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Ma allora il tetto ai debiti in Costituzione funziona?

Qualche settimana fa, dalle colonne di Libertiamo manifestavo scetticismo sull’operazione, pur razionale e ammirevole, di mettere un cap all’indebitamento direttamente in Costituzione.

Il sospetto è che, tra una tassa sulle compagnie aeree e un balzello sulle società energetiche, il governo sti facendo pur maquillage e sia pronto a passare la patata bollente del debito al governo successivoe sia pronto a passare la patata bollente del debito al governo successivo, che, viste le indagini demoscopiche più recenti, sarà probabilmente di colore opposto. Non per nulla il Ministro dell’Economia Brüderle ha parlato di un indebitamento zero tra il 2014 e il 2015, quando ormai la legislatura sarà scaduta da un pezzo. Ma se fossimo nel ticket rosso-verde non ci preoccuperemmo troppo. Pur credendo, come Oscar Giannino, che il freno ai debiti sia un pungolo necessario per una classe politica ovunque spendacciona, c’è da essere assai realisti in merito ai suoi effetti sostanziali. Qui, come altrove, vale quanto scriveva Anthony De Jasay, ossia che «una Costituzione è come una cintura di castità di cui il legislatore ha la chiave». E in effetti basta leggere il nuovo comma 2 dell’articolo 115 della Legge fondamentale per comprendere come esso ammetta margini di interpretazione davvero generosi ovvero non inibisca affatto politiche economiche anticicliche. In caso di “catastrofi naturali” o “situazioni di emergenza” è sufficiente una risoluzione della maggioranza dei componenti del Bundestag per derogare alla norma costituzionale.

Ebbene, pur restando convinto  che la lotta politica all’indebitamento sia più di facciata che reale, non è possibile non prendere atto di una folgorante decisione della Corte costituzionale regionale del Nordreno-Westfalia, che, se confermata,  sarà probabilmente destinata a fare giurisprudenza negli anni a venire, una volta cioè che la norma costituzionale, che fissa nella misura dello 0,35% del PIL nominale la possibilità di indebitarsi per Federazione (dal 2016) e Länder (dal 2020), sarà entrata in vigore.

Su ricorso dei gruppi parlamentari di CDU ed FDP, i giudici di Münster hanno infatti emesso un provvedimento cautelare (einstweilige Anordnung), con il quale si è temporaneamente bloccato il ricorso all’indebitamento da parte del Land per il finanziamento delle proprie spese relative al 2010. Un grave scacco per SPD e Grüne, a pochi mesi da importanti appuntamenti elettorali in altri Länder della Germania. Come detto, si tratta di una misura cautelare, adottata al fine di evitare che la decisione finale, attesa per aprile, possa rivelarsi tardiva e inutile a fronte di crediti ormai ottenuti e spesi.

Il bilancio, che fissava un indebitamento netto per il 2010 pari a circa 8,4 miliardi di euro (record assoluto nella storia del Land), era stato approvato in dicembre con i voti favorevoli anche del gruppo parlamentare dell’estrema sinistra Die Linke. In particolare, il Landtag del Nordreno-Westfalia aveva dato il via libera ad un indebitamento supplementare a quello originariamente previsto (pari a poco piĂą di 6,6 miliardi) nell’ordine di quasi 2 miliardi di euro, da destinare in buona parte all’ennesimo ripianamento dei conti di WestLB, una delle Landesbanken che hanno succhiato piĂą denaro dei contribuenti nella storia della Repubblica federale. Qualora nella pronuncia definitiva della Corte Costituzionale del Nordreno-Westfalia vi dovessero essere chiare istruzioni in ordine alla riduzione della spesa, l’esecutivo perderebbe l’appoggio esterno dei post-comunisti e si andrebbe a nuove elezioni.

Va infine ricordato che giĂ  in passato diverse Corte Costituzionali locali avevano dichiarato non conformi a Costituzione i bilanci regionali, compresa quella di MĂĽnster, giacchĂ© il ricorso all’indebitamento non si giustificava in relazione agli investimenti e alle spese programmate, nè avveniva in un’epoca di “perturbazione dell’equilibrio economico” (Störung des gesamtwirtschaftlichen Gleichgewichts). Questa pronuncia avrebbe però probabilmente un valore diverso e piĂą penetrante, proprio perchè con la modifica della Legge fondamentale del 2009 incombe ora sui legislatori un dovere qualificato di disciplina di bilancio.

20 gennaio 2011 debito pubblico, spesa pubblica , , , , , ,

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  1. Leonardo, IHC
    20 gennaio 2011 a 13:12 | #1

    Molto interessante.

    In effetti l’inserimento del principio in sĂ© nella Costituzione non serve a molto, se non accompagnato da precisazioni “contabili” e “contestualizzanti” ben chiare e poco “interpretabili”, nel qual caso si crea una responsabilitĂ  in piĂą da parte della Corte Costituzionale che deve decidere sulla Costituzione e non in base a opportunitĂ  politiche, creando così il contrasto con il Governo che piĂą che alla carta guarda all’opportunitĂ .
    E qui credo stia un grosso problema pratico: l’Italia è il regno “dell’interpretazione della norma”; se è vero che l’attuale Governo ha prodotto un’enormitĂ  di decreti legge, è vero che il concetto stesso di gravitĂ  e urgenza (e quindi di eccezionalitĂ ) è un po’ lasco, e questo renderebbe un qualsiasi limite costituzionale all’indebitamento di fatto poco applicato (abbiamo emergenze che durano da decenni…).

    Il vero controllo sui conti dovrebbe venire “dal basso”, ma sappiamo che è una partita persa. Forse in Germania è diverso, forse lì esiste (a causa del passato fiscale e monetario dei tedeschi?) una diversa consapevolezza che permette l’applicazione del limite costituzionale per quello che è, cioè una “guida”, un “riferimento” indicativo di un modus vivendi tedesco (un “valore morale” piĂą o meno condiviso a priori e così affermato anche legalmente); d’altra parte si parla di norme, cioè dell’aspetto burocratico della gestione di uno Stato-apparato, non certo di economia (in senso economico, è il mercato che deve punire l’eccesso, perchĂ© è il mercato che può comprendere quando un debito ha senso economico o meno).

    Ma è triste pensare di dover mettere le catene alla gente (pure se sono funzionari pubblici) perchĂ© da soli possono solo farsi del male…

  2. Pietro Francesco
    20 gennaio 2011 a 14:39 | #2

    Secondo me è inutile mettere in costituzione delle restrizioni o limiti all’indebitamento perchĂ© dei modi per aggirarli si trovano sempre. Ci vuole una sola cosa per ridurre l’indebitamento e quindi la spesa pubblica, la VOLONTA’ POLITICA!

  3. Caber
    20 gennaio 2011 a 14:41 | #3

    ma il fatto è che non si fanno male

    dal loro punto di vista del politico è perfettamente razionale “spendere oggi e lasciare i debiti da pagare a chi viene dopo”. non si fa del male da solo, semmai fa del male agli altri.

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