Allora…
per principio intanto non utilizzerei certi termini per le organizzazioni professionali agricole. Non mi sembra il caso innanzitutto di fare paragoni (certi parallelismi non sono ovvi, consentimi). E poi non mi risulta sia stata acclarata alcuna responsabilità diretta in questa vicenda sul piano giudiziario. Che è quello che conta.
Perchè di questo dobbiamo parlare e di nient’altro.
Conosco il meccanismo delle multe e delle trattenute comunitarie. L’Italia ha un esubero di produzione rispetto alle quote (quest’anno praticamente no ma quello che si è verificato quest’anno non accadeva da.. sempre) e pertanto deve far pagare i produttori splafonatori. Non c’è modo di far ricadere questo debito sulla fiscalità generale (per fortuna!).
O gli interessati contestano questi dati e riescono a farsi dar ragione da un tribunale oppure devono pagare. Le sospensive dei Tar non sono sufficienti; serve una sentenza definitiva che dimostri (dimostri non sospenda gli atti esecutivi in attesa di…) che i calcoli sono sbagliati.
La relazione dei carabinieri di cui parli mi sembra sia quella che ha analizzato il metodo di calcolo dei quantitativi di latte, in base anche a come si tiene conto del tasso di grasso. Relazione che ha messo in evidenza alcuni possibili errori che poi, ad un successivo esame, il Mipaaf ha dichiarato del tutto trascurabili ed insussistenti. Infatti così il Ministro Galan il 7 luglio scorso: “…allo stato nessun elemento oggettivo può supportare l’ipotesi che in passato si siano verificate irregolarità di entità tale da incidere in modo apprezzabile sul calcolo del prelievo imputato ai produttori.”
V. anche per l’originale:
http://www.politicheagricole.it/InEvidenza/20100707Galan_su_quote_latte.htm
Insomma non si possono utilizzare strumentalmente i risultati di una relazione che sta indagando sui metodi statistici utilizzati e desumere, generalizzando, che non abbiamo avuto affatto splafonamenti negli anni passati. Si fa qualunquismo e di tutt’erba un fascio. Ci sono tanti splafonatori e ciascuno ha una storia a sè. Ognuno guardi alle sue vicende e si difenda se crede in tribunale.
Chi invece ha deciso di rateizzare ha implicitamente ammesso di dovere quei soldi all’Erario. Bene. E’ già un passo. Chiede ulteriori slittamenti per pagare? Insomma … dopo tanti anni. Ma voglio anche essere generoso: discutiamone; per quanto mi metto nei panni di chi è stato sempre in regola pagando di tasca sua per acquistare o affittare le quote e… come ci mettiamo nei confronti di questi imprenditori (a proposito una di quelle organizzazioni tiene a difendere con impegno proprio questi soggetti. Credi sia un atteggiamento da “padrino”?) Ma tant’è facciamo finta di nulla… C’è la crisi, non ce la si fa a pagare. Bene, teniamone conto: d’altronde in questa vicenda chi ha rateizzato sembrava quasi più colpevole di chi ha scelto invece di non mettersi in regola… . Basta che non facciamo in modo che il rinvio di sei mesi sia l’anticamera di un condono “perchè tanto i dati ci danno ragione”. Questo no.
Gli altri, quelli che non hanno mai pagato, devono subire le conseguenze della giustizia che appunto tratta (dovrebbe trattare) allo stesso modo chi non ha splafonato perchè era in regola, chi ha rateizzato e chi ha deciso che quella multa era ingiusta. Ognuno segua la sua strada. Ma per cortesia dopo tanti anni di tolleranza niente più sconti.
Non so se ho dimostrato di aver (forse) capito sino in fondo…
Grazie per l’attenzione
V.
E no… questo proprio no.
Intanto è qualunquismo prendersela con le Organizzazioni. Specie con quelle (almeno una tra quelle citate si è comportata così) che si sono limitate a dire agli allevatori che l’Europa chiedeva una certa cosa e che quindi bisognava rispettare le regole.
Chi le regole non le ha rispettate (fregandosene di tutti, delle regole, dei colleghi onesti “fessi” ma anche dei contribuenti), non può invocare nessuna giustificazione. Paghi e basta. Abbiamo anche concesso ampie dilazioni di pagamento. Se un tale fa un reato io non sono automaticamente autorizzato a fare scempio delle norme. Posso solo chiedere che quello venga perseguito. Se ci sono questi comportamenti illeciti (“è possibile provarlo” scrive golfrè andreasi qui sopra) li si denunci alle autorità competenti.
E’ ora di trattare con pari dignità chi si è comportato secondo le regole (e magari ha sborsato milioni per comprare od affittare quote latte e produrre in regola) e chi non l’ha fatto. Se non altro si tratta di una questione di pari opportunità tra imprese.
Chi ha rateizzato paghi e chi non ha neanche voluto mettersi in regola con l’ultima opportunità di dilazione concessa (sono passati anni) mi spiace – e mi spiace davvero se un’impresa che dovrebbe dare occupazione e crescita al paese è in difficoltà – ma credo che dovrà vedersela con l’ufficiale giudiziario.
A me se non pago una multa o sono in ritardo con le tasse fanno così… non vedo motivo per fare diversamente.
Saluti
VL.