Siamo tutti musulmani
L’attentato di Alessandria ha ulteriormente alzato il livello della polemica sulla costruzione di moschee in Italia. I due casi più importanti sono a Genova e Torino. In entrambi i casi ci sono molti aspetti non del tutto limpidi, relativi sia all’individuazione del sito per la nuova moschea, sia al finanziamento delle spese necessarie, sia agli aspetti “estetici” degli edifici di culto e, in particolare, alla presenza o meno di minareti (che però ne sono parte integrante). Quello che colpisce, però, è che il dibattito pubblico sia sostanzialmente privo di sfumature, e privo di riferimenti concreti, se non occasionali e strumentali, a questi aspetti. Il dibattito pubblico è semplicemente: mosche sì, moschea no, e, come dimostra il sondaggio di Radio 24, essendo chiamati al derby, gli italiani reagiscono nel peggiore dei modi. Il problema è che quasi nessuno – neppure i sostenitori della moschea, che si appellano ad argomenti quasi esclusivamente utilitaristici – va alla sostanza. E la sostanza è: non stiamo parlando si una moschea, di cui francamente mi interessa poco; non stiamo parlando neppure di libertà religiosa, che mi interessa già un poco di più; stiamo parlando di libertà tout court.
Tipicamente, gli avversari delle moschee solleticano il razzismo che alberga dentro tutti noi, e lo fanno alimentando dubbi sul fatto che, al riparo delle sue mura, si possano annidare terroristi pronti a farsi esplodere o a pianificare nuovi attentati. Ho addirittura sentito un tizio, di cui non ricordo il nome, blaterare sul fatto che, per scopi di sicurezza, le celebrazioni e i discorsi interni alla moschea avrebbero dovuto svolgersi in italiano, e non in arabo, in modo da facilitare il lavoro ai questurini che, naturalmente, avrebbero dovuto accamparsi nell’edificio.
D’altro canto, i sostenitori delle moschee tendono a rispondere sulle singole questioni, ma così facendo perdono di vista la big picture. Dicono che c’è un oggettivo elemento di sicurezza nella realizzazione di nuove moschee, perché in questo modo si evitano riunioni semiclandestine in condizioni inadatte ad accogliere un pubblico numerose, come scantinati o capannoni. Dicono che l’integrazione è il miglior antidoto contro il terrorismo, e che consentire agli islamici di praticare alla luce del sole il loro culto va in questa direzione. Dicono che non si può criminalizzare Ahmad, che vive e lavora a Genova, perché Mohamed ha seminato la morte a Ground Zero. Dicono, cioè, un sacco di cose vere, ma insufficienti.
Non dicono, o dicono raramente, e comunque non con la forza sufficiente, che quando un individuo chiede di costruire una moschea sta facendo esattamente la stessa cosa di un altro che vorrebbe edificare una chiesa, una sinagoga, una palestra, un auditorium, o una sede di partito. Cioè vorrebbe investire dei soldi per adeguare (o costruire) un immobile in grado di ospitare eventi pubblici. Per ottenere l’autorizzazione, deve rispettare infinite norme relative alla sicurezza e infiniti al quadrato vincoli urbanistici. Queste norme e questi vincoli devono riguardare elementi oggettivi: uscite, sistemi antincendio, eccetera. Non possono e non devono essere discriminatori riguardo l’impiego che verrà fatto della struttura. Cento persone che si riuniscono sono cento persone che si riuniscono. Non importa se si riuniscono per cantare l’Ave maria, per farsi arringare da un segretario provinciale, o per elevare preghiere ad Allah.
Se si chiede che le norme, o la loro applicazione, siano discriminatorie, si sta infrangendo un principio cardine della nostra civiltà . Si sta rompendo il giocattolo che vogliamo a tutti i costi difendere, Si sta dirottando un simbolico aereo su una simbolica torre. Si sta facendo qualcosa per cui Osama bin Laden sarebbe fiero di noi, cioè si sta dimostrando che noi siamo peggio dei peggiori di loro.
La questione non riguarda faccende complesse come la libertà religiose, ma ha un nome semplice semplice: libertà e proprietà . La libertà di ciascuno di vedersi con chi vuole per fare quel che crede, purché non nuoccia al prossimo (e non c’è ragione di ritenere che i musulmani riuniti in preghiera facciano danno ad alcuno: se si hanno informazioni, indizi o evidenze le si tirino fuori). Il diritto dei proprietari di uno stabile di usarlo per quel che gli pare e invitandovi chi desidera e chi lo desidera.
Non stiamo parlando di licenze edilizie, non stiamo parlando di terrorismo e non stiamo parlando neppure di libertà religiosa (perché in fondo nessuno, almeno pubblicamente, mette in discussione il diritto dei musulmani a essere musulmani). Stiamo parlando di libertà , stiamo calpestando un po’ della loro – e quindi della nostra – libertà in cambio di un illusorio senso di sicurezza. Stiamo gettando via, per invidia o per odio, tutto quello di buono che la nostra civiltà ha costruito.
Se questo è ciò di cui parliamo, e se in questo momento le vittime di questa aggressione alla libertà sono gli islamici, siamo tutti musulmani. Almeno quelli per cui la libertà non è un accessorio, la proprietà non è sterco del demonio, e il prossimo è qualcuno da amare come noi stessi.
8 gennaio 2011 LibertÃ



Beh il discorso ha senso, ma affermare che inibendo l’istanza di moschee noi si diventi peggio del peggiore di loro, quando – non dovrei ricordarlo – il peggiore fra i loro non è al proibire costruzioni di chiese che mira, è un po’ tirato per i capelli. Un po’ tanto.
Dopodichè io sono copto quando uccidono inermi in Egitto, musulmano quando li sterminano in Bosnia, buddista quando li straziano in Cina e Myanmar, e mi batterò naturalmente perchè tu possa dire le peggiori scempiaggini del mondo, se ciò facendo rispetti le mie, e similmente nel rispetto delle leggi costruire ciò che vuoi.
E’ convinto di ciò che scrive? Non è che la big picture dei musulmani è diversa? Specialmente considerando che i finanziamenti arrivano dai Fratelli Musulmani? Dobbiamo essere vittime della nostra coerenza a principi di libertà e uguaglianza che ci rendono deboli a chi ragiona in termini di rapporti di forza? Guarderei a cosa sta succedendo nei civilissimi paesi del nord europa così avanzati e libertari, con gli uomini di religione ebraica costretti alla scorta, dove si rischia di morire per una vignetta.
egregio stagnaro,
un post strepitoso, di una chiarezza esemplare. lo giro a tutti gli amici che conosco.
saluti,
castellini
io non sono un buon cristiano ( soprattutto cattolico!!! ) ma nemmeno aspiro ad essere un buon musulmano…però noto che mentre cristo ci dice…ama e fai ciò che vuoi…maometto ci dice…sottomettiti. e dovendo scegliere…
@Alessio
Completamente d’accordo con Alessio. Questi gentili signori approfitteranno delle libertà che concediamo loro per toglierle a noi quando sarà il momento.
Spiacente, ma regalare loro la corda per impiccarmi non rientra nella mia idea di liberalismo.
“quando saremo la maggioranza toglieremo a tutti la libertà ”: questo è quanto contano di fare; con candida innocenza questo fu quanto più o meno scrisse un bambino delle elementari qualche anno fa: non credo fosse farina del suo sacco, semplicemente riportava quanto sentiva dire dai grandi. Il resto sono cazzate.
Devi spiegare, cortesemente, perché tra religioni diverse ci possono essere anche screzi e scontri, ma TUTTI hanno rogne con i musulmani e tutti li temono.
L’islam è una falsa religione,è un’ideologia totalitaria peggio del nazismo e del comunismo dove il fine ultimo è sottomettere tutte
le popolazioni della terra con tutti i metodi anche violenti.
il problema non e se fare o no la moschee,ma l islam
Se ghandi li ha spediti in pakistan ci sara un motivo
Un articolo di grande lucidità e di grande intelligenza. Complimenti.
Un articolo scritto con il cervello. Un articolo che ovviamente non può essere condiviso da chi invece utilizza la “pancia” o altre parti del corpo.
La libertà è soprattutto coraggio. Il coraggio di confrontarsi, se occorre anche con chi nella libertà non crede.
Sarò ingenuo ma l’ idea che, invece di mettere in galera i criminali e garantire l’ordine pubblico facendo rispettare le leggi le cose si possano risolvere più semplicemente con limitazioni della libertà personale e dei diritti di proprietà mi sembra come spararsi nei testicoli per fare un dispetto alla moglie.
Che ci siano politici a cui simili argomenti possano fare comodo è comprensibile, è una buona scusa per limitare la nostra libertà per sottomettere i nostri diritti.
Ma credere che chi non è in grado di difendermi dai ladri e dai terroristi lo possa fare meglio riducendo la mia libertà è molto più ingenuo di me.
@stefano
Sono perfettamente d’accordo con te! Loro sono molto abili nell’usare la nostra libertà a proprio uso e consumo.
Il problema non è la Moschea, la Chiesa o la Sinagoga. Il problema è la religione islamica perché non è una religione di pace come i benpensanti e la sinistra Prodiana vogliono farci credere. L’islam è solo una religione che semina odio e non accetta di essere contestata e nemmeno di essere oggetto di discussione!
Tutte e tre le religioni possono avere degli screzi ma siccome le altre 2 religioni (cristiana ed ebraica) sono civilizzate ed accettano la messa in discussione, l’islam non accetta nessun tipo confronto. E chi azzarda ad andare contro i princìpi dell’islam viene condannato per apostasia, cioè a morte!
In Occidente loro godono della massima libertà e nessuno li disturba, invece se i [i]dhimmi[/i] volessero costruire una chiesa o una sinagoga o magari festeggiare le proprie feste, ciò non è possibile! I dhimmi sono delle persone di classe B e devono pagare pure una tasse! Qui invece sono dei liberi di cittadini! Cornuti e mazziati, no!
Raymond Aron l’avrebbe scritto uguale. Grazie Carlo
Eccellente articolo,sottoscrivo in pieno.Complimenti Stagnaro per la consueta chiarezza e grazie.
@Davide
La libertà di cui parla non esiste nella realtà , e penso pure che sia un bene che non esista. Se si dicono o fanno delle azioni che non sono convenienti al bene della comunità (ed è la maggioranza che deve democraticamente stabilire questa convenienza) è bene che le istituzioni intervengano.
L’unica luogo dove vige la libertà assoluta su questo pianeta è la giungla!
Anche io trovo che la questione della vulnerabilita’ della societa’ aperta non si risolva, purtroppo, in termini di liberta’ e proprieta’.
Penso che gli individui musulmani in se siano, per la maggioranza, occupati come i non-musulmani a pensare alle proprie attivita’ senza interessi di natura terroristica.
Ma proprio la big picture della religione islamica e’ qualcosa che non e’ certamente solo una fantasia dei non-musulmani, quindi non puo’ essere ignorata. Mi pare anzi che i maggiori attentati nei paesi occidentali abbiano colpito i paesi piu’ liberi.
Al tempo stesso trovo improbabile che ospitare musulmani in Italia impedendogli di costruire le moschee possa ridurre la probabilita’ di attentati.
Non voglio proporre nessuna soluzione, ma solo dire che quella proposta in questo articolo, pur piu’ che ragionevole, cosi’ com’e’ non mi pare realistica.
Direi che il punto sta tutto qui: “non c’è ragione di ritenere che i musulmani riuniti in preghiera facciano danno ad alcuno: se si hanno informazioni, indizi o evidenze le si tirino fuori”.
Il Corano dice tante cose interessanti su cosa si dovrebbe fare ai non-mussulmani. Questa e’ una prova? Mah…
Al tempo stesso immagino che in Israele ci siano parecchie moschee per gli israeliani musulmani, eppure il grosso del terrorismo viene da fuori.
Concordo con Stefano ed Alessio, specialmente in un contesto dove ancora adesso si parla più di anni di permanenza in Italia per avere la cittadinanza e meno di capacità e volontà di integrazione.
In Italia non esiste meritocrazia neanche per la cittadinanza, è prevalente l’anzianità di presenza.
Tutti noi (soprattutto chi si fa poche domande) siamo in mano a chi gestisce l’informazione. Per lavoro ho volato in lungo e in largo sull’Iraq, proprio nella zona meravigliosa dove una volta risplendeva la cultura, cioè la Mesopotamia. Nulla fa pensare al rischio di essere ucciso dal nemico islamico… anzi la paura e il senso di nausea viene quando inizi o sorvolare distese chilometriche di tubi che pompano petrolio dalle loro terre povere e aride… ti domandi dove vanno tutti questi litri e questi soldi… perchè nemmeno un cent rimane a sfamare questa gente… normale quindi che quei popoli siano arrabbiati e contrari all’occidente… normale che fra di loro si annidi anche chi sfrutta l’odio… noi credo dovremmo rispondere non con guerre e occupazioni ma con un modo nuovo di sfruttare il pianeta. Quanto ci vorrà per capire che gli interessi personali di pochi ricchi e potenti stanno logorando il concetto stesso di Umanità nel nome di un progresso che non è vera evoluzione ma solo una smodata produzione di ricchezza e potenza di pochi sulla pelle di tutti gli altri.
Si rilegga le preleggi del Codice Civile Napoleonico e poi ne riparliamo.
Se si riconoscono diritti senza che qualcuno li comprenda non solo saremo invasi ma, come con i bambini, creeremo solo degli individui pronti a chiedere, richiedere e basta.
Grazie Carlo, un contributo assolutamente condivisibile e davvero importante in questo momento!
Molto ben scritto, teoricamente.
Solo che si scrive circa una comunità che, globalmente, si considera al di fuori della comunità italiana (e migliore). L’Islam non è una religione qualunque: è una religione che stabilisce la coincidenza della autorità religiosa con l’autorità pubblica (e conseguentemente della legge religiosa con la legge pubblica). Chiedono il permesso di costruzione perchè non hanno il potere di comandare (per ora). Altrimenti non avrebbero certo rispettato la legge pubblica; o meglio, l’avrebbero opportunamente cambiata…
d’accordo sulla libertà , ma non sarebbe il caso di garantirla solo a chi la garantisce a sua volta ?
non si potrebbe consentire l’edificazione di moschee solo in cambio della reciprocità ? solo dopo aver edificato una basilica alla Mecca?
“….se in questo momento le vittime di questa aggressione alla libertà sono gli islamici, siamo tutti musulmani”. Ecco fatto. Ribaltata la realtà .
I cristiani sono sotto attacco ovunque nel mondo eppure ci sentiamo in dovere di affermare che “se” i musulmani sono le vittime allora anche noi siamo musulmani. Naturalmente il “se” ipotetico iniziale tradisce il dubbio che, freschi freschi di massacro alessandrino, sia quantomeno inopportuno considerare i musulmani vittime, ma rappresenta, tuttavia, niente più che una foglia fico al ragionamento.
Si difende in realtà un principio di libertà astratto perché privo di prospettiva storica e ingenuo perché piatto, senza dubbi o ammissioni di criticità . Quei dubbi e quelle criticità che diversi commenti hanno correttamente sollevato.
Molto interessante, molti di noi che si dicono liberali su argomenti come questi vacillano e non poco.
Io stesso ho molti dubbi, condivido la preospettiva ma non posso non pensare ad eventuali problemi (nei quali sono invischiati paesi occidentali che affrontano la questione musulmana da molto prima di noi).
Forse la big picture andrebbe allargata ulteriormente ( e su questo mi piacerebbe molto un intervento di Stagnaro) parlando di società aperta, immigrazione, condivisione di valori, reciprocità ecc.
Sul lungo periodo dobbiamo prepararci ad una battaglia culturale (credo che nessuno abbia dubbi sul fatto che la cultura islamica non sia esattamente liberale) con un soggetto che abbiamo inserito acriticamente nel panorama italiano ed europeo?
In pura ipotesi, se l’Islam diventasse la cultura egemone europea, come ci vediamo da qui a 30 – 50 anni?
Saluti
Non si tratta di decidere se abbracciare o no un principio. Il principio esiste già , lo abbiamo già scelto. Non stiamo a discuterne ora le ragioni: si deve solo rispettarlo. Tanto più che i diritti fondamentali dell’uomo non sono riconosciuti, secondo Costituzione, a condizione di “reciprocità ”, ma incondizionatamente. Ed è noto che il riconoscimento astratto di un diritto non significhi sua concreta possibilità di esercizio. Sebbene gli stadi di calcio diano ospitalità (anche) a un certo (non esiguo) numero di violenti che esprimono ferma volontà di aggressione (che alcuni anche attuano), nessuno pensa seriamente di chiudere gli stadi. E se anche il calcio per molti è una “fede”, non direi che abbia la stessa dignità della pratica religiosa. Semplicemente (o non semplicemente), si adottino le misure per garantire la sicurezza collettiva
Grande post!
A chi parla di reciprocità ricorderei due cose:
1. che se negli USA avessero richiesto la reciprocità con i paesi illiberali dell’Europa nell’accettare gli immigrati, non ci sarebbe stata alcuna libertà negli USA.
2. che se vogliamo essere migliori degli estremisti islamici, dobbiamo avere valori di cui esser fieri, e non scendere al loro livello.
@ Simone Sperati
I musulmani si sono insediati in Spagna nel 700, dubito vi fossero problemi di petrolio allora.
Condivido l’articolo, spero che lo leggano in tanti, e spero che leggano anche le note a seguire, comprese quelle piene di contraddizioni, affermazioni gratuite e grossolane inesattezze. L’articolo, tra l’altro, sottolinea l’inderogabilità del principio che accusare qualcuno di attività criminali contempla l’onere della prova, o almeno di una quantità cospicua di indizi. Se si vuole reciprocità , è bene porsi nelle condizioni in cui convenga innanzi tutto a chi la esige.
un piccolo problema: il terreno su cui sorgono molti luoghi dove ci si riunisce per pregare, sentire il discorso del segretario provinciale etc… non sono di proprietà ma dati in concessione per X anni. Ora, mi pare, ma non ne sono sicuro che questo cozzi invece con la consuetudine islamica. Non sono espertissimo della questione, ma va approfondita. E’ vero che il problema sarebbe più semplice se il suolo fosse di proprietà , ma mi pare che non sempre sia così. Le suggerirei di verificare.
Anch’io la pensavo così, ma ora non più. Certo, il valore della libertà , è un valore importante, che va rispettato, ma proprio per questo, leggendo alcuni passi del corano in cui si incita allo sterminio dei cani infedeli (per capirci quelli verso la fine, quelli che essendo venuti dopo valgono davvero, quelli cioè che sostituiscono e cambiano il significato di quelli più pacifici scritti quando Maometto era ancora in condizioni di inferiorità militare), non posso fare a meno di rabbrividire e chiedermi: ma se i mussulmani tolleranti sono persone convinte che non bisogna colpire con forza gli infedeli, solo perché, a differenza di quelli intolleranti, sono convinti che non sia ancora arrivato il momento per farlo, ovvero che non ci siano le condizioni adatte, davvero mostrare tolleranza nei loro confronti, consentirgli di porre le basi strategiche militari della loro invasione, quali essi considerano le moschee, significa essere libertari? Difendere la libertà non significa *pretendere* che il nostro prossimo rinunci a ricorrere alla violenza per ottenere i suoi scopi, ovvero il dominio islamico del mondo? Come si fa a essere contro lo Stato e a favore dell’Islam, che del suo volto di violenza e sopraffazione, sembra quasi l’ispirazione e il prodromo maturato nel corso dei millenni? Migliaia di anni di storia mostrano che ove i mussulmani sono maggioranza la libertà non esiste, che non esiste possibilità di pacifica convivenza, ma solo, eventualmente, resa alla dhimmitudine.
Quando potrò recarmi in Arabia e potrò leggere la Bibbia senza rischiare di essere messo in prigione e torturato, quando sostenere che Cristo a differenza di Maometto ha fatto qualcosa di buono per le donne non farà rischiare a una donna di essere ammazzata in modo infame per professione di fede cristiana, quando la traduzione del termine Islam non si significherà più “sottomissione”… ne potremo riparlare.
A chi parla di reciprocità ricorderei due cose:
1. che se negli USA avessero richiesto la reciprocità con i paesi illiberali dell’Europa nell’accettare gli immigrati, non ci sarebbe stata alcuna libertà negli USA.
2. che se vogliamo essere migliori degli estremisti islamici, dobbiamo avere valori di cui esser fieri, e non scendere al loro livello.
Non mi è chiara una cosa, il 99% degli interventi che leggo a proposito del pericolo isalmico è stranamente reticente su un punto concreto:
Dato che si parla di reciprocità e in TUTTI i paesi islamici in cui i cristiani siano una percentuale significativa della popolazione è PERMESSA ( anche se regolamentata ) la costruzione di chiese cristiane è sensato proibire la costruzione di moschee in Italia?
Dire che per reciprocità si intende costruire una chiesa alla Mecca è come pretendere di costruire una moschea in mezzo a Piazza San Pietro, un idiozia senza senso.
Il fatto stesso che l’attentato ad Alessandria sia stato presso un CHIESA CRISTIANA non ha fatto nascere il dubbio che in Egitto sia possibile edificare chiese cristiane?
Non so se sia opportuno costruire o no moschee, magari lo sarebbe anche. Ma resta il fatto, a me pare ovvio, che edificare una moschea non e’ la stessa cosa che edificare una palestra. Forse, ai sensi della legge, dovrebbe esserlo. Ma nella realta’ non lo e’ affatto, cosi’ come essere un cristiano non e’ la stessa cosa che essere un musulmano. Ma forse io guardo un’altra big picture.
Mi perdoni Dott. Stagnaro ma la sua è pura demagogia. Apprezzo questo blog perchè si mantiene serio e corretto, il suo intervento è totalmente fuori contesto. Come si fa a paragonare una moschea con una palestra? Ridurre la discussione ad una mera considerazione giuridica è riduttivo e fuorviante. Il significato della moschea è ben diverso. Possiamo discutere nel merito ma far finta che non esista questo problema CULTURALE trincerandosi dietro il diritto è pura follia. Forse ha alzato un poco il gomito durante le feste. Scusi non voglio offendere ma sono disgustato dal fatto che lei utilizza nel suo articolo un taglio buonista che normalmente in mille altre questioni che riguardano l’andamento della nostra economia etichetterebbe come superficiale come minimo. IL punto non è nemmeno la reciprocità il punto è che mentre dopo secoli di lotte in occidente siamo arrivati ad avere una libera chiesa in un libero stato ( non sempre a dire il vero…) Ora dovremmo piegare il capo di fronte alle richieste di chi non riconosce la laicità delle istituzioni ma solo la legge di Dio sopra ad ogni altra cosa ( si documenti prima di scrivere e forse capirà quello di cui sto parlando). Il problema è e sarà questo: le moschee sono la testa di ponte. Non è razzismo, mi disgusta che lei si permetta malignamente di lanciare questo sasso, nè odio per il diverso è solo legittima preoccupazione per quello che potrà essere il rapporto civile con persone che per cultura, non si riconoscono negli stessi valori LAICI su cui abbiamo fondato la nostra società con i suoi difetti ma anche i suoi pregi. La discussione sarebbe lunga ma mi permetta un consiglio: si fermi e riconsideri la sua posizione almeno continui a sostenere le moschee in Italia ma non usi questi argomenti assurdi perchè francamente fa cadere le braccia.
Mi sembra che emergano diverse obiezioni, la maggior parte delle quali trovo del tutto non condivisibili.
Se qualcuno – privato o autorità pubblica – ha evidenza che i musulmani di Genova o di Torino siano contigui al terrorismo, sa quel che deve fare. E’ possibile che sia così, naturalmente, ma il sospetto non è una prova. Chi sa, parli; se nessuno parla, devo dedurre che nessuno sa, ossia che non c’è alcuna CONCRETA preoccupazione.
Oltre a questo, le obiezioni sono tutte di natura general-generica. Sulla reciprocità , concordo con Pietro Monsurrò e aggiungo che la trovo il paravento più ipocrita dietro cui nascondersi. Non solo, come è stato detto da un lettore, i diritti, in quanto tali, non possono dipendere dal fatto se il paese d’origine di una persona li riconosca a terzi. Soprattutto, se prendiamo sul serio questo principio, imbocchiamo un piano inclinato senza via d’uscita: per reciprocità , dovremmo tagliare le mani ai ladri?
Sul generico fumo “i musulmani ci odiano” non credo valga la pena commentare. Comunque, se anche fosse vero, non credo che un odio uguale e contrario sia la risposta più giusta né la più efficiente.
Sulle persecuzioni dei cristiani nelmondo, non vedo che c’entrino. Il mio post nasce dal disgusto per il fatto che nel MIO paese e nella MIA città ci sono persone che si vedono private, a causa di un pregiudizio razzista, di alcuni diritti basilari. Impedire ai musulmani genovesi o torinesi di costruirsi una moschea non migliorerà la situazione di alcun cristiano perseguitato al mondo; semmai, la peggiorerà (si chiama reciprocità , no?).
Infine, e in generale, non capisco come si possa dire che le nostre istituzioni sono “deboli” di fronte alla violenza altrui. Viviamo nel pezzo di mondo che, sotto tutti i punti di vista, ha avuto storicamente il maggior successo. La presunta “debolezza” è la forza delle nostre istituzioni, che ha reso – nonostante tutto – l’occidente l’area del globo più ricca e più evoluta. Non vedo in quale modo importare l’inciviltà altrui possa renderci migliori o anche solo essere utile a “difenderci”.
@Pietro M.
Anch’io penso che parlare di reciprocità con l’Islam sia una perdita di tempo, utopia allo stato pu Manca infatti sempre uno dei due possibili interlocutori: e non credo possano esserci dubbi su quale possa essere.
Ma l’Islam non è una razza, almeno su questo siamo d’accordo? E inoltre non è neppure SOLTANTO una religione ma comprende norme che riguardano il diritto privato, quello commerciale, quello familiare i rapporti fra governanti e governati etc. tali da configurare un vero e proprio modello di società , che è perfettamente legittimo considerare non desiderabile. Diciamo che è un poco come essere antifascista, ma nessuno si azzarda a chiamare razzisti gli antifascisti.
PS. food for thought: http://www.nisnews.nl/public/130906_2.htm
@Carlo Stagnaro
Chi sa parli dici. Ora di tutti i mussulmani che hanno assistito alle prediche di tal Abu Imad Iman di Viale Jenner, condannato dalla corte di assise per terrorismo, un uomo che predicava con l’ausilio delle video cassette registrate nei campi di addestramento dei terroristi di Al Qaida, e fungeva da arruolatore di nuove leve per il terrorismo, come mai nessuno, e dico nessuno, di tutti quelli che lo hanno sentito, ha mai pensato di denunciarlo per istigazione al terrorismo? Tutti fanatici quelli che frequentavano la moschea di viale jenner? Nessun moderato?
Sono d’accordo con l’autore. Anche se sarebbe da specificare chi finanzi la costruzione. Se effettivamente saranno le comunità musulmane l’analogia con la palestra regge, altrimeti no.
Per rispondere agli anti-moschea ricordo che l’umanità evolve sempre verso il meglio: se si pongono a contatto due sistemi, di cui uno basato sulle folli leggi coraniche, ed uno liberale, democratico, basato sull’uguaglianza dei diritti delle persone a prescindere da religione, sesso, etnia, nazionalità , idee politiche, orientamento sessuale, ceto sociale e status economico, ecco che magicamente, col tempo, il primo sistema perde. i rapporti di forza non sono dettati dal numero degli appartenenti: la libertà si impone sempre, semplicemente perché è meglio.
E’ uno dei motivi per cui se andate in chiesa domani mattina troverete un’età media dei partecipanti vicina ai 60 anni.
Sono d’accordo con l’analisi nel punto in cui equipara – assieme ad altre cose – una struttura religiosa ad una sede di partito.
Del resto la mia opposizione alla costruzione di qualsiasi moschea e all’immigrazione di qualsiasi Musulmano, entra nello specifico degli aspetti politici della loro ideologia – che e’ chiaramente e convenientemente al di fuori dello scope del post di chicagoblog.
Quindi d’accordo con parte del principio espresso, assolutamente in disaccordo circa la conclusione – per un sacco di buoni motivi.
Applausi a scena aperta. I commenti “contro” nemmeno voglio leggerli, dico solo a chi li scrive di autodefinirsi pubblicamente xenofobo: un po’ di coerenza ogni tanto per favore, abbiate il coraggio di definirvi per quello che siete. E un consiglio: parlate con i musulmani, ascoltateli, imparate la loro cultura, trasmettetegli la vostra, non ignorateli, non abbiate pregiudizi.
Nell’occidente, così come non esistono più veri cattolici (hanno inventato la confessione apposta), prima o poi non esisteranno nemmeno veri musulmani se solo facciamo vincere i valori della rivoluzione francese (libertà , uguaglianza, fratellanza).
Sig. j:
se a lei interessa appioppare etichette faccia pure – ma se lei da’ quella di “xenofobo” agli anti-Islamici militanti come me, mi costringe a mia volta ad appiopparle quella di “ignorante”: quale _razza_ sarebbe l’Islam, di grazia?
Conosco l’Islam a sufficienza da scrivere con cognizione di causa, e dal sapere con esso non si deve scendere ad alcun compromesso – a prescindere da quanti Musulmani incoerenti (o che decidono a livello _personale_ di non applicare i suoi principi piu’ intolleranti) esistano.
@antonio
Guarda che il coraggio di confrontami ce l’ho. Ad armi pari però.
@J: vuoi che mi definisca xenofobo? Va bene, ma prima tu ti dovresti definire ingenuo (stavo per scrivere pirla).
Il mio vicino di casa è musulmano praticante, è una bravo ragazzo del Senegal. Ed è evidentemente onesto.
Io di questi mi fido, è dei convertiti Europei e dei fuoriusciti Nordafricani che ho poca fiducia. Ne conosco, ci parlo, e il loro linguaggio non verbale è estremamente diverso da quello che dicono, facci caso.
L’odio verso di noi e il senso di superiorità ce l’hanno scritto addosso. Sorry.
Poi, per quanto riguarda la faccenda relativa ai pricipi della rivoluzione francese, mi vengono in mente, chissà perché, le banlieues.
Poi guarda, per me tu sei libero di metterti la vasella, io, se mi consenti, preferisco le mutande di ferro.
Vivo in Francia da diciotto anni e sono fautore del modello di integrazione francese. Nicolas Sarkozy ha posto dei paletti ben precisi per garantire la libertà di culto, stroncando sul nascere l’estremismo e i richiami identitari. Sarkozy ha imposto il registro degli iman, ha imposto che predicassero in lingua francese ed ha voluto un controllo stretto sulla provenienza dei finanziamenti delle moschee (per evitare che paesi come la Siria potessero finanziare le frange sqlqfiste piu’ estremistiche). Al tempo stesso Chirac et Sarkozy vollero la legge “Stasi”, ovvero quella legge che vieta l’ostentazione dei simboli religiosi nelle scuole e nei luoghi pubblici ed ha fatto votare la legge contro il burqa islamico considerato come “non gradito” sul suolo francese.Sarkozy ha detto chiaramente che non vuole l’Islam in Francia, ma un islam in Francia che abbia come presupposto la piena integrazione e l’assoluto rispetto dei valori della République. Ben diversa la situazione in Inghilterra ed in Germania dove vige il comunitarismo. In Italia quale modello di integrazione vogliamo adottare?
Articolo coraggioso di Stagnaro, che si scontra contro il non sequitur del “si’ ma l’Islam” e del principio assurdamente declinato della reciprocita’.
Io privato cittadino voglio costruire una moschea con i miei soldi (o con i soldi dei Fratelli Musulmani, come dice qualcuno: che forse dovrebbe anche informarsi di piu’ su questa associazione, prima di equipararla implicitamente ad Al Qaeda): con che principio me lo si impedisce?
Se si muovono delle precise obiezioni di sicurezza pubblica, e’ un discorso. Se si parte dal principio che l’Islam e’ il nemico, si crea un vulnus enorme al diritto di proprieta’ e alla liberta’ di espressione.
Da un punto di vista non dei principi ma dell’utilita’ pubblica, cioe’ delle policy utili per ridurre il pericolo del terrorismo islamico, l’idea di proibire la costruzione di una moschea e’ a tal punto una cazzata controproducente che spiegare il perche’ mi sembra un insulto per l’intelligenza del lettore.
Va bene il modello alla francese ma attenzione che la nostra realtà è molto diversa anche per la presenza della chiesa cattolica non dobbiamo nasconderlo. Ora vorrei dire che come mi aspettavo mi sono preso del razzista, come anche altri del resto. Esattamente come Marchionne si prende del fascista. Siamo qui a ragionare di grandi sistemi filosofici libertari “perchè nel MIO paese è una vergogna che succedano ste cose ecc.” Balle signori miei sono gran balle. Qui non è un problema del singolo individuo bianco nero giallo rosso o verdone è il problema di gestire il rapporto con una cultura che non riconosce le nostre libertà o anche determinati nostri doveri perchè l’islam è una religione dove è espressamente previsto il potere temporale, non è una scelta. Le moschee rappresentano innanzi tutto questo. Vogliamo far costruire le moschee? Va bene ci posso anche stare ma definiamo PRIMA delle regole d’ingaggio. Stagnaro lei fa finta di non capire e fa l’anima bella ma le ricordo che far trionfare i valori della rivoluzione francese si è passati attraverso il periodo del terrore.
Signor Cachorro Quente, i fratelli mussulmani non sono Al Qaeda ha perfettamente ragione. Sono molto peggio perchè hanno una storia e una strategia ben precisa di infiltrazione nel tessuto della società con l’obiettivo di fare proseliti. Fin qui mi interessa fino a un certo punto ma il problema che il loro obiettivo dichiarato è di arrivare un giorno a costituire una Gran Califfato che unisca tutti i mussulmani e dove l’Europa farà provincia. Sono una setta fra le più intransigenti e fanatiche in circolazione e sono resposabili di violenze ed istigazione alla violenza. Ora di fronte a tutto ciò non dico di deportare la gente senza che vi sia uno straccio di prova di reato, ma almeno mi si permetta di dire che forse dovremmo porre un minimo di attenzione senza illuderci di poterli comprare con i nostri ipermercati e la nostra libertà .
Sottoscrivo quanto detto da Armadillo, che cita direttamente uno dei motivi principali per cui l’ideologia Islamica e’ incompatibile con la nostra Costituzione e il nostro stato di diritto.
Mi chiedo quanti di coloro che sorvolano sul problema degli aspetti politici dell’Islam abbiano letto il Corano alla luce del suo contesto storico, o abbiano mai studiato la vita di Muhammad (Maometto).
Chissa’ se concederebbero la stessa dignita’ e liberta’ di culto ai seguaci di Jim Jones, Shoko Asahara o, tanto per invocare la reductio ad hitlerum, Adolf Hitler.
Post estremamente stimolante. Credo che se mi chiedessero un’opinione sull’apertura di una moschea risponderei come rispondo per una qualsiasi sagra di paese, basta che non facciano troppo casino, non sporchino e non mi chiedano soldi… hehe. Poi però penso a paesi liberali come quelli nordeuropei e noto che non se la passano benissimo. E mi chiedo: battersi per la libertà , in questo caso dei mussulmani di aver un loro luogo di incontro, sia controproducente dato che la dottrina islamica è tutt’altro che liberale.
Razzista, xenofobo, l’importante è attaccare delle etichette per marchiare i cattivi…