Commenti a: Un patto contro lo sviluppo /2009/12/19/un-patto-contro-lo-sviluppo/ diretto da Oscar Giannino Fri, 15 Jan 2010 18:51:43 +0100 http://wordpress.org/?v=2.8.4 hourly 1 Di: mario.fuoricasa /2009/12/19/un-patto-contro-lo-sviluppo/comment-page-1/#comment-3991 mario.fuoricasa Sun, 20 Dec 2009 17:44:27 +0000 /?p=4358#comment-3991 Scegliere di non decidere e' comunque una scelta ben precisa. Alla fine ed al netto di tutte le tare ideologiche la sostanza e le evidenze scientifiche sono apparse forse non convincenti per la loro connotazione di essere "contro" il nostro modello di sviluppo. Più convincenti e più ineludibili saranno i meccanismi di mercato che porteranno noi al ridimensionamento ed i paesi emergenti a farsi più carico della generale sostenibilità della crescita. Quanto ai miserabili d'Africa dopo la colonizzazione degli "sviluppati" dovranno patire la colonizzazione degli ex emergenti. Speriamo sappiano vendere care sia la pelle sia le loro risorse ambientali e materiali. Damiano, i leghisti contano come il due di coppe con briscola danari. La loro rispettabile battaglia e' tutta verso l'interno. Se oggi e' stato impossibile prendere precisi impegni, domani, quando un paio di miliardi di persone in più avranno assaggiato il benessere, sarà ancor più difficile. Se gli obiettivi non si possono raggiungere e' inutile sancirli solennemente per iscritto. In fondo la Cina ha affermato di riconoscere l'esistenza del potenziale problema, di assumere responsabilmente iniziative tese a controllare le emissioni, e quando fosse scoperta una soluzione oggettiva al problema di essere interessata a cooperare. Questo e' gia un risultato, non scontato, dovuto all'integrazione (almeno economica) della Cina nel consesso delle nazioni che credono nello scambio. Solo venticinque anni fa Cina Russia e Brasile e India erano considerate o terzo mondo tout-court o regimi chiusi. Ho fiducia, al di la di chi rappresenti le nazioni, nell'azione pervasiva e incisiva delle conoscenze e delle informazioni che oggi circolano e scavano le coscenze di un numero sempre più vasto di individui. Salvo miracoli della tecnologia, agiremo in maniera più determinata quando saremo più pronti. L'umanità non e' cominciata con noi e non finisce entro il termine della nostra esistenza. Quanto ai politici devo solo dire che ci hanno provato, lo dovevano fare per compiacere e rivestirsi in albis nei confronti degli ambientalisti più o meno ideologizzati e, passaggio non trascurabile, soffiare quel venticello tiepido dell'apertura, del dialogo e dell'ascolto necessario tra nomenclature per evitare derive populiste di incauti leader che tendono a dividere i popoli. Col tempo e la paglia maturano anche le nespole. Saluti Mario Scegliere di non decidere e’ comunque una scelta ben precisa. Alla fine ed al netto di tutte le tare ideologiche la sostanza e le evidenze scientifiche sono apparse forse non convincenti per la loro connotazione di essere “contro” il nostro modello di sviluppo.
Più convincenti e più ineludibili saranno i meccanismi di mercato che porteranno noi al ridimensionamento ed i paesi emergenti a farsi più carico della generale sostenibilità della crescita. Quanto ai miserabili d’Africa dopo la colonizzazione degli “sviluppati” dovranno patire la colonizzazione degli ex emergenti. Speriamo sappiano vendere care sia la pelle sia le loro risorse ambientali e materiali. Damiano, i leghisti contano come il due di coppe con briscola danari. La loro rispettabile battaglia e’ tutta verso l’interno.
Se oggi e’ stato impossibile prendere precisi impegni, domani, quando un paio di miliardi di persone in più avranno assaggiato il benessere, sarà ancor più difficile.
Se gli obiettivi non si possono raggiungere e’ inutile sancirli solennemente per iscritto.
In fondo la Cina ha affermato di riconoscere l’esistenza del potenziale problema, di assumere responsabilmente iniziative tese a controllare le emissioni, e quando fosse scoperta una soluzione oggettiva al problema di essere interessata a cooperare.
Questo e’ gia un risultato, non scontato, dovuto all’integrazione (almeno economica) della Cina nel consesso delle nazioni che credono nello scambio.
Solo venticinque anni fa Cina Russia e Brasile e India erano considerate o terzo mondo tout-court o regimi chiusi. Ho fiducia, al di la di chi rappresenti le nazioni, nell’azione pervasiva e incisiva delle conoscenze e delle informazioni che oggi circolano e scavano le coscenze di un numero sempre più vasto di individui. Salvo miracoli della tecnologia, agiremo in maniera più determinata quando saremo più pronti. L’umanità non e’ cominciata con noi e non finisce entro il termine della nostra esistenza. Quanto ai politici devo solo dire che ci hanno provato, lo dovevano fare per compiacere e rivestirsi in albis nei confronti degli ambientalisti più o meno ideologizzati e, passaggio non trascurabile, soffiare quel venticello tiepido dell’apertura, del dialogo e dell’ascolto necessario tra nomenclature per evitare derive populiste di incauti leader che tendono a dividere i popoli. Col tempo e la paglia maturano anche le nespole.
Saluti
Mario

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Di: damiano /2009/12/19/un-patto-contro-lo-sviluppo/comment-page-1/#comment-3988 damiano Sun, 20 Dec 2009 16:30:36 +0000 /?p=4358#comment-3988 i nostri leader politici (penso ai leghisti , per esempio ) non hanno mai fatto mistero della loro posizione verso i popoli del sud del mondo ... adesso che si sono arrabbiati (e hanno cina e india dalla loro) abbiamo un problema di non facile soluzione , per usare un eufemismo ... cio' detto , i nostri leader li abbiamo eletti noi. i nostri leader politici (penso ai leghisti , per esempio ) non hanno mai fatto mistero della loro posizione verso i popoli del sud del mondo … adesso che si sono arrabbiati (e hanno cina e india dalla loro) abbiamo un problema di non facile soluzione , per usare un eufemismo … cio’ detto , i nostri leader li abbiamo eletti noi.

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