Commenti a: Dietro la tragedia messinese, il declino della proprietà e quindi lo sfascio del territorio /2009/10/05/dietro-la-tragedia-messinese-il-declino-della-proprieta-e-quindi-lo-sfascio-del-territorio/ diretto da Oscar Giannino Sun, 13 Dec 2009 23:34:00 +0100 http://wordpress.org/?v=2.8.4 hourly 1 Di: Carlo Lottieri /2009/10/05/dietro-la-tragedia-messinese-il-declino-della-proprieta-e-quindi-lo-sfascio-del-territorio/comment-page-1/#comment-1911 Carlo Lottieri Wed, 07 Oct 2009 20:53:20 +0000 /?p=3120#comment-1911 Questa considerazione di Giordano Masini è molto sensata, perché non avremo davvero un ritorno della proprietà se continueremo a pensare al diritto come alla decisione del sovrano (oggi, parlamento) e se non avremo forme competitive anche nel sistema giuridiziario. In un passo della "Ricchezza delle nazioni" non a caso più volte citato da Gustave de Molinari, Adam Smith spiega che la qualità del sistema giudiziario britannico derivava dal fatto che allora ci si poteva rivolgere a questo o quel tribunale (entro una logica concorrenziale) e per giunta i tribunali retribuivano giudici e altri dipendenti grazie alle spese processuali. Non avevano finanziamenti statali. In questo modo, i giudici erano "costretti" ad essere equi (altrimenti nessuno sarebbe andato da loro) e soprattutto rapidi. Ancora oggi e perfino in Italia questo incentivo ad essere veloci pare valga per le commissioni tributarie, dato che i loro membri sono retribuiti in proporzione alle sentenze emesse. Per giunta, perfino nel mondo altamente imperfetto in cui viviamo una riduzione degli spazi demaniali a favore di spazi privati sarebbe comunque destinata a produrre effetti positivi. Anche semplicemente perché un privato è più pronto a portare in giudizio, quando è necessario, e più facilmente obbligato a sopportare le conseguenze delle sue azioni, quando si comporta male. Non c'è dubbio che una società libera non può funzionare bene con una magistratura di burocrati: funzionari "di ruolo" che, salvo poche eccezioni, lavorano poco e male, dato che mancano del tutto i giusti incentivi ad agire diversamente. Però anche in questa triste condizione un ampliamento degli spazi di mercato e una riduzione della presenza pubblica, insieme a una riscoperta del diritto di proprietà contro le logiche del diritto amministrativo, possono solo giovare. Questa considerazione di Giordano Masini è molto sensata, perché non avremo davvero un ritorno della proprietà se continueremo a pensare al diritto come alla decisione del sovrano (oggi, parlamento) e se non avremo forme competitive anche nel sistema giuridiziario. In un passo della “Ricchezza delle nazioni” non a caso più volte citato da Gustave de Molinari, Adam Smith spiega che la qualità del sistema giudiziario britannico derivava dal fatto che allora ci si poteva rivolgere a questo o quel tribunale (entro una logica concorrenziale) e per giunta i tribunali retribuivano giudici e altri dipendenti grazie alle spese processuali. Non avevano finanziamenti statali. In questo modo, i giudici erano “costretti” ad essere equi (altrimenti nessuno sarebbe andato da loro) e soprattutto rapidi. Ancora oggi e perfino in Italia questo incentivo ad essere veloci pare valga per le commissioni tributarie, dato che i loro membri sono retribuiti in proporzione alle sentenze emesse.
Per giunta, perfino nel mondo altamente imperfetto in cui viviamo una riduzione degli spazi demaniali a favore di spazi privati sarebbe comunque destinata a produrre effetti positivi. Anche semplicemente perché un privato è più pronto a portare in giudizio, quando è necessario, e più facilmente obbligato a sopportare le conseguenze delle sue azioni, quando si comporta male.
Non c’è dubbio che una società libera non può funzionare bene con una magistratura di burocrati: funzionari “di ruolo” che, salvo poche eccezioni, lavorano poco e male, dato che mancano del tutto i giusti incentivi ad agire diversamente.
Però anche in questa triste condizione un ampliamento degli spazi di mercato e una riduzione della presenza pubblica, insieme a una riscoperta del diritto di proprietà contro le logiche del diritto amministrativo, possono solo giovare.

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Di: Giordano Masini /2009/10/05/dietro-la-tragedia-messinese-il-declino-della-proprieta-e-quindi-lo-sfascio-del-territorio/comment-page-1/#comment-1863 Giordano Masini Tue, 06 Oct 2009 08:06:08 +0000 /?p=3120#comment-1863 Sarebbe un ragionamento corretto, se il potere che in uno stato di diritto è chiamato a dirimere le controversie, e ad evitare i soprusi, cioè la magistratura, funzionasse e fosse efficiente. Nel nostro paese le persone in genere rinunciano a far valere i propri diritti (pubblici o individuali) davanti a un giudice perché in meno di dieci anni non se ne viene a capo, e in questo clima è difficile evitare la prevaricazione, l'abuso, il prevalere di interessi che poco hanno a che fare con la tuela del territorio e della proprietà. Sarebbe un ragionamento corretto, se il potere che in uno stato di diritto è chiamato a dirimere le controversie, e ad evitare i soprusi, cioè la magistratura, funzionasse e fosse efficiente.
Nel nostro paese le persone in genere rinunciano a far valere i propri diritti (pubblici o individuali) davanti a un giudice perché in meno di dieci anni non se ne viene a capo, e in questo clima è difficile evitare la prevaricazione, l’abuso, il prevalere di interessi che poco hanno a che fare con la tuela del territorio e della proprietà.

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Di: Marcello Mazzilli /2009/10/05/dietro-la-tragedia-messinese-il-declino-della-proprieta-e-quindi-lo-sfascio-del-territorio/comment-page-1/#comment-1862 Marcello Mazzilli Tue, 06 Oct 2009 03:43:08 +0000 /?p=3120#comment-1862 PROPOSTA BRUNETTA - Io penso che una assicurazione privata sugli immobili non sarebbe male MA con alcune condizioni... 1) Non deve essere obbligatoria 2) Deve essere detraibile dalle tasse Insomma... se lo Stato vuole tirarsi indietro in un settore (la protezione dalle calamità) ben venga. Sia chiaro però che a fronte di MENO SERVIZI deve far pagare MENO TASSE. Una assicurazione del genere costa qualche centinaio di euro l'anno (dipende da zona, immobile, etc..) e l'intera somma deve essere detraibile PROPOSTA BRUNETTA – Io penso che una assicurazione privata sugli immobili non sarebbe male MA con alcune condizioni…
1) Non deve essere obbligatoria
2) Deve essere detraibile dalle tasse
Insomma… se lo Stato vuole tirarsi indietro in un settore (la protezione dalle calamità) ben venga. Sia chiaro però che a fronte di MENO SERVIZI deve far pagare MENO TASSE. Una assicurazione del genere costa qualche centinaio di euro l’anno (dipende da zona, immobile, etc..) e l’intera somma deve essere detraibile

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Di: marianusc /2009/10/05/dietro-la-tragedia-messinese-il-declino-della-proprieta-e-quindi-lo-sfascio-del-territorio/comment-page-1/#comment-1861 marianusc Mon, 05 Oct 2009 23:32:38 +0000 /?p=3120#comment-1861 mettiamoci pure che siamo in italia, dove i palazzianari imperano anche nelle compagnie aeree e la camorra gestisce una grossa fetta delle imprese edilizie, dove i processi durano un enormità e i reati vanno in prescrizione di regola e non come eccezione, e il tutto diventa sempre più problematico mettiamoci pure che siamo in italia, dove i palazzianari imperano anche nelle compagnie aeree e la camorra gestisce una grossa fetta delle imprese edilizie, dove i processi durano un enormità e i reati vanno in prescrizione di regola e non come eccezione, e il tutto diventa sempre più problematico

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Di: marianusc /2009/10/05/dietro-la-tragedia-messinese-il-declino-della-proprieta-e-quindi-lo-sfascio-del-territorio/comment-page-1/#comment-1860 marianusc Mon, 05 Oct 2009 23:29:11 +0000 /?p=3120#comment-1860 Credo che un posto per delle regole fissate dallo Stato sui criteri da rispettare da parte delle costruzioni ci dovrà sempre essere, altrimenti su quali basi giudicare a posteriori sbagliato quanto fatto da un privato senza delle regole? E se ci sono delle regole, nel caso dell'edilizia è sempre meglio farle rispettare prima che venga messa in atto la costruzione, perchè la demolizione postuma è sempre molto più costosa e spesso è a spese dello Stato, il che vuol dire che raramente avviene. Mettiamoci poi che spesso l'edilizia non è "reversibile", cioè non si riesce a tornare indietro a prima della costruzione da un punto vista geologico-paesaggistico-urbanistico, e il tutto lo vedo molto problematico. Credo che un posto per delle regole fissate dallo Stato sui criteri da rispettare da parte delle costruzioni ci dovrà sempre essere, altrimenti su quali basi giudicare a posteriori sbagliato quanto fatto da un privato senza delle regole?

E se ci sono delle regole, nel caso dell’edilizia è sempre meglio farle rispettare prima che venga messa in atto la costruzione, perchè la demolizione postuma è sempre molto più costosa e spesso è a spese dello Stato, il che vuol dire che raramente avviene.
Mettiamoci poi che spesso l’edilizia non è “reversibile”, cioè non si riesce a tornare indietro a prima della costruzione da un punto vista geologico-paesaggistico-urbanistico, e il tutto lo vedo molto problematico.

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Di: GT /2009/10/05/dietro-la-tragedia-messinese-il-declino-della-proprieta-e-quindi-lo-sfascio-del-territorio/comment-page-1/#comment-1857 GT Mon, 05 Oct 2009 18:29:49 +0000 /?p=3120#comment-1857 Certo che parlare di Stato in un territorio in cui le imprese edili non si presentano alle gare per le demolizioni non è facile. Aggiungiamo che si tratta di un popolo che probabilmente non ha mai perso la mentalità medioevale del dipendere dal "Signore" (in senso religioso e in senso temporale, che poi quest'ultimo sia l'amministratore locale, il politico nazionale, lo Stato tutto, o, perché no, la mafia, poco importa). Insomma, finché i singoli non comprenderanno che devono dare il loro contributo alla comunità per il loro stesso bene, difficilmente andremo lontano... Certo che parlare di Stato in un territorio in cui le imprese edili non si presentano alle gare per le demolizioni non è facile.

Aggiungiamo che si tratta di un popolo che probabilmente non ha mai perso la mentalità medioevale del dipendere dal “Signore” (in senso religioso e in senso temporale, che poi quest’ultimo sia l’amministratore locale, il politico nazionale, lo Stato tutto, o, perché no, la mafia, poco importa).

Insomma, finché i singoli non comprenderanno che devono dare il loro contributo alla comunità per il loro stesso bene, difficilmente andremo lontano…

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Di: Michele Antonelli /2009/10/05/dietro-la-tragedia-messinese-il-declino-della-proprieta-e-quindi-lo-sfascio-del-territorio/comment-page-1/#comment-1856 Michele Antonelli Mon, 05 Oct 2009 18:06:33 +0000 /?p=3120#comment-1856 Mi permetto sottoporre alcune considerazioni. In molti, soprattutto i danneggiati dall'alluvione, dal terremoto e da altre calamità invoca l'intervento dello Stato solo dopo il disastro. In precedenza molti di costoro costruiscono abusivamente denunciando spregio e rispetto per le regole comuni. Poi ci sono quelli che sostengono l'ingombrante presenza dello Stato, che a causa della sua elefantiaca struttura diventa l'intoppo alle risoluzioni del problema. In realtà tutte e due le soluzioni sono solo sfoghi. In realtà chi chiede l'intervento dello Stato lo fa solo ed esclusivamente per sfruttare una situazione e riversare sulla collettività le proprie nefandezze (escludo naturalmente coloro che hanno costruito nel rispetto delle regole). Dall'altro fronte, poi, le cose non vanno meglio. I costruttori liberi in un mercato libero, se ne infischiano delle regole e per migliorare i propri profitti lesinano sui materiali e sulla stabilità dei terreni adoperati nella costruzione. Di questo passo ci vorranno piu' controllori, poliziotti che controllano il mercato che i partecipanti stesi al mercato. Io credo che l'unica strada percorribile è una sana moralizzazione del paese, che mi appare stanco, appesantito e compromesso a tutto. I giudici abusano del loro potere e i giudici non possono piu' giudicare perché gli inquisiti si sentono perseguitati. In questo clima tutto è possibile e nulla si muove. Per moralizzazione intendo un rinnovamento che parte dalla base, dall'individuo che non deve piu' accettare compromessi al solo fine di ottenere un beneficio, sapendo di poter ledere in qualsiasi modo un diritto altrui. Ecco, quello che manca è il rispetto per gli altri e quindi per noi stessi. Se tutti i cittadini applicassero questo principio a se stessi, e si occupassero direttamente della politica, non subirebbe questo clima malsano. In conclusione auspico l'entrata in campo di spazzini sociali con lo scopo di rieducare la nostra società. Mi permetto sottoporre alcune considerazioni. In molti, soprattutto i danneggiati dall’alluvione, dal terremoto e da altre calamità invoca l’intervento dello Stato solo dopo il disastro. In precedenza molti di costoro costruiscono abusivamente denunciando spregio e rispetto per le regole comuni. Poi ci sono quelli che sostengono l’ingombrante presenza dello Stato, che a causa della sua elefantiaca struttura diventa l’intoppo alle risoluzioni del problema.
In realtà tutte e due le soluzioni sono solo sfoghi. In realtà chi chiede l’intervento dello Stato lo fa solo ed esclusivamente per sfruttare una situazione e riversare sulla collettività le proprie nefandezze (escludo naturalmente coloro che hanno costruito nel rispetto delle regole). Dall’altro fronte, poi, le cose non vanno meglio. I costruttori liberi in un mercato libero, se ne infischiano delle regole e per migliorare i propri profitti lesinano sui materiali e sulla stabilità dei terreni adoperati nella costruzione.
Di questo passo ci vorranno piu’ controllori, poliziotti che controllano il mercato che i partecipanti stesi al mercato.
Io credo che l’unica strada percorribile è una sana moralizzazione del paese, che mi appare stanco, appesantito e compromesso a tutto. I giudici abusano del loro potere e i giudici non possono piu’ giudicare perché gli inquisiti si sentono perseguitati. In questo clima tutto è possibile e nulla si muove.
Per moralizzazione intendo un rinnovamento che parte dalla base, dall’individuo che non deve piu’ accettare compromessi al solo fine di ottenere un beneficio, sapendo di poter ledere in qualsiasi modo un diritto altrui. Ecco, quello che manca è il rispetto per gli altri e quindi per noi stessi. Se tutti i cittadini applicassero questo principio a se stessi, e si occupassero direttamente della politica, non subirebbe questo clima malsano. In conclusione auspico l’entrata in campo di spazzini sociali con lo scopo di rieducare la nostra società.

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Di: mario /2009/10/05/dietro-la-tragedia-messinese-il-declino-della-proprieta-e-quindi-lo-sfascio-del-territorio/comment-page-1/#comment-1854 mario Mon, 05 Oct 2009 17:49:44 +0000 /?p=3120#comment-1854 Brunetta ormai ci ha abituato: dichiarazioni ottime seguite da azioni inconsistenzi. Se si dovesse dare un voto alle dichiarazioni di Renato Brunetta da quando e' ministro, un bel 9 non glielo toglierebbe nessuno. Se pero' si dovesse valutare anche le iniziative intraprese nelle direzioni indicate (decreti, proposte di legge, iniziative parlamentari, ecc), il veneziano si beccherebbe un 2-- La politica di Brunetta: tanto (bel) fumo, poco arrosto. Brunetta ormai ci ha abituato: dichiarazioni ottime seguite da azioni inconsistenzi.

Se si dovesse dare un voto alle dichiarazioni di Renato Brunetta da quando e’ ministro, un bel 9 non glielo toglierebbe nessuno.
Se pero’ si dovesse valutare anche le iniziative intraprese nelle direzioni indicate (decreti, proposte di legge, iniziative parlamentari, ecc), il veneziano si beccherebbe un 2–

La politica di Brunetta: tanto (bel) fumo, poco arrosto.

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Di: Mirco Romanato /2009/10/05/dietro-la-tragedia-messinese-il-declino-della-proprieta-e-quindi-lo-sfascio-del-territorio/comment-page-1/#comment-1852 Mirco Romanato Mon, 05 Oct 2009 17:22:24 +0000 /?p=3120#comment-1852 L'assicurazione sulla casa dovrebbe esserci per tutte le case di nuova costruzione. Diciamo che dovrebbe assicurare la casa per almeno 20 anni e a carico del costruttore. No assicurazione, no casa vendibile. Poi vorrei vedere come fanno a costruire nei posti più assurdi. L’assicurazione sulla casa dovrebbe esserci per tutte le case di nuova costruzione. Diciamo che dovrebbe assicurare la casa per almeno 20 anni e a carico del costruttore. No assicurazione, no casa vendibile.
Poi vorrei vedere come fanno a costruire nei posti più assurdi.

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Di: Fausto /2009/10/05/dietro-la-tragedia-messinese-il-declino-della-proprieta-e-quindi-lo-sfascio-del-territorio/comment-page-1/#comment-1849 Fausto Mon, 05 Oct 2009 16:32:32 +0000 /?p=3120#comment-1849 <a href="#comment-1837" rel="nofollow">@Marco O.</a> E' la prima idea intelligente che sento da Brunetta, ne sono quasi basito. Una proposta sensata, forse troppo pericolosa per il malaffare edilizio per fare strada. @Marco O.

E’ la prima idea intelligente che sento da Brunetta, ne sono quasi basito. Una proposta sensata, forse troppo pericolosa per il malaffare edilizio per fare strada.

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