Commenti a: REPLICA AI PROFESSORI STATALISTI /2010/06/30/replica-ai-professori-statalisti/ diretto da Oscar Giannino Sat, 25 Dec 2010 00:40:48 +0100 hourly 1 http://wordpress.org/?v=3.0.1 Di: Silvano_ihc /2010/06/30/replica-ai-professori-statalisti/comment-page-1/#comment-7489 Silvano_ihc Fri, 02 Jul 2010 18:05:31 +0000 /?p=6405#comment-7489 @Alberto Segafredo Per ripartire con una struttura del capitale sostenibile. Non necessariamente dall'età della pietra. I processi sono dinamici. Molti imprenditori chiuderanno, altri cominceranno a prosperare. Solo l'incremento del risparmio possibile in un contesto monetario tendenzialmente sano può fornire nuova linfa al capitale. La politica ci sarà sempre. Sono l'allocazione politica e burocratica delle risorse a far pagare a tizio il conto di caio. Il mercato paga i risultati apprezzati e percepiti. Non il "merito oggettivo", concetto lacunoso e astratto. Solo a scuola si premia l'impegno in quanto tale, nella vita e sul lavoro è il risultato che conta e se è ottenuto con il minimo sforzo, tanto meglio. Nessuno poi ha parlato di distribuzione omogenea della ricchezza, non rientra minimamente tra i miei valori. Gli uomini sono tutti diversi e diversi sono gli esiti di ciascuna vita. Sotto tutti i profili: economico, relazionale, sentimentale, culturale. Una società fatta di cloni non mi interessa, non ha niente da dire, non c'è niente da imparare. L'unico livellamento possibile è quello della pialla: verso il basso. Il regno della giustizia non è di questo mondo, mi accontento di una società libera che progressivamente si evolve, impara dai propri errori, e si perfeziona continuamente nell'assoluta certezza di essere comunque composta da uomini imperfetti che necessariamente vanno accettati come tali. La ricerca della felicità è la cosa più individuale e soggetta al tempo e agli umori del fato che vi sia. E' un territorio precluso alla scienza economica o alla misurazione econometrica. La realizzazione di una supposta giustizia sociale e distributiva esigerebbe dai loro sostenitori la coerenza necessaria di spogliarsi pressoché di quasi tutti i loro averi presenti e futuri in favore degli individui più poveri al mondo, poiché non vi é merito alcuno nell'esser nati in Europa anziché in Uganda, né motivo alcuno di applicare tale concetto di uniformità sociale solamente al proprio stato nazionale anziché a tutto il consesso umano. @Alberto Segafredo
Per ripartire con una struttura del capitale sostenibile. Non necessariamente dall’età della pietra. I processi sono dinamici. Molti imprenditori chiuderanno, altri cominceranno a prosperare. Solo l’incremento del risparmio possibile in un contesto monetario tendenzialmente sano può fornire nuova linfa al capitale. La politica ci sarà sempre. Sono l’allocazione politica e burocratica delle risorse a far pagare a tizio il conto di caio.
Il mercato paga i risultati apprezzati e percepiti. Non il “merito oggettivo”, concetto lacunoso e astratto. Solo a scuola si premia l’impegno in quanto tale, nella vita e sul lavoro è il risultato che conta e se è ottenuto con il minimo sforzo, tanto meglio. Nessuno poi ha parlato di distribuzione omogenea della ricchezza, non rientra minimamente tra i miei valori. Gli uomini sono tutti diversi e diversi sono gli esiti di ciascuna vita. Sotto tutti i profili: economico, relazionale, sentimentale, culturale. Una società fatta di cloni non mi interessa, non ha niente da dire, non c’è niente da imparare. L’unico livellamento possibile è quello della pialla: verso il basso.
Il regno della giustizia non è di questo mondo, mi accontento di una società libera che progressivamente si evolve, impara dai propri errori, e si perfeziona continuamente nell’assoluta certezza di essere comunque composta da uomini imperfetti che necessariamente vanno accettati come tali. La ricerca della felicità è la cosa più individuale e soggetta al tempo e agli umori del fato che vi sia. E’ un territorio precluso alla scienza economica o alla misurazione econometrica.
La realizzazione di una supposta giustizia sociale e distributiva esigerebbe dai loro sostenitori la coerenza necessaria di spogliarsi pressoché di quasi tutti i loro averi presenti e futuri in favore degli individui più poveri al mondo, poiché non vi é merito alcuno nell’esser nati in Europa anziché in Uganda, né motivo alcuno di applicare tale concetto di uniformità sociale solamente al proprio stato nazionale anziché a tutto il consesso umano.

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Di: Top /2010/06/30/replica-ai-professori-statalisti/comment-page-1/#comment-7482 Top Fri, 02 Jul 2010 10:30:58 +0000 /?p=6405#comment-7482 Vorrei far presente che il clintonismo e il blairismo e il bushismo NON sono affatto pro-mercato: infatti il VERO liberismo della Scuola Austriaca (e della Thatcher) NON c'entra un fico secco con questi qua... infatti costoro hanno aumentato il peso dello stato (Bush junior e Blair) e scritto "regolette asinelle" (Clinton e Blair): anzi, per dirla tutta, Bush junior nel 2003 aveva proposto di ridurre il "peso" di FREDDY e FANNIE, ma l'opposizione (ovvero i Democratici) fecero di tutto per "intimorire" (a livello politico, sia chiaro) la maggioranza (ovvero i Repubblicani)... ah, se solo i Repubblicani avessero fatto il loro lavoro: oggi non avremmo quei disastri di FREDDY e FANNIE "fra i piedi"... Vorrei far presente che il clintonismo e il blairismo e il bushismo NON sono affatto pro-mercato: infatti il VERO liberismo della Scuola Austriaca (e della Thatcher) NON c’entra un fico secco con questi qua… infatti costoro hanno aumentato il peso dello stato (Bush junior e Blair) e scritto “regolette asinelle” (Clinton e Blair): anzi, per dirla tutta, Bush junior nel 2003 aveva proposto di ridurre il “peso” di FREDDY e FANNIE, ma l’opposizione (ovvero i Democratici) fecero di tutto per “intimorire” (a livello politico, sia chiaro) la maggioranza (ovvero i Repubblicani)… ah, se solo i Repubblicani avessero fatto il loro lavoro: oggi non avremmo quei disastri di FREDDY e FANNIE “fra i piedi”…

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Di: dario /2010/06/30/replica-ai-professori-statalisti/comment-page-1/#comment-7481 dario Fri, 02 Jul 2010 10:29:56 +0000 /?p=6405#comment-7481 Ritengo che il problema non possa esssere semplicemente ricondotto alla diatriba interventismo si o no, keynesianesimo si e liberismo no o viceversa. Molto spesso ci si è facilmente nascosti dietro una politica di tipo keynesiano per far passare operazioni che poco avevano a che fare con interventi economici che in qualche misura dovevano avere lo scopo di creare economie esterne di sviluppo. In sostanza se si "buttano" le risorse dalla "finestra" non è necessariamnete detto che queste siano di stimolo, ma rimangono sempre delle risorse allocate in modo inefficiente. Anche l'interventismo in economia richiede pur sempre e preventivamente una corretta analisi economica Ritengo che il problema non possa esssere semplicemente ricondotto alla diatriba interventismo si o no, keynesianesimo si e liberismo no o viceversa.
Molto spesso ci si è facilmente nascosti dietro una politica di tipo keynesiano per far passare operazioni che poco avevano a che fare con interventi economici che in qualche misura dovevano avere lo scopo di creare economie esterne di sviluppo.
In sostanza se si “buttano” le risorse dalla “finestra” non è necessariamnete detto che queste siano di stimolo, ma rimangono sempre delle risorse allocate in modo inefficiente. Anche l’interventismo in economia richiede pur sempre e preventivamente una corretta analisi economica

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Di: Pietro M. /2010/06/30/replica-ai-professori-statalisti/comment-page-1/#comment-7480 Pietro M. Fri, 02 Jul 2010 10:23:32 +0000 /?p=6405#comment-7480 <a href="#comment-7462" rel="nofollow">@Alberto Segafredo</a> Vorrei la difesa argomentata di due tue tesi: 1. Cosa c'entra la depressione? Quali sono le cause della grande depressione? 2. Che c'entra l'equità con la crisi finanziaria? PS "la mano invisibile e la meritocrazia distribuiranno la ricchezza in modo omogeneo": questa tesi non l'ha mai difesa nessuno. @Alberto Segafredo
Vorrei la difesa argomentata di due tue tesi:

1. Cosa c’entra la depressione? Quali sono le cause della grande depressione?

2. Che c’entra l’equità con la crisi finanziaria?

PS “la mano invisibile e la meritocrazia distribuiranno la ricchezza in modo omogeneo”: questa tesi non l’ha mai difesa nessuno.

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Di: Alberto Segafredo /2010/06/30/replica-ai-professori-statalisti/comment-page-1/#comment-7462 Alberto Segafredo Thu, 01 Jul 2010 10:42:05 +0000 /?p=6405#comment-7462 ....un'apologia romantica all'efficienza del mercato....commovente davvero Silvano....e adesso non ci resta che entrare in una bella depressione che elimini tutti gli eccessi di capacita' per ripartire da zero, no? senza regole, senza banca centrale, senza stato e senza politica - la mano invisibile e la meritocrazia distribuiranno la ricchezza in modo omogeneo, allocando il capitale in modo efficiente e garantendoci un futuro giusto e felice. negli ultimi anni i sostenitori dell'interventismo sono stati dimenticati e derisi, il blairismo e il clintonismo hanno de-regolamentato le nostre economie polarizzando la distribuzione della ricchezza e distruggendo l'equita' sociale e inter-generazionale. abbiamo bisogno di piu' rispetto, di regole nuove e giuste e di sostenibilita'. di politica nuova. non di meno politica. ….un’apologia romantica all’efficienza del mercato….commovente davvero Silvano….e adesso non ci resta che entrare in una bella depressione che elimini tutti gli eccessi di capacita’ per ripartire da zero, no? senza regole, senza banca centrale, senza stato e senza politica – la mano invisibile e la meritocrazia distribuiranno la ricchezza in modo omogeneo, allocando il capitale in modo efficiente e garantendoci un futuro giusto e felice. negli ultimi anni i sostenitori dell’interventismo sono stati dimenticati e derisi, il blairismo e il clintonismo hanno de-regolamentato le nostre economie polarizzando la distribuzione della ricchezza e distruggendo l’equita’ sociale e inter-generazionale. abbiamo bisogno di piu’ rispetto, di regole nuove e giuste e di sostenibilita’. di politica nuova. non di meno politica.

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Di: dave /2010/06/30/replica-ai-professori-statalisti/comment-page-1/#comment-7460 dave Wed, 30 Jun 2010 17:30:13 +0000 /?p=6405#comment-7460 Poi ci si chiede perche' le universita' siano agli ultimi posti nelle classifiche mondiali degli atenei... Poi ci si chiede perche’ le universita’ siano agli ultimi posti nelle classifiche mondiali degli atenei…

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