischi di fallimenti di grandi proporzioni, il predominio della finanza su altri settori dell’economia, si continua a dire che è tutta colpa del poco liberalismo.
Non ho argomenti per confutare questo credo, ma alcune cose non le capisco e le pongo in forma di domande.
I crediti facili concessi alle famiglie americane, le bolle speculative, i titoli spazzatura sono dovuti a eccesso di regole e controlli o a una loro riduzione chiesta negli anni precedenti in nome del liberalismo? “Con meno regole il mercato è più efficiente e si regola benissimo da solo”. Si è visto come.
Peraltro non è una novità. La spaventosa depressione del ’29 da cosa fu innescata se non da un eccesso di credito, fondamentale credo dell’econimia liberista e capitalista? Per mettere un cerotto prima, per stabilizzare l’economia poi e infine per uscire dopo un decennio dalla crisi ci vollero interventi pubblici nell’economia. Oltre a mettere una serie di regole per evitare che il disastro si ripetesse. Regole poi smontate a paritre dall’era Regan.
Dopo il ’29 si fece circa quello che s sta ripetendo adesso: cerotti e salvataggi per evitare che un crollo dopo l’altro trascini a terra l’intera casa americana e stabilizzazione con la statalizzazione del debito privato. Se e come ne usciranno non lo so, ma di chi è stata la colpa? Non è forse della casta che si è data più libertà di azione e che andava raccogliendo premi Nobel di economia insegnando quanto è bello il liberalismo?
Non sto proponendo in alternativa l’URSS, ma qualche regolata bisognerà pur darsela e l’incrollabile (in alcuni ben interessata) fede nel liberismo dovrà pure attraversare almeno qualche riflessione.
Quelli che vengono chiamati eccessi della finanza sregolata (tutta la storia dei mutui…), come più volte detto qui ma anche sul mio sito, sono le conseguenze di spinte statali verso certi risultati socialmente desiderabili, come la casa per tutti (ownership society). In quel caso, ad esempio, c’era un mercato “diretto” da “incentivi” statali… appunto si è visto come è finito.
Cmq il settore subprime non è quello che ha “scatenato” la crisi, è solo il primo settore in cui si sono visti i disequilibri causati da tanto tanto Stato nell’economia, a partire dai tassi di riferimento, passando dagli incentivi discrezionali sull’industria, fino ai parametri legali di solidità bancaria.
“l’errore” che commetti è pensare che il mercato oggi sia un mercato libero; finché non vedi quanto è profonda la mano pubblica non puoi che pensare un po’ così à la marx (si fa per dire).
Ho capito. Il mercato libero al 100% non ci sarà mai, quindi ogni guaio lo si potrà sempre attribuire a questa imperfezione nella concorrenza e non verrà scalfita la nostra fede nel liberismo che salva l’uomo e lo porta in Paradiso.
Come pensavano e facevano i marxisti, solo che tutti loro, tranne qualche inguaribile dinosauro, si sono arresi al fallimento dell’ideologia.
Ma se il liberismo perfetto, o almeno in un grado sufficiente, non lo si trova da nessuna parte al mondo, in quale iperuranio possiamo cercarlo?
@Marco L.
Guarda, meglio che studi un po’ di economia. Partendo da zero.
Se vai sul sito del Mises (o del Bruno Leoni) trovi dei bei testi di base.
Il Mises, se leggi l’inglese, è meglio, ne ha di più e di tutti i generi (gratis).
Tutti i casini che ci sono stati sono stati ( più quelli che stanno arrivando) ci sono stati perché le banche centrali possono stampare moneta. Senza quella possibilità, il resto è impossibile che arrivi a questi livelli. Nessuno dice che il libero mercato sia perfetto, ma le crisi se le risolve rapidamente e senza scaricare i costi su chi non centra.
In particolare, la Grande Depressione è stata causata dalla FED (che non intervenne ) e da Hoover (che fece il contrario di quello che doveva fare. Dopo di che venne FDR che mise il Grande davanti alla Depressione e con le sue politiche tenne l’economia depressa per un ventennio. La stessa situazione, nel 1920, si risolse senza l’intervento dello stato in pochi mesi, proprio perché lo stato non intervenne.
Il motivo per cui l’Italia (le banche) se la sono cavata meglio di quelle Inglesi e americane è perché nessuno si è mai fattol’illusione che il governo volesse o potesse intervenire (non ci sono i soldi per farlo). Quindi hanno evitato di mettersi in posizioni pericolose.
@Marco L.
No, non hai capito niente, e non ho detto questo, mi sa che sei partito un po’ troppo con i paraocchi e vai a confondere ideale con storico.
E anche se il liberismo fosse impossibile avrebbe ragione di parlarne appunto in termini “uranici”, come appartenente a quel mondo di idee che ci permettono di decifrare o interpretare la realtà, o se vuoi come paradigma verso cui tendere per rendere la gestione dell’economia “meno sbagliata” di quella attuale.
E ora chiudo, basta con i commenti off topic, chi vuol fare un crociata contro il capitalismo (senza nemmeno sapere cosa è) se ne vada pure a commentare altrove in posti più consoni. Che scatole! C’è sempre qualcuno che con tre righe e due fatti estratti a sorte vorrebbe risolvere un dibattito lungo generazioni.
Come ve la prendete per così poco!
La mia ignoranza in economia l’avevo dichiarata subito, ma effettivamente devo aggiungere delle scuse, e poi non turbo più la discussione, per questa entrata forse poco ortodossa, certamente non irrispettosa.
Si tranquillizzino. Non è mia intezione organizzare alcuna crociata contro il capitalismo che considero un dato di fatto, e considero una dannosa utopia ogni velletario tentativo di far finta che non esista o che si possa sostituire con qualcos’altro. E non voglio nemmeno imperversare nel blog.
Perchè allora non ho resistito dall’intervenire? Perchè mi incuriosisce questa incrollabile professione di fede nel liberismo.
Viaggiamo ciclicamente da una crisi economica all’altra. Ai piani alti dell’economia e della finanza è una zuffa continua mentre ai piani bassi è sempre in agguato la concreta possibilità di andare a dormire sotto i ponti, ma pare che si ricerchino e si ammettano solo cause esterne e non si prenda in considerazione che qualcosa forse potrebbe anche dipendere da un pensiero che mette il denaro non solo come il primo (fin qui si può convenire) ma come l’unico motore e regolatore della storia.
Poi se qualcosa va storto, e succede di continuo, la colpa è sempre degli altri. Esattamente come, permettetemi che poi mi ritiro in buon ordine, hanno sempre detto i comunisti nei tempi in cui spadroneggiavano, dove ogni guaio veniva sempre dai nemici della Rivoluzione, con la erre maiscola, e mai perché questa rivoluzione un tantino bacata di suo forse lo era.
Best regards…