Commenti a: L’algebra di Maastricht e il Club Mediterranée /2010/10/03/lalgebra-di-maastricht-e-il-club-mediterranee/ diretto da Oscar Giannino Fri, 24 Dec 2010 07:56:07 +0100 hourly 1 http://wordpress.org/?v=3.0.1 Di: Biagio Muscatello /2010/10/03/lalgebra-di-maastricht-e-il-club-mediterranee/comment-page-1/#comment-9253 Biagio Muscatello Tue, 05 Oct 2010 19:51:29 +0000 /?p=7195#comment-9253 Ottimo l'articolo di U. Arrigo! Per completare il quadro, vorrei solo ricordare l'inizio della storia, la filosofia (e le ipotesi) sottese al Trattato di Maastricht. All’epoca del trattato, Francia e Germania avevano un debito del 50% del PIL, che tendeva a crescere (la RFT aveva appena inglobato la RDT). I due paesi fissarono un tetto al loro debito pubblico: il 60% del PNL. Questo tetto non era un traguardo virtuoso; era la semplice fotografia della loro situazione, tendente al peggioramento. Il tasso d’interesse a medio termine allora era all’incirca il 7%; quindi, l’onere del servizio degli interessi era il 4,2% del PNL (7 x 60% del PIL = 4,2% del PIL). Peraltro, il 4,2% era circa un decimo della pressione fiscale media nei due paesi (42% circa). E si pensava di non poter andare oltre. Come stabilizzare al 60% del PNL il debito? Supponendo una crescita reale del 2,5% e una crescita nominale del 5% (che scontasse quindi un tasso di inflazione del 2,5%), se il deficit annuo non avesse superato il 60% dell’incremento nominale del PNL (il 5%) – corrispondente al 3% del PNL nominale – il debito pubblico non avrebbe superato il 60% del PNL. È questo l’arcano del 3%, diventata Tavola della Legge Ma, come ricorda Arrigo, tutto ciò si basava su delle ipotesi: 1) che vi fosse un incremento reale del PNL del 2,5% annuo; 2) che il tasso d’inflazione si stabilizzasse al 2,5%. Né la situazione, né le prospettive italiane dell’epoca potevano essere rappresentate da questa ‘filosofia’ franco-tedesca. Per l'Italia erano comunque le tre Cime di Lavaredo, quand'anche la nostra classe politica fosse stata la più capace e virtuosa (qualità sconosciute dalle nostre parti)! Ottimo l’articolo di U. Arrigo! Per completare il quadro, vorrei solo ricordare l’inizio della storia, la filosofia (e le ipotesi) sottese al Trattato di Maastricht.
All’epoca del trattato, Francia e Germania avevano un debito del 50% del PIL, che tendeva a crescere (la RFT aveva appena inglobato la RDT). I due paesi fissarono un tetto al loro debito pubblico: il 60% del PNL. Questo tetto non era un traguardo virtuoso; era la semplice fotografia della loro situazione, tendente al peggioramento.
Il tasso d’interesse a medio termine allora era all’incirca il 7%; quindi, l’onere del servizio degli interessi era il 4,2% del PNL (7 x 60% del PIL = 4,2% del PIL). Peraltro, il 4,2% era circa un decimo della pressione fiscale media nei due paesi (42% circa). E si pensava di non poter andare oltre.
Come stabilizzare al 60% del PNL il debito?
Supponendo una crescita reale del 2,5% e una crescita nominale del 5% (che scontasse quindi un tasso di inflazione del 2,5%), se il deficit annuo non avesse superato il 60% dell’incremento nominale del PNL (il 5%) – corrispondente al 3% del PNL nominale – il debito pubblico non avrebbe superato il 60% del PNL.
È questo l’arcano del 3%, diventata Tavola della Legge
Ma, come ricorda Arrigo, tutto ciò si basava su delle ipotesi:
1) che vi fosse un incremento reale del PNL del 2,5% annuo;
2) che il tasso d’inflazione si stabilizzasse al 2,5%.

Né la situazione, né le prospettive italiane dell’epoca potevano essere rappresentate da questa ‘filosofia’ franco-tedesca. Per l’Italia erano comunque le tre Cime di Lavaredo, quand’anche la nostra classe politica fosse stata la più capace e virtuosa (qualità sconosciute dalle nostre parti)!

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Di: Luca Salvarani /2010/10/03/lalgebra-di-maastricht-e-il-club-mediterranee/comment-page-1/#comment-9234 Luca Salvarani Mon, 04 Oct 2010 19:06:51 +0000 /?p=7195#comment-9234 Articolo interessante però io resto molto scettico! 1-E' vero che il debito/pil può ridursi anche senza un pareggio di bilancio ma per farlo occorre far crescere l'economia ovvero approvare tutta una serie di riforme per le quali c'è almeno la stessa resistenza e ostilità dell'opinione pubblica rispetto ai tagli di spesa! Se non sono realistici sani e strutturali tagli di spesa lo stesso vale anche per le riforme dato il contesto socio-economico-politico di oggi in Italia...perciò addio extracrescita e addia rispetto dei parametri. nell'articolo si parla di alta crescita sull'onda della ripresa post recessione ma tale crescita non credo sarà sostenibile per 20 anni...e qualche recessione in futuro ci sarà perciò va comunque diminuita e parecchio la spesa....Io scrivevo che l'Italia avrebbe dovuto creare avanzi di bilancio perchè davo per scontata la bassa crescita, ovvero pensavo più probabili i tagli lineari di spesa contro gli statali che non votano il governo rispetto alle grandi riforme, ammesso che questo governo sappia di cosa si tratta, cosa di cui dubito molto. Vedo che Lei invece ritiene il governo all'altezza di fare queste riforme che da 16 anni promette e non realizza (a parte quella della giustizia a suo uso e consumo)...tanti auguri! Da investitore non ci scommetterei un centesimo! 2-E' singolare che, come questo caso dimostra, su questo blog vari autori, specialmente Giannino, scrivano una lista di cose che il governo e in particolare in ministro del tesoro dovrebbero fare, in realtà Tremonti fa l'esatto contrario ma, contro ogni logica, viene continuamente lodato e imbrodato! Mi pare un filino contraddittorio: o il nuovo patto è ok e allora Tremonti ha sbagliato oppure non è ok e Tremonti ha fatto giusto! Sbaglio? Perchè tutta questa accondiscendenza/sudditanza verso un pallone gonfiato come Tremonti, che metà delle volte non si capisce neanche quello che dice?? Boldrin docet! Articolo interessante però io resto molto scettico!
1-E’ vero che il debito/pil può ridursi anche senza un pareggio di bilancio ma per farlo occorre far crescere l’economia ovvero approvare tutta una serie di riforme per le quali c’è almeno la stessa resistenza e ostilità dell’opinione pubblica rispetto ai tagli di spesa! Se non sono realistici sani e strutturali tagli di spesa lo stesso vale anche per le riforme dato il contesto socio-economico-politico di oggi in Italia…perciò addio extracrescita e addia rispetto dei parametri. nell’articolo si parla di alta crescita sull’onda della ripresa post recessione ma tale crescita non credo sarà sostenibile per 20 anni…e qualche recessione in futuro ci sarà perciò va comunque diminuita e parecchio la spesa….Io scrivevo che l’Italia avrebbe dovuto creare avanzi di bilancio perchè davo per scontata la bassa crescita, ovvero pensavo più probabili i tagli lineari di spesa contro gli statali che non votano il governo rispetto alle grandi riforme, ammesso che questo governo sappia di cosa si tratta, cosa di cui dubito molto. Vedo che Lei invece ritiene il governo all’altezza di fare queste riforme che da 16 anni promette e non realizza (a parte quella della giustizia a suo uso e consumo)…tanti auguri! Da investitore non ci scommetterei un centesimo!
2-E’ singolare che, come questo caso dimostra, su questo blog vari autori, specialmente Giannino, scrivano una lista di cose che il governo e in particolare in ministro del tesoro dovrebbero fare, in realtà Tremonti fa l’esatto contrario ma, contro ogni logica, viene continuamente lodato e imbrodato! Mi pare un filino contraddittorio: o il nuovo patto è ok e allora Tremonti ha sbagliato oppure non è ok e Tremonti ha fatto giusto! Sbaglio? Perchè tutta questa accondiscendenza/sudditanza verso un pallone gonfiato come Tremonti, che metà delle volte non si capisce neanche quello che dice?? Boldrin docet!

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Di: Giovanni Boggero /2010/10/03/lalgebra-di-maastricht-e-il-club-mediterranee/comment-page-1/#comment-9230 Giovanni Boggero Sun, 03 Oct 2010 21:21:04 +0000 /?p=7195#comment-9230 Al netto del problema economico che hai illustrato molto bene, a livello giuridico sarebbe interessante capire che tipo di "proposta" sia quella dell'Ecofin, ovvero se si vada verso una revisione (semplificata?) dei Trattati. Hai per caso un link al documento dei Ministri delle Finanze UE? Al netto del problema economico che hai illustrato molto bene, a livello giuridico sarebbe interessante capire che tipo di “proposta” sia quella dell’Ecofin, ovvero se si vada verso una revisione (semplificata?) dei Trattati. Hai per caso un link al documento dei Ministri delle Finanze UE?

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