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Il fardello (tedesco) delle pensioni

La notizia è totalmente passata sotto silenzio in Italia. Ma la Germania ha appena compiuto una involuzione socialisteggiante non da poco. L’editoriale di Pietro Garibaldi apparso questa mattina sulle colonne del quotidiano La Stampa mi offre il destro per discuterne. In questa legislatura di unitĂ  nazionale (2005-2009) le entrate fiscali tedesche sono copiosamente cresciute, trainate un po’ dalla crescita economica, un po’ dagli aumenti di tassazione introdotti a macchia di leopardo dall’epigono di Visco, Peer SteinbrĂĽck. Il “tesoretto” accumulatosi non è tuttavia servito per tagliare finalmente le tasse al ceto medio, ma è piuttosto andato a foraggiare un generoso aumento di spesa pubblica. Ora, complice la crisi finanziaria, il Ministro delle Finanze piange miseria e, in un comunicato reso pubblico ieri, ci dice che dovrĂ  rinunciare a circa 316 miliardi fino al 2013. Ergo, la soluzione proposta dall’SPD è questa: prendiamo i soldi dai ricchi (ma non erano i socialdemocratici ad averli sgravati?) e sferriamo l’offensiva contro i paradisi fiscali. Con l’approssimarsi della campagna elettorale, l’ipotesi di stringere i cordoni della borsa è sicuramente la piĂą impopolare. Ecco perchĂ© il Ministro del Lavoro Scholz ha pensato – e ottenuto – che con un bel tratto di penna, d’ora in poi, le pensioni di 20 milioni di tedeschi non possano mai piĂą diminuire. E così, mentre Garibaldi va suggerendo modelli per controllare l’esplosione della spesa previdenziale, in Germania si va esattamente nella direzione opposta, svincolando l’erogazione delle pensioni dai redditi dei lavoratori e mettendo una bella ipoteca sul futuro del Sozialstaat. E questo dopo che i pensionati tedeschi hanno giĂ  beneficiato di generosi aumenti negli anni passati. Si dirĂ : in Germania la riforma delle riforme – la pensione a 67 anni – è giĂ  stata licenziata. Vero. Ciò non toglie che, però, almeno nel medio periodo, vi saranno sempre piĂą pensionati e sempre meno persone che pagano i contributi assicurativi. GiĂ  ora lo Stato tedesco è costretto a prelevare denaro dalle tasse dei cittadini per sopperire alla carenza di risorse delle casse pensionistiche. Insomma ancora una volta tocca alle generazioni piĂą giovani farsi carico di un’ipertrofia previdenziale che, presto o tardi, diverrĂ  insostenibile.

16 maggio 2009 welfare , , , , ,

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  1. Massimo
    18 maggio 2009 a 9:30 | #1

    Sarebbe a dire “la pensione variabile indipendente”?

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