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Scuola, una piccola buona notizia?

Intervistata oggi dal Corriere, il ministro Gelmini commenta forse con toni eccessivamente trionfalistici (la scuola fa schifo, abbiamo ragione a volerla cambiare) una sonora stroncatura della scuola italiana da parte dell’Ocse, oggetto di discussione in un incontro col Ministro organizzato dalla associazione Treellle. Però annuncia anche una piccola novitĂ . Il ritorno del buono-scuola nelle proposte sull’istruzione del centrodestra. Dice Gelmini:

«Stiamo pensando anche ad al­tre riforme che non c’entrano con l’Ocse. Come il sostegno economi­co per le scuole paritarie».
Vuole dire le scuole private? Co­sa vuole fare?
«
Io le chiamo paritarie, o anche non statali. E, Costituzione alla ma­no, voglio che tutti abbiano il dirit­to di scegliere se andare alla scuola pubblica o alla scuola paritaria. Quindi, siccome le scuole paritarie costano, sto pensando ad una rifor­ma che dia la possibilità di accede­re ad un bonus a chi vuole frequen­tarle. Un po’ come già succede in Lombardia».
Ma questi sono costi aggiunti­vi?
«La libertà di scelta è un diritto costituzionale. E sono tante le rifor­me che si possono fare risparmian­do soldi e facendo funzionare la scuola. I dati Ocse, ad esempio quelli che riguardano la Finlandia, lo dimostrano».
Cosa dimostrano?
«Che non è vero che bisogna puntare sulla quantità, bensì sulla qualità. Intendo: quantità di soldi, di ore di insegnamento. Non è questo che qualifica la scuola, necessariamen­te. Veramente basta sfoglia­re il rapporto per capirlo. E sono felice che finalmente il governo e l’Ocse abbiano un’identità di vedute su questo punto, sono certa che faciliterà il dibattito».

Il buono-scuola è stato uno dei cavalli di battaglia di Forza Italia, e per inciso lo è ancora di Valentina Aprea, che in FI è andato pian piano a monopolizzare il dibattito sui temi dell’istruzione. Negli anni Novanta, sul voucher si sperimentò un allineamento centrodestra-Chiesa cattolica molto piĂą virtuoso di quello di oggi, auspice il cardinal Ruini. Per il voucher, si giunse a mobilitazione di piazza, e Nando Adornato, all’epoca del Liberal settimanale, s’inventò addirittura un movimento per la scuola libera. Come si evince dai pochi protagonisti sin qui richiamati, e senza offesa per nessuno di loro, non fu una battaglia fortunatissima. Anche perchĂ© le scuole private, al momento della scelta fra pochi quattrini, maledetti subito e sottobanco, e la lotta trasparente per il voucher di marca friedmaniana, costosa in termini politici, presero i quattrini. Primum vivere, il “buono” è stato rimandato al ritorno di Berlusconi a Palazzo Chigi, e poi come sempre chi s’è visto s’è visto. La stessa intervista di Gelmini non è il massimo della chiarezza: pensa a un voucher per tutti, o a una misura solo per le fasce piĂą deboli (come in Lombardia)? E perchĂ© parlare di sostegno alle scuole paritarie, e non subito di buono e libertĂ  di scelta? E, ancora,  perchĂ© non pensare ad un sistema equivalente ma forse piĂą semplice del voucher, cioè a un credito d’imposta per chi sceglie il privato? Vivremo e vedremo. Il ministro Gelmini sembra avere piĂą coraggio della media dei suoi colleghi. Magari la libertĂ  d’educazione si è finalmente trovata un cavallo buono.

18 giugno 2009 liberismo, welfare , ,

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  1. Davide
    18 giugno 2009 a 9:23 | #1

    sarebbe veramente ora… Quando mio figlio sarĂ  grande mi piacerebbe poterlo mandare in una paritaria, se reddito e voucher lo permetteranno!

  2. ilduedicoppe
    18 giugno 2009 a 16:25 | #2

    Parifichiamo anche le rette scolastiche, parifichiamo anche gli stipendi degli insegnanti… allora si sarebbero buone notizie.

  3. 18 giugno 2009 a 22:24 | #3

    purtroppo l’assenza di concorrenza nell’educazione ha brutte conseguenze. Il fatto che gli stipendi dei professori siano troppo bassi è riconducibile anche a questo: non esiste un mercato degli insegnanti perchĂ© non esiste un mercato degli studenti e quindi l’incentivo a differenziare l’offerta è minimo. Grazie per l’attenzione.

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