Commenti a: Hu-rrà! /2009/08/03/hu-rra/ diretto da Oscar Giannino Sat, 02 Jan 2010 00:41:26 +0100 http://wordpress.org/?v=2.8.4 hourly 1 Di: azimut72 /2009/08/03/hu-rra/comment-page-1/#comment-785 azimut72 Tue, 04 Aug 2009 08:52:59 +0000 /?p=1871#comment-785 x Pietro ...che è come dire...ormai siamo corrotti quindi dobbiamo continuare su questa strada... La chiamo Sindrome di Achab. Considerare ineluttabili certe nostre pulsioni. No, mi dispiace ma non mi aggrego. Non credo che l'Occidente debba avere paura della Cina. Non voglio vendere ciò che sono per semplice comodità o, peggio, per favorire Corporate "troppo grandi per fallire"....e che poi ci "socializzano" i loro debiti.... E' ora che l'Occidente cacci veramente fuori gli attributi (purtroppo, dubito). La Cina ha più bisogno di noi di quanto noi abbiamo bisogno della Cina...se questo significa far fallire qualche fondo alla City di Londra o qualche mostro Industriale che ormai ha perso il senso della realtà con l'unico scopo dei bonus manageriali ...beh, per quanto mi riguarda non solo non mi importa ma lo auspico. Io non parlo di mondi ideali nè di mondi reali. Parlo di affrontare la realtà per migliorarla non per assecondarla. x Pietro
…che è come dire…ormai siamo corrotti quindi dobbiamo continuare su questa strada…

La chiamo Sindrome di Achab. Considerare ineluttabili certe nostre pulsioni.

No, mi dispiace ma non mi aggrego.
Non credo che l’Occidente debba avere paura della Cina. Non voglio vendere ciò che sono per semplice comodità o, peggio, per favorire Corporate “troppo grandi per fallire”….e che poi ci “socializzano” i loro debiti….

E’ ora che l’Occidente cacci veramente fuori gli attributi (purtroppo, dubito).
La Cina ha più bisogno di noi di quanto noi abbiamo bisogno della Cina…se questo significa far fallire qualche fondo alla City di Londra o qualche mostro Industriale che ormai ha perso il senso della realtà con l’unico scopo dei bonus manageriali …beh, per quanto mi riguarda non solo non mi importa ma lo auspico.

Io non parlo di mondi ideali nè di mondi reali. Parlo di affrontare la realtà per migliorarla non per assecondarla.

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Di: Pietro Magnaghi /2009/08/03/hu-rra/comment-page-1/#comment-781 Pietro Magnaghi Tue, 04 Aug 2009 00:45:00 +0000 /?p=1871#comment-781 Parlando di mondi ideali, tutti d'accordo con gabriele e azimut72; parlando di mondi reali, penso sia irrealizzabile un sistema oggettivo di parametri che consideri il rispetto dei diritti umani e la tutela da una concorrenza sleale. D'altra parte imporre dazi legittima il governo cinese a imporne propri sulle merci europee, la qual cosa non mi sembra per niente auspicabile. Parlando di mondi ideali, tutti d’accordo con gabriele e azimut72; parlando di mondi reali, penso sia irrealizzabile un sistema oggettivo di parametri che consideri il rispetto dei diritti umani e la tutela da una concorrenza sleale.
D’altra parte imporre dazi legittima il governo cinese a imporne propri sulle merci europee, la qual cosa non mi sembra per niente auspicabile.

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Di: azimut72 /2009/08/03/hu-rra/comment-page-1/#comment-774 azimut72 Mon, 03 Aug 2009 13:08:29 +0000 /?p=1871#comment-774 Gabriele bravissimo!!! Quando si dice che il protezionismo è dannoso si dice una verità sacrosanta...a patto che i concorrenti partano tutti dalle stesse condizioni. Così non è! Volenti o nolenti...così non e'!!! specie se parliamo del confronto Cina-Europa. A parità di prodotto non conta sola il prezzo. Conta anche come sei riuscito a fare quel prodotto. Se hai a disposizione una forza lavoro praticamente infinita, normative anti-inquanamento inesistenti (fino ad ora), nessuna rigidità con i dipendenti, nessuna normativa sulla sicurezza, una moneta artificiosamente svalutata....non è giusto che commercializzi i tuoi prodotti in Europa*. Se lo fai, godi di vantaggi eccessivi e, parlando di "coesione sociale", insopportabili. Il vero peccato originale è stato quello di commerciare con la Cina senza prima mettere dei paletti...solo per favorire i bilanci delle Corporate. La cosa era insopportabile già prima ma, adesso, con la crisi è da combattere. I "chicago-boys" hanno ragione in teoria...nella pratica, sotto queste condizioni, voler continuare a difendere il libero commercio senza se e senza ma porta al disastro. * per favore, mi si eviti di portare ad esempio aziende cinesi "virtuose". Non discuto che, dopo anni di "libero" mercato, ci siano anche loro. La verità però è che per una azienda virtuosa ce ne sono centinaia che se ne sbattono altamente delle restrizioni sul lavoro europee. Basta viaggiare in Cina per accorgesene e, tra le altre cose, basta guardare come hanno ridotto il loro Ambiente...solo ora, con le ultime normative, hanno iniziato ad accorgersi dei costi derivanti dall'inquinamento. Gabriele bravissimo!!!
Quando si dice che il protezionismo è dannoso si dice una verità sacrosanta…a patto che i concorrenti partano tutti dalle stesse condizioni.
Così non è! Volenti o nolenti…così non e’!!!
specie se parliamo del confronto Cina-Europa.

A parità di prodotto non conta sola il prezzo. Conta anche come sei riuscito a fare quel prodotto.
Se hai a disposizione una forza lavoro praticamente infinita, normative anti-inquanamento inesistenti (fino ad ora), nessuna rigidità con i dipendenti, nessuna normativa sulla sicurezza, una moneta artificiosamente svalutata….non è giusto che commercializzi i tuoi prodotti in Europa*.
Se lo fai, godi di vantaggi eccessivi e, parlando di “coesione sociale”, insopportabili.

Il vero peccato originale è stato quello di commerciare con la Cina senza prima mettere dei paletti…solo per favorire i bilanci delle Corporate. La cosa era insopportabile già prima ma, adesso, con la crisi è da combattere.
I “chicago-boys” hanno ragione in teoria…nella pratica, sotto queste condizioni, voler continuare a difendere il libero commercio senza se e senza ma porta al disastro.

* per favore, mi si eviti di portare ad esempio aziende cinesi “virtuose”. Non discuto che, dopo anni di “libero” mercato, ci siano anche loro. La verità però è che per una azienda virtuosa ce ne sono centinaia che se ne sbattono altamente delle restrizioni sul lavoro europee. Basta viaggiare in Cina per accorgesene e, tra le altre cose, basta guardare come hanno ridotto il loro Ambiente…solo ora, con le ultime normative, hanno iniziato ad accorgersi dei costi derivanti dall’inquinamento.

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Di: gabriele /2009/08/03/hu-rra/comment-page-1/#comment-773 gabriele Mon, 03 Aug 2009 11:48:01 +0000 /?p=1871#comment-773 Credo che il discorso sia più complesso. Pur essendo vero che un dazio è ingiusto, lo stesso si può dire delle differenti garanzie e regolamenti nei vari Paesi. Non sto parlando di ferie pagate ed altre garanzie, sul quale è conveniente per tutti, compresi i lavoratori, fare concorrenza, ma della possibilità che hanno le imprese cinesi di avvelenare ed uccidere dipendenti e talvolta i consumatori (basti pensare al caso del latte in polvere). Senza contare la diffusa contraffazione e pirateria informatica che avvantaggia le imprese cinesi. Penso che la cosa migliore sarebbe, in un mondo ideale, una sorta di dazio automatico unicamente sul rispetto di basilari diritti umani e commerciali più basilari, più morti e più contraffazione hai, più dazi paghi. Credo che il discorso sia più complesso. Pur essendo vero che un dazio è ingiusto, lo stesso si può dire delle differenti garanzie e regolamenti nei vari Paesi. Non sto parlando di ferie pagate ed altre garanzie, sul quale è conveniente per tutti, compresi i lavoratori, fare concorrenza, ma della possibilità che hanno le imprese cinesi di avvelenare ed uccidere dipendenti e talvolta i consumatori (basti pensare al caso del latte in polvere). Senza contare la diffusa contraffazione e pirateria informatica che avvantaggia le imprese cinesi.

Penso che la cosa migliore sarebbe, in un mondo ideale, una sorta di dazio automatico unicamente sul rispetto di basilari diritti umani e commerciali più basilari, più morti e più contraffazione hai, più dazi paghi.

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Di: Enrico Castro /2009/08/03/hu-rra/comment-page-1/#comment-772 Enrico Castro Mon, 03 Aug 2009 11:19:41 +0000 /?p=1871#comment-772 La vicenda dei tubi cinesi la vedo come un classico caso di protezionismo contro protezionismo. In Cina sono stati arrestati con l'accusa di spionaggio e di corruzione alcuni dirigenti della Rio Tinto[1]. Molti osservatori sospettano che dietro l'arresto dei dirigenti cinesi di Rio Tinto da parte delle autorità cinesi ci sia il rifiuto dei dirigenti a concedere scontri extra alle acciaierie per la fornitura di minerali di ferro. Se fosse vero allora l'azione anti-dumping ha un suo fondamento. Ovviamente il quesito a cui si dovrebbe rispondere è: ma il mercato è in grado di reagire agli interventi cinesi senza bisogno che gli altri stati intraprendono azioni anti-dumping? In casi normali la risposta dovrebbe essere positiva dal momento che le imprese preferiscono investire in paesi in cui i governi non sono così interventisti e palesemente di parte. Alla lunga la Cina potrebbe pagare questa sua politica con una fuga delle imprese straniere verso paesi più liberi (economicamente e politicamente). Nel breve intanto mi sembra che l'asta dei btp cinesi è andata deserta, segno evidente che i risparmiatori stranieri non sono particolarmente attratti dalle politiche economiche e finanziarie del governo cinese. [1] http://business.timesonline.co.uk/tol/business/industry_sectors/natural_resources/article6672023.ece La vicenda dei tubi cinesi la vedo come un classico caso di protezionismo contro protezionismo. In Cina sono stati arrestati con l’accusa di spionaggio e di corruzione alcuni dirigenti della Rio Tinto[1]. Molti osservatori sospettano che dietro l’arresto dei dirigenti cinesi di Rio Tinto da parte delle autorità cinesi ci sia il rifiuto dei dirigenti a concedere scontri extra alle acciaierie per la fornitura di minerali di ferro. Se fosse vero allora l’azione anti-dumping ha un suo fondamento.
Ovviamente il quesito a cui si dovrebbe rispondere è: ma il mercato è in grado di reagire agli interventi cinesi senza bisogno che gli altri stati intraprendono azioni anti-dumping? In casi normali la risposta dovrebbe essere positiva dal momento che le imprese preferiscono investire in paesi in cui i governi non sono così interventisti e palesemente di parte. Alla lunga la Cina potrebbe pagare questa sua politica con una fuga delle imprese straniere verso paesi più liberi (economicamente e politicamente). Nel breve intanto mi sembra che l’asta dei btp cinesi è andata deserta, segno evidente che i risparmiatori stranieri non sono particolarmente attratti dalle politiche economiche e finanziarie del governo cinese.

[1] http://business.timesonline.co.uk/tol/business/industry_sectors/natural_resources/article6672023.ece

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Di: Carlo Stagnaro /2009/08/03/hu-rra/comment-page-1/#comment-768 Carlo Stagnaro Mon, 03 Aug 2009 07:41:59 +0000 /?p=1871#comment-768 Ci mancherebbe altro. Il mio punto non riguarda il pulpito, naturalmente, ma la sostanza del discorso: poiché i nostri diritti di consumatori non li difendono Usa e Ue, mi fa piacere che siano i cinesi - non certo per generosità, beninteso - a farlo. Ci mancherebbe altro. Il mio punto non riguarda il pulpito, naturalmente, ma la sostanza del discorso: poiché i nostri diritti di consumatori non li difendono Usa e Ue, mi fa piacere che siano i cinesi – non certo per generosità, beninteso – a farlo.

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Di: stefano /2009/08/03/hu-rra/comment-page-1/#comment-767 stefano Mon, 03 Aug 2009 07:08:05 +0000 /?p=1871#comment-767 Sono d'accordo che non sia il caso di aumentare il protezionismo. Quanto alle preoccupazioni cinesi per la libertà di commercio e i diritti umani...dazi sulle importazioni, Tibet, Uyguri: dicono niente? Mi pare che il pulpito cinese non sia il più adatto. Sono d’accordo che non sia il caso di aumentare il protezionismo. Quanto alle preoccupazioni cinesi per la libertà di commercio e i diritti umani…dazi sulle importazioni, Tibet, Uyguri: dicono niente?
Mi pare che il pulpito cinese non sia il più adatto.

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