Commenti a: La Costituzione del Vietnam batte la nostra /2010/06/10/la-costituzione-del-vietnam-batte-la-nostra/ diretto da Oscar Giannino Mon, 14 Jun 2010 22:21:57 +0200 http://wordpress.org/?v=2.9.2 hourly 1 Di: dario /2010/06/10/la-costituzione-del-vietnam-batte-la-nostra/comment-page-1/#comment-7115 dario Sun, 13 Jun 2010 17:33:24 +0000 /?p=6242#comment-7115 Art. 41. L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali. 1. secondo lei Oscar, è più forte come principio quello assoluto del comma 1 dell'art.41 o quella "frasetta" 'Tutti i soggetti economici o le persone possono esercitare l'attività di produzione e commercio in aree non vietati dalla legge'? Sicuramente il nostro principio assoluto che sancisce il principio della libertà dell'iniziativa economica privata. Quindi, andando avanti, posto quel principio di libertà, costituzionale, a cui pertanto si deve adeguare il legislatore ordinario, in tutte le sue articolazioni, si passa oltre a dire che questa non può essere in contrasto all'utilità sociale, sicurezza, libertà, dignità...,ma sempre e solo dopo aver stabilito che l'iniziativa economica è libera. Voglio ricordare che in diritto i commi non si mettono in ordine per caso, soprattutto quando poi si parla di un comma 1. Andiamo ancora avanti, la legge determina......,bene questo tecnicismo con cui nella costituzione si rinvia alla legge ordinaria, la regolamentazione di una materia enunciata, si chiama, in diritto, "riserva di legge". Quindi la legge deve regolamentare coordinare etc etc la materia su cui la costituzione enuncia un principio senza violarlo, pena la sua incostituzionalità. Infine, ultima considerazione su cui vorrei una risposta, da parte di tutte le persone non necessariamente dotate di cognizioni giuridiche, ma solo di quella stupenda qualità, che dovrebbe essere madre di tutte le azioni umane, cioè il buon senso, secondo voi se una qualsiasi norma pur ammantandosi dell'intento di coordinamento etc etc etc di fatto impedisce (burocrazia) la salvaguardia di quel principio costituzionale che deve regolamentare è una norma costituzionale o no? Dopo avere risposto sarete d'accordo con me che è solo necessario che ognuna istituzione faccia nel migliore dei modi possibile e nel minor tempo il proprio mestiere: il governo proponga, il parlamento legiferi, l'ordinamento giudiziario controlli. Le cose concrete sono vere, e la verità è immediata. Si passi a modificare la legge ordinaria anche con sedute parlamentari supplementari ed entro luglio si potrebbe avere un nuovo incentivo per aggredire la crisi. Art. 41.

L’iniziativa economica privata è libera.

Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.

La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.

1. secondo lei Oscar, è più forte come principio quello assoluto del comma 1 dell’art.41 o quella “frasetta” ‘Tutti i soggetti economici o le persone possono esercitare l’attività di produzione e commercio in aree non vietati dalla legge’?
Sicuramente il nostro principio assoluto che sancisce il principio della libertà dell’iniziativa economica privata.
Quindi, andando avanti, posto quel principio di libertà, costituzionale, a cui pertanto si deve adeguare il legislatore ordinario, in tutte le sue articolazioni, si passa oltre a dire che questa non può essere in contrasto all’utilità sociale, sicurezza, libertà, dignità…,ma sempre e solo dopo aver stabilito che l’iniziativa economica è libera. Voglio ricordare che in diritto i commi non si mettono in ordine per caso, soprattutto quando poi si parla di un comma 1.
Andiamo ancora avanti, la legge determina……,bene questo tecnicismo con cui nella costituzione si rinvia alla legge ordinaria, la regolamentazione di una materia enunciata, si chiama, in diritto, “riserva di legge”. Quindi la legge deve regolamentare coordinare etc etc la materia su cui la costituzione enuncia un principio senza violarlo, pena la sua incostituzionalità.
Infine, ultima considerazione su cui vorrei una risposta, da parte di tutte le persone non necessariamente dotate di cognizioni giuridiche, ma solo di quella stupenda qualità, che dovrebbe essere madre di tutte le azioni umane, cioè il buon senso, secondo voi se una qualsiasi norma pur ammantandosi dell’intento di coordinamento etc etc etc di fatto impedisce (burocrazia) la salvaguardia di quel principio costituzionale che deve regolamentare è una norma costituzionale o no?
Dopo avere risposto sarete d’accordo con me che è solo necessario che ognuna istituzione faccia nel migliore dei modi possibile e nel minor tempo il proprio mestiere: il governo proponga, il parlamento legiferi, l’ordinamento giudiziario controlli.
Le cose concrete sono vere, e la verità è immediata.
Si passi a modificare la legge ordinaria anche con sedute parlamentari supplementari ed entro luglio si potrebbe avere un nuovo incentivo per aggredire la crisi.

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Di: Mauro /2010/06/10/la-costituzione-del-vietnam-batte-la-nostra/comment-page-1/#comment-7110 Mauro Sun, 13 Jun 2010 13:50:23 +0000 /?p=6242#comment-7110 Edilnord, Fininvest, Mediaset. Tre nomi a caso (ah ah ah!!!) di aziende nate e cresciute, assai bene pare, all'ombra dell'art. 41. Smettiamola con le fandonie, la Costituzione italiana non sarà un fulgido esempio di liberalismo, è vero, ma non ha impedito un bel nulla a nessuno, almeno in campo economico. Berlusconi ha francamente stufato col suo dar colpe a chiunque tranne a sé stesso e a qualunque cosa nella quale egli veda un impiccio al proprio non voler render conto a nessuno. Non starò a perdermi in disquisizioni giuridiche sui commi dell'art. 41, altri l'hanno fatto e lo faranno. A me basta richiamare che l'iperlegislazione ordinaria risponde a logiche estranee alla costituzione, logiche riconducibili ad interessi quasi sempre privati e qualche volta, poche volte, pubblici. Operando nel campo dell'edilizia e dell'urbanistica so di cosa parlo, fidatevi. Se le norme attuali pretendono eccessive autorizzazioni a monte e inefficaci controlli a valle, chiedetevi chi ne trae vantaggio in entrambi i casi, e fatevi un esame di coscienza, perché spesso, tra gli "avvantaggiati" ci siete voi o qualcuno che conoscete, e se andate a fare qualche conticino su quanto rendono gli incarichi ricevuti dal famigerato "pubblico", lo capirete meglio. Migliaia di professionisti e di aziende vivono da anni succhiando latte da quelle stesse norme che altri professionisti ed aziende denunciano come illiberali ed ostative alla loro attività, in un cerchio perfetto nel quale oggi tocca subire a me, domani toccherà a te. Altro che art. 41. Edilnord, Fininvest, Mediaset. Tre nomi a caso (ah ah ah!!!) di aziende nate e cresciute, assai bene pare, all’ombra dell’art. 41. Smettiamola con le fandonie, la Costituzione italiana non sarà un fulgido esempio di liberalismo, è vero, ma non ha impedito un bel nulla a nessuno, almeno in campo economico. Berlusconi ha francamente stufato col suo dar colpe a chiunque tranne a sé stesso e a qualunque cosa nella quale egli veda un impiccio al proprio non voler render conto a nessuno. Non starò a perdermi in disquisizioni giuridiche sui commi dell’art. 41, altri l’hanno fatto e lo faranno. A me basta richiamare che l’iperlegislazione ordinaria risponde a logiche estranee alla costituzione, logiche riconducibili ad interessi quasi sempre privati e qualche volta, poche volte, pubblici. Operando nel campo dell’edilizia e dell’urbanistica so di cosa parlo, fidatevi. Se le norme attuali pretendono eccessive autorizzazioni a monte e inefficaci controlli a valle, chiedetevi chi ne trae vantaggio in entrambi i casi, e fatevi un esame di coscienza, perché spesso, tra gli “avvantaggiati” ci siete voi o qualcuno che conoscete, e se andate a fare qualche conticino su quanto rendono gli incarichi ricevuti dal famigerato “pubblico”, lo capirete meglio. Migliaia di professionisti e di aziende vivono da anni succhiando latte da quelle stesse norme che altri professionisti ed aziende denunciano come illiberali ed ostative alla loro attività, in un cerchio perfetto nel quale oggi tocca subire a me, domani toccherà a te. Altro che art. 41.

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Di: Luciano Pontiroli /2010/06/10/la-costituzione-del-vietnam-batte-la-nostra/comment-page-1/#comment-7101 Luciano Pontiroli Sat, 12 Jun 2010 22:19:59 +0000 /?p=6242#comment-7101 <a href="#comment-7080" rel="nofollow">@liberal</a> La Costituzione vigente è stata scelta da una maggioranza e prevede la possibilità di una sua riforma a maggioranza. Il Regno Unito non ha una costituzione scritta. In ogni caso, la devoluzione di autonomie, più o meno ampie, a Scozia e Galles e la sostanziale eliminazione dei membri ereditari dalla House of Lords sono riforme di rango costituzionale, compiute negli ultimi anni dal governo guidato da Tony Blair. Nel mio intervento ho già spiegato come l'art. 41 avesse permesso la conservazione di norme dirigiste dell'epoca fascista. L'intervento successivo ha completato la spiegazione, ricordando con maggiori particolari l'importanza del diritto comunitario. Una riforma dell'art. 41 e delle norma finitime, a mio parere, servirebbe ad eliminare la contraddizione tra la Costituzione formale e quella materiale, espandendo la libertà dei cittadini. @liberal
La Costituzione vigente è stata scelta da una maggioranza e prevede la possibilità di una sua riforma a maggioranza.
Il Regno Unito non ha una costituzione scritta. In ogni caso, la devoluzione di autonomie, più o meno ampie, a Scozia e Galles e la sostanziale eliminazione dei membri ereditari dalla House of Lords sono riforme di rango costituzionale, compiute negli ultimi anni dal governo guidato da Tony Blair.
Nel mio intervento ho già spiegato come l’art. 41 avesse permesso la conservazione di norme dirigiste dell’epoca fascista. L’intervento successivo ha completato la spiegazione, ricordando con maggiori particolari l’importanza del diritto comunitario.
Una riforma dell’art. 41 e delle norma finitime, a mio parere, servirebbe ad eliminare la contraddizione tra la Costituzione formale e quella materiale, espandendo la libertà dei cittadini.

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Di: liberal /2010/06/10/la-costituzione-del-vietnam-batte-la-nostra/comment-page-1/#comment-7080 liberal Fri, 11 Jun 2010 23:04:14 +0000 /?p=6242#comment-7080 Non mi risulta che negli USA o nel Regno Unito, per fare cambiamenti, anche radicali, abbiano pensato di cambiare la Costituzione. Gradirei capire dov'è che l'art. 41 , impedisce o limita lo sviluppo di un'impresa e relativa iniziativa privata. Ma anche se si decidesse di cambiarlo, non deve essere certo una scelta della maggioranza. Come già avvenuto una volta. L'idea che la Costituzione sia una base che unisce tutto il Paese, sui valori comuni e che non possa essere cambiata come se fosse una tassa, dal Governo e maggioranza di turno, non è più valida? Cambiano la Costituzione ad ogni nuova maggioranza? Non si tratta di difendere un Totem, si tratta di cambiarla, semmai, per aumentare la libertà dei cittadini e non per diminuirla, come vorrebbe il nostro amato Cavaliere. Libertà non è solo commercio, o nessuno si è accorto dei DDL,sempre con la fiducia, per eliminare il Parlamento, che diminuiscono la libertà di questo Paese? (legge sulle intercettazioni è l'ultima). E qualcuno osa parlare di "tutela delle libertà fondamentali"? La libertà di stampa, senza se e senza ma, è alla base della Costituzione americana , egregio sig.Todero! Eppoi, il boom economico post-guerra, il nostro far parte delle Nazioni più industrializzate del Mondo, i nostri stilisti, il nostro artigianato, non sono nati e cresciuti sotto il "famigerato" art.41? Ma per favore Signori, parliamo di cose serie che non è il momento per questi bizantinismi di lana caprina....... Non mi risulta che negli USA o nel Regno Unito, per fare cambiamenti, anche radicali, abbiano pensato di cambiare la Costituzione. Gradirei capire dov’è che l’art. 41 , impedisce o limita lo sviluppo di un’impresa e relativa iniziativa privata. Ma anche se si decidesse di cambiarlo, non deve essere certo una scelta della maggioranza. Come già avvenuto una volta.
L’idea che la Costituzione sia una base che unisce tutto il Paese, sui valori comuni e che non possa essere cambiata come se fosse una tassa, dal Governo e maggioranza di turno, non è più valida? Cambiano la Costituzione ad ogni nuova maggioranza?
Non si tratta di difendere un Totem, si tratta di cambiarla, semmai, per aumentare la libertà dei cittadini e non per diminuirla, come vorrebbe il nostro amato Cavaliere. Libertà non è solo commercio, o nessuno si è accorto dei DDL,sempre con la fiducia, per eliminare il Parlamento, che diminuiscono la libertà di questo Paese? (legge sulle intercettazioni è l’ultima). E qualcuno osa parlare di “tutela delle libertà fondamentali”? La libertà di stampa, senza se e senza ma, è alla base della Costituzione americana , egregio sig.Todero!
Eppoi, il boom economico post-guerra, il nostro far parte delle Nazioni più industrializzate del Mondo, i nostri stilisti, il nostro artigianato, non sono nati e cresciuti sotto il “famigerato” art.41? Ma per favore Signori, parliamo di cose serie che non è il momento per questi bizantinismi di lana caprina…….

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Di: rocco todeero /2010/06/10/la-costituzione-del-vietnam-batte-la-nostra/comment-page-1/#comment-7048 rocco todeero Thu, 10 Jun 2010 15:22:21 +0000 /?p=6242#comment-7048 E' necessario comprendere che la modifica dell'art. 41 è necessario ed indispendabile per una ragione ideale e simbolica, per il fatto che fianlmente la " nostra comunità" fonderebbe un nuovo patto sociale sulla consapevolezza di presupposti diversi ed evoluti rispetto a quelli che determinarono la disposizione ancora " formalmente " in vigore. Non c'è professore di diritto costituzionale che non affermi nei propri corsi o nei manuali o negli articoli di dottrina che la costituzione materiale è ( fortunatamente ) di già mutata da un pezzo grazie all'Unione europea, alla Corte di GIustizia ed alla Corte Europea dei diritti dell'uomo. Non tutti i cittadini sono tenuti a saperlo ma la Corte di Giustizia ha ormai affermato da tempo che il principio di concorrenza e quello di libertà di impresa ( con tutto ciò che ne consegue ) sono principi fondamentali, costituzionali dell'ordinamento europeo. In virtù, poi, della cogenza dei trattati europei anche negli ordinamenti nazionali i sopradetti principi hanno assunto valore costituzionale. Si legga, inoltre, l'art. 117, primo comma, Cost. e si vedrà che il legislatore italiano è di già obbligato a uniformare la legislazione nazionale ai principi dell'ordinamento comunitario ed a quelli espressi dalla COrte di GIustizia e dalla COrte Europea dei diritti dell'ìuomo. Tanta parte della nostra legislazione economica e del diritto di proprietà, infatti, è stata " corretta" ( fortunatamente ) in virtù della necessità di rispettare i predetti obblighi. VOrrei ricordare un esempio su tutti: con le sentenze n. 347 e 348 del 2007 la COrte Costituzionale ha riconosciuto la necessità di riconoscere ai privati cittadini espropriati dalla P.A. l'intero valore venale del bene espropriato e non già un qualsiasi altro valore che non si avvicini a questo ultimo. E tale argomentazione è stata supportata non già sulla base della lettera della nostra costituzione ( proprio l'art. 41 cost. e le altre norme costituzionali avevano legittimato una lettura statalista dell'istituto dell'espropriazione ), ma in virtù dellla necessità di uniformrasi ai pronunciamenti della Corte Europea dei diritti dell'uomo che innumerevoli volte ha condannato l'Italia per la violazione del diritto di proprietà dei suoi cittadini. Gli esempi poptrebbero essere molti. Onestà intellutale vuole che la nostra Costituzione non venga vista come un " Totem " intoccabile; non è più così da tempo in campo economico, sul piano della libera concorrenza e per ciò che riguarda i livelli di tutela delle libeerta fondamentali. Richiamarsi alla sua intangibilità è solo polemica politica spicciola e becera. La modifica dell'art. 41 ( e non solo di esso ), fatta salva la necessità di rafforzare le tutele delle libertà fondamentali è necessaria per assumere maggiore consapevolezza dei cambiamenti in atto e per segnalare che le condizione del nostro patto sociale ( piaccia o non piaccia ) sono cambiate e devono cambiare ancora. E’ necessario comprendere che la modifica dell’art. 41 è necessario ed indispendabile per una ragione ideale e simbolica, per il fatto che fianlmente la ” nostra comunità” fonderebbe un nuovo patto sociale sulla consapevolezza di presupposti diversi ed evoluti rispetto a quelli che determinarono la disposizione ancora ” formalmente ” in vigore. Non c’è professore di diritto costituzionale che non affermi nei propri corsi o nei manuali o negli articoli di dottrina che la costituzione materiale è ( fortunatamente ) di già mutata da un pezzo grazie all’Unione europea, alla Corte di GIustizia ed alla Corte Europea dei diritti dell’uomo. Non tutti i cittadini sono tenuti a saperlo ma la Corte di Giustizia ha ormai affermato da tempo che il principio di concorrenza e quello di libertà di impresa ( con tutto ciò che ne consegue ) sono principi fondamentali, costituzionali dell’ordinamento europeo. In virtù, poi, della cogenza dei trattati europei anche negli ordinamenti nazionali i sopradetti principi hanno assunto valore costituzionale. Si legga, inoltre, l’art. 117, primo comma, Cost. e si vedrà che il legislatore italiano è di già obbligato a uniformare la legislazione nazionale ai principi dell’ordinamento comunitario ed a quelli espressi dalla COrte di GIustizia e dalla COrte Europea dei diritti dell’ìuomo. Tanta parte della nostra legislazione economica e del diritto di proprietà, infatti, è stata ” corretta” ( fortunatamente ) in virtù della necessità di rispettare i predetti obblighi. VOrrei ricordare un esempio su tutti: con le sentenze n. 347 e 348 del 2007 la COrte Costituzionale ha riconosciuto la necessità di riconoscere ai privati cittadini espropriati dalla P.A. l’intero valore venale del bene espropriato e non già un qualsiasi altro valore che non si avvicini a questo ultimo. E tale argomentazione è stata supportata non già sulla base della lettera della nostra costituzione ( proprio l’art. 41 cost. e le altre norme costituzionali avevano legittimato una lettura statalista dell’istituto dell’espropriazione ), ma in virtù dellla necessità di uniformrasi ai pronunciamenti della Corte Europea dei diritti dell’uomo che innumerevoli volte ha condannato l’Italia per la violazione del diritto di proprietà dei suoi cittadini. Gli esempi poptrebbero essere molti. Onestà intellutale vuole che la nostra Costituzione non venga vista come un ” Totem ” intoccabile; non è più così da tempo in campo economico, sul piano della libera concorrenza e per ciò che riguarda i livelli di tutela delle libeerta fondamentali. Richiamarsi alla sua intangibilità è solo polemica politica spicciola e becera. La modifica dell’art. 41 ( e non solo di esso ), fatta salva la necessità di rafforzare le tutele delle libertà fondamentali è necessaria per assumere maggiore consapevolezza dei cambiamenti in atto e per segnalare che le condizione del nostro patto sociale ( piaccia o non piaccia ) sono cambiate e devono cambiare ancora.

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Di: Luciano Pontiroli /2010/06/10/la-costituzione-del-vietnam-batte-la-nostra/comment-page-1/#comment-7047 Luciano Pontiroli Thu, 10 Jun 2010 13:21:08 +0000 /?p=6242#comment-7047 La notizia è interessante ma bisogna prenderla con cautela. Gli annunci di Tremonti hanno suscitato una discussione in cui, in definitiva, sembre diffusa la consapevolezza che un intervento sull'art. 41 non sia decisivo, perché i vincoli all'iniziativa economica sono dati da leggi ordinarie. Preciso che, a mio parere, l'art. 41 era effettivamente una norma d'ispirazione statalista, che prefigurava la rilevanza costituzionale della programmazione economica e, di fatto, aveva permesso la conservazione di molte norme dirigistiche dell'epoca fascista. Il riconoscimento della primazia del diritto dell'UE, in particolare della sua scelta per un'economia di mercato (ancorché sociale), ha attenuato le potenzialità dirigistiche dell'art. 41. Una sua riforma, che assuma il mercato e la concorrenza come base della costituzione economica, sarebbe peraltro opportuna. L'art. 16 della costituzione vietnamita sembra bello: ma fino a che punto la realtà economica, sociale e politica gli corrisponde? fino a che punto alla libertà economica corrisponde quella politica? Le risposte a queste domande sarebbero interessanti. La notizia è interessante ma bisogna prenderla con cautela. Gli annunci di Tremonti hanno suscitato una discussione in cui, in definitiva, sembre diffusa la consapevolezza che un intervento sull’art. 41 non sia decisivo, perché i vincoli all’iniziativa economica sono dati da leggi ordinarie. Preciso che, a mio parere, l’art. 41 era effettivamente una norma d’ispirazione statalista, che prefigurava la rilevanza costituzionale della programmazione economica e, di fatto, aveva permesso la conservazione di molte norme dirigistiche dell’epoca fascista.
Il riconoscimento della primazia del diritto dell’UE, in particolare della sua scelta per un’economia di mercato (ancorché sociale), ha attenuato le potenzialità dirigistiche dell’art. 41. Una sua riforma,
che assuma il mercato e la concorrenza come base della costituzione economica, sarebbe peraltro opportuna.
L’art. 16 della costituzione vietnamita sembra bello: ma fino a che punto la realtà economica, sociale e politica gli corrisponde? fino a che punto alla libertà economica corrisponde quella politica? Le risposte a queste domande sarebbero interessanti.

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