Commenti a: L’economia italiana, tra realtà e finzione /2010/08/09/leconomia-italiana-tra-realta-e-finzione/ diretto da Oscar Giannino Mon, 21 Feb 2011 14:01:48 +0100 hourly 1 http://wordpress.org/?v=3.0.4 Di: antonio /2010/08/09/leconomia-italiana-tra-realta-e-finzione/comment-page-1/#comment-9298 antonio Fri, 08 Oct 2010 16:09:05 +0000 /?p=6735#comment-9298 @azimut72- non trova alternative a Berlusconi ? Davvero? Allora la responsabilità è anche sua. @azimut72- non trova alternative a Berlusconi ? Davvero? Allora la responsabilità è anche sua.

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Di: Pastore Sardo /2010/08/09/leconomia-italiana-tra-realta-e-finzione/comment-page-1/#comment-8155 Pastore Sardo Tue, 10 Aug 2010 06:27:22 +0000 /?p=6735#comment-8155 Non si può a mio parere costringere le banche a dare i soldi alle PMI, ma se le banche comprano ciò che la finanza più spregiudicata crea per fare profitti a breve (con i relativi premi ai manager) allora le PMI non avranno mai possibilità di essere finanziate nei periodi di crisi. Diciamo le cose come stanno!!! Se non sbaglio il Marocco per legge ha impedito alle banche di comprare e vendere prodotti finanziari a dir poco spregiudicati e hanno avuto più risorse da investire anche per le aziende. E' evidente che le aziende che hanno loro stesse fatto degli investimenti finanziari speculativi con soldi prestati dalle banche dovrebbero finalmente investire in modalità opportuna e non licenziare personale addirittura in rami di azinda in utile per far vedere una riduzione generale dei costi. Non si può a mio parere costringere le banche a dare i soldi alle PMI, ma se le banche comprano ciò che la finanza più spregiudicata crea per fare profitti a breve (con i relativi premi ai manager) allora le PMI non avranno mai possibilità di essere finanziate nei periodi di crisi.
Diciamo le cose come stanno!!!
Se non sbaglio il Marocco per legge ha impedito alle banche di comprare e vendere prodotti finanziari a dir poco spregiudicati e hanno avuto più risorse da investire anche per le aziende.
E’ evidente che le aziende che hanno loro stesse fatto degli investimenti finanziari speculativi con soldi prestati dalle banche dovrebbero finalmente investire in modalità opportuna e non licenziare personale addirittura in rami di azinda in utile per far vedere una riduzione generale dei costi.

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Di: michele penzani /2010/08/09/leconomia-italiana-tra-realta-e-finzione/comment-page-1/#comment-8154 michele penzani Mon, 09 Aug 2010 21:44:10 +0000 /?p=6735#comment-8154 ...Sono d'accordo, certo. Di razionale non c'era neppure la non limitazione all'accesso al credito di sig.ri Tanzi, Tronchetti Provera (in ambito TIM), ed altro... Sono della modestissima, quanto non-provata opinione, che al superamento di tali problemi un Esecutivo, degno di questo nome, debba avere i poteri decisionali in ambito economico che ora non ha, perchè non può fisicamente ottenere denaro se non passa per la BCE...Il credito, siamo tutti d'accordo, sappiamo essere d'appannaggio esclusivamente bancario. Quindi, dicevo, ritorno alla moneta nazionale...Del resto, Non è forse Fisher -scuola di Chicago- che proponeva l'emissione di moneta da parte dello Stato stesso in nome e per conto dei propri cittadini acquisendone la proprietà a titolo originario? Grazie per l'attenzione, dott. Semineiro. …Sono d’accordo, certo. Di razionale non c’era neppure la non limitazione all’accesso al credito di sig.ri Tanzi, Tronchetti Provera (in ambito TIM), ed altro…
Sono della modestissima, quanto non-provata opinione, che al superamento di tali problemi un Esecutivo, degno di questo nome, debba avere i poteri decisionali in ambito economico che ora non ha, perchè non può fisicamente ottenere denaro se non passa per la BCE…Il credito, siamo tutti d’accordo, sappiamo essere d’appannaggio esclusivamente bancario. Quindi, dicevo, ritorno alla moneta nazionale…Del resto, Non è forse Fisher -scuola di Chicago- che proponeva l’emissione di moneta da parte dello Stato stesso in nome e per conto dei propri cittadini acquisendone la proprietà a titolo originario? Grazie per l’attenzione, dott. Semineiro.

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Di: Mario Seminerio /2010/08/09/leconomia-italiana-tra-realta-e-finzione/comment-page-1/#comment-8153 Mario Seminerio Mon, 09 Aug 2010 21:05:31 +0000 /?p=6735#comment-8153 Aggiungerei un quarto punto ai suoi 3: le PMI sono mediamente sottocapitalizzate, a volte in modo drammatico. Se la loro condizione finanziaria è così fragile, con flussi di cassa depauperati dalla crisi, si può imporre alle banche di prestare con la forza? Voglio dire, pur con tutti gli evidenti limiti delle nostre banche (che nei giorni pari affamano il popolo e in quelli dispari sono solide e hanno evitato al paese di finire in Grecia), c'è della razionalità nella concessione creditizia a soggetti così deboli sul piano patrimoniale e finanziario, o no? Non conosco banchieri che si astengano dal fare credito, se le condizioni sono favorevoli. E comunque il fondo di cui stiamo parlando è un fondo di ricapitalizzazione, non di erogazioni creditizie. Quindi serve a superare i problemi di cui stiamo parlando. Aggiungerei un quarto punto ai suoi 3: le PMI sono mediamente sottocapitalizzate, a volte in modo drammatico. Se la loro condizione finanziaria è così fragile, con flussi di cassa depauperati dalla crisi, si può imporre alle banche di prestare con la forza? Voglio dire, pur con tutti gli evidenti limiti delle nostre banche (che nei giorni pari affamano il popolo e in quelli dispari sono solide e hanno evitato al paese di finire in Grecia), c’è della razionalità nella concessione creditizia a soggetti così deboli sul piano patrimoniale e finanziario, o no? Non conosco banchieri che si astengano dal fare credito, se le condizioni sono favorevoli. E comunque il fondo di cui stiamo parlando è un fondo di ricapitalizzazione, non di erogazioni creditizie. Quindi serve a superare i problemi di cui stiamo parlando.

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Di: michele penzani /2010/08/09/leconomia-italiana-tra-realta-e-finzione/comment-page-1/#comment-8152 michele penzani Mon, 09 Aug 2010 20:52:17 +0000 /?p=6735#comment-8152 ...La mia modesta opinione è che, proprio considerando i (non) poteri effettivi di un esecutivo sulle concessioni al credito, il fatto che una sempre auspicata meritocrazia non sia proprio la motivazione primaria che possono rivendicare gli istituti di credito nella concessione del credito stesso (visto 1- la differente imposizione fiscale rispetto le PMI, 2- i controlli di bilancio tra le due, 3- la, di fatto, assenza di limitazione alla partecipazione nel capitale delle imprese stesse), se bisogna trovare la causa squisitamente politica alle lentezze esasperanti alle azioni governative, non può che essere rappresentata dai palesi conflitti corporativistici ben rappresentati in Parlamento dalla nascita di questa Repubblica...Ma, ripeto, il credito dato col contagocce è cosa bancaria. E se lo Stato deve ricondursi all'euro perchè non ha una propria moneta per avere lo strumento della svalutazione competitiva, le imprese non possono fare altro che puntare sull'efficienza...E quindi il credito chi glielo deve dare? …La mia modesta opinione è che, proprio considerando i (non) poteri effettivi di un esecutivo sulle concessioni al credito, il fatto che una sempre auspicata meritocrazia non sia proprio la motivazione primaria che possono rivendicare gli istituti di credito nella concessione del credito stesso (visto 1- la differente imposizione fiscale rispetto le PMI, 2- i controlli di bilancio tra le due, 3- la, di fatto, assenza di limitazione alla partecipazione nel capitale delle imprese stesse), se bisogna trovare la causa squisitamente politica alle lentezze esasperanti alle azioni governative, non può che essere rappresentata dai palesi conflitti corporativistici ben rappresentati in Parlamento dalla nascita di questa Repubblica…Ma, ripeto, il credito dato col contagocce è cosa bancaria. E se lo Stato deve ricondursi all’euro perchè non ha una propria moneta per avere lo strumento della svalutazione competitiva, le imprese non possono fare altro che puntare sull’efficienza…E quindi il credito chi glielo deve dare?

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Di: Mario Seminerio /2010/08/09/leconomia-italiana-tra-realta-e-finzione/comment-page-1/#comment-8151 Mario Seminerio Mon, 09 Aug 2010 18:24:46 +0000 /?p=6735#comment-8151 @michele penzani Quel passaggio è un'ipotesi, presumo. Ma potremmo non essere lontani dal vero, nel senso che destinare fondi a imprese che non hanno merito di credito sarebbe controproducente e finirebbe col procrastinare ulteriormente l'obiettivo (questo si meritorio) di rafforzare la patrimonializzazione delle PMI. Io faccio solo una constatazione: l'annuncio di quel fondo è di circa un anno addietro. A fine marzo è stata costituita la sgr, con capitale sottoscritto dalla Cassa Depositi e Prestiti e dalle maggior banche italiane. Leggo inoltre che a luglio sono stati conferiti i mandati a due primari head hunters per cercare gli asset manager per il fondo, e che il business plan prevede entro 1-2 anni di avere un organico di 40-50 persone. Allora mi chiedo: ma questi tempi complessivi sono fisiologici oppure ci sono difficoltà ed incongruenze che si è voluto ignorare finora? Ecco, questo è il dato politico, e mi ricorda sinistramente l'intera impalcatura del federalismo fiscale, del quale manca tutto, a partire dal mattoncino-base dei costi standard, oltre che definizione e portata della perequazione e delle modalità di destinazione del saldo di gestione dell'ente locale. Cioè (ripeto) TUTTO. Io mi domando e domando: perché il segno distintivo di questo governo paiono essere gli annunci epocali, a cui poi non seguono fatti o seguono solo con lentezza esasperante? @michele penzani

Quel passaggio è un’ipotesi, presumo. Ma potremmo non essere lontani dal vero, nel senso che destinare fondi a imprese che non hanno merito di credito sarebbe controproducente e finirebbe col procrastinare ulteriormente l’obiettivo (questo si meritorio) di rafforzare la patrimonializzazione delle PMI. Io faccio solo una constatazione: l’annuncio di quel fondo è di circa un anno addietro. A fine marzo è stata costituita la sgr, con capitale sottoscritto dalla Cassa Depositi e Prestiti e dalle maggior banche italiane. Leggo inoltre che a luglio sono stati conferiti i mandati a due primari head hunters per cercare gli asset manager per il fondo, e che il business plan prevede entro 1-2 anni di avere un organico di 40-50 persone. Allora mi chiedo: ma questi tempi complessivi sono fisiologici oppure ci sono difficoltà ed incongruenze che si è voluto ignorare finora? Ecco, questo è il dato politico, e mi ricorda sinistramente l’intera impalcatura del federalismo fiscale, del quale manca tutto, a partire dal mattoncino-base dei costi standard, oltre che definizione e portata della perequazione e delle modalità di destinazione del saldo di gestione dell’ente locale. Cioè (ripeto) TUTTO. Io mi domando e domando: perché il segno distintivo di questo governo paiono essere gli annunci epocali, a cui poi non seguono fatti o seguono solo con lentezza esasperante?

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Di: michele penzani /2010/08/09/leconomia-italiana-tra-realta-e-finzione/comment-page-1/#comment-8150 michele penzani Mon, 09 Aug 2010 17:29:17 +0000 /?p=6735#comment-8150 Anche io apprezzo molto la preparazione di Mario Semineiro, come avverto la buonafede dei concetti espressi da "azimut72" insiti nel 1° post. Mi scuso se, in pratica, mi ripeto tediosamente come già risposto all'articolo redatto dal prof. Giannino...Però -dott. Semineiro- non credo che, considerando il potere effettivo del nostro Governo sull'economia (ultima emissione monetaria statale del'75, nascita dell'euro, parametri di Maastricht, Basilea2, autonomia di fatto degli istituti di credito...), una frase come: «Se ci sono problemi per l’autorizzazione necessaria da parte di Bankitalia, forse è perché il modello su cui hanno trattato banche e Tesoro rischia di apparire più una scelta di risulta a favore di soggetti a cui le banche negano capitale, che un vero veicolo di mercato capace di scegliere i soggetti che razionalmente e internazionalmente è più utile sostenere, per i prodotti e le tecnologie di cui dispongono» possa davvero rappresentare un indice puntato al mal-governo (o addirittura alla non competitività delle PMI italiane che si vedono erogare 65% dei finanziamenti alla grande impresa che realizza il 12% della produzione nazionale...Ed anche questo è l'esito di aspre diatribe corporativistiche, più che scelte autonome governative)...Indipendentemente da chi siederebbe all'Esecutivo. Il credito è dato dalle banche. L'emissione monetaria è data dalla BCE. Se non si vuole puntare l'indice su chi, nei fatti, detiene la maggiore autonomia e discrezionalità nelle scelte di accesso al credito da parte delle imprese, con altrettanta onestà bisognerebbe non condannare chi, nei fatti, non ha il coltello dalla parte del manico...E credo che gli spread applicati in maniera dissociata agli odierni bassi tassi d'interesse del costo del denaro, la fine dei Tremonti-bond e le proposte di proroga di pagamento del debito delle banche agli imprenditori abruzzesi nel dopo terremoto, credo siano degli esempi. ...Potendomi sempre sbagliare... Anche io apprezzo molto la preparazione di Mario Semineiro, come avverto la buonafede dei concetti espressi da “azimut72″ insiti nel 1° post. Mi scuso se, in pratica, mi ripeto tediosamente come già risposto all’articolo redatto dal prof. Giannino…Però -dott. Semineiro- non credo che, considerando il potere effettivo del nostro Governo sull’economia (ultima emissione monetaria statale del’75, nascita dell’euro, parametri di Maastricht, Basilea2, autonomia di fatto degli istituti di credito…), una frase come:

«Se ci sono problemi per l’autorizzazione necessaria da parte di Bankitalia, forse è perché il modello su cui hanno trattato banche e Tesoro rischia di apparire più una scelta di risulta a favore di soggetti a cui le banche negano capitale, che un vero veicolo di mercato capace di scegliere i soggetti che razionalmente e internazionalmente è più utile sostenere, per i prodotti e le tecnologie di cui dispongono»

possa davvero rappresentare un indice puntato al mal-governo (o addirittura alla non competitività delle PMI italiane che si vedono erogare 65% dei finanziamenti alla grande impresa che realizza il 12% della produzione nazionale…Ed anche questo è l’esito di aspre diatribe corporativistiche, più che scelte autonome governative)…Indipendentemente da chi siederebbe all’Esecutivo.
Il credito è dato dalle banche. L’emissione monetaria è data dalla BCE. Se non si vuole puntare l’indice su chi, nei fatti, detiene la maggiore autonomia e discrezionalità nelle scelte di accesso al credito da parte delle imprese, con altrettanta onestà bisognerebbe non condannare chi, nei fatti, non ha il coltello dalla parte del manico…E credo che gli spread applicati in maniera dissociata agli odierni bassi tassi d’interesse del costo del denaro, la fine dei Tremonti-bond e le proposte di proroga di pagamento del debito delle banche agli imprenditori abruzzesi nel dopo terremoto, credo siano degli esempi.
…Potendomi sempre sbagliare…

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Di: armando /2010/08/09/leconomia-italiana-tra-realta-e-finzione/comment-page-1/#comment-8148 armando Mon, 09 Aug 2010 15:05:43 +0000 /?p=6735#comment-8148 questo governo ha un torto gravissimo che quello di non aver messo le nostre imprese a poter competere con quelle tedesche e francesi questo governo ha un torto gravissimo che quello di non aver messo le nostre imprese a poter competere con quelle tedesche e francesi

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Di: bill /2010/08/09/leconomia-italiana-tra-realta-e-finzione/comment-page-1/#comment-8146 bill Mon, 09 Aug 2010 14:49:35 +0000 /?p=6735#comment-8146 C'è una cosa che balza agli occhi: così come Seminerio scrive sul Fatto, Antonio Martino scrive su Libero, e per farla corta altri esponenti liberal-liberisti scrivono su altre testate variamente collocate politicamente. Quello che mi chiedo è: dato il fatto, positivo, che sta nell'essere perlomeno ascoltati e letti, ma è mai possibile che nessuno non dico proponga alla lettera, ma almeno prenda qualche spunto? Il centrodestra, che io ho votato, enuncia slogan liberali e liberisti, ma una volta al governo si limita a gestire l'esistente giorno per giorno, continuando a promettere riforme che si perdono nel nulla. E sentire Tremonti parlare di "ritorno dello stato" è, scusate, veramente deprimente. Il centrosinistra l'unica cosa che ha proposto in questi mesi è stata l'ideona di alzare le aliquote per i redditi sopra i 200.000 euro/anno: a mio avviso una scemenza sesquipedale. Per cui, devo dire, la conclusione dell'articolo è provocatoria ma pure realistica: il paese comunque, nonostante la politica viva fuori dal mondo e dentro i palazzi, non ha ancora voglia di morire assieme ad essa. C’è una cosa che balza agli occhi: così come Seminerio scrive sul Fatto, Antonio Martino scrive su Libero, e per farla corta altri esponenti liberal-liberisti scrivono su altre testate variamente collocate politicamente.
Quello che mi chiedo è: dato il fatto, positivo, che sta nell’essere perlomeno ascoltati e letti, ma è mai possibile che nessuno non dico proponga alla lettera, ma almeno prenda qualche spunto?
Il centrodestra, che io ho votato, enuncia slogan liberali e liberisti, ma una volta al governo si limita a gestire l’esistente giorno per giorno, continuando a promettere riforme che si perdono nel nulla.
E sentire Tremonti parlare di “ritorno dello stato” è, scusate, veramente deprimente.
Il centrosinistra l’unica cosa che ha proposto in questi mesi è stata l’ideona di alzare le aliquote per i redditi sopra i 200.000 euro/anno: a mio avviso una scemenza sesquipedale.
Per cui, devo dire, la conclusione dell’articolo è provocatoria ma pure realistica: il paese comunque, nonostante la politica viva fuori dal mondo e dentro i palazzi, non ha ancora voglia di morire assieme ad essa.

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Di: azimut72 /2010/08/09/leconomia-italiana-tra-realta-e-finzione/comment-page-1/#comment-8145 azimut72 Mon, 09 Aug 2010 14:47:55 +0000 /?p=6735#comment-8145 <a href="#comment-8143" rel="nofollow">@Luigi </a> aspetto a vedere come cambierai il mondo da un sito internet @Luigi
aspetto a vedere come cambierai il mondo da un sito internet

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