Commenti a: L’invettiva di Penati sul caso Rep-Prof /2010/09/27/linvettiva-di-penati-sul-caso-rep-prof/ diretto da Oscar Giannino Fri, 24 Dec 2010 08:59:37 +0100 hourly 1 http://wordpress.org/?v=3.0.1 Di: Luciano Pontiroli /2010/09/27/linvettiva-di-penati-sul-caso-rep-prof/comment-page-1/#comment-9164 Luciano Pontiroli Tue, 28 Sep 2010 10:47:45 +0000 /?p=7153#comment-9164 La Fondazioni possono avere sbagliato nel metodo e nella sostanza, ma restano pur sempre i principali azionisti di Unicredit; era ed è loro diritto porre fine alla collaborazione con un manager che non soddisfaceva le loro attese di valore e rendimento delle partecipazioni. In qualche misura, le dichiarazioni di De Poli sembrano confermare che le Fondazioni da tempo non gradivano la gestione di Profumo, ponendo l'accenno sui sacrifici fatti in passato. Le considerazioni del giornalista, se ho bene inteso il riassunto proposto da Giannino, esprimono un modo di vedere le cose che appartiene al chiacchericcio politico, che si compiace se una banca italiana cresce e si internazionalizza, la elegge a campione nazionale, la carica di funzioni sociali, a discapito dell'interesse degli azionisti: questi dovrebbero essere acquiescenti di fronte a qualsiasi scelta dei managers, perché non si deve turbare la stabilità, valore supremo. Qui si gioca sull'equivoco semantico: la stabilità che deve essere assicurata è quella del sistema, che dev'essere protetto contro i rischi tipici dell'attività bancaria, non quella dei managers. Per i giornalisti di Repubblica, invece, la sostituzione di un A.D., purché sufficientemente noto e celebrato, non può essere altro che il frutto di un complotto politico (ovviamente, ordito da SB). La Fondazioni possono avere sbagliato nel metodo e nella sostanza, ma restano pur sempre i principali azionisti di Unicredit; era ed è loro diritto porre fine alla collaborazione con un manager che non soddisfaceva le loro attese di valore e rendimento delle partecipazioni.
In qualche misura, le dichiarazioni di De Poli sembrano confermare che le Fondazioni da tempo non gradivano la gestione di Profumo, ponendo l’accenno sui sacrifici fatti in passato.
Le considerazioni del giornalista, se ho bene inteso il riassunto proposto da Giannino, esprimono un modo di vedere le cose che appartiene al chiacchericcio politico, che si compiace se una banca italiana cresce e si internazionalizza, la elegge a campione nazionale, la carica di funzioni sociali, a discapito dell’interesse degli azionisti: questi dovrebbero essere acquiescenti di fronte a qualsiasi scelta dei managers, perché non si deve turbare la stabilità, valore supremo.
Qui si gioca sull’equivoco semantico: la stabilità che deve essere assicurata è quella del sistema, che dev’essere protetto contro i rischi tipici dell’attività bancaria, non quella dei managers. Per i giornalisti di Repubblica, invece, la sostituzione di un A.D., purché sufficientemente noto e celebrato, non può essere altro che il frutto di un complotto politico (ovviamente, ordito da SB).

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Di: antonio /2010/09/27/linvettiva-di-penati-sul-caso-rep-prof/comment-page-1/#comment-9162 antonio Mon, 27 Sep 2010 18:18:13 +0000 /?p=7153#comment-9162 se posso chiederle, di questo cosa ne pensa ? :- Il presidente di Cassamarca, Dino De Poli, «bacchetta» il suo omologo delle Generali, Cesare Geronzi, per le critiche rivolte alle Fondazioni azioniste di Unicredit su come hanno gestito l’avvicendamento dell’amministratore delegato, Alessandro Profumo. De Poli rivendica «le scelte rilevanti per il Paese», nonostante «il sacrificio di tante e comprensibili ragioni locali», fatte dalle Fondazioni azioniste di Unicredit nel percorso che ha portato la banca a crescere in Italia e in Europa, inclusi i due recenti aumenti di capitale. Grazie buonasera se posso chiederle, di questo cosa ne pensa ? :- Il presidente di Cassamarca, Dino De Poli, «bacchetta» il suo omologo delle Generali, Cesare Geronzi, per le critiche rivolte alle Fondazioni azioniste di Unicredit su come hanno gestito l’avvicendamento dell’amministratore delegato, Alessandro Profumo. De Poli rivendica «le scelte rilevanti per il Paese», nonostante «il sacrificio di tante e comprensibili ragioni locali», fatte dalle Fondazioni azioniste di Unicredit nel percorso che ha portato la banca a crescere in Italia e in Europa, inclusi i due recenti aumenti di capitale. Grazie buonasera

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Di: Luca /2010/09/27/linvettiva-di-penati-sul-caso-rep-prof/comment-page-1/#comment-9161 Luca Mon, 27 Sep 2010 16:22:56 +0000 /?p=7153#comment-9161 Gent.mo Dott. Giannino, Le confesso che per la prima volta non ho capito il leitmotiv del suo articolo, ma daltronde relativamente all'intera vicenda Profumo ho molti dubbi e poche ipotesi. Ciò che comunque ritengo sconfortante è vedere che l'allontanamento di Profumo è stato perseguito avvalendosi del "peso" della azioni di Unicredito Italiano e non di Unicredit; e così il disegno complesso e mutevole sviluppato negli ultimi sette anni di gestione Profumo (fusione con HBV e con Capitalia...) cadrà nell'oblio per effetto di due anni di ridotti utili da distribuire nelle provincie e nei comuni di appartenenza delle Fondazioni Bancarie socie. Resta il fatto che i meriti ed i demeriti di Profumo sono agli occhi di tutti in Europa mentre i contributi e gli intralci delle Fondazioni sono appannaggio soltanto dei soliti piccoli salottini di provincia. Non mi stupirei qualora la vicenda Profumo fosse stata infiammata anche da disegni di ampiezza nazionale; ma è stata una offensiva della destra (o della sinistra) o una rivendicazione della sinistra (o della destra)? Ha qualche attinenza con la logica con cui si è consumato il teatrino tardo primaverile della Compagnia di San Paolo? E infine rientrano nello stesso disegno anche le recenti manovre contro l'istituto per le Opere Religiose? Ci sono molte cose che non capisco, e per questa ragione nel futuro, non soltanto in quello immediato, personalmente non investirò in Unicredit; sono comnque curioso di conoscere il parere di qualche fondo di investimento straniero, possibilmente non tedesco. Gent.mo Dott. Giannino,
Le confesso che per la prima volta non ho capito il leitmotiv del suo articolo, ma daltronde relativamente all’intera vicenda Profumo ho molti dubbi e poche ipotesi. Ciò che comunque ritengo sconfortante è vedere che l’allontanamento di Profumo è stato perseguito avvalendosi del “peso” della azioni di Unicredito Italiano e non di Unicredit; e così il disegno complesso e mutevole sviluppato negli ultimi sette anni di gestione Profumo (fusione con HBV e con Capitalia…) cadrà nell’oblio per effetto di due anni di ridotti utili da distribuire nelle provincie e nei comuni di appartenenza delle Fondazioni Bancarie socie.
Resta il fatto che i meriti ed i demeriti di Profumo sono agli occhi di tutti in Europa mentre i contributi e gli intralci delle Fondazioni sono appannaggio soltanto dei soliti piccoli salottini di provincia.
Non mi stupirei qualora la vicenda Profumo fosse stata infiammata anche da disegni di ampiezza nazionale; ma è stata una offensiva della destra (o della sinistra) o una rivendicazione della sinistra (o della destra)? Ha qualche attinenza con la logica con cui si è consumato il teatrino tardo primaverile della Compagnia di San Paolo? E infine rientrano nello stesso disegno anche le recenti manovre contro l’istituto per le Opere Religiose?
Ci sono molte cose che non capisco, e per questa ragione nel futuro, non soltanto in quello immediato, personalmente non investirò in Unicredit; sono comnque curioso di conoscere il parere di qualche fondo di investimento straniero, possibilmente non tedesco.

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