Commenti a: Agenda digitale per l’Italia /2011/01/31/agenda-digitale-per-litalia/ diretto da Oscar Giannino Fri, 04 Feb 2011 13:07:57 +0100 hourly 1 http://wordpress.org/?v=3.0.4 Di: Giovanni Cincinnato /2011/01/31/agenda-digitale-per-litalia/comment-page-1/#comment-12335 Giovanni Cincinnato Wed, 02 Feb 2011 18:28:29 +0000 /?p=8198#comment-12335 @Sandro Mettere in competizione TV e Web è stupido: il secondo mezzo può incorporare il primo con facilità ed espanderlo, la TV non ha questa possibilità e questo già basta a tagliare corto ogni tentativo di boicottaggio. Per quanto riguarda la situazione italiana sulla Tv, non amo paragonarla a quella degli altri stati, di per se il nostro sistema radio televisivo è un tratto caratteristico italiano, come lo è il parlamentarismo perfetto e l'IRAP... tutte cose che abbiamo solo noi e di cui faremmo volentieri a meno. @ Roberto Concordo con il ridurre, ma questo non esclude la posa delle basi infrastrutturali e normative per avere una PA efficiente e produttiva (non che più snella). @Pastore Sardo La cosa non mi stupisce, come ben sai da noi anche per piantare un carciofo pone "rilevanti ed articolate questioni di carattere politico-sociale-amministrativo" che tradotto in lingua economica significa "O dividi la torta con politici/sindacati/burocrati/(criminali) oppure scordati di poter fare la qualsiasi" questo ovviamente porta alla dilatazione dei tempi di delibera e di costruzione, senza contare la miracolosa levitazione dei costi. La questione della banda larga fa gola a tutti perchè tutti sperano di poterci mangiare su. La rete in Italia fa PENA perchè le politiche statali sono mosse da stolti con i paraocchi che fanno il minimo indispensabile scaricando tutto il peso degli errori commessi alle generazioni future, ricordiamoci che noi siamo la nazione che ha abbandonato il nucleare per bruciare petrolio/gas/carbone e che siamo quelli che hanno creato quella megavoragine di debito pubblico che qualcuno in futuro dovrebbe ripianare... Per quanto riguarda Telecom Italia, forse sarò prevenuto e poco obbiettivo ma mi sembra la classica azienda italiana che quando guadagna incassa e gode, quando perde invece si appella allo Stato e munge. @Sandro

Mettere in competizione TV e Web è stupido: il secondo mezzo può incorporare il primo con facilità ed espanderlo, la TV non ha questa possibilità e questo già basta a tagliare corto ogni tentativo di boicottaggio. Per quanto riguarda la situazione italiana sulla Tv, non amo paragonarla a quella degli altri stati, di per se il nostro sistema radio televisivo è un tratto caratteristico italiano, come lo è il parlamentarismo perfetto e l’IRAP… tutte cose che abbiamo solo noi e di cui faremmo volentieri a meno.

@ Roberto

Concordo con il ridurre, ma questo non esclude la posa delle basi infrastrutturali e normative per avere una PA efficiente e produttiva (non che più snella).

@Pastore Sardo

La cosa non mi stupisce, come ben sai da noi anche per piantare un carciofo pone “rilevanti ed articolate questioni di carattere politico-sociale-amministrativo” che tradotto in lingua economica significa “O dividi la torta con politici/sindacati/burocrati/(criminali) oppure scordati di poter fare la qualsiasi” questo ovviamente porta alla dilatazione dei tempi di delibera e di costruzione, senza contare la miracolosa levitazione dei costi. La questione della banda larga fa gola a tutti perchè tutti sperano di poterci mangiare su.

La rete in Italia fa PENA perchè le politiche statali sono mosse da stolti con i paraocchi che fanno il minimo indispensabile scaricando tutto il peso degli errori commessi alle generazioni future, ricordiamoci che noi siamo la nazione che ha abbandonato il nucleare per bruciare petrolio/gas/carbone e che siamo quelli che hanno creato quella megavoragine di debito pubblico che qualcuno in futuro dovrebbe ripianare…
Per quanto riguarda Telecom Italia, forse sarò prevenuto e poco obbiettivo ma mi sembra la classica azienda italiana che quando guadagna incassa e gode, quando perde invece si appella allo Stato e munge.

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Di: Pastore Sardo /2011/01/31/agenda-digitale-per-litalia/comment-page-1/#comment-12328 Pastore Sardo Wed, 02 Feb 2011 15:21:55 +0000 /?p=8198#comment-12328 <a href="#comment-12307" rel="nofollow">@Giovanni Cincinnato</a> Parole sante Giovanni, invece per quanto riguarda il problema della rete ci sono investitori che metterebbero per esempio la fibra in Sardegna (i cinesi), ma il problema è in ambito politico di garanzie per gli investirori e altro problema ci sono politici e gruppi italiani che vogliono avere il controllo sulla rete (i politici volevano scorporare la rete e mettere AD Sarmi, uomo Fini, lasciando Poste alla LN, ma dopo il casino di FLI la situazione si è arenata). Ma vogliamo lasciare la rete ai cinesi? a me dava più garanzie lasciare TI ad AT&T che lasciarla ad Italiani, ma la rete ai cinesi mi lascia perplesso. Il problema principale in ITALIA per la quale si necessita investire nella rete è semplicemente dovuto al fatto che non si è investito nel mantenerla, ovvero abbiamo bisogno della dentiera (di fibra) perchè i denti (di rame) sono marci perchè li abbiamo trascurati. TI (e non solo) vuole ancora sfruttare al massimo i denti marci e anche quando per clienti business ti possono offrire soluzioni alternative, non te le propongono neanche (molti clienti business delle aree rurali possono avere connettività via ponti radio). Infatti lo scontro tecnologico tra GPON e P2P è prettamente basato sul fatto che TI vuole ancora sfruttare l'arcata dentaria continuando a sfruttare i molti denti marci :) @Giovanni Cincinnato
Parole sante Giovanni, invece per quanto riguarda il problema della rete ci sono investitori che metterebbero per esempio la fibra in Sardegna (i cinesi), ma il problema è in ambito politico di garanzie per gli investirori e altro problema ci sono politici e gruppi italiani che vogliono avere il controllo sulla rete (i politici volevano scorporare la rete e mettere AD Sarmi, uomo Fini, lasciando Poste alla LN, ma dopo il casino di FLI la situazione si è arenata).
Ma vogliamo lasciare la rete ai cinesi? a me dava più garanzie lasciare TI ad AT&T che lasciarla ad Italiani, ma la rete ai cinesi mi lascia perplesso.
Il problema principale in ITALIA per la quale si necessita investire nella rete è semplicemente dovuto al fatto che non si è investito nel mantenerla, ovvero abbiamo bisogno della dentiera (di fibra) perchè i denti (di rame) sono marci perchè li abbiamo trascurati.
TI (e non solo) vuole ancora sfruttare al massimo i denti marci e anche quando per clienti business ti possono offrire soluzioni alternative, non te le propongono neanche (molti clienti business delle aree rurali possono avere connettività via ponti radio).
Infatti lo scontro tecnologico tra GPON e P2P è prettamente basato sul fatto che TI vuole ancora sfruttare l’arcata dentaria continuando a sfruttare i molti denti marci :)

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Di: Riccardo /2011/01/31/agenda-digitale-per-litalia/comment-page-1/#comment-12327 Riccardo Wed, 02 Feb 2011 14:47:45 +0000 /?p=8198#comment-12327 Non sono un liberista , sono un libertario (Scuola Austriaca). Il principio che indirizza il mio pensiero è il rispetto per la libertà individuale, non sono mosso dalla presunta utilità collettiva (o sociale , o altro). Perciò rifiuto l' idea di un economia programmata , come è l' attuale (non c'è solo quella pianificata), che fa dell' espansionismo monetario lo strumento di affermazione e degli accordi commerciali internazionali il sistema di "promozione" coatta della globalizzazione (mercato libero). La rivoluzione della PA , dal mio punto di vista, consisterebbe non tanto nella sua ottimizzazione ma nella sua "riduzione" all' essenziale. Cioè in uno stato sempre più piccolo. Quindi, prima rivedo l' esistente (lasciando solo lo stretto necessario) , poi , eventualmente ottimizzo. Quindi , come si direbbe, opero prima un cambio di paradigma. Rimanendo nel mondo dell' industria esiste un esempio simile , il modello produttivo Toyota. Non sono un liberista , sono un libertario (Scuola Austriaca).
Il principio che indirizza il mio pensiero è il rispetto per la libertà individuale, non sono mosso dalla presunta utilità collettiva (o sociale , o altro).
Perciò rifiuto l’ idea di un economia programmata , come è l’ attuale (non c’è solo quella pianificata), che fa dell’ espansionismo monetario lo strumento di affermazione e degli accordi commerciali internazionali il sistema di “promozione” coatta della globalizzazione (mercato libero).

La rivoluzione della PA , dal mio punto di vista, consisterebbe non tanto nella sua ottimizzazione ma nella sua “riduzione” all’ essenziale. Cioè in uno stato sempre più piccolo.
Quindi, prima rivedo l’ esistente (lasciando solo lo stretto necessario) , poi , eventualmente ottimizzo. Quindi , come si direbbe, opero prima un cambio di paradigma.

Rimanendo nel mondo dell’ industria esiste un esempio simile , il modello produttivo Toyota.

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Di: Sandro Pappalardo /2011/01/31/agenda-digitale-per-litalia/comment-page-1/#comment-12323 Sandro Pappalardo Wed, 02 Feb 2011 10:11:12 +0000 /?p=8198#comment-12323 Anche se in ritardo riguardo la trasmissione dedicata all'Agenda Digitale vorrei ugualmente esprimere quella che secondo me è la priorità fondamentale da risolvere quì in Italia: il conflitto di Interessi di Berlusconi. La Banda Larga o l'Ultrabanda non decolleranno mai. Tutto ciò che può essere in concorrenza con la televisione non va sviluppato. A me sembra ovvia questa cosa. In America ci sono già esperienze di web TV, palinsesti personalizzabili, ricerca di conentuti multimediali, blog, video on demand. Ma stiamo scherzando? L'ultimo sforzo del governo è stato un incentivo di qualche decina di euro per l'acquisto di un nuovo PC. E poi, per finire, ammesso e non concesso che si risolva il conflitto di interessi di B. occorre una classe politica svecchiata. Una gerontocrazia come quella che abbiamo in questo Paese non ci porta da nessuna parte. Sandro Anche se in ritardo riguardo la trasmissione dedicata all’Agenda Digitale vorrei ugualmente esprimere quella che secondo me è la priorità fondamentale da risolvere quì in Italia: il conflitto di Interessi di Berlusconi. La Banda Larga o l’Ultrabanda non decolleranno mai. Tutto ciò che può essere in concorrenza con la televisione non va sviluppato. A me sembra ovvia questa cosa. In America ci sono già esperienze di web TV, palinsesti personalizzabili, ricerca di conentuti multimediali, blog, video on demand. Ma stiamo scherzando? L’ultimo sforzo del governo è stato un incentivo di qualche decina di euro per l’acquisto di un nuovo PC. E poi, per finire, ammesso e non concesso che si risolva il conflitto di interessi di B. occorre una classe politica svecchiata. Una gerontocrazia come quella che abbiamo in questo Paese non ci porta da nessuna parte.
Sandro

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Di: Paolo Magrassi /2011/01/31/agenda-digitale-per-litalia/comment-page-1/#comment-12322 Paolo Magrassi Wed, 02 Feb 2011 10:11:01 +0000 /?p=8198#comment-12322 Amici, dobbiamo imparare a orientarci tra la pelosa propaganda delle aziende di telecom e di elettronica da un lato e, dall'altro, le necessità dell'economia post-industriale, che in Italia non si assecondano semplicemente posando fibre ottiche: http://alturl.com/zpa57 Amici, dobbiamo imparare a orientarci tra la pelosa propaganda delle aziende di telecom e di elettronica da un lato e, dall’altro, le necessità dell’economia post-industriale, che in Italia non si assecondano semplicemente posando fibre ottiche: http://alturl.com/zpa57

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Di: Giovanni Cincinnato /2011/01/31/agenda-digitale-per-litalia/comment-page-1/#comment-12320 Giovanni Cincinnato Tue, 01 Feb 2011 21:43:38 +0000 /?p=8198#comment-12320 <a href="#comment-12316" rel="nofollow">@Pastore Sardo</a> Grazie Pastore Sardo, Io non credo che l'intervento statale debba "distorcere" il mercato mettendo le sue poco competenti mani nell'economia, non credo nemmeno che ci sia necessità di distribuire denari a pioggia per favorire interessi privati, però penso che non sia da "statalisti" pensare che una nazione debba quantomeno occuparsi di preparare il "terreno di coltura" per generare la crescita economica ; va bene che bisogna calare le tasse, e sarebbe necessario ridurre gli sperchi ma a mio parere non ridimensionare e rimodulare l'apparato burocratico e procedere ad una riscrittura della normativa ad esso collegata, che a tutt'oggi è solo una frammentaria sequela di leggi e leggine (alcune delle quali antecedenti al fascismo) riunite in uno pseudocodice, avrebbe solo l'effetto di annullare qualsiasi riforma economica anche la più generosa. E che c'entra l'informatica in tutto ciò? C'entra più di quanto sembri: il motore dell'efficienza di uno stato e da sempre misurato con la velocità e l'uniformità delle sue comunicazioni, oggi con l'IT possiamo fare molto ma molto meglio rispetto al passato, possiamo essere veloci, uniformi, ed in più si incrementa la precisione delle azioni amministrative si può risparmiare e valutare i dati. Un massiccio impiego di IT creerebbe un benchmarking della PA di migliore qualità e questo evidenzierebbe subito i meriti ed i demeriti degli amministratori in termini di produttività reale e di atti prodotti che possono essere valutati quasi in REAL-TIME, senza parlare delle possibilità di interfacciamento fra enti che verrebbero amplificate in maniera spaventosa. Ed al cittadino cosa sposta? Con il giusto framework normativo , si avrebbe un'amministrazione leggera e servizievole, che fa meno errori e che diventa finalmente trasparente e responsabile delle proprie azioni, potrebbe costare di meno essere più utile (e meno di intralcio). E questo sarebbe solamente l'inizio. Per me questa sarebbe la vera rivoluzione, che insieme ad un incisivo riordino del nostro ordinamento (ai livelli di Triboniano o giù di li :-D) potrebbe veramente fare fare al nostro paese un balzo di 100 anni avanti così da passare dall'attuale Repubblica 1.1 alla Repubblica 2.0 e onestamente se ne sentirebbe la necessità. @Pastore Sardo
Grazie Pastore Sardo,

Io non credo che l’intervento statale debba “distorcere” il mercato mettendo le sue poco competenti mani nell’economia, non credo nemmeno che ci sia necessità di distribuire denari a pioggia per favorire interessi privati, però penso che non sia da “statalisti” pensare che una nazione debba quantomeno occuparsi di preparare il “terreno di coltura” per generare la crescita economica ; va bene che bisogna calare le tasse, e sarebbe necessario ridurre gli sperchi ma a mio parere non ridimensionare e rimodulare l’apparato burocratico e procedere ad una riscrittura della normativa ad esso collegata, che a tutt’oggi è solo una frammentaria sequela di leggi e leggine (alcune delle quali antecedenti al fascismo) riunite in uno pseudocodice, avrebbe solo l’effetto di annullare qualsiasi riforma economica anche la più generosa.

E che c’entra l’informatica in tutto ciò?

C’entra più di quanto sembri: il motore dell’efficienza di uno stato e da sempre misurato con la velocità e l’uniformità delle sue comunicazioni, oggi con l’IT possiamo fare molto ma molto meglio rispetto al passato, possiamo essere veloci, uniformi, ed in più si incrementa la precisione delle azioni amministrative si può risparmiare e valutare i dati. Un massiccio impiego di IT creerebbe un benchmarking della PA di migliore qualità e questo evidenzierebbe subito i meriti ed i demeriti degli amministratori in termini di produttività reale e di atti prodotti che possono essere valutati quasi in REAL-TIME, senza parlare delle possibilità di interfacciamento fra enti che verrebbero amplificate in maniera spaventosa.

Ed al cittadino cosa sposta?

Con il giusto framework normativo , si avrebbe un’amministrazione leggera e servizievole, che fa meno errori e che diventa finalmente trasparente e responsabile delle proprie azioni, potrebbe costare di meno essere più utile (e meno di intralcio).

E questo sarebbe solamente l’inizio.

Per me questa sarebbe la vera rivoluzione, che insieme ad un incisivo riordino del nostro ordinamento (ai livelli di Triboniano o giù di li :-D ) potrebbe veramente fare fare al nostro paese un balzo di 100 anni avanti così da passare dall’attuale Repubblica 1.1 alla Repubblica 2.0 e onestamente se ne sentirebbe la necessità.

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Di: Pastore Sardo /2011/01/31/agenda-digitale-per-litalia/comment-page-1/#comment-12316 Pastore Sardo Tue, 01 Feb 2011 15:49:33 +0000 /?p=8198#comment-12316 <a href="#comment-12307" rel="nofollow">@Giovanni Cincinnato</a> BRAVO Giovanni, finalmente qualcuno che capisce come fare una vera rivoluzione in Italia E SOPRATTUTTO CHE VA FATTA NELLA PA IN PRIMIS. Altro che posti di lavoro costruiti su maggiori vendite di film e audio con banda larga finalizzata al consumer!! PRIMA Dematerializzazione a manetta all'interno dei processi amministrativi e tracciamento e relativa trasparenza delle pratiche amminitrative con riprogettazionde dei sistemi informativi che fanno letteralmente cagare (in tutti gli ambiti PA, sanità , etc.etc) e vedrai come cambia la PA risparmiando vagonate di soldi che poi si possono successivamente investire su altre strategie in ambito ICT. Altro che telelavoro !!! molti contratti nazionali non li gestiscono e sono complicati, ma immaginate che non si può neanche aprire una agenzia di viaggio on line, nel 2011 sei costretto ad avere un ufficio aperto al pubblico http://servizi.sardegnasuap.it/cittadino/informazioniCittMA.htm?method=macroNorme&mpId=7 la legge regionale di riferimento (cmq emanata da leggi nazionali e comunitarie) è UDITE UDITE del 1988!!! che banda larga si vuol fare senza riformare anche la legislazione!!! @Giovanni Cincinnato
BRAVO Giovanni, finalmente qualcuno che capisce come fare una vera rivoluzione in Italia E SOPRATTUTTO CHE VA FATTA NELLA PA IN PRIMIS.
Altro che posti di lavoro costruiti su maggiori vendite di film e audio con banda larga finalizzata al consumer!!
PRIMA Dematerializzazione a manetta all’interno dei processi amministrativi e tracciamento e relativa trasparenza delle pratiche amminitrative con riprogettazionde dei sistemi informativi che fanno letteralmente cagare (in tutti gli ambiti PA, sanità , etc.etc) e vedrai come cambia la PA risparmiando vagonate di soldi che poi si possono successivamente investire su altre strategie in ambito ICT.
Altro che telelavoro !!! molti contratti nazionali non li gestiscono e sono complicati, ma immaginate che non si può neanche aprire una agenzia di viaggio on line, nel 2011 sei costretto ad avere un ufficio aperto al pubblico
http://servizi.sardegnasuap.it/cittadino/informazioniCittMA.htm?method=macroNorme&mpId=7
la legge regionale di riferimento (cmq emanata da leggi nazionali e comunitarie) è UDITE UDITE del 1988!!!

che banda larga si vuol fare senza riformare anche la legislazione!!!

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Di: Giovanni Cincinnato /2011/01/31/agenda-digitale-per-litalia/comment-page-1/#comment-12315 Giovanni Cincinnato Tue, 01 Feb 2011 15:34:10 +0000 /?p=8198#comment-12315 Riccardo, Io sono contrario all'idea dei privati che mungono dalle casse statali, ma non credi che una nazione che dice di essere una potenza economica debba considerare la propria rete di comunicazione come una questione di importanza primaria sia sotto l'aspetto economico che dal punto di vista della sicurezza? Allora noi ci dobbiamo accontentare di quel catorcio di rete mentre gli altri (spreconi) varano sempre nuovi tratti di fibra ottica, come dici tu, inutile ... In quanto alla teoria economica, non credo che c'entri il Liberismo: se lo stato dovesse limitarsi a fornire i servizi essenziali, penso che una rete di comunicazione ad alta efficienza sarebbe, nel 2011, proprio uno di quei compiti che spettano allo stato. Questo ovviamente se si pensa ad una nazione che abbia un briciolo di prospettiva futura e che coltivi l'intenzione di dettare i tempi della ripresa economica e non di inseguire sempre gli altri come abbiamo fatto noi da circa 30 anni. Riccardo,

Io sono contrario all’idea dei privati che mungono dalle casse statali, ma non credi che una nazione che dice di essere una potenza economica debba considerare la propria rete di comunicazione come una questione di importanza primaria sia sotto l’aspetto economico che dal punto di vista della sicurezza? Allora noi ci dobbiamo accontentare di quel catorcio di rete mentre gli altri (spreconi) varano sempre nuovi tratti di fibra ottica, come dici tu, inutile …

In quanto alla teoria economica, non credo che c’entri il Liberismo: se lo stato dovesse limitarsi a fornire i servizi essenziali, penso che una rete di comunicazione ad alta efficienza sarebbe, nel 2011, proprio uno di quei compiti che spettano allo stato. Questo ovviamente se si pensa ad una nazione che abbia un briciolo di prospettiva futura e che coltivi l’intenzione di dettare i tempi della ripresa economica e non di inseguire sempre gli altri come abbiamo fatto noi da circa 30 anni.

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Di: Riccardo /2011/01/31/agenda-digitale-per-litalia/comment-page-1/#comment-12308 Riccardo Tue, 01 Feb 2011 12:13:54 +0000 /?p=8198#comment-12308 -150kbps , se minimi garantiti , sono un bel "viaggiare". -10 trilioni di euro a che si riferiscono? agli scambi di prodotti commerciali effettuati tramite transazioni affettuate via internet, non certo al valore di nuovi servizi creati da questa. - Cloud Computing : il nuovo tentativo , ormai ultradecennale, di affittare servizi applicativi alle aziende da centri elaborazione remoti di società terze. Dove è il risparmio? L' IT è uno strumento , molto oneroso , poco flessibile ,spesso confuso come fine. Quindi , a che serve questa iniziativa, certamente pretestuosa e strumentale?. Inoltre, caro Giannino, come è che in queste trasmissioni (Radio24) ci son sempre dei privati che chiedono (strumentalmente) allo stato di "incentivare" lo sviluppo di nuovi mercati. Da quale parte stiamo ? , da quella di Milton Friedman o da quella di Murray N. Rothbard che definì il primo "Penso che sia abbastanza chiaro che Friedman è uno statalista"? -150kbps , se minimi garantiti , sono un bel “viaggiare”.
-10 trilioni di euro a che si riferiscono? agli scambi di prodotti commerciali effettuati tramite transazioni affettuate via internet, non certo al valore di nuovi servizi creati da questa.
- Cloud Computing : il nuovo tentativo , ormai ultradecennale, di affittare servizi applicativi alle aziende da centri elaborazione remoti di società terze. Dove è il risparmio?
L’ IT è uno strumento , molto oneroso , poco flessibile ,spesso confuso come fine.

Quindi , a che serve questa iniziativa, certamente pretestuosa e strumentale?.

Inoltre, caro Giannino, come è che in queste trasmissioni (Radio24) ci son sempre dei privati che chiedono (strumentalmente) allo stato di “incentivare” lo sviluppo di nuovi mercati. Da quale parte stiamo ? , da quella di Milton Friedman o da quella di Murray N. Rothbard che definì il primo “Penso che sia abbastanza chiaro che Friedman è uno statalista”?

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Di: Giovanni Cincinnato /2011/01/31/agenda-digitale-per-litalia/comment-page-1/#comment-12307 Giovanni Cincinnato Tue, 01 Feb 2011 10:45:20 +0000 /?p=8198#comment-12307 Credo che un serio sviluppo informatico in Italia sia fondamentale non solo per l'introito che genererebbe di per se, ma anche come "sostegno" agli altri settori dell'ambito amministrativo ed economico. Non è un mistero che il computer sia fondamentalmente un'ottimo strumento da assistenza, che incrementa le capacità degli operatori ad una persona solo di svolgere in meno tempo diversi compiti, ed è incredibile quante cose potrebbe fare e …. quante poche gli ne facciamo fare in realtà. Non è un mistero che molti settori della nostra società come la nostra pubblica amministrazione utilizzino il computer poco e male sopratutto in relazione alle esigenze ed agli impieghi possibili: pensiamo solo solo alla mole di archivi cartacei che i nostri comuni/province/regioni/ministeri/tribunali producono ogni anno : Uno spreco totale di carta che poi si tramuta nel famoso FALDONE dal peso improponibile e dal volume notevole, che viene accatastato da qualche parte alla meno peggio (cantine, armadi, mobili) e che rende i documenti magari risalenti a soli 5 o 6 anni del tutto irreperibili. Non va meglio nei tribunali dove la ricerca della sola documentazione di una causa può richiedere mesi e la sua consultazione settimane, ditemi voi se questo non è un ulteriore incremento dei tempi della giustizia. Un sistema di archivi digitalizzati può invece salvare "migliaia" di documenti e renderli disponibili per la consultazione facilmente in pochi secondi ed oltre a questo si possono fare ricerche su testi di migliaia di pagine in un attimo cercando parole chiave e passaggi fondamentali degli stessi facilmente pensate che un inchiesta di 10.000 pagine sta su 100 MiB (ed anche di meno con gli oppurtuni accorgimenti) e se consideriamo che una chiavetta da 5 € contiene 4000 MiB capite bene quanti documenti possono essere archiviati ed indicizzati. (a questo proposito c'è da lodare l'iniziativa del tribunale di Mantova che con il progetto Digit 2.0 sta facendo questo ed anche di più http://www.fainotizia.it/2009/05/13/adobe-e-tribunale-di-cremona-nasce-digit-20-innovare-il-sistema-giustizia). Per altro utilizzando un DMS (Document Management System) si può tenere “un occhio” sulla documentazione sapendo chi la consulta e chi la ritira e chi la stampa impedendo anche la trasmissione illecita degli stessi. C'è dell'altro: Pensiamo a quanti archivi esistono nella PA ognuno di questi magari contiene i vostri nomi e magari contiene anche grossolani errori di trascrizione che vi causeranno più di un problema e che per risolvere questi problemi impiegherete ore se non giorni. Invece creando database interfacciati, si potrebbero eliminare errori/problemi/reclami/perdite di tempo immani ed oltre a questo si potrebbero facilmente scoprire evasori fiscali o enti che non svolgono il proprio lavoro come dovrebbero immettendo finalmente LA RESPONSABILITA' VERA (come sancito dalla legge ma mai messo in pratica) di chi opera nella Pubblica Amministrazione, pensando di trovarsi in una "botte di ferro" a riparo non solo dai licenziamenti ma anche dalle proprie mancanze e dai danni che causa alla cittadinanza. Questo è solo un piccolo assaggio di quanto è possibile realizzare e non è sempre detto che siano necessari "milioni di euro " di stanziamenti; gli interventi infrastrutturali sono di certo a carico dello stato ma esistono anche migliaia di progetti che potrebbero cominciare ad essere implementati utilizzando sistemi open-source che riscuotono ampio successo in tutto il mondo, e che altri grandi stati europei (Francia/Germani/Inghilterra) stanno utilizzando da diverso tempo, senza la necessità di dover dipendere tecnicamente dai grandi colossi dell'informatica in tutto e per tutto. Purtroppo il sistema Italia e la sua ingarbugliata (sin dalla normativa) amministrazione, mal gradisce se non ODIA questi sistemi che semplificano e velocizzano, anche perché impedirebbero (o aiuterebbero ad impedire) tutto quel giro di cattiva informazione ritardi e disservizi che invece fanno comodo ai politici ai responsabili amministrativi e agli impiegati, perché è vero che queste tecnologie farebbero comodo, ma servirebbe anche chi le sa utilizzare invece 2/3 degli impiegati statali non sa nemmeno scrivere con entrambe le mani senza guardare la tastiera, figuriamoci quanto si prestano all'impiego di queste sofisticate (e nemmeno complicatissime poi) tecnologie. Certo, se si volesse fare una seria rivoluzione informatica sarebbe necessario un potenziamento di rete, perché l'applicazione di servizi digitalizzati ad ampio spettro non può certo essere messo in "scacco" da una rete a tutt'oggi poco affidabile e molto eterogenea. Chi sostiene che la velocità di rete serva solo al file sharing, non capisce che bisogna avere una buona infrastruttura per creare una seria ragnatela di servizi che sia anche affidabile e veloce specialmente se si parla di Cloud Computing. Purtroppo l'attenzione sul digitale in Italia è ovviamente bassa ; la stessa formazione politica che oggi governa nel lontano 1999 sosteneva che la scuola doveva basarsi sulle tre I "Inglese, Informatica, Impresa" ed a quanto pare nessuna delle tre è più rilevante oggi. I giovani dovrebbero solo rassegnarsi all'idea che questo è un paese per vecchi dove si parla solo di pensioni , gossip da giornaletto scandalistico, ammortizzatori sociali e metalmeccanici, dove invece di propositi si indugia in vecchi ricordi e farneticazioni, dove come diceva Califano : TUTTO IL RESTO E' NOIA. Credo che un serio sviluppo informatico in Italia sia fondamentale non solo per l’introito che genererebbe di per se, ma anche come “sostegno” agli altri settori dell’ambito amministrativo ed economico. Non è un mistero che il computer sia fondamentalmente un’ottimo strumento da assistenza, che incrementa le capacità degli operatori ad una persona solo di svolgere in meno tempo diversi compiti, ed è incredibile quante cose potrebbe fare e …. quante poche gli ne facciamo fare in realtà. Non è un mistero che molti settori della nostra società come la nostra pubblica amministrazione utilizzino il computer poco e male sopratutto in relazione alle esigenze ed agli impieghi possibili: pensiamo solo solo alla mole di archivi cartacei che i nostri comuni/province/regioni/ministeri/tribunali producono ogni anno : Uno spreco totale di carta che
poi si tramuta nel famoso FALDONE dal peso improponibile e dal volume notevole, che viene accatastato da qualche parte alla meno peggio (cantine, armadi, mobili) e che rende i documenti magari risalenti a soli 5 o 6 anni del tutto irreperibili. Non va meglio nei tribunali dove la ricerca della sola documentazione di una causa può richiedere mesi e la sua consultazione settimane, ditemi voi se questo non è un ulteriore incremento dei tempi della giustizia. Un sistema di archivi digitalizzati può invece salvare “migliaia” di documenti e renderli disponibili per la consultazione facilmente in pochi secondi ed oltre a questo si possono fare ricerche su testi di migliaia di pagine in un attimo cercando parole chiave e passaggi fondamentali degli stessi facilmente pensate che un inchiesta di 10.000 pagine sta su 100 MiB (ed anche di meno con gli oppurtuni accorgimenti) e se consideriamo che una chiavetta da 5 € contiene 4000 MiB capite bene quanti documenti possono essere archiviati ed indicizzati. (a questo proposito c’è da lodare l’iniziativa del tribunale di Mantova che con il progetto Digit 2.0 sta facendo questo ed anche di più http://www.fainotizia.it/2009/05/13/adobe-e-tribunale-di-cremona-nasce-digit-20-innovare-il-sistema-giustizia).
Per altro utilizzando un DMS (Document Management System) si può tenere “un occhio” sulla documentazione sapendo chi la consulta e chi la ritira e chi la stampa impedendo anche la trasmissione illecita degli stessi.

C’è dell’altro: Pensiamo a quanti archivi esistono nella PA ognuno di questi magari contiene i vostri nomi e magari contiene anche grossolani errori di trascrizione che vi causeranno più di un problema e che per risolvere questi problemi impiegherete ore se non giorni. Invece creando database interfacciati, si potrebbero eliminare errori/problemi/reclami/perdite di tempo immani ed oltre a questo si potrebbero facilmente scoprire evasori fiscali o enti che non svolgono il proprio lavoro come dovrebbero immettendo finalmente LA RESPONSABILITA’ VERA (come sancito dalla legge ma mai messo in pratica) di chi opera nella Pubblica Amministrazione, pensando di trovarsi in una “botte di ferro” a riparo non solo dai licenziamenti ma anche dalle proprie mancanze e dai danni che causa alla cittadinanza. Questo è solo un piccolo assaggio di quanto è possibile realizzare e non è sempre detto che siano necessari “milioni di euro ” di stanziamenti; gli interventi infrastrutturali sono di certo a carico dello stato ma esistono anche migliaia di progetti che potrebbero cominciare ad essere implementati utilizzando sistemi open-source che riscuotono ampio successo in tutto il mondo, e che altri grandi stati europei (Francia/Germani/Inghilterra) stanno utilizzando da diverso tempo, senza la necessità di dover dipendere tecnicamente dai grandi colossi dell’informatica in tutto e per tutto.

Purtroppo il sistema Italia e la sua ingarbugliata (sin dalla normativa) amministrazione, mal gradisce se non ODIA questi sistemi che semplificano e velocizzano, anche perché impedirebbero (o aiuterebbero ad impedire) tutto quel giro di cattiva informazione ritardi e disservizi che invece fanno comodo ai politici ai responsabili amministrativi e agli impiegati, perché è vero che queste tecnologie farebbero comodo, ma servirebbe anche chi le sa utilizzare invece 2/3 degli impiegati statali non sa nemmeno scrivere con entrambe le mani senza guardare la tastiera, figuriamoci quanto si prestano all’impiego di queste sofisticate (e nemmeno complicatissime poi) tecnologie. Certo, se si volesse fare una seria rivoluzione informatica sarebbe necessario un potenziamento di rete, perché l’applicazione di servizi digitalizzati ad ampio spettro non può certo essere messo in “scacco” da una rete a tutt’oggi poco affidabile e molto eterogenea. Chi sostiene che la velocità di rete serva solo al file sharing, non capisce che bisogna avere una buona infrastruttura per creare una seria ragnatela di servizi che sia anche affidabile e veloce specialmente se si parla di Cloud Computing.

Purtroppo l’attenzione sul digitale in Italia è ovviamente bassa ; la stessa formazione politica che oggi governa nel lontano 1999 sosteneva che la scuola doveva basarsi sulle tre I “Inglese, Informatica, Impresa” ed a quanto pare nessuna delle tre è più rilevante oggi. I giovani dovrebbero solo rassegnarsi all’idea che questo è un paese per vecchi dove si parla solo di pensioni , gossip da giornaletto scandalistico, ammortizzatori sociali e metalmeccanici, dove invece di propositi si indugia in vecchi ricordi e farneticazioni, dove come diceva Califano : TUTTO IL RESTO E’ NOIA.

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