Abolire le banche centrali (cominciando dalla Fed…)?
In uno storico passaggio delle sue “Considerazioni finali†(1976), l’allora Governatore della Banca d’Italia Paolo Baffi scriveva:
In questo anno in cui ricorre il bicentenario di due storici messaggi di libertà , vale ricordare un principio che è parte del nostro retaggio democratico. Esso si compendia nella massima: No taxation without representation. Il principio è violato dall’inflazione, che pone in atto nella nostra società un meccanismo redistributivo gigantesco e interamente arbitrario. In una visione di legittimità democratica quel principio investe l’istituto di emissione del diritto-dovere di farsi assertore della difesa monetaria.
Posto che la citazione andrebbe contestualizzata (a straordinario merito di Baffi, tenendo presente cos’era l’Italia nel 1976), c’è da chiedersi quali siano i banchieri centrali che oggi, nel mondo, la sottoscriverebbero volentieri – e quali siano invece quelli convinti che quel “meccanismo reditributivo gigantesco e puramente arbitrarioâ€, se ben “arbitratoâ€, possa menarci fuori dalle secche in cui ci troviamo.
In tema di politica monetaria, col tempo i liberisti hanno imparato a dividersi in due categorie (fra le altre): i “costituzionalisti†e gli “anarchici†della moneta. I “costituzionalistiâ€, da buoni costituzionalisti, credono che sia possibile rendere meno arbitraria l’azione dei banchieri centrali, attraverso regole e meccanismi che ne costringano virtuosamente l’operato. Gli “anarchiciâ€, da buoni anarchici, pensano che nell’esistenza stessa del potere sia implicita la possibilità del suo abuso – e che pertanto affannarsi alla ricerca diâ€vincoli†all’arbitrio sia, al massimo, funzionale ad una “formula politicaâ€.
Sul Christian Science Monitor del 3 agosto, George Selgin (uno dei più autorevoli studiosi del “free bankingâ€) porta sinteticamente buoni argomenti al mulino degli anarchici – rigettando persuasivamente l’argomento per cui una banca centrale sia la migliore risposta alla “instabilità finanziaria†che si verificherebbe in sua assenza. Sul tema, si sono versati fiumi d’inchiostro. Per un’introduzione veloce e un po’ di bibliografia, si puo’ ascoltare questa conversazione con lo stesso Selgin. Piccolo messaggio promozionale: IBL Libri pubblicherà un libro di Kevin Dowd su “Abolire le banche centrali†a settembre.
5 agosto 2009 Senza categoria


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Abolire le banche centrali? Ma sarebbe la soluzione di tutti i mali: d’Italia, prima di tutto. Piccolo problemino: chi pagherà i buchi creati dai padroni della Banca d’Italia? Sempre pantalone? Oppure saranno i governanti (che non esistono) a cambiare le regole?
Ulteriore domanda: ma come fa un sistema cambiare se stesso?
Ecco, sono d’accordo con Paolo_PD: aboliamo la Banca d’Italia o, quantomeno, facciamola tornare in mano allo Stato (e riprendiamoci la moneta).
Dopo di che sarà il caso di controllare i conti delle nostre Banche, specie quelle grandi. Va da sé che per fare questo bisognerà nazionalizzare temporaneamente le banche, rimuovere parecchi personaggi, ed agire di sorpresa, in fretta e con pochi uomini validi e fidati (eh sì, ci vuole una occupazione “militare”).
I buchi: se quasi tutti gli Stati sono indebitati, con chi lo sono?